Decreto legislativo - 7/03/2005 - n. 82 art. 6 bis - Indice nazionale dei domicili digitali delle imprese e dei professionisti12

Michele Iaselli

Indice nazionale dei domicili digitali delle imprese e dei professionisti12

 

1. Al fine di favorire la presentazione di istanze, dichiarazioni e dati, nonche' lo scambio di informazioni e documenti tra i soggetti di cui all'articolo 2, comma 2 e le imprese e i professionisti in modalita' telematica, e' istituito [, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente disposizione e con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente,]  il pubblico elenco denominato Indice nazionale dei domicili digitali (INI-PEC) delle imprese e dei professionisti, presso il Ministero per lo sviluppo economico3.

2. L'Indice nazionale di cui al comma 1 e' realizzato a partire dagli elenchi di indirizzi PEC costituiti presso il registro delle imprese e gli ordini o collegi professionali, in attuazione di quanto previsto dall'articolo 16 del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185 , convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2 . Nell'Indice nazionale sono inseriti anche i domicili digitali dei professionisti diversi da quelli di cui al primo periodo, iscritti in elenchi o registri detenuti dalle pubbliche amministrazioni e istituiti con legge dello Stato. I domicili digitali inseriti in tale Indice costituiscono mezzo esclusivo di comunicazione e notifica con i soggetti di cui all'articolo 2, comma 2 4.

2-bis. L'INI-PEC acquisisce dagli ordini e dai collegi professionali gli attributi qualificati dell'identita' digitale ai fini di quanto previsto dal decreto di cui all'articolo 64, comma 2-sexies5.

[3. L’accesso all’INI-PEC è consentito alle pubbliche amministrazioni, ai professionisti, alle imprese, ai gestori o esercenti di pubblici servizi ed a tutti i cittadini tramite sito web e senza necessità di autenticazione. L’indice è realizzato in formato aperto, secondo la definizione di cui all’articolo 68, comma 3.] 6

4. Il Ministero per lo sviluppo economico, al fine del contenimento dei costi e dell'utilizzo razionale delle risorse, sentita l’Agenzia per l’Italia digitale, si avvale per la realizzazione e gestione operativa dell'Indice nazionale di cui al comma 1 delle strutture informatiche delle Camere di commercio deputate alla gestione del registro imprese e ne definisce con proprio decreto, da emanare entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione, le modalita' di accesso e di aggiornamento.

5. Nel decreto di cui al comma 4 sono anche definite le modalita' e le forme con cui gli ordini e i collegi professionali nonche' le pubbliche amministrazioni comunicano all'Indice nazionale di cui al comma 1 tutti gli indirizzi PEC relativi ai professionisti di propria competenza e sono previsti gli strumenti telematici resi disponibili dalle Camere di commercio per il tramite delle proprie strutture informatiche al fine di ottimizzare la raccolta e aggiornamento dei medesimi indirizzi7.

6. Dall'attuazione delle disposizioni di cui al presente articolo non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

 

Inquadramento

La disposizione in oggetto che disciplina l'indice nazionale dei domicili digitali delle imprese e dei professionisti è entrata a far parte del CAD a seguito dell'approvazione del d.lgs. n. 179/2012, e modificata successivamente dai decreti legislativi n. 179/2016 e 217/2017 e il d.l. 16 luglio 2020, n. 76 (in SO n. 24, relativo alla G.U. 16 luglio 2020, n. 178).

Aspetti concettuali.

Con l'attuale configurazione della disposizione si è ha ampliato l'ambito di applicazione della disposizione in esame a tutti i soggetti previsti dall'art. 2, comma 2 del CAD, eliminando i riferimenti temporali e di natura gestionale che, nella versione previgente del Codice, erano descritti puntualmente al comma 1.

Al riguardo si evidenzia, altresì, che le previsioni relative all'accesso all'indice nazionale dei domicili digitali (INI PEC), prima descritte al comma 3 della presente disposizione, sono state abrogate e fatte confluire nell'art. 6-quinques, introdotto dal citato d.lgs. n. 217/2017.

L'INI-PEC, detenuto presso il Ministero per lo sviluppo economico e realizzato a partire dagli elenchi di indirizzi PEC costituiti presso il registro delle imprese e gli ordini o collegi professionali, raccoglie effettivamente tutti gli indirizzi di PEC delle imprese e dei professionisti presenti sul territorio italiano, in quanto il Registro delle Imprese e tutti gli Ordini e i Collegi professionali, con la disposizione in parola, sono tenuti a trasferirvi gli indirizzi PEC dei propri iscritti, nonché ad aggiornare i dati forniti nei tempi e nelle modalità stabiliti per legge, garantendo in tal modo la qualità delle informazioni messe a disposizione da INI-PEC. Allo stato attuale, questo indice è accessibile senza necessità di autenticazione tramite il sito web indicepa.gov.it, ed è inserito tra gli elenchi pubblici rilevanti ai fini delle notificazioni telematiche.

Con questo intervento, le amministrazioni potranno ottenere un importante risparmio in quanto non dovranno più sostenere i costi per produrre, conservare e trasmettere documenti cartacei, oltre, naturalmente, ai benefici indiretti legati alle migliori performance e alla riduzione dei tempi di lavorazione.

La notifica processuale.

La Suprema Corte, con la sentenza n. 2460 del 3 febbraio 2021, sul tema INI-PEC ha stabilito importanti principi in caso di notifica processuale. Al riguardo, infatti, gli indirizzi PEC devono essere estratti dai registri Re.G.Ind.Ee, in modo equivalente, anche da INI.PEC (per le P.A. vale anche il registro IPA).

Re.G.Ind.E è il Registro Generale degli Indirizzi Elettronici, gestito dal Ministero della Giustizia, contiene i dati identificativi nonché l'indirizzo di posta elettronica certificata (PEC) dei soggetti abilitati esterni e degli utenti privati di cui ai commi 3 e 4 dell'art. 7 del regolamento di cui al d.m. n. 44/2011, ovvero gli indirizzi PEC: appartenenti ad un ente pubblico; professionisti iscritti in albi ed elenchi istituiti con legge; ausiliari del giudice non appartenenti ad un ordine di categoria o che appartengono ad ente/ordine professionale che non abbia ancora inviato l'albo al Ministero della giustizia (questo non si applica per gli avvocati, il cui specifico ruolo di difensore implica che l'invio dell'albo deve essere sempre fatto dall'ordine di appartenenza o dall'ente che si difende).

La sentenza appare molto utile in quanto ricostruisce anche cronologicamente le ultime pronunce di legittimità in tema di notifica PEC e le relative indicazioni per trovare tali indirizzi elettronici.

Inizialmente, infatti, con la Cass. III, n. 3709/2019, fu stato stabilito che il «domicilio digitale» doveva corrisponderebbe esclusivamente all'indirizzo PEC che ciascun avvocato generalmente indica al Consiglio dell'Ordine di appartenenza e che, per il tramite di quest'ultimo, viene inserito nel predettoRegistro Generale degli Indirizzi Elettronici (Re.G.Ind.E.).

In un primo momento, dunque, sul tema in parola, non rilevava l'indirizzo indicato in INI.PEC. (si vedano anche Cass. n. 24110/2019 e 24160/2019). Alla stessa conclusione era giunta anche la Cass. n. 9562 del 5 aprile 2019 che precisava la nullità della notifica eseguita presso un diverso indirizzo di posta elettronica certificata del destinatario.

Successivamente, la Cass. n. 24160/2019 è stata, altresì, corretta d'ufficio (Cass. VI-III, n. 29479 del 15 novembre 2019), eliminando il riferimento, ritenuto erroneo, alla inidoneità oggettiva dell'estrazione dell'indirizzo PEC dal registro INI-PEC. Con tale correzione, quindi, va ritenuta valida la notificazione eseguita presso l'indirizzo di posta elettronica presente nei registri INI-PEC e in quelli indicati in Re.G.Ind.E., gestiti dal Ministero della Giustizia.

Tale tesi è confermatain via definitiva dalla citata sentenza del 2021la quale ha statuito il seguente principio: «A seguito dell'istituzione del cd. «domicilio digitale» (...), le notificazioni e comunicazioni degli atti giudiziari, in materia civile, sono ritualmente eseguite – in base a quanto previsto dall'art. 16-ter, comma 1, del d.l. n. 179/2012 (...) – presso un indirizzo di posta elettronica certificata estratto da uno dei registri indicati dagli artt. 6-bis, 6-quater e 62 del d.lgs. n. 82/2005, nonché dall'art. 16, comma 12, dello stesso decreto, dall'art. 16, comma 6, del d.l. n. 185/2008, convertito, con modificazioni, dalla l. n. 2/2009, nonché il registro generale degli indirizzi elettronici, gestito dal Ministero della Giustizia e, quindi, indistintamente, dal registro denominato INI-PEC e da quello denominato Re.G.Ind.E.» (Cass. n. 2460/2021).

Bibliografia

Cittadino, Commento al Codice dell'amministrazione digitale (aggiornato con D.lgs. 13 dicembre 2017, n. 217); Iaselli, Codice dell'amministrazione digitale commentato, 2019.

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