Decreto legislativo - 30/03/2001 - n. 165 art. 55 bis - Forme e termini del procedimento disciplinare1 (A)Forme e termini del procedimento disciplinare1 (A) 1. Per le infrazioni di minore gravita', per le quali e' prevista l'irrogazione della sanzione del rimprovero verbale, il procedimento disciplinare e' di competenza del responsabile della struttura presso cui presta servizio il dipendente. Alle infrazioni per le quali e' previsto il rimprovero verbale si applica la disciplina stabilita dal contratto collettivo2. 2. Ciascuna amministrazione, secondo il proprio ordinamento e nell'ambito della propria organizzazione, individua l'ufficio per i procedimenti disciplinari competente per le infrazioni punibili con sanzione superiore al rimprovero verbale e ne attribuisce la titolarita' e responsabilita' 3. 3. Le amministrazioni, previa convenzione, possono prevedere la gestione unificata delle funzioni dell'ufficio competente per i procedimenti disciplinari, senza maggiori oneri per la finanza pubblica4. 4. Fermo restando quanto previsto dall'articolo 55-quater, commi 3-bis e 3-ter, per le infrazioni per le quali e' prevista l'irrogazione di sanzioni superiori al rimprovero verbale, il responsabile della struttura presso cui presta servizio il dipendente, segnala immediatamente, e comunque entro dieci giorni, all'ufficio competente per i procedimenti disciplinari i fatti ritenuti di rilevanza disciplinare di cui abbia avuto conoscenza. L'Ufficio competente per i procedimenti disciplinari, con immediatezza e comunque non oltre trenta giorni decorrenti dal ricevimento della predetta segnalazione, ovvero dal momento in cui abbia altrimenti avuto piena conoscenza dei fatti ritenuti di rilevanza disciplinare, provvede alla contestazione scritta dell'addebito e convoca l'interessato, con un preavviso di almeno venti giorni, per l'audizione in contraddittorio a sua difesa. Il dipendente puo' farsi assistere da un procuratore ovvero da un rappresentante dell'associazione sindacale cui aderisce o conferisce mandato. In caso di grave ed oggettivo impedimento, ferma la possibilita' di depositare memorie scritte, il dipendente puo' richiedere che l'audizione a sua difesa sia differita, per una sola volta, con proroga del termine per la conclusione del procedimento in misura corrispondente. Salvo quanto previsto dall'articolo 54-bis, comma 4, il dipendente ha diritto di accesso agli atti istruttori del procedimento. L'ufficio competente per i procedimenti disciplinari conclude il procedimento, con l'atto di archiviazione o di irrogazione della sanzione, entro centoventi giorni dalla contestazione dell'addebito. Gli atti di avvio e conclusione del procedimento disciplinare, nonche' l'eventuale provvedimento di sospensione cautelare del dipendente, sono comunicati dall'ufficio competente di ogni amministrazione, per via telematica, all'Ispettorato per la funzione pubblica, entro venti giorni dalla loro adozione. Al fine di tutelare la riservatezza del dipendente, il nominativo dello stesso e' sostituito da un codice identificativo5 (B). 5. La comunicazione di contestazione dell'addebito al dipendente, nell'ambito del procedimento disciplinare, e' effettuata tramite posta elettronica certificata, nel caso in cui il dipendente dispone di idonea casella di posta, ovvero tramite consegna a mano. In alternativa all'uso della posta elettronica certificata o della consegna a mano, le comunicazioni sono effettuate tramite raccomandata postale con ricevuta di ritorno. Per le comunicazioni successive alla contestazione dell'addebito, e' consentita la comunicazione tra l'amministrazione ed i propri dipendenti tramite posta elettronica o altri strumenti informatici di comunicazione, ai sensi dell'articolo 47, comma 3, secondo periodo, del decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, ovvero anche al numero di fax o altro indirizzo di posta elettronica, previamente comunicati dal dipendente o dal suo procuratore 6. 6. Nel corso dell'istruttoria, l'Ufficio per i procedimenti disciplinari puo' acquisire da altre amministrazioni pubbliche informazioni o documenti rilevanti per la definizione del procedimento. La predetta attivita' istruttoria non determina la sospensione del procedimento, ne' il differimento dei relativi termini 7. 7. Il [lavoratore] dipendente o il dirigente, appartenente alla stessa o a una diversa amministrazione pubblica dell'incolpato [o ad una diversa], che, essendo a conoscenza per ragioni di ufficio o di servizio di informazioni rilevanti per un procedimento disciplinare in corso, rifiuta, senza giustificato motivo, la collaborazione richiesta dall'Ufficio disciplinare procedente ovvero rende dichiarazioni false o reticenti, e' soggetto all'applicazione, da parte dell'amministrazione di appartenenza, della sanzione disciplinare della sospensione dal servizio con privazione della retribuzione, commisurata alla gravita' dell'illecito contestato al dipendente, fino ad un massimo di quindici giorni 8. 8. In caso di trasferimento del dipendente, a qualunque titolo, in un'altra amministrazione pubblica, il procedimento disciplinare e' avviato o concluso e la sanzione e' applicata presso quest'ultima. In caso di trasferimento del dipendente in pendenza di procedimento disciplinare, l'ufficio per i procedimenti disciplinari che abbia in carico gli atti provvede alla loro tempestiva trasmissione al competente ufficio disciplinare dell'amministrazione presso cui il dipendente e' trasferito. In tali casi il procedimento disciplinare e' interrotto e dalla data di ricezione degli atti da parte dell'ufficio disciplinare dell'amministrazione presso cui il dipendente e' trasferito decorrono nuovi termini per la contestazione dell'addebito o per la conclusione del procedimento. Nel caso in cui l'amministrazione di provenienza venga a conoscenza dell'illecito disciplinare successivamente al trasferimento del dipendente, la stessa Amministrazione provvede a segnalare immediatamente e comunque entro venti giorni i fatti ritenuti di rilevanza disciplinare all'Ufficio per i procedimenti disciplinari dell'amministrazione presso cui il dipendente e' stato trasferito e dalla data di ricezione della predetta segnalazione decorrono i termini per la contestazione dell'addebito e per la conclusione del procedimento. Gli esiti del procedimento disciplinare vengono in ogni caso comunicati anche all'amministrazione di provenienza del dipendente9. 9. La cessazione del rapporto di lavoro estingue il procedimento disciplinare salvo che per l'infrazione commessa sia prevista la sanzione del licenziamento o comunque sia stata disposta la sospensione cautelare dal servizio. In tal caso le determinazioni conclusive sono assunte ai fini degli effetti giuridici ed economici non preclusi dalla cessazione del rapporto di lavoro 10. 9-bis. Sono nulle le disposizioni di regolamento, le clausole contrattuali o le disposizioni interne, comunque qualificate, che prevedano per l'irrogazione di sanzioni disciplinari requisiti formali o procedurali ulteriori rispetto a quelli indicati nel presente articolo o che comunque aggravino il procedimento disciplinare 11. 9-ter. La violazione dei termini e delle disposizioni sul procedimento disciplinare previste dagli articoli da 55 a 55-quater, fatta salva l'eventuale responsabilita' del dipendente cui essa sia imputabile, non determina la decadenza dall'azione disciplinare ne' l'invalidita' degli atti e della sanzione irrogata, purche' non risulti irrimediabilmente compromesso il diritto di difesa del dipendente, e le modalita' di esercizio dell'azione disciplinare, anche in ragione della natura degli accertamenti svolti nel caso concreto, risultino comunque compatibili con il principio di tempestivita'. Fatto salvo quanto previsto dall'articolo 55-quater, commi 3-bis e 3-ter, sono da considerarsi perentori il termine per la contestazione dell'addebito e il termine per la conclusione del procedimento 12. 9-quater. Per il personale docente, educativo e amministrativo, tecnico e ausiliario (ATA) presso le istituzioni scolastiche ed educative statali, il procedimento disciplinare per le infrazioni per le quali e' prevista l'irrogazione di sanzioni fino alla sospensione dal servizio con privazione della retribuzione per dieci giorni e' di competenza del responsabile della struttura in possesso di qualifica dirigenziale e si svolge secondo le disposizioni del presente articolo. Quando il responsabile della struttura non ha qualifica dirigenziale o comunque per le infrazioni punibili con sanzioni piu' gravi di quelle indicate nel primo periodo, il procedimento disciplinare si svolge dinanzi all'Ufficio competente per i procedimenti disciplinari13.
--------------- (A) In riferimento al presente articolo, vedi: Circolare del Ministero della Difesa 11 febbraio 2011, n. 9226. (B) In riferimento al presente comma vedi: Parere Autorità garante per la protezione dei dati personali 08 maggio 2013, n. 2501216; Circolare CNR - Consiglio Nazionale delle Ricerche 29/01/2018 n. 4/2018 [1] Articolo inserito dall'articolo 69, comma 1, del D.Lgs. 27 ottobre 2009, n. 150. [2] Comma sostituito dall'articolo 13, comma 1, lettera a), del D.Lgs. 25 maggio 2017, n. 75. [3] Comma sostituito dall'articolo 13, comma 1, lettera b), del D.Lgs. 25 maggio 2017, n. 75. [4] Comma sostituito dall'articolo 13, comma 1, lettera c), del D.Lgs. 25 maggio 2017, n. 75. [5] Comma sostituito dall'articolo 13, comma 1, lettera d), del D.Lgs. 25 maggio 2017, n. 75. [6] Comma sostituito dall'articolo 13, comma 1, lettera e), del D.Lgs. 25 maggio 2017, n. 75. [7] Comma modificato dall'articolo 13, comma 1, lettera f), del D.Lgs. 25 maggio 2017, n. 75. [8] Comma modificato dall'articolo 13, comma 1, lettera g), del D.Lgs. 25 maggio 2017, n. 75. [9] Comma modificato dall'articolo 13, comma 1, lettera h), del D.Lgs. 25 maggio 2017, n. 75. [10] Comma sostituito dall'articolo 13, comma 1, lettera i), del D.Lgs. 25 maggio 2017, n. 75. [11] Comma aggiunto dall'articolo 13, comma 1, lettera i), del D.Lgs. 25 maggio 2017, n. 75. [12] Comma aggiunto dall'articolo 13, comma 1, lettera i), del D.Lgs. 25 maggio 2017, n. 75. [13] Comma aggiunto dall'articolo 13, comma 1, lettera i), del D.Lgs. 25 maggio 2017, n. 75. InquadramentoIl decreto n. 75/2017 attuativo della riforma Madia ha modificato in più parti l'art. 55-bis del decreto 165, relativo a «Forme e termini del procedimento disciplinare». Primo profilo innovato, i soggetti titolari del potere disciplinare. Per le infrazioni di minore gravità – ovvero quelle sanzionate con il rimprovero verbale – la competenza spetta al responsabile della struttura presso cui il dipendente presta servizio, secondo le procedure stabilite dal contratto collettivo. Per le restanti infrazioni, punite con sanzioni diverse dal mero rimprovero verbale, la competenza è dell'ufficio per i procedimenti disciplinari (UPD), che ciascuna amministrazione deve individuare secondo il proprio ordinamento (cfr. i commi 1 e 2 dell'art. 55-bis). Consolidato è l'indirizzo degli Ermellini secondo cui l'istituzione dell'ufficio è necessaria a pena di nullità della sanzione irrogata, trattandosi di competenza non derogabile: ex multis, Cass. sez. lav., n. 2168/2004 e n. 7177/2017. Più amministrazioni possono, previa convenzione, provvedere alla gestione unificata delle funzioni dell'ufficio competente per i procedimenti disciplinari (comma 3). Sussiste, oggi, un regime procedurale unitario per la maggior parte delle infrazioni, con indubbi effetti di chiarificazione. Una reductio ad unum della sequenza procedimentale per tutte le attività connesse all'applicazione delle sanzioni disciplinari, dal rimprovero scritto al licenziamento senza preavviso. Fatta, comunque, salva la speciale disciplina del licenziamento senza preavviso di cui all'art. 55-quater, commi 3-bis e 3-ter, introdotta per contrastare i furbetti del cartellino. In sostanza, il legislatore delegato del 2017 ha inteso valorizzare al massimo la specializzazione e professionalizzazione degli UPD, attesa la complessità della materia disciplinare, sempre più tecnica e caratterizzata da spiccate problematicità, anche alla luce della maggior connotazione del diritto disciplinare come diritto essenzialmente pretorio. La scelta sembra poter garantire maggior tenuta rispetto alla precedente opzione dela riforma Brunetta, centrata sulla parziale «polverizzazione» della potestà disciplinare tra le diverse strutture organizzative dirigenziali (Busico). I termini del procedimento e l'istruttoria.Ai sensi del comma 4 dell'art. 55-bis, il procedimento di competenza dell'ufficio per i procedimenti disciplinari si avvia con la segnalazione da parte del responsabile della struttura presso cui il dipendente presta servizio. Essa va effettuata «immediatamente» e comunque entro 10 giorni (termine non perentorio), avendo ad oggetto i fatti ritenuti di rilevanza disciplinare di cui si abbia avuto conoscenza. L'ufficio per i procedimenti disciplinari provvede «con immediatezza» e comunque non oltre 30 giorni – decorrenti dalla segnalazione o dal momento in cui si abbia comunque avuto piena conoscenza dei fatti di rilevanza disciplinare – alla contestazione scritta dell'addebito e alla convocazione (con un preavviso di almeno 20 giorni) dell'interessato, per l'audizione in contraddittorio a sua difesa (eventualmente assistito da un procuratore ovvero da un rappresentante dell'associazione sindacale cui aderisce o conferisce mandato). Rispetto alla precedente formulazione della norma, è stato espunto il generico riferimento, per definire il dies a quo per l'attivazione del procedimento disciplinare, alla «notizia dell'infrazione» altrimenti acquisita dall'ufficio. Essa è stata sostituita, più correttamente, con la «piena conoscenza dei fatti ritenuti di rilevanza disciplinare», ad es. attraverso sentenze penali, esposti, atti ispettivi, ecc.. Esigenze di certezza, che riguardano non solo i dipendenti ma anche l'Amministrazione datrice di lavoro, impongono una precisa individuazione del dies a quo del procedimento disciplinare, che non può ravvisarsi anche in mere segnalazioni generiche o laconiche, frammentarie o prive di minimali riscontri in ordine alla possibile rilevanza disciplinare dei fatti (cfr. Cass. sez. lav., n. 20773/2015). Il procedimento disciplinare deve concludersi, con l'atto di archiviazione o di irrogazione della sanzione, entro 120 giorni dalla contestazione dell'addebito. È quindi la scansione 10/30/20/120 giorni (segnalazione, contestazione, convocazione, conclusione) a dettare i tempi del procedimento. Salvo che il dipendente non richieda, per una sola volta, il differimento dell'audizione – in caso di grave ed oggettivo impedimento, ferma la possibilità di depositare memorie scritte –, con conseguente proroga del termine per la conclusione del procedimento in misura corrispondente. La legge chiarisce anche che: – il diritto del dipendente di accesso agli atti istruttori del procedimento va coordinato con quanto già previsto dall'art. 54-bis, comma 4; la norma richiamata sottrae dall'accesso proprio la denuncia del dipendente pubblico che segnala illeciti (cd. whistleblower); – gli atti di avvio e conclusione del procedimento disciplinare, nonché l'eventuale provvedimento di sospensione cautelare del dipendente, sono comunicati dall'ufficio competente di ogni amministrazione, per via telematica, all'Ispettorato per la funzione pubblica, entro venti giorni dalla loro adozione. Al fine di tutelare la riservatezza del dipendente, il nominativo dello stesso è sostituito da un codice identificativo. Il comma 5 dell'art. 55-bis in commento precisa il regime della comunicazione di contestazione dell'addebito al dipendente. Essa è effettuata «tramite posta elettronica certificata, nel caso in cui il dipendente dispone di idonea casella di posta, ovvero tramite consegna a mano. In alternativa all'uso della posta elettronica certificata o della consegna a mano, le comunicazioni sono effettuate tramite raccomandata postale con ricevuta di ritorno». Per le comunicazioni successive, invece, è consentita la comunicazione tra l'amministrazione ed i propri dipendenti tramite: a) posta elettronica o altri strumenti informatici di comunicazione, ai sensi dell'art. 47, comma 3, secondo periodo, d.lgs. n. 82/2005; b) ovvero «anche al numero di fax o altro indirizzo di posta elettronica, previamente comunicati dal dipendente o dal suo procuratore». È, comunque, eliminata la tassatività di tali modalità di comunicazione (con la scomparsa del precedente inciso «ogni comunicazione»). In coerenza con l'innovativa disposizione di cui al successivo comma 9-ter, che sancisce il principio di dequotazione dei vizi formali (ossia della violazione delle norme e dei termini del procedimento; cfr. infra). Due collaterali specificazioni sono offerte dai commi successivi: – nel corso dell'istruttoria, l'ufficio per i procedimenti disciplinari può acquisire da altre amministrazioni pubbliche informazioni o documenti rilevanti per la definizione del procedimento; ciò senza sospensione del procedimento o differimento dei termini (comma 6); – i dipendente o il dirigente, appartenente alla stessa o a una diversa amministrazione pubblica dell'incolpato, che, essendo a conoscenza per ragioni di ufficio o di servizio di informazioni rilevanti per un procedimento disciplinare in corso, rifiuta, senza giustificato motivo, la collaborazione richiesta dall'Ufficio disciplinare procedente ovvero rende dichiarazioni false o reticenti, è soggetto all'applicazione, da parte dell'amministrazione di appartenenza, della sanzione disciplinare della sospensione dal servizio con privazione della retribuzione, commisurata alla gravità dell'illecito contestato al dipendente, fino ad un massimo di quindici giorni (comma 7). A seguire, il comma 8 dell'art. 55-bis disciplina i casi di trasferimento del dipendente. In caso di trasferimento, a qualunque titolo, in un'altra amministrazione pubblica, il procedimento disciplinare è avviato o concluso e la sanzione è applicata presso quest'ultima. In caso di trasferimento del dipendente in pendenza di procedimento disciplinare, l'ufficio per i procedimenti disciplinari che abbia in carico gli atti provvede alla loro tempestiva trasmissione al competente ufficio disciplinare dell'amministrazione di destinazione. In tali casi il procedimento disciplinare è interrotto e dalla data di ricezione degli atti da parte del secondo ufficio decorrono nuovi termini per la contestazione dell'addebito o per la conclusione del procedimento. Nel caso in cui l'amministrazione di provenienza venga a conoscenza dell'illecito disciplinare successivamente al trasferimento del dipendente, la stessa amministrazione provvede a segnalare immediatamente e comunque entro venti giorni i fatti ritenuti di rilevanza disciplinare all'ufficio per i procedimenti disciplinari della nuova amministrazione del trasferito. Dalla data di ricezione della predetta segnalazione decorrono i termini per la contestazione dell'addebito e per la conclusione del procedimento. Infine, si dispone che «gli esiti del procedimento disciplinare vengono in ogni caso comunicati anche all'amministrazione di provenienza del dipendente». Il d.lgs. n. 75/2017 ha anche aggiunto i nuovi commi 9 – 9-quater dell'art. 55-bis. Il comma 9 testualmente precisa che «la cessazione del rapporto di lavoro estingue il procedimento disciplinare». Ciò salvo che per l'infrazione commessa sia prevista la sanzione del licenziamento o comunque sia stata disposta la sospensione cautelare dal servizio. In tal caso le determinazioni conclusive sono assunte ai fini degli effetti giuridici ed economici non preclusi dalla cessazione del rapporto di lavoro. Rimarrebbe altrimenti sospesa la questione della restitutio in integrum dei trattamenti retributivi non percepiti durante la sospensione cautelare non seguita poi dal licenziamento per via delle dimissioni nel frattempo rassegnate ad hoc dal lavoratore, che poi lamenti di non aver percepito le retribuzioni per via di una sospensione non seguita da licenziamento. Seguono tre nuove disposizioni: – 9-bis: sono nulle le disposizioni di regolamento, le clausole contrattuali o le disposizioni interne, comunque qualificate, che prevedano per l'irrogazione di sanzioni disciplinari requisiti formali o procedurali ulteriori rispetto a quelli indicati nell'art. 55-bis o che comunque aggravino il procedimento disciplinare; – 9-ter: la violazione dei termini e delle disposizioni sul procedimento disciplinare previste dagli articoli da 55 a 55-quater, fatta salva l'eventuale responsabilità del dipendente cui essa sia imputabile, non determina la decadenza dall'azione disciplinare né l'invalidità degli atti e della sanzione irrogata, purché non risulti irrimediabilmente compromesso il diritto di difesa del dipendente e le modalità di esercizio dell'azione disciplinare, anche in ragione della natura degli accertamenti svolti nel caso concreto, risultino comunque compatibili con il principio di tempestività. Fatto salvo quanto previsto dall'art. 55 –quater, commi 3-bis e 3-ter per i furbetti del cartellino, sono da considerarsi perentori il termine per la contestazione dell'addebito e il termine per la conclusione del procedimento. – 9-quater: è introdotto una disciplina differenziata per il procedimento disciplinare nei confronti del personale docente, educativo, amministrativo, tecnico ausiliario (ATA) delle istituzioni scolastiche ed educative statali. Il procedimento per le infrazioni per le quali è prevista l'irrogazione di sanzioni fino alla sospensione dal servizio con privazione della retribuzione per dieci giorni è di competenza del responsabile della struttura in possesso di qualifica dirigenziale e si svolge secondo le disposizioni dell'art. 55-bis in commento. Quando il responsabile della struttura non ha qualifica dirigenziale o comunque per le infrazioni punibili con sanzioni più gravi di quelle indicate, il procedimento disciplinare si svolge dinanzi all'ufficio competente per i procedimenti disciplinari. Dal dettato in esame consegue: – la trasformazione dei termini del procedimento disciplinare – salvo i termini per la contestazione dell'addebito e per la conclusione del procedimento – da perentori a meramente ordinatori, diversamente che nella normativa previgente; – la dequotazione dei vizi formali («la violazione dei termini e delle disposizioni sul procedimento disciplinare»), salvo il caso dell'irrimediabile compromissione del diritto di difesa del dipendente e sempre assicurando la compatibilità con il principio di tempestività (cfr. anche il parere Cons. St. comm. spec., n. 916/2017). BibliografiaBusico, I termini del procedimento disciplinare nel lavoro pubblico contrattualizzato - nota di commento a Cass., sez. lav., sentenza 14 ottobre 2015 n. 20733, in lexitalia.it. |