Legge - 24/11/1981 - n. 689 art. 7 - Non trasmissibilità dell'obbligazione.Non trasmissibilità dell'obbligazione. La obbligazione di pagare la somma dovuta per la violazione non si trasmette agli eredi. InquadramentoLa disposizione in commento – che statuisce la intrasmissibilità dell'obbligazione agli eredi – costituisce espressione del carattere personale della responsabilità per gli illeciti amministrativi; le sanzioni amministrative, come misure afflittive riconducibili nell'ambito del diritto punitivo, devono infatti avere una stretta inerenza all'autore della violazione, secondo il principio di personalità della sanzione amministrativa. È questo un principio generale, riaffermato in un arco di tempo ormai considerevole, e tradotto in esplicita proposizione normativa: tale principio è applicabile a tutte le violazioni per le quali è prevista la sanzione amministrativa del pagamento di una somma di denaro, anche quando questa sanzione non è prevista in sostituzione di una sanzione penale; essa trova, altresì, la sua ragione giustificativa nel carattere afflittivo di tali sanzioni, che le riconduce all'ambito del diritto punitivo, accentuandone quindi la stretta inerenza alla persona del trasgressore. Il principio dell'intrasmissibilità dell'obbligazione pecuniaria relativa ad un illecito amministrativo era stato già affermato, dal legislatore, nelle leggi di depenalizzazione del 1967 (art. 4) e del 1975 (artt. 4 e 11). In particolare, l'articolo 11 della l. n. 706 del 1975 aveva esteso anche alle sanzioni in materia finanziaria il principio dell'intrasmissibilità dell'obbligazione, in contrasto con l'orientamento giurisprudenziale invalso nel vigore della legge n. 4 del 1929 – le cui disposizioni (artt. 3 e 5) lasciavano intendere la natura civilistica della sanzione in materia finanziaria – il quale postulava la trasmissibilità agli eredi dell'obbligazione derivante da illecito finanziario. La legge n. 689 del 1981, nell'escludere (art. 39, III comma) le pene finanziarie dal proprio campo di applicazione, aveva fatto propendere per la trasmissibilità dell'obbligazione derivante da tali violazioni. Il d.lgs. n. 472 del 1997, nell'assimilare il sistema degli illeciti amministrativi tributari al modello della sanzione amministrativa configurato nella l. n. 689 del 1981, ha definitivamente dissipato le incertezze, optando per il meccanismo d'intrasmissibilità dell'obbligazione pecuniaria derivante dall'illecito amministrativo tributario. La riferibilità della sanzione amministrativa pecuniaria al solo autore dell'illecito segna, altresì, la differenza rispetto al modello civilistico – che consente la trasmissibilità agli eredi dell'obbligazione per il fatto illecito – improntato a finalità di tipo risarcitorio (artt. 752,1295,2740 c.c.). Gli effettiSulla scorta della disposizione in commento, l'eventuale morte del soggetto a cui sia stata comminata una sanzione amministrativa comporta l'automatica estinzione dell'obbligazione, in quanto tale obbligazione è collegata alla persona dell'autore della violazione. Tale effetto estintivo determina l'impossibilità di iniziare o proseguire il procedimento sanzionatorio nei confronti del deceduto e dei suoi eredi. La Cass. I, n. 244/1999, afferma che «la morte di chi nel provvedimento sanzionatorio sia individuato come autore dell'illecito amministrativo determina l'estinzione dell'obbligazione di pagare la connessa sanzione pecuniaria, non altro residuando in ragione del carattere strettamente personale della responsabilità in materia d'illecito amministrativo, per il quale sia prevista la sanzione del pagamento di una somma di danaro». Il principio generale dell'intrasmissibilità agli eredi delle sanzioni irrogate al de cuius comporta il venir meno del debito sanzionatorio per la morte dell'autore dell'illecito (Cass. S.U., n. 20933/2009). Il brocardo mors omnia solvit, quindi, governa sia il campo penale che il sistema amministrativo punitivo: il citato art. 7 della l. 689/1981, infatti, corrisponde al regime penalistico dettato dagli articoli 150 e 171 del Codice Penale, che prevedono l'estinzione del reato in caso di morte del reo avvenuta prima della condanna e l'estinzione della pena nell'ipotesi di morte del reo avvenuta dopo la condanna. Inoltre, anche nelle ipotesi di responsabilità solidale, nel caso in cui sopravvenga la morte dell'autore materiale dell'illecito prima dell'esecuzione del pagamento, l'obbligazione pecuniaria si estingue (Dolcini, 52). Diversamente opinando, si otterrebbe l'effetto paradossale di addossare ai soli coobbligati in solido l'adempimento dell'obbligazione (in quanto sarebbe loro preclusa la possibilità di esperire l'azione di regresso, mascherando in tal modo una sorta di responsabilità diretta di questi ultimi), oppure si dovrebbe optare per la possibilità, per i coobbligati, di esercitare il diritto di regresso avverso gli eredi dell'autore materiale dell'illecito (aggirando, però, il meccanismo della non trasmissibilità). Nonostante il silenzio della legge n. 689 in merito alle cause estintive dell'obbligazione, anche la giurisprudenza pare orientata per tale soluzione. Invero, la morte dell'autore della violazione determina non solo l'intrasmissibilità ai suoi eredi dell'obbligazione di pagare una somma dovuta per la sanzione, ma altresì l'estinzione dell'obbligazione a carico del coobbligato solidale (Cass. n. 485542/1994). In particolare, come risulta dall'ultimo comma del richiamato articolo 6 della legge 689/1981, che attribuisce soltanto all'obbligato solidale che ha pagato il diritto di regresso per l'intero nei confronti dell'autore della violazione (e non viceversa), nel sistema amministrativo la solidarietà integra la figura dell'obbligazione solidale nell'interesse esclusivo di uno solo degli obbligati. Nella solidarietà prevista nell'interesse esclusivo di uno solo degli obbligati, il fatto estintivo dell'obbligazione attinente all'obbligato principale produce effetti anche sull'obbligazione del debitore solidale, che rimane anch'essa estìnta. In sintesi, poiché la morte dell'autore dell'illecito incide sulla sanzione, cioè sul debito dell'autore della violazione verso l'amministrazione creditrice (il cosiddetto lato esterno dell'obbligazione sanzionatoria), spiega i suoi effetti anche nei confronti del coobbligato. Nel caso di decesso del trasgressore, è opportuno considerare anche la previsione dell'articolo 14, ultimo comma, della l. n. 689/1981 secondo cui l'obbligazione di pagare la somma dovuta per la violazione si estingue per la persona nei cui confronti è stata omessa la notificazione nel termine prescritto (e soltanto nei confronti di questa). In altre parole, il richiamato articolo 14, dopo aver disposto al primo comma che la contestazione debba essere notificata sia al trasgressore che all'obbligato in solido, all'ultimo comma detta una regola procedurale, secondo cui la mancata notificazione nel termine prescritto comporta l'estinzione dell'obbligazione a favore del solo soggetto nei cui confronti l'omissione stessa si è verificata. Da ciò discende che la responsabilità solidale può essere fatta valere indipendentemente dall'identificazione del soggetto attivo dell'illecito. L'evento-morteCi si chiede quindi per quale motivo la morte del trasgressore determini l'estinzione dell'obbligazione anche nei confronti dell'obbligato solidale. La soluzione deriva dalla peculiarità dell'evento-morte, che integra una vera e propria causa di estinzione dell'illecito e della sanzione. Dunque, sebbene sia legittima un'ordinanza ingiunzione diretta al mero responsabile solidale, nei casi in cui non sia avvenuta la notifica del verbale di contestazione nei confronti dell'autore della violazione (per impossibilità di identificazione o per difetto di notifica), nel diverso caso in cui il trasgressore identificato muoia, tale avvenimento determina l'estinzione dell'illecito e della sanzione amministrativa, con incidenza sul lato esterno e interno dell'obbligazione sanzìonatoria. Una necessaria distinzione deve essere operata in base al momento in cui sopraggiunge la morte del trasgressore, ossia se avvenga durante le operazioni di accertamento o in pendenza del provvedimento sanzionatorio, oppure successivamente, in presenza di un giudizio di opposizione. Se l'evento nefasto avviene in fase di accertamento, l'amministrazione dovrà provvedere all'archiviazione del caso, senza nemmeno contestare la violazione, proprio per l'impossibilità di portare a esecuzione l'eventuale provvedimento sanzionatorio nei confronti dell'autore dell'illecito. In caso, invece, di morte del soggetto avvenuta nel corso di giudizio dallo stesso instaurato, si assiste al fenomeno di cessazione della materia del contendere. La giurisprudenza riconduce tale fenomeno all'ipotesi dell'inammissibilità del ricorso per sopravvenuto difetto di interesse, in quanto l'interesse ad agire, e quindi l'interesse ad impugnare, deve sussistere non soltanto quando viene instaurata l'azione, ma anche al momento della decisione, poiché proprio in relazione a tale decisioni che verranno valutati gli interessi (Cass. n. 15067/2008). Ci si può chiedere invece cosa avvenga se il condebitore solidale alla data del decesso del trasgressore abbia già pagato la sanzione pecuniaria. Secondo la giurisprudenza di legittimità (Cass., sez. lav. n. 1193/2008), la previsione del regresso nei confronti dell'autore della violazione e non anche dei suoi eredi (cui non si trasmette l'obbligazione sanzionatoria) rende evidente che la morte incide non solo sul lato esterno dell'obbligazione sanzionatoria, ma anche nei rapporti interni tra i diversi obbligati, determinando il venir meno dell'obbligazione di rimborso dell'obbligato solidale che ha pagato. Pertanto, se il condebitore solidale ha già versato la somma-sanzione all'amministrazione creditrice, in caso di morte del trasgressore il peso economico del debito sanzionatorio rimane in via definitiva in capo all'obbligato solidale adempiente: in tale eccezionale ipotesi il condebitore solidale che ha pagato non può agire in regresso né nei confronti del debitore principale, ormai deceduto, né nei confronti dei suoi eredi. Va altresì rilevato che, mentre la morte dell'autore della violazione determina l'intrasmissibilità ai suoi eredi dell'obbligazione di pagare la somma dovuta per la sanzione e l'estinzione dell'obbligazione a carico del debitore solidale, la morte dell'obbligato in solido ha effetto estintivo limitato alla sfera del suo patrimonio successorio, senza interferire sulla responsabilità del trasgressore. 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