Decreto legislativo - 30/03/2001 - n. 165 art. 50 - Aspettative e permessi sindacali (Art. 54, commi da 1 a 3 e 5 del d.lgs n. 29 del 1993, come modificati prima dall'art. 20 del d.lgs. n. 470 del 1993 poi dall'art. 2 del decreto legge n. 254 del 1996, convertito con modificazioni dalla legge n. 365 del 1996, e, infine, dall'art. 44, comma 5, del d.lgs n. 80 del 1998)

Ciro Silvestro

Aspettative e permessi sindacali

(Art. 54, commi da 1 a 3 e 5 del d.lgs n. 29 del 1993, come modificati prima dall'art. 20 del d.lgs. n. 470 del 1993 poi dall'art. 2 del decreto legge n. 254 del 1996, convertito con modificazioni dalla legge n. 365 del 1996, e, infine, dall'art. 44, comma 5, del d.lgs n. 80 del 1998)

1. Al fine del contenimento, della trasparenza e della razionalizzazione delle aspettative e dei permessi sindacali nel settore pubblico, la contrattazione collettiva ne determina i limiti massimi in un apposito accordo, tra l'ARAN e le confederazioni sindacali rappresentative ai sensi dell'articolo 43.

2. La gestione dell'accordo di cui al comma 1, ivi comprese le modalità di utilizzo e distribuzione delle aspettative e dei permessi sindacali tra le confederazioni e le organizzazioni sindacali aventi titolo sulla base della loro rappresentatività e con riferimento a ciascun comparto e area separata di contrattazione, è demandata alla contrattazione collettiva, garantendo a decorrere dal 1 agosto 1996 in ogni caso l'applicazione della legge 20 maggio 1970, n. 300, e successive modificazioni ed integrazioni. Per la provincia autonoma di Bolzano si terrà conto di quanto previsto dall'articolo 9 del decreto del Presidente della Repubblica 6 gennaio 1978, n. 58.

3. Le amministrazioni pubbliche sono tenute a fornire alla Presidenza del Consiglio dei ministri -Dipartimento della funzione pubblica il numero complessivo ed i nominativi dei beneficiari dei permessi sindacali.

4. Oltre ai dati relativi ai permessi sindacali, le pubbliche amministrazioni sono tenute a fornire alla Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento della funzione pubblica gli elenchi nominativi, suddivisi per qualifica, del personale dipendente collocato in aspettativa, in quanto chiamato a ricoprire una funzione pubblica elettiva, ovvero per motivi sindacali. I dati riepilogativi dei predetti elenchi sono pubblicati in allegato alla relazione annuale da presentare al Parlamento ai sensi dell'articolo 16 della legge 29 marzo 1983, n. 93.

Inquadramento

Prima dell'entrata in vigore del d.lgs. n. 29/1993, la materia dei permessi ed aspettativa sindacali nel pubblico impiego era disciplinata da leggi e provvedimenti differenziati in base al comparto, ispirate ad un atteggiamento di particolare favore nei confronti del pubblico dipendente.

Con l'obiettivo del contenimento, della trasparenza e dealla razionalizzazione di permessi ed aspettative sindacali, l'art. 54 del d.lgs. n. 29/1993 ha demandato ad uno specifico accordo il compito di definire i limiti massimi delle aspettative e dei permessi sindacali. La norma, però, presentava una rilevante anomalia, Infatti, il legislatore delegato aveva previsto che l'accordo in questione fosse stipulato tra il Presidente del Consiglio dei Ministri e le confederazioni sindacali maggiormente rappresentative sul piano nazionale, da recepire con d.P.C.M. previa deliberazione del Consiglio dei Ministri. Con il medesimo accordo erano anche definiti tempi e modalità per l'applicazione della l. 20 maggio 1970, n. 300 in materia di aspettative e permessi sindacali.

Gli interventi succedutisi hanno recuperato il ruolo della contrattazione collettiva nella materia in esame, fino all'attuale formulazione dell'art. 50 del decreto n. 165.

Corte cost., n. 352/1996 ha, al riguardo, evidenziato che la materia delle aspettative e dei permessi per attività sindacale gode di un regime particolare, oggetto di apposita e separata considerazione, in quanto è riservata alla contrattazione collettiva. «Nello stesso tempo, la disciplina di tale materia rientra solo in parte nelle norme sul rapporto di lavoro pubblico (rapporto tra ente pubblico e dipendente) assumendo un carattere speciale. Il quale si risolve nella messa a disposizione di personale da ente a soggetti terzi rispetto al rapporto di lavoro, con un connotato particolare di garanzia delle attività sindacali sia del singolo lavoratore associato sia dei sindacati, in modo da assicurare la possibilità di utilizzare il comando o meccanismi simili entro determinati limiti, ripartendo l'onere tra i vari enti datori di lavoro, senza dispersioni che gravino in misura non ragionevole sull'intero apparato pubblico».

Invero, «l'aspettativa per mandato sindacale è preordinata alla democratica tutela delle garanzie proprie dello statuto dei pubblici dipendenti e si intreccia in modo indefettibile con l'attività lavorativa di questi ultimi. Per questi aspetti di necessaria connessione, l'inserimento a tempo pieno del dipendente nell'apparato sindacale non costituisce una forma di temporaneo estraniarsi dello stesso dall'attività lavorativa, ma ne rappresenta, al contrario, una forma diversa di prestazione, assimilabile al comando. Non sembra, pertanto, coerente con la specialità dei compiti affidati al rappresentante sindacale collocato in aspettativa l'equiparazione di tale posizione, sicuramente attiva, a quella di mera astensione (tipica dell'aspettativa per infermità o motivi di famiglia) o a quella del tutto peculiare connessa all'espletamento del servizio militare. Si tratta, in definitiva, di posizione non diversa da quella del personale comandato, caratterizzata anch'essa dall'astensione dalla prestazione lavorativa nei confronti dell'amministrazione di appartenenza e dal contestuale inserimento dell'impiegato in altra struttura organizzativa nei confronti della quale viene resa la prestazione stessa. L'istituto dell'aspettativa per motivi sindacali è, così, caratterizzato da una sua specificità, rappresentata tutta dalla destinazione del dipendente a compiti connessi alla organizzazione e alla tutela del lavoro nell'ambito della pubblica amministrazione: si attua, in altre parole, il passaggio da un ruolo all'interno dell'apparato a un altro che, seppure esterno, ne condivide ampiamente i contenuti, essendo correlato all'esercizio dei diritti sindacali, alla tutela dei diritti del lavoratore nel contesto della pubblica amministrazione, al concorso, in posizione consultiva o quanto meno di parte necessariamente informata, in relazione a scelte organizzative prese dai responsabili dell'apparato amministrativo stesso» (Cons. St. IV, n. 1843/2001).

La disciplina di distacchi, aspettative e permessi sindacali.

Il comma 1 dell'art. 50 prevede che con un apposito accordo quadro tra ARAN e confederazioni sindacali rappresentative sono definiti i limiti massimi delle aspettative e dei permessi sindacali.

Secondo quanto disposto dal comma 2, la gestione dell'accordo, ivi comprese le modalità di utilizzo e distribuzione delle aspettative e dei permessi sindacali tra le confederazioni e le organizzazioni sindacali aventi titolo sulla base della loro rappresentatività e con riferimento a ciascun comparto e area separata di contrattazione, è demandata alla contrattazione collettiva. Ciò garantendo in ogni caso l'applicazione della l. 20 maggio 1970, n. 300, e successive modificazioni ed integrazioni. Per la provincia autonoma di Bolzano si terrà conto di quanto previsto dall'art. 9 del d.P.R. 6 gennaio 1978, n. 58 (inerente le associazioni sindacali costituite esclusivamente tra lavoratori dipendenti appartenenti alle minoranze linguistiche tedesca e ladina).

L'attuale disciplina è recata dal CCNQ sulle modalità di utilizzo dei distacchi, aspettative e permessi, nonché delle altre prerogative sindacali del 4 dicembre 2017 e dal CCNQ di ripartizione dei distacchi e permessi tra le associazioni sindacali rappresentative nei comparti e nelle aree di contrattazione nel triennio 2019-2021 del 19 novembre 2019.

Da ricordare che in materia il legislatore è comunque intervenuto in alcune occasioni con puntuali disposizioni volte al contenimento della spesa. Così l'art. 46-bis del d.l. n. 112/2008, che ha disposto una razionalizzazione e progressiva riduzione dei distacchi, delle aspettative e dei permessi sindacali, da adottare con decreto del Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. Successivamente, l'art. 7 del d.l. n. 90/2014 è intervenuto su quanto già concordato ai sensi dell'art. 50 del decreto n. 165 tra l'ARAN e le confederazioni sindacali, disponendo un ridimensionamento, anche per le categorie in regime di diritto pubblico, delle prerogative sindacali, attraverso il dimezzamento, per ciascuna associazione sindacale, dei contingenti complessivi di distacchi, aspettative e permessi.

Gli obblighi informativi.

I commi 3 e 4 dell'art. 50 hanno previsto che le amministrazioni pubbliche siano tenute a fornire alla Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento della funzione pubblica – il numero complessivo ed i nominativi dei beneficiari dei permessi sindacali, nonché gli elenchi nominativi, suddivisi per qualifica, del personale dipendente collocato in aspettativa, in quanto chiamato a ricoprire una funzione pubblica elettiva, ovvero per motivi sindacali.

I dati riepilogativi dei predetti elenchi sono pubblicati in allegato alla relazione annuale da presentare al Parlamento ai sensi dell'articolo 16 della l. 29 marzo 1983, n. 93. (cfr. anche il provvedimento del Garante per la protezione dei dati personali n. 15 del 16 gennaio 2014).

Bibliografia

Vedi sub art. 49.

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