Legge - 24/11/1981 - n. 689 art. 16 - Pagamento in misura ridotta 1.

Alessandra Petronelli

Pagamento in misura ridotta  1.

E' ammesso il pagamento di una somma in misura ridotta pari alla terza parte del massimo della sanzione prevista per la violazione commessa o, se più favorevole e qualora sia stabilito il minimo della sanzione edittale, pari al doppio del relativo importo, oltre alle spese del procedimento, entro il termine di sessanta giorni dalla contestazione immediata o, se questa non vi è stata, dalla notificazione degli estremi della violazione 2.

Per le violazioni ai regolamenti ed alle ordinanze comunali e provinciali, la Giunta comunale o provinciale, all'interno del limite edittale minimo e massimo della sanzione prevista, può stabilire un diverso importo del pagamento in misura ridotta, in deroga alle disposizioni del primo comma  3.

Il pagamento in misura ridotta è ammesso anche nei casi in cui le norme antecedenti all'entrata in vigore della presente legge non consentivano l'oblazione.

[3] Comma abrogato per la parte relativa al testo unico delle norme sulla circolazione stradale, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 15 giugno 1959, n. 393, dall'articolo 231, comma 1, del D.Lgs. 30 aprile 1992, n. 285. Successivamente il presente comma è stato sostituito dall'articolo 6-bis del D.L. 23 maggio 2008, n. 92.

Inquadramento

L'istituto del pagamento in misura ridotta, disciplinato dall'art. 16 in commento, è stato modellato su quello dell'oblazione, previsto dall'art. 162 c.p. per le contravvenzioni punite con la sola pena pecuniaria. Accanto all'istituto originario, la stessa l. n. 689/1981 ha introdotto l'art. 162-bis c.p., prevedendo la possibilità dell'oblazione anche per le contravvenzioni punite con pena alternativa.

Il pagamento in misura ridotta rappresenta una sorta di composizione in via amministrativa, tale da interrompere in itinere il procedimento sanzionatorio: infatti, se il trasgressore ricorre a questo meccanismo conciliativo, non contesta la validità dell'accertamento e arresta il procedimento amministrativo attraverso la corresponsione di una somma di denaro il cui importo è determinato dalla legge.

Ricorrendo al pagamento in misura ridotta, il trasgressore consegue due vantaggi: da un lato, evita il rischio di quantificazione della sanzione in misura superiore alla cifra individuata ai sensi dell'art. 16; dall'altro, si sottrae ad una possibile applicazione delle sanzioni accessorie.

La previsione legislativa del diritto dell'autore dell'illecito al pagamento in misura ridotta rappresenta un punto di equilibrio fra l'interesse pubblico alla celere definizione del procedimento sanzionatorio e quello del trasgressore ad estinguere l'obbligazione della sanzione mediante il pagamento di una somma ridotta.

D'altra parte, va ricordato che favorire l'estinzione del procedimento rappresenta una delle finalità primarie dell'opera di depenalizzazione e la stessa giurisprudenza, con orientamento costante, ha sempre ritenuto come nullità assoluta del procedimento la contestazione o la notificazione di una violazione che non contenesse le esatte indicazioni sulla modalità di estinzione, mentre tale omissione non inficia la validità se riferita a violazioni per le quali il pagamento in misura ridotta non è consentito (Cass. I, n. 2767/1996).

Del pagamento in misura ridotta possono avvalersi tanto il trasgressore quanto l'obbligato in solido. Ciò deriva dal combinato disposto di cui agli artt. 14 e 16 della l. n. 689/1981: l'art. 16 prevede infatti che il termine per eseguire il pagamento conciliativo decorra dalla contestazione o notifica degli estremi della violazione e, parallelamente, l'art. 14 dispone che l'illecito sia contestato tanto al trasgressore quanto all'obbligato in solido.

Pertanto, il pagamento in misura ridotta da parte del trasgressore arresta il procedimento sanzionatorio anche nei confronti dell'obbligato in solido e viceversa, poiché la somma è dovuta una sola volta da uno qualsiasi degli interessati, in base ai principi civilistici della solidarietà passiva.

A tal proposito può, dunque, accadere che il termine per avvalersi dell'oblazione sia spirato solamente per alcuni dei soggetti tenuti al pagamento della sanzione, giacché contestazione e notifica possono avvenire in tempi differenti per i diversi interessati.

In tale evenienza, il pagamento tempestivo da parte di uno degli obbligati produce l'effetto liberatorio anche in favore di tutti i coobbligati per i quali il termine perentorio stabilito dall'art. 16 sia già scaduto, per aver avuto luogo la contestazione o la notificazione degli estremi della violazione nei loro confronti in date diverse (Cass. I, n. 8696/2001).

Il termine per il pagamento in misura ridotta

La legge prescrive che la facoltà prevista dall'art. 16 sia esercitata entro sessanta giorni, a decorrere dalla contestazione immediata o dalla notifica degli estremi della violazione.

Tale termine è da considerarsi perentorio e non ordinatorio: secondo la consolidata giurisprudenza di legittimità, l'inosservanza di detto termine determina la decadenza del diritto di oblazione in capo all'autore della violazione e/o dell'obbligato in solido (Cass. I, n. 4284/1996).

La Suprema Corte di Cassazione ha precisato che il soggetto attivo dell'illecito, per non incorrere in decadenza, deve effettuare comunque il pagamento nel termine previsto e nella misura dovuta per legge. Conseguentemente, non ha effetto il pagamento in misura ridotta «cui si è provveduto non già entro i sessanta giorni dalla contestazione immediata o, se non avvenuta, dalla notificazione degli estremi della violazione, bensì oltre detto termine» (Cass. I, n. 8179/1997).

L'articolo in commento prevede un vero e proprio diritto soggettivo dell'autore della violazione, tale da non lasciare spazio alla discrezionalità dell'amministrazione pubblica in ordine a modalità ed entità del pagamento; tuttavia, come detto, tale diritto deve essere esercitato entro il termine di sessanta giorni dalla contestazione o notifica degli estremi dell'illecito.

La circostanza che il tempo per pagare concesso dall'art. 16 della l. n. 689/1981 risulti esattamente il doppio di quello previsto dall'art. 18 per la presentazione degli scritti difensivi (trenta giorni) lascia intendere l'intento del legislatore di favorire la conclusione anticipata del procedimento, con conseguente economia delle successive fasi procedimentali e giurisdizionali.

Il calcolo del termine

Per il calcolo del termine previsto dall'art. 16, valgono le regole generali previste dal codice di procedura civile: di conseguenza, non si conta il giorno della contestazione immediata o della notificazione in quanto, per regola generale, dies a quo non datur; inoltre, se il predetto termine cade in concomitanza di un giorno festivo, esso viene prorogato al primo giorno successivo non festivo.

Entità della somma da pagare

Per quanto concerne l'entità della somma da pagare a titolo di estinzione della violazione, essa va riferita al terzo del massimo edittale ovvero, se più favorevole e «qualora sia stabilito il minimo della sanzione edittale, pari al doppio del relativo importo.

Bibliografia

Bartolini, Il codice delle violazioni amministrative, Piacenza, 2005; Bellè, Il sistema sanzionatorio amministrativo del codice della strada, Padova, 2001; Capaccioli, Principi in tema di sanzioni amministrative: considerazioni introduttive, in Aa.Vv., Le sanzioni in materia tributaria: atti del Convegno tenuto a San Remo nel 1978, Milano, 1979; Dolcini, Paliero, I «principi generali» dell'illecito amministrativo nel disegno di legge «Modifiche al sistema penale», in Riv. it. dir. e proc. pen., 1980; Girola, Sanzioni penali e sanzioni amministrative, in Rivista di diritto pubblico, 1929; Lambertucci, sub art. 7, in Palazzo - Paliero, Commentario, Padova, 2007; Sandulli, Le sanzioni amministrative pecuniarie. Principi sostanziali e procedimentali, Napoli, 1983; Sandulli, Sanzione (Sanzioni amministrative), in Enc. giur. Treccani, Roma, 1992; Vergine, La commisurazione della sanzione amministrativa, in L'illecito penale amministrativo verifica di un sistema: profili penalistici e processuali, Atti del Convegno di Modena (6-7 dicembre 1985), Padova, 1987.

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