Decreto legislativo - 30/03/2001 - n. 165 art. 33 - Eccedenze di personale e mobilita' collettiva1Eccedenze di personale e mobilita' collettiva1 1. Le pubbliche amministrazioni che hanno situazioni di soprannumero o rilevino comunque eccedenze di personale, in relazione alle esigenze funzionali o alla situazione finanziaria, anche in sede di ricognizione annuale prevista dall'articolo 6, comma 1, terzo e quarto periodo, sono tenute ad osservare le procedure previste dal presente articolo dandone immediata comunicazione al Dipartimento della funzione pubblica. 2. Le amministrazioni pubbliche che non adempiono alla ricognizione annuale di cui al comma 1 non possono effettuare assunzioni o instaurare rapporti di lavoro con qualunque tipologia di contratto pena la nullita' degli atti posti in essere. 3. La mancata attivazione delle procedure di cui al presente articolo da parte del dirigente responsabile e' valutabile ai fini della responsabilita' disciplinare. 4. Nei casi previsti dal comma 1 del presente articolo il dirigente responsabile deve dare un'informativa preventiva alle rappresentanze unitarie del personale e alle organizzazioni sindacali firmatarie del contratto collettivo nazionale del comparto o area. 5. Trascorsi dieci giorni dalla comunicazione di cui al comma 4, l'amministrazione applica l'articolo 72, comma 11, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, in subordine, verifica la ricollocazione totale o parziale del personale in situazione di soprannumero o di eccedenza nell'ambito della stessa amministrazione, anche mediante il ricorso a forme flessibili di gestione del tempo di lavoro o a contratti di solidarieta', ovvero presso altre amministrazioni, previo accordo con le stesse, comprese nell'ambito della regione tenuto anche conto di quanto previsto dall'articolo 1, comma 29, del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148, nonche' del comma 6. 6. I contratti collettivi nazionali possono stabilire criteri generali e procedure per consentire, tenuto conto delle caratteristiche del comparto, la gestione delle eccedenze di personale attraverso il passaggio diretto ad altre amministrazioni al di fuori del territorio regionale che, in relazione alla distribuzione territoriale delle amministrazioni o alla situazione del mercato del lavoro, sia stabilito dai contratti collettivi nazionali. Si applicano le disposizioni dell'articolo 30. 7. Trascorsi novanta giorni dalla comunicazione di cui al comma 4 l'amministrazione colloca in disponibilita' il personale che non sia possibile impiegare diversamente nell'ambito della medesima amministrazione e che non possa essere ricollocato presso altre amministrazioni nell'ambito regionale, ovvero che non abbia preso servizio presso la diversa amministrazione secondo gli accordi di mobilita'. 8. Dalla data di collocamento in disponibilita' restano sospese tutte le obbligazioni inerenti al rapporto di lavoro e il lavoratore ha diritto ad un'indennita' pari all'80 per cento dello stipendio e dell'indennita' integrativa speciale, con esclusione di qualsiasi altro emolumento retributivo comunque denominato, per la durata massima di ventiquattro mesi. I periodi di godimento dell'indennita' sono riconosciuti ai fini della determinazione dei requisiti di accesso alla pensione e della misura della stessa. E' riconosciuto altresi' il diritto all'assegno per il nucleo familiare di cui all'articolo 2 del decreto-legge 13 marzo 1988, n. 69, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 maggio 1988, n. 153 2. [1] Articolo modificato dall'articolo 50, comma 1, del D.Lgs. 27 ottobre 2009, n. 150 e, successivamente, sostituito dall'articolo 16, comma 1, della L. 12 novembre 2011, n. 183, a decorrere dal 1° gennaio 2012, ai sensi dell'articolo 36, comma 1, della medesima L. 183/2011.V. anche l'articolo 9, comma 25, del D.L. 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122. [2] Per l'aumento del periodo di 24 mesi, di cui al presente comma, vedi l'articolo 2, comma 12, del D.L. 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135 . InquadramentoIpotesi rilevantissima di mobilità è quella che trova fonte nell'art. 33 del d.lgs. n. 165/2001. Le pubbliche amministrazioni che hanno situazioni di soprannumero o rilevino, comunque, anche nell'ambito della ricognizione finalizzata alla ridefinizione delle dotazioni organiche, eccedenze di personale, in relazione alle esigenze funzionali o alla situazione finanziaria, devono darne comunicazione alle organizzazioni sindacali e intraprendere, notiziando il Dipartimento della funzione pubblica, un percorso partecipato – dove la contrattazione collettiva può giocare una funzione rilevante – per riallocare il personale, porlo in quiescenza o riutilizzarlo con forme di lavoro flessibile. Ai sensi del comma 2 dell'art. 33, poi, le P.A. che non adempiono alla ricognizione annuale «non possono effettuare assunzioni o instaurare rapporti di lavoro con qualunque tipologia di contratto pena la nullità degli atti posti in essere». A sua volta, il comma 3 statuisce che la mancata attivazione delle procedure di cui all'articolo in esame da parte del dirigente responsabile è valutabile ai fini della responsabilità disciplinare. In dettaglio, il processo delinato dal legislatore risulta così articolato: – rilevate situazioni di soprannumero/eccedenza, il dirigente responsabile deve dare un'informativa preventiva alle rappresentanze unitarie del personale e alle organizzazioni sindacali firmatarie del contratto collettivo nazionale del comparto o area; – trascorsi dieci giorni dalla comunicazione, l'amministrazione applica l'art. 72, comma 11, del d.l.. 112/2008 (inerente la possibilità di risolvere il rapporto di lavoro a decorrere dalla maturazione del requisito di anzianità contributiva per l'accesso al pensionamento e comunque non prima del raggiungimento di un'età anagrafica che possa dare luogo a riduzione percentuale), in subordine, verifica la ricollocazione totale o parziale del personale in situazione di soprannumero o di eccedenza nell'ambito della stessa amministrazione, anche mediante il ricorso a forme flessibili di gestione del tempo di lavoro o a contratti di solidarietà, ovvero presso altre amministrazioni, previo accordo con le stesse, comprese nell'ambito della regione; – i contratti collettivi nazionali possono stabilire criteri generali e procedure per consentire, tenuto conto delle caratteristiche del comparto, la gestione delle eccedenze di personale attraverso il passaggio diretto ad altre amministrazioni al di fuori del territorio regionale che, in relazione alla distribuzione territoriale delle amministrazioni o alla situazione del mercato del lavoro, sia stabilito dai contratti collettivi nazionali. Si applicano le disposizioni dell'art. 30; – trascorsi novanta giorni dalla comunicazione iniziale, l'amministrazione colloca in disponibilità il personale che non sia possibile impiegare diversamente nell'ambito della medesima amministrazione e che non possa essere ricollocato presso altre amministrazioni nell'ambito regionale, ovvero che non abbia preso servizio presso la diversa amministrazione secondo gli accordi di mobilità. L'esito negativo dell'iter procedurale conduce, quindi, al collocamento in disponibilità del lavoratore, che comporta la sospensione del rapporto e il pagamento di una sorta di indennità (pari all'80% dello stipendio e dell'indennità integrativa speciale, con esclusione di qualsiasi altro emolumento retributivo comunque denominato) assimilabile alla CIG del privato. I periodi di godimento dell'indennità sono riconosciuti ai fini della determinazione dei requisiti di accesso alla pensione e della misura della stessa. È riconosciuto altresì il diritto all'assegno per il nucleo familiare di cui all'art. 2 del d.l. n. 69/1988. Il lavoratore viene iscritto in apposite liste, da cui tutte le amministrazioni devono attingere in prima battuta per le proprie esigenze assunzionali (si veda il sistema descritto negli articoli 34 e 34-bis del decreto n. 165, su cui è di recente intervenuta la l. n. 56 del 2019 per rendere più celere e certo il procedimento nel suo insieme). Terminato il periodo massimo della disponibilità – di norma 24 mesi – il rapporto si estingue, definitivamente. In giurisprudenza, è stato evidenziato che «in tema di eccedenze di personale e di mobilità collettiva tra amministrazioni pubbliche, già regolate dall'art. 35 del d.lgs. n. 29/1993 ed ora dall'art. 33 del d.lgs. n. 165/2001, nei casi di violazione dei criteri di scelta fissati dalla contrattazione collettiva o (in loro assenza) di quelli legali e nei casi di mancato rispetto del prescritto “iter” procedurale, non potendo il lavoratore pubblico fruire dell'apparato di tutela previsto nel rapporto di lavoro privato, il suddetto lavoratore, che denunzia l'illegittimità della condotta della P.A. facendo valere le suddette violazioni, ha diritto al risarcimento dei danni, commisurato alla differenza tra l'indennità goduta durante il periodo di mobilità ed il trattamento di cui avrebbe goduto se il suo rapporto lavorativo non fosse stato sospeso» (Cass. sez. lav., n. 12241/2006; cfr. anche Trib. Cassino sez. lav., n. 593/2010). BibliografiaVedi sub art. 30. |