Il regime dell'assenza prevale sulla declaratoria di contumacia nel simultaneus processus instaurato su istanza delle parti

20 Maggio 2022

La questione affrontata nella sentenza in esame riguarda la qualifica da riconoscere all'imputato il cui procedimento - in cui si stato dichiarato contumace - sia riunito ad altro procedimento instaurato precedentemente nel quale sia originariamente comparso per poi rimanere assente.
Massima

In caso di riunione, a procedimento nel quale l'imputato sia stato presente alla prima udienza e, successivamente non comparso o assente nell'accezione vigente prima delle modifiche introdotte dalla legge 28 aprile 2014, n. 67, e quindi considerato rappresentato dal difensore, di altro, posteriore, in cui, invece, lo stesso imputato sia stato dichiarato contumace, tale ultimo status perde autonoma rilevanza, assumendo quindi egli la posizione giuridica, unitaria e indivisibile, di “non comparso” nel simultaneus processus sì che non gli è dovuta la notifica dell'estratto contumaciale.

Il caso

Il caso trae origine da due procedimenti distinti, successivamente riuniti, in cui erano stati contestati, ad una pluralità di imputati, rispettivamente i reati di bancarotta fraudolenta, patrimoniale e documentale e di riciclaggio oltre ad altri reati dichiarati estinti per prescrizione nel corso del giudizio di secondo grado.

Avverso le condanne per bancarotta fraudolenta e riciclaggio gli imputati proponevano ricorso per Cassazione, deducendo diversi vizi, in relazione alle singole posizioni degli imputati.

Nella maggior parte dei casi, i ricorsi proposti non hanno superato neppure il vaglio di ammissibilità (es. per presentazione personale del ricorso da parte dell'imputato in violazione dell'art. 613 comma 1 c.p.p.), conseguentemente la Cassazione non ha potuto pronunciarsi sulla fondatezza di diversi motivi.

E' stato, invece, oggetto di specifica valutazione il motivo formulato nell'interesse di uno degli imputati, M.M., con cui è stata dedotta la nullità della revoca della dichiarazione di contumacia e l'invalità degli atti conseguenti alla omessa notifica all'imputato dell'estratto contumaciale della sentenza di primo grado.

In particolare, il difensore ha rappresentato che il suo assistito era comparso alla prima udienza del procedimento introdotto con decreto del 19 marzo 2007, rimanendo di seguito assente, mentre era stato dichiarato contumace nel diverso procedimento introdotto con decreto del 6 novembre 2008, procedimento che nell'udienza del 5 novembre 2009 veniva riunito al precedente. Aveva, altresì, evidenziato che, sebbene il suo assistito non avesse partecipato alle udienze successive alla riunione, il medesimo era stato qualificato assente, senza che fosse intervenuta formale revoca della contumacia e che in qualità di assente, rappresentato dal difensore, non gli era stato notificato l'estratto della sentenza.

La questione

La questione affrontata nella sentenza in esame riguarda la qualifica da riconoscere all'imputato il cui procedimento - in cui si stato dichiarato contumace - sia riunito ad altro procedimento instaurato precedentemente nel quale sia originariamente comparso per poi rimanere assente.

Egli deve considerarsi non comparso, anche in mancanza di una formale revoca della dichiarazione di contumacia?

In quanto assente non gli è dovuta la notifica dell'estratto della sentenza pronunciata nei suoi confronti, con conseguente decorrenza del termine per impugnare dalla scadenza del termine per il deposito della motivazione ai sensi dell'art. 585 comma 2 lett. c) c.p.p.?

Le soluzioni giuridiche

La Corte di cassazione muove dalla considerazione che lo status di contumace, dichiarato in un procedimento che sia stato successivamente riunito ad altro procedimento in cui l'imputato era stato originariamente presente e poi non comparso ma considerato presente e rappresentato dal difensore, perda autonoma rilevanza a seguito dell'emissione, su istanza delle parti, del provvedimento di riunione dei procedimenti, e che in tal caso l'imputato assuma la posizione giuridica, unitaria e inscindibile di 'non comparso' nel simultaneus processus.

In sostanza, secondo il giudice di legittimità, lo status di 'assente' o 'non comparso' nell'accezione vigente prima delle modifiche apportate dalla l. 28 aprile 2014, n.67, assunto dall'imputato a seguito della riunione del procedimento con quello in cui lo stesso era, almeno una volta comparso, ha determinato il venir meno della situazione di fatto che aveva dato luogo alla declaratoria di contumacia resa nel procedimento riunito, sicché la stessa contumacia è venuta a cessare indipendentemente dalla esistenza di un formale provvedimento di revoca.

L'iniziativa e la virtuale presenza dell'imputato, rappresentato dal proprio difensore all'atto della riunione, escludono qualsivoglia affidamento dello stesso in ordine allo statuto e alla tutela conseguente all'iniziale dichiarazione di contumacia nel procedimento riunito.

Ne deriva che a M.M., alcuna notifica dell'estratto contumaciale era dovuta, decorrendo per il medesimo il termine per proporre appello avverso la sentenza emessa all'esito del giudizio dalla scadenza del termine di deposito della motivazione ex art. 585 comma 2 lett. c c.p.p.

Osservazioni

Occorre brevemente ricordare che prima della riforma attuata con l. 28 aprile 2014, n. 67, la qualifica di assente spettava - tra l'altro - a colui che, originariamente comparso, non si fosse presentato nelle successive udienze senza addurre alcun impedimento, così dimostrando, per fatti concludenti, di avere implicitamente rinunciato al diritto a partecipare al processo. A fronte di un tale contegno, il processo proseguiva e l'imputato si considerava presente in virtù del potere di rappresentanza riconosciuto al difensore.

In virtù di tale regime all'imputato, considerato legittimamente assente, non era dovuta la notifica dell'ordinanza di sospensione dei termini di custodia cautelare per la particolare complessità del dibattimento (Cass. pen., sez. I, 31 gennaio 2000, n. 744 Santacroce, RV 215500; Cass. Sez. I, 27 ottobre 1998, n. 5239 Bruno, RV 211893) e neppure la notifica dell'avviso di deposito della sentenza con l'estratto contumaciale prescritta per il solo contumace (Cass. pen., sez. I, 13 maggio 2004, n. 24593 Pederiva, RV 228435; Cass. pen., sez. I, 9 luglio 2003, n. 34979 p.g. in c. Limuti, RV 226394).

L'applicazione di tale regime all'imputato del simultaneus processus, già dichiarato contumace in uno dei procedimenti riuniti, pare discendere dalla considerazione che la riunione al procedimento in cui lo stesso imputato aveva assunto la qualifica di assente è stata disposta dal giudice su richiesta delle parti. D'altro canto, la contestuale lettura dell'ordinanza di riunione in luogo della notifica all'imputato, in applicazione del regime previsto allora per l'assente, vale ad escludere la sussistenza in capo all'interessato di qualsivoglia affidamento in ordine all'applicazione dello statuto previsto per il contumace.

E ciò indipendentemente da una formale revoca della dichiarazione di contumacia, in quanto per costante orientamento giurisprudenziale, qualora venga meno la situazione di fatto che ha dato luogo a detta dichiarazione, la contumacia viene a cessare indipendentemente dall'eventuale mancata pronuncia di un provvedimento formale (Cass. pen., sez. I, 1° dicembre 2004, n. 2859 CP 2006, 4, 1532; Cass. pen., sez. V, 29 aprile 1998, n. 2649 CP 1999, p. 2885).

La soluzione sarebbe del tutto lineare se il procedimento in cui è stata dichiarata la contumacia fosse quello più risalente e non quello successivamente instaurato, sennonché pare che la Cassazione abbia inteso valorizzare al massimo grado il fatto che il provvedimento di riunione sia stato emesso su iniziativa delle parti, nella consapevolezza che procedutosi in tal senso il processo sarebbe divenuto unico a tutti gli effetti (Cass. pen., sez. III, 14 novembre 1984, CP 1986, 1147) e quindi anche la posizione dell'imputato sarebbe stata unitaria. In particolare, la richiesta del difensore, formulata per conto del suo assistito, di riunire al procedimento in cui l'imputato era stato dichiarato assente, il successivo procedimento in cui lo stesso era stato dichiarato contumace, avrebbe generato una situazione di fatto incompatibile con la precedente dichiarazione di contumacia (si vedano, seppure non in termini specifici: Cass. pen., sez. I, 17 novembre 1999, n. 6326 Puglia, RV 215219, Cass. pen., sez. VI, 17 marzo 1995, n. 1014 Della Vedova, RV 201809 in cui, in ragione di un comportamento incompatibile con lo status di contumace – rilascio di procura speciale al difensore per procedere al patteggiamento nella fase preliminare al dibattimento – è stata esclusa la declaratoria di contumacia), determinando la conseguente applicazione nel procedimento riunito della sola disciplina prevista per l'assente, che non prevede la notifica dell'estratto contumaciale della sentenza (Cass. pen., sez. V, 26 ottobre 2011, n. 1784 Nappo, RV 251712).

Riferimenti
  • L. Filippi, La contumacia, l'assenza e l'allontanamento dell'imputato e l'impedimento del difensore nell'udienza preliminare, in L. Kalb (a cura di), Le recenti modifiche al codice di procedura penale, Milano, 2000;
  • S. Morisco, Il diritto dell'imputato a partecipare al processo: la difformità dei presupposti tra contumacia ed assenza, in Giust. pen., 2004, III, p. 586;
  • P. Moscarini, La contumacia dell'imputato, Milano, 1997;
  • P. Moscarini, Udienza preliminare e presenza dell'imputato: un'anticipazione (quasi) completa degli istituti di garanzia predibattimentale e dibattimentale, in Peroni (a cura di), Il processo penale dopo la riforma del giudice unico, Padova, 2000, p. 287.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.