Decreto legislativo - 30/03/2001 - n. 165 art. 41 - Poteri di indirizzo nei confronti dell' ARAN 1Poteri di indirizzo nei confronti dell' ARAN 1 1. Il potere di indirizzo nei confronti dell'ARAN e le altre competenze relative alle procedure di contrattazione collettiva nazionale sono esercitati dalle pubbliche amministrazioni attraverso le proprie istanze associative o rappresentative, le quali costituiscono comitati di settore che regolano autonomamente le proprie modalita' di funzionamento e di deliberazione. In ogni caso, le deliberazioni assunte in materia di indirizzo all'ARAN o di parere sull'ipotesi di accordo nell'ambito della procedura di contrattazione collettiva di cui all'articolo 47, si considerano definitive e non richiedono ratifica da parte delle istanze associative o rappresentative delle pubbliche amministrazioni del comparto. 2. E' costituito un comitato di settore nell'ambito della Conferenza delle Regioni, che esercita [, per uno dei comparti di cui all'articolo 40, comma 2,] le competenze di cui al comma 1, per le regioni, i relativi enti dipendenti, e le amministrazioni del Servizio sanitario nazionale; a tale comitato partecipa un rappresentante del Governo, designato dal Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali per le competenze delle amministrazioni del Servizio sanitario nazionale. E' costituito un comitato di settore nell'ambito dell'Associazione nazionale dei Comuni italiani (ANCI), dell'Unione delle province d'Italia (UPI) e dell'Unioncamere che esercita [, per uno dei comparti di cui all'articolo 40, comma 2,] le competenze di cui al comma 1, per i dipendenti degli enti locali, delle Camere di commercio e dei segretari comunali e provinciali 2. 3. Per tutte le altre amministrazioni opera come comitato di settore il Presidente del Consiglio dei Ministri tramite il Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, di concerto con il Ministro dell'economia e finanze. Al fine di assicurare la salvaguardia delle specificita' delle diverse amministrazioni e delle categorie di personale ivi comprese, gli indirizzi sono emanati per il sistema scolastico, sentito il Ministro dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca, nonche', per i rispettivi ambiti di competenza, sentiti i direttori delle Agenzie fiscali, la Conferenza dei rettori delle universita' italiane; le istanze rappresentative promosse dai presidenti degli enti di ricerca e degli enti pubblici non economici ed il presidente del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro. 4. Rappresentati designati dai Comitati di settore possono assistere l'ARAN nello svolgimento delle trattative. I comitati di settore possono stipulare con l'ARAN specifici accordi per i reciproci rapporti in materia di contrattazione e per eventuali attivita' in comune. Nell'ambito del regolamento di organizzazione dell'ARAN per assicurare il miglior raccordo tra i Comitati di settore delle Regioni e degli enti locali e l'ARAN, a ciascun comitato corrisponde una specifica struttura, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. 5. Per la stipulazione degli accordi che definiscono o modificano i comparti o le aree di contrattazione collettiva di cui all'articolo 40, comma 2, o che regolano istituti comuni a piu' comparti o che si applicano a un comparto per il quale operano piu' comitati di settore le funzioni di indirizzo e le altre competenze inerenti alla contrattazione collettiva sono esercitate collegialmente dai comitati di settore3. [1] Articolo modificato dall'articolo 3 del D.Lgs. 3 luglio 2003, n. 173 e successivamente sostituito dall'articolo 56, comma 1, del D.Lgs. 27 ottobre 2009, n. 150. [2] Comma modificato dall'articolo 1, comma 468, lettere a) e b), della Legge 28 dicembre 2015 n. 208. [3] Comma modificato dall'articolo 1, comma 468, lettera c), della Legge 28 dicembre 2015 n. 208. InquadramentoL'art. 3 del d.lgs. n. 396/1997 ad aver sancito l'istituzione di comitati di settore, costituiti nell'ambito delle istanze associative e rappresentative delle amministrazioni, a cui è direttamente attribuito un potere di indirizzo nei confronti dell'ARAN. Attraverso il passaggio dal precedente modello centralizzato, che prevedeva solo direttive del Presidente del Consiglio dei Ministri, ad un modello decentrato, il legislatore ha inteso valorizzare il ruolo delle amministrazioni, superare il fenomeno dei c.d. contratti fotocopia, garantire una maggiore autonomia tecnica dell'ARAN stessa (Menegatti, 1128). Una riscrittura dell'art. 41 del decreto n. 165 – la norma che reca la disciplina del potere di indirizzo nei confronti dell'ARAN – è stata, poi, operata dal d.lgs. n. 150/2009 (cd. riforma Brunetta). Il comma 468 della l. n. 208/2015 è, da ultimo, intervenuto sulla predetta normativa, relativamente all'attività dei comitati di settore istituiti nell'ambito della Conferenza delle regioni e nell'ambito dell'ANCI, dell'UPI e di Unioncamere, prevedendo, in particolare, che l'attività dei suddetti comitati non debba necessariamente essere limitata ad uno solo dei quattro (al massimo) comparti di contrattazione collettiva nazionale previsti nel pubblico impiego dopo la riforma di cui al d.lgs. n. 150/2009 (cfr. l'art. 40, comma 2, del d.lgs. n. 165/2001). Caratteri dei comitati di settoreIl comma 1 dell'art. 41 in esame stabilisce che “il potere di indirizzo nei confronti dell'ARAN e le altre competenze relative alle procedure di contrattazione collettiva nazionale sono esercitati dalle pubbliche amministrazioni attraverso le proprie istanze associative o rappresentative, le quali costituiscono comitati di settore che regolano autonomamente le proprie modalità di funzionamento e di deliberazione. In ogni caso, le deliberazioni assunte in materia di indirizzo all'ARAN o di parere sull'ipotesi di accordo nell'ambito della procedura di contrattazione collettiva di cui all'art. 47, si considerano definitive e non richiedono ratifica da parte delle istanze associative o rappresentative delle pubbliche amministrazioni del comparto». I comitati rappresentano, quindi, emanazioni di istanze associative e/o rappresentative che vengono promosse o riconosciute dal legislatore. Per la stipulazione degli accordi che definiscono o modificano i comparti o le aree di contrattazione collettiva di cui all'art. 40, comma 2, o che regolano istituti comuni a più comparti o che si applicano a un comparto per il quale operano più comitati di settore le funzioni di indirizzo e le altre competenze inerenti alla contrattazione collettiva sono esercitate collegialmente dai comitati di settore (comma 5). Più dettagliatamente, è costituito un comitato di settore nell'ambito della Conferenza delle Regioni, che esercita le competenze relative alle procedure di contrattazione collettiva per le regioni, i relativi enti dipendenti, e le amministrazioni del Servizio sanitario nazionale; a tale comitato partecipa un rappresentante del Governo, designato dal Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali per le competenze delle amministrazioni del Servizio sanitario nazionale. È costituito, poi, un secondo comitato di settore nell'ambito dell'Associazione nazionale dei Comuni italiani (ANCI), dell'Unione delle province d'Italia (UPI) e dell'Unioncamere che esercita le competenze in oggetto per i dipendenti degli enti locali, delle Camere di commercio e dei segretari comunali e provinciali (comma 2). Per tutte le altre amministrazioni, il Presidente del Consiglio opera come comitato di settore tramite il Ministro per la pubblica amministrazione di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze. Tuttavia, al fine di salvaguardare le specificità delle «diverse amministrazioni e delle categorie di personale ivi comprese, gli indirizzi sono emanati per il sistema scolastico, sentito il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, nonché, per i rispettivi ambiti di competenza, sentiti i direttori delle Agenzie fiscali, la Conferenza dei rettori delle università italiane; le istanze rappresentative promosse dai presidenti degli enti di ricerca e degli enti pubblici non economici ed il presidente del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro» (comma 3). Il sistema delineato prevede, pertanto, almeno tre comitati di settore, due dei quali costituiti per tenere in considerazione le istanze provenienti da organismi ed enti sub-nazionali, in modo tale da assicurare le competenze loro attribuite dall'art. 117 Cost. Innovativa rispetto al passato è la possibilità offerta ai comitati di settore di designare rappresentanti in grado di assistere l'ARAN nello svolgimento delle trattative negoziali e, quindi, di fatto controllare l'attività dell'Agenzia [cfr. anche la menzione nel comma 4 dell'art. 41 di accordi e strutture specifiche in relazione ai rapporti tra ARAN e comitati]. La legge, poi, non disciplina analiticamente i rapporti tra i comitati di settore e le istanze associative o rappresentative. Per questo motivo, una parte della dottrina sostiene che i comitati siano organismi indipendenti da tali istanze, come risulta dal secondo e terzo periodo del comma 1 dell'articolo in commento, secondo cui ciascun comitato di settore regola autonomamente le proprie modalità di funzionamento e di deliberazione e le decisioni da essi assunte si considerano definitive e non richiedono ratifica da parte delle istanze associative o rappresentative delle pubbliche amministrazioni del comparto (Delfino, 719). BibliografiaDelfino, La nuova contrattazione collettiva nel lavoro pubblico: soggetti e procedimenti, in Le ist. del federalismo, 2009, 5/6, 708; Menegatti, La natura degli atti di indirizzo dei comitati di settore nella contrattazione collettiva del pubblico impiego, in Il lav. nelle p.a., 2005, 6, 1127. |