Decreto legislativo - 7/03/2005 - n. 82 art. 23 bis - (Duplicati e copie informatiche di documenti informatici) 12Art. 23-bis 1. I duplicati informatici hanno il medesimo valore giuridico, ad ogni effetto di legge, del documento informatico da cui sono tratti, se prodotti in conformita' alle Linee guida 3. 2. Le copie e gli estratti informatici del documento informatico, se prodotti in conformita' alle vigenti Linee guida, hanno la stessa efficacia probatoria dell'originale da cui sono tratte se la loro conformita' all'originale, in tutti le sue componenti, e' attestata da un pubblico ufficiale a cio' autorizzato o se la conformita' non e' espressamente disconosciuta. Resta fermo, ove previsto, l'obbligo di conservazione dell'originale informatico 4.
[1] Articolo inserito dall'articolo 16, comma 2, lettera a), del D.Lgs. 30 dicembre 2010, n. 235. [2] Vedi il D.P.C.M. 13 novembre 2014. [3] Comma modificato dall'articolo 66, comma 1, del D.Lgs. 13 dicembre 2017, n. 217. [4] Comma modificato dall'articolo 66, comma 1, del D.Lgs. 13 dicembre 2017, n. 217. InquadramentoL'art. 23-bis contiene la disciplina dei duplicati informatici e delle copie informatiche. Al fine di distinguere le due fattispecie, viene in soccorso lo stesso CAD che definisce all'art. 1, comma 1, lett. i-quater come la «copia informatica di documento informatico» il documento informatico avente contenuto identico a quello del documento da cui è tratto su supporto informatico con diversa sequenza di valori binari. L'art. 1, comma 1, lett. i-quinquies definisce invece il «duplicato informatico» come il documento informatico ottenuto mediante la memorizzazione, sullo stesso dispositivo o su dispositivi diversi, della medesima sequenza di valori binari del documento originario.La differenza sostanziale tra le due fattispecie si concretizza nel fatto che i duplicati, per la loro assoluta indistinguibilità dall'originale, li sostituiscono ad ogni effetto, mentre le copie e gli estratti non fanno venir meno l'obbligo di conservazione dell'originale. I duplicatiI duplicati informatici sono il risultato di un processo di riproduzione completamente informatizzato, effettuato in modo tale che la struttura digitale del file duplicato sia in tutto e per tutto identica a quella del file originale, ovvero che gli stessi presentino la medesima sequenza di bit. È, dunque, il documento informatico ottenuto mediante la memorizzazione, sullo stesso dispositivo o su dispositivi diversi, della medesima sequenza di valori binari del documento originario: si tratta quindi del caso in cui si genera la versione di un file mantenendo la stessa estensione (per es. da un .pdf ad un .pdf). I duplicati informatici, per espressa previsione dell'art. 23-bis, comma 1, del CAD, hanno il medesimo valore giuridico, ad ogni effetto di legge, del documento informatico originario da cui sono tratti se prodotti in conformità alle regole tecniche di cui all'art. 71 del CAD. Dunque, per essi non è necessaria alcuna attestazione di conformità, salvo l'ipotesi in cui gli stessi vengano successivamente convertiti in documenti analogici tramite la stampa. Le copie informatichePer copia informatica si intende, a titolo esemplificativo, un file che viene generato con un diverso tipo di estensione informatica (da .pdf a .doc). Il comma 2 dell'articolo in esame chiarisce in tal caso che le copie e gli estratti informatici del documento informatico, se prodotti in osservanza alle vigenti regole tecniche di cui all'art. 71, hanno la stessa efficacia probatoria dell'originale da cui sono tratte se la loro conformità all'originale, in tutti le sue componenti, è attestata da un pubblico ufficiale a ciò autorizzato o se la conformità non è espressamente disconosciuta. È sancito comunque, ove previsto, l'obbligo di conservazione dell'originale informatico. BibliografiaIaselli, Codice dell'amministrazione digitale annotato, Milano, 2019. |