Decreto legislativo - 19/08/2016 - n. 175 art. 3 - Tipi di societa' in cui e' ammessa la partecipazione pubblicaTipi di società in cui è ammessa la partecipazione pubblica
1. Le amministrazioni pubbliche possono partecipare esclusivamente a società, anche consortili, costituite in forma di società per azioni o di società a responsabilità limitata, anche in forma cooperativa. 2. Nelle società a responsabilità limitata a controllo pubblico l'atto costitutivo o lo statuto in ogni caso prevede la nomina dell'organo di controllo o di un revisore. Nelle società per azioni a controllo pubblico la revisione legale dei conti non può essere affidata al collegio sindacale. InquadramentoL'art. 3 del TUSP identifica i tipi di società alle quali le pubbliche amministrazioni possono partecipare. La norma si compone di due commi: a) il primo, prevede che la partecipazione è consentita esclusivamente a società, anche consortili, costituite in forma di società per azioni o di società a responsabilità limitata, anche in forma cooperativa; b) il secondo, invece, detta prescrizioni di carattere organizzativo che attengono all'organo preposto alla revisione dei conti. A tal proposito, la norma in commento dispone che nelle società a responsabilità limitata a controllo pubblico l'atto costitutivo o lo statuto in ogni caso prevede la nomina dell'organo di controllo o di un revisore; e che nelle società per azioni a controllo pubblico la revisione legale dei conti non può essere affidata al collegio sindacale. Il primo comma limita l'autonomia organizzativa delle pubbliche amministrazioni, che possono avvalersi esclusivamente dei modelli organizzativi – i.e. dei tipi societari – individuati dal legislatore; il secondo comma, invece, incide sull'autonomia statutaria delle società a controllo pubblico (Stella Richter jr., 154). I tipi di societàL'articolo 3, comma 1 del TUSP limita, come si è detto, l'autonomia organizzativa delle amministrazioni pubbliche e prevede che queste ultime possono detenere partecipazioni esclusivamente: a) in società, anche consortili, costituite in forma di società per azioni o b) in società a responsabilità limitata, anche in forma cooperativa. Da qui il divieto, implicitamente desumibile dalla norma in commento, di partecipare a società semplici, a società in nome collettivo, a società in accomandita semplice. La ratio della disposizione in esame è duplice: a) da un lato, il TUSP vuole evitare che le amministrazioni pubbliche utilizzino modelli organizzativi societari che le possano esporre a responsabilità illimitata per le obbligazioni delle società; b) dall'altro lato, il TUSP ammette unicamente l'utilizzo di tipi societari (le s.p.a. e le s.r.l.) caratterizzati da un modello di amministrazione e di controllo più formalizzato (Stella Richter Jr, 155, 156; Sciascia, 321). In entrambi i casi, la soluzione adottata dal Testo Unico è coerente con l'esigenza di razionalizzazione e di gestione più efficiente delle risorse pubbliche che permea l'intero articolato normativo. La partecipazione in società di diritto straniero.L'art. 3, comma 1 del TUSP non autorizza né vieta alle amministrazioni pubbliche di partecipare a società di diritto straniero. Una interpretazione letterale della norma dovrebbe però indurre a ritenere preclusa la partecipazione in società di diritto straniero, perché i tipi societari ivi espressamente identificati (s.p.a. e s.r.l.) sono solo quelli italiani. Parte della dottrina ha però criticato questa soluzione, ritenendola poco giustificata e contrastante con il diritto europeo (Caringella, Ciaralli, Bottega, 26). A ben vedere, però, anche la posizione da ultimo menzionata non appare pienamente convincente, poiché l'amministrazione pubblica prima di deliberare la costituzione di una società di diritto straniero e/o l'acquisizione di una partecipazione una società di diritto straniero già esistente dovrebbe in concreto dimostrare che la società target abbia ad oggetto attività di produzione di beni e servizi strettamente necessarie per il perseguimento delle proprie finalità istituzionali. La partecipazione in società in accomandita per azioni.Le società in accomandita per azioni non sono espressamente menzionate nell'art. 3, comma 1 del TUSP. Ciò porta a ritenere inammissibile l'utilizzo di questo tipo societario da parte delle amministrazioni pubbliche (Cons. St., parere n. 68/2018). Quanto precede, però, non vale per le società in accomandita per azioni quotate, cui si riferisce espressamente l'art. 1, comma 5 del TUSP ed alle quali le norme del d.lgs. n. 175/2016 trovano applicazione «solo se espressamente previsto». Violazione dell'art. 3, comma 1 del TUSP e conseguenze.La violazione dell'art. 3, comma 1 del TUSP produce conseguenze diverse. La costituzione di una società in violazione dell'art. 3, comma 1 del TUSP dev'essere, come è noto, preceduta dalla deliberazione adottata ai sensi del successivo art. 7, comma 1. La deliberazione si traduce in un provvedimento assunto con: a) decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze di concerto con i ministri competenti per materia, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, in caso di partecipazioni statali; b) provvedimento del competente organo della regione, in caso di partecipazioni regionali; c) deliberazione del consiglio comunale, in caso di partecipazioni comunali; d) delibera dell'organo amministrativo dell'ente, in tutti gli altri casi di partecipazioni pubbliche. Il provvedimento che delibera la costituzione di una società in violazione dell'art. 3, comma 1 del TUSP è viziato e meritevole di essere: a) annullato per violazione di legge, se adottato con atto amministrativo; b) dichiarato nullo per violazione di norma imperativa, se adottato dall'organo amministrativo di un ente formalmente privato. In entrambi i casi, trova applicazione l'art. 7, comma 6 secondo periodo del TUSP, a tenor del quale «[n]el caso in cui [...] l'atto deliberativo di partecipazione di una o più amministrazioni sia dichiarato nullo o annullato, le partecipazioni sono liquidate secondo quanto disposto dall'articolo 24, comma 5». L'acquisto di partecipazioni in società già costituite preceduto da una delibera annullata e/o dichiarata nulla sarebbe invece sottoposto al regime giuridico dettato dall'art. 8, comma 2, secondo cui «[l]eventuale [...] invalidità dell'atto deliberativo avente ad oggetto l'acquisto della partecipazione rende inefficace il contratto di acquisto della partecipazione medesima». Il sistema di controllo contabile.L'art. 3, comma 2 del TUSP pone un limite all'autonomia statutaria delle società a controllo pubblico e prevede che: a) nelle società a responsabilità limitata a controllo pubblico, l'atto costitutivo o lo statuto prevede la nomina dell'organo di controllo o di un revisore; b) nelle società per azioni a controllo pubblico, la revisione legale dei conti non può essere affidata al collegio sindacale. Pur non essendo espressamente menzionate dalla norma in esame, è da ritenere che la regola appena illustrata valga anche per le società cooperative a partecipazione pubblica: a) sia perché si tratta di un tipo di società largamente disciplinato dalle norme sulle società per azioni per effetto del rinvio operato a queste ultime dall'art. 2519, comma 1, c.c.; b) sia perché questo presidio è coerente con l'obiettivo di realizzare una efficiente gestione delle partecipazioni pubbliche funzionale anche a una riduzione della spesa (art. 1, comma 2, TUSP). BibliografiaBonura, Fonderico, Il testo unico sulle società a partecipazione pubblica, in Giorn. dir. amm., 2016, 722 ss.; Caia, La disciplina sulle società a partecipazione pubblica, in Giorn. dir. amm., 2017, 601 ss.; Caringella, Ciaralli, Bottega, Codice ragionato delle società pubbliche. Commento organico al Testo Unico delle Società pubbliche e alle norme complementari, Roma, 2018, 25 ss.; Sciascia, Ambito della capacità societaria delle pubbliche amministrazioni, in Catricalà, Fimmanò, Cantone (a cura di), Società pubbliche, Napoli, 2020, 393 ss.; Stella Richter jr., Tipi di società in cui è ammessa la partecipazione pubblica, in Morbidelli (a cura di), Codice delle società a partecipazione pubblica, Milano, 2018, 154 ss. |