La responsabilità del proprietario del fondo sul quale risulta realizzato un manufatto abusivo

Redazione Scientifica
11 Maggio 2022

La questione affrontata dalla Suprema Corte riguarda la prova della responsabilità del proprietario del fondo sul quale risulta realizzato un manufatto abusivo per la realizzazione di costruzione abusiva.

La Corte di cassazione ha nel tempo fornito, senza pretesa di completezza, una serie di elementi dalla cui valutazione congiunta si può ragionevolmente desumere, oltre ogni ragionevole dubbio, la piena partecipazione (o compartecipazione) del proprietario alla realizzazione dell'immobile abusivo. È stato affermato, in termini generali, che la responsabilità del proprietario per la realizzazione di costruzione abusiva deve essere ricostruita sulla base di indizi e presunzioni gravi, precise e concordanti, desumibili certamente anche dalla disponibilità giuridica e di fatto del suolo e dal suo interesse specifico alla realizzazione del manufatto ivi esistente, pure allo stesso appartenente in virtù della disciplina civilistica dell'accessione.

Ai fini della configurabilità della responsabilità del proprietario del fondo sul quale risulta realizzato un manufatto abusivo, riassume nella pronuncia in oggetto la Corte, può tenersi conto non soltanto della piena disponibilità, giuridica e di fatto, del suolo e dell'interesse specifico ad effettuare la nuova costruzione (in applicazione del principio del cui prodest), ma altresì dei rapporti di parentela o di affinità tra esecutore dell'opera abusiva e proprietario, dell'eventuale presenza in loco di quest'ultimo, dello svolgimento di attività di materiale vigilanza dell'esecuzione dei lavori, della richiesta di provvedimenti abilitativi successivi, del regime patrimoniale dei coniugi, e complessivamente di tutte quelle situazioni e comportamenti, sia positivi che negativi, da cui possano trarsi elementi integrativi della colpa e prove di una compartecipazione, anche solo morale, all'esecuzione delle opere da parte del proprietario.

Nel caso di specie, i giudici di merito hanno fondato il proprio convincimento circa la responsabilità della ricorrente sulla base di dati di fatto, il cui travisamento non è stato correttamente dedotto.

Per tale ragione, la Suprema Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso.

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