Ripartizione delle spese della casa familiare assegnata al coniuge non proprietario

Rosaria Giordano

1. Bussole di inquadramento

Assegnazione della casa familiare e diritto di proprietà sulla stessa

L'assegnazione della casa familiare, istituto regolato dall'art. 337-sexiesc.c., avviene in favore del genitore collocatario dei figli, trattandosi di un istituto volto alla tutela di questi ultimi, ancorché il destinatario della assegnazione sia un genitore (Cass. S.U., n. 11297/1995).

Ne deriva che l'assegnazione avviene senza tener conto della circostanza che la casa familiare sia di proprietà di uno o dell'altro coniuge oppure condotta in locazione.

Queste circostanze possono nondimeno influire sul riparto, durante l'assegnazione, di alcune spese tra i coniugi.

2. Questioni e orientamenti giurisprudenziali

Domanda
Quali spese deve sopportare il coniuge assegnatario e non proprietario dell'abitazione familiare?

Orientamento consolidato

Il coniuge assegnatario della casa familiare deve sopportarne le spese ordinarie, comprese quelle condominiali, anche se il bene è di proprietà dell'altro coniuge

Con un orientamento consolidato, recepito anche in sede di merito, la S.C. ha chiarito che l'assegnazione della casa coniugale esonera l'assegnatario esclusivamente dal pagamento del canone, cui altrimenti sarebbe tenuto nei confronti del proprietario esclusivo (o, in parte qua, del comproprietario) dell'immobile assegnato. In sostanza, qualora il giudice attribuisca ad uno dei coniugi l'abitazione di proprietà dell'altro, la gratuità di tale assegnazione si riferisce solo all'uso dell'abitazione medesima (per la quale, appunto, non deve versarsi corrispettivo), ma non si estende alle spese correlate a detto uso (ivi comprese quelle, del genere delle spese condominiali, che riguardano la manutenzione delle cose comuni poste a servizio anche dell'abitazione familiare), onde simili spese – in mancanza di un provvedimento espresso che ne accolli l'onere al coniuge proprietario – sono a carico del coniuge assegnatario (Cass. n. 18476/2005; conf., di recente, nella giurisprudenza di merito Trib. Monza IV, 9 marzo 2020, n. 537, secondo cui le spese condominiali di manutenzione ordinaria e quelle correlate al godimento del bene sono a carico del coniuge “assegnatario” in quanto utilizzatore, mentre tutte le altre sono a carico del proprietario). Un'eventuale esenzione dal pagamento delle spese ordinarie correlate all'uso dell'immobile da parte del coniuge assegnatario deve essere espressamente specificata (Cass., n. 3836/2006; conf. Trib. Napoli II, 1 febbraio 2017, n. 1291, la quale ha precisato che nella fattispecie concreta non era conseguentemente possibile sostenere che, solo perché i giudici hanno parlato di “fruizione gratuita” e non soltanto di “assegnazione”, in tale espressione dovrebbe leggersi la precisa volontà degli stessi di esonerare l'assegnataria “anche” dal pagamento delle spese condominiali ordinarie; Trib. Bologna III, 23 gennaio 2020, n. 20046; App. Bari III, 20 gennaio 2020, n. 82).

Domanda
Il coniuge assegnatario ha necessità dell'autorizzazione del giudice per subentrare nelle utenze ed effettuare le riparazioni urgenti?

No, il titolo è il provvedimento di assegnazione della casa familiare

Il coniuge assegnatario della casa coniugale subentra in tutti i diritti e doveri correlati al godimento che gli è stato riconosciuto dal giudice e ha diritto a effettuare la voltura a suo nome delle utenze relative all'immobile che – salvo diversa determinazione giudiziale – saranno quindi a suo carico; di conseguenza, qualora il coniuge estromesso sia l'esclusivo proprietario della casa, la ripartizione delle relative spese con il coniuge assegnatario sarà effettuata distinguendo fra spese inerenti la proprietà e spese inerenti il godimento, rientrando tra quelle anche le riparazioni urgenti che si rendessero necessarie, fra cui il ripristino dei cavi recisi dell'energia elettrica (Trib. Catanzaro, sez. I, 14 luglio 2014, la quale ha chiarito che, a tal fine, l'assegnatario non necessita di autorizzazione giudiziale, ma può rivolgersi direttamente al gestore del servizio elettrico, in quanto, come il conduttore, egli è nella completa disponibilità dell'immobile e può fare eseguire direttamente le riparazioni urgenti per preservare la destinazione d'uso della casa coniugale).

Domanda
Se l'accordo tra ex coniugi prevede il pagamento di tutte le spese degli immobili lasciati dall'uno all'altro che regime hanno quelle condominiali?

Se vi è uno specifico accordo l'ex coniuge proprietario dell'immobile assegnato all'altro è tenuto a sopportare le spese condominiali

Se l'accordo di divorzio prevede il pagamento da parte dell'ex marito delle spese ordinarie e straordinarie degli immobili lasciati alla moglie, allora costui è tenuto a pagare le spese condominiali, ovvero tutte quelle somme che, pur non avendo un rapporto diretto con l'immobile, hanno una inerzia con i beni stessi (Cass. n. 11024/2015).

Domanda
Tra le spese spettanti al coniuge assegnatario rientra anche il premio della polizza assicurativa stipulata dal condominio?

Sì, in quanto afferisce alla conservazione e manutenzione dei servizi comuni

Le spese del premio assicurativo rientrante tra gli oneri condominiali, perché relativo alla conservazione e manutenzione dei beni e servizi comuni, sono a carico del coniuge assegnatario della casa familiare (Trib. Modena II, 13 febbraio 2013, n. 206).

3. Azioni processuali

Funzione e natura del giudizio

A fronte della richiesta del Condominio delle rate non versate al coniuge proprietario dell'immobile, quest'ultimo può, ove decida di saldare il debito nei confronti del Condominio, recuperare le spese per la manutenzione ordinaria e la conservazione delle parti comuni, agendo nei confronti del coniuge cui è stata assegnata la casa familiare, tenuto a sopportare le predette spese.

L'azione più rapida, trattandosi di un credito fondato su prova scritta, è quella del ricorso per ingiunzione di pagamento, disciplinato dagli artt. 633 ss. c.p.c.

In alternativa, il coniuge proprietario che assuma di aver indebitamente corrisposto al Condominio le somme dovute dall'assegnatario del bene può proporre un giudizio ordinario di cognizione o, anche, veicolare le proprie istanze restitutorie con un ricorso sommario ex art. 702-bis c.p.c.

Più spesso a fronte dell'azione del coniuge assegnatario della casa coniugale e beneficiario dell'assegno di mantenimento, l'anticipazione delle predette spese viene dedotta in compensazione in sede di opposizione ex art. 615, comma 1, c.p.c. a fronte dell'atto di precetto (correlato al mancato pagamento dell'assegno) da parte del coniuge beneficiario.

Aspetti preliminari

Negoziazione assistita

Trattandosi di somme verosimilmente inferiori all'importo di euro 50.000, salvo che per il recupero diretto opti per il ricorso monitorio per ingiunzione (per il quale il terzo comma dello stesso art. 3 esclude tale obbligo), il coniuge richiedente è tenuto ad invitare ex art. 3 del d.l. n. 132/2014, conv. in l. n. 162/2014, a pena di improcedibilità della successiva domanda giudiziale, l'altra parte a stipulare una convenzione di negoziazione assistita.

Qualora la domanda giudiziale, nelle forme ordinarie o in quelle proprie del procedimento sommario di cognizione, venga proposta senza aver prima esperito il procedimento di negoziazione assistita, e tale circostanza sia eccepita dall'altra parte o rilevata d'ufficio dal giudice entro la prima udienza, il giudice fissa una nuova udienza a una data successiva a quella del periodo di quattro mesi entro il quale deve concludersi detto procedimento e contestualmente assegna alle parti il termine di quindici giorni per la comunicazione dell'invito.

In ogni caso, come precisato dal comma 2 dell'art. 3 del d.l. n. 132/2014, conv. in l. n. 162/2014, quando l'esperimento del procedimento di negoziazione assistita è condizione di procedibilità della domanda giudiziale la condizione si considera avverata se l'invito non è seguito da adesione o è seguito da rifiuto entro trenta giorni dalla sua ricezione ovvero quando è decorso il periodo di tempo di cui all'art. 2, comma 2, lett. a) dello stesso d.l. n. 132/2014.

Competenza

La competenza segue, quale che sia il modulo procedimentale scelto dal coniuge ricorrente che chiede la restituzione delle somme anticipate al condominio, le regole ordinarie sia rispetto al riparto della stessa tra giudice di pace e Tribunale sulla base del valore, sia con riguardo ai criteri di collegamento della competenza per territorio espressi dagli artt. 18 ss. c.p.c.

Parimenti, se la pretesa creditoria viene dedotta la compensazione a fronte dell'azione esecutiva dell'altro coniuge, l'atto di citazione in opposizione a precetto segue, anche per i crediti in materia familiare, le regole ordinarie in tema di riparto della competenza per valore tra giudice di pace e Tribunale.

La competenza a conoscere dell'opposizione proposta dopo l'inizio dell'esecuzione spetta invece al giudice dell'esecuzione il quale, una volta assunti i provvedimenti sull'istanza di sospensione della procedura e sulla competenza, concederà alle parti termine per l'eventuale introduzione del giudizio di merito (artt. 615 e 616 c.p.c.).

Atto introduttivo

Contenuto dell'atto introduttivo

Il ricorso (o l'atto di citazione) deve contenere le generalità del ricorrente e del suo difensore, compresa l'indicazione del codice fiscale di entrambi, e del numero di fax e di posta elettronica certificata del difensore presso cui la parte deve eleggere domicilio, nel Comune ove ha sede il giudice adito, conferendogli con atto separato la procura alla lite, la quale, va sottoscritta dal ricorrente e dal difensore che deve autenticarne la sottoscrizione.

Profili di merito

Onere della prova

La prova, che è demandata al coniuge richiedente, ha carattere essenzialmente documentale e ha ad oggetto i fatti costitutivi della propria pretesa integrati, nella fattispecie in esame, dall'assegnazione della casa familiare di sua proprietà all'altro coniuge e dalla natura ordinaria delle spese condominiali anticipate.

In forza di una prova siffatta, la parte convenuta potrebbe paralizzare l'avversa pretesa – proponendo opposizione a decreto ingiuntivo nell'ipotesi in cui la stessa fosse stata avanzata con ricorso di ingiunzione – producendo un accordo tra le parti volto a disciplinare diversamente il regime delle spese della casa coniugale ovvero adducendo che le spese in questione rientrano nella manutenzione straordinaria e devono quindi essere sostenute, in quanto proprietario, dall'altro coniuge.

Richieste istruttorie

La prova è essenzialmente documentale.

Potrebbe rendersi necessario, in ipotesi rare, un accertamento peritale, che in quanto tale può essere disposto anche dal giudice d'ufficio, volto a verificare, nel caso di contestazione tra le parti, in ordine alla natura ordinaria o straordinaria di una determinata spesa afferente l'immobile.

4. Conclusioni

Il coniuge assegnatario della casa familiare è tenuto, salva differente previsione nel provvedimento, a sostenere le spese ordinarie, comprese quelle condominiali, di manutenzione e conservazione della stessa, anche ove l'immobile sia di proprietà, in tutto o in parte, dell'altro coniuge.

Al coniuge proprietario competono, invero, solo le spese di manutenzione straordinaria riguardanti l'immobile stesso.

Pertanto, se il coniuge non assegnatario anticipa spese condominiali afferenti la gestione ordinaria può agire nei confronti dell'altro coniuge per il recupero delle stesse, sia in via monitoria che ordinaria, ovvero eccepire in compensazione il proprio credito a fronte della notifica dell'atto di precetto per mancato pagamento dell'assegno di mantenimento dovuto al coniuge assegnatario.

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