Legge - 24/11/1981 - n. 689 art. 27 - Esecuzione forzata.Esecuzione forzata. Salvo quanto disposto nell'ultimo comma dell'articolo 22, decorso inutilmente il termine fissato per il pagamento, l'autorità che ha emesso l'ordinanza-ingiunzione procede alla riscossione delle somme dovute in base alle norme previste per la esazione delle imposte dirette, trasmettendo il ruolo all'intendenza di finanza che lo dà in carico all'esattore per la riscossione in unica soluzione, senza l'obbligo del non riscosso come riscosso. È competente l'intendenza di finanza del luogo ove ha sede l'autorità che ha emesso l'ordinanza-ingiunzione. Gli esattori, dopo aver trattenuto l'aggio nella misura ridotta del 50 per cento rispetto a quella ordinaria e comunque non superiore al 2 per cento delle somme riscosse, effettuano il versamento delle somme medesime ai destinatari dei proventi. Le regioni possono avvalersi anche delle procedure previste per la riscossione delle proprie entrate. Se la somma è dovuta in virtù di una sentenza o di un decreto penale di condanna ai sensi dell'articolo 24, si procede alla riscossione con l'osservanza delle norme sul recupero delle spese processuali.1 Salvo quanto previsto nell'articolo 26, in caso di ritardo nel pagamento la somma dovuta è maggiorata di un decimo per ogni semestre a decorrere da quello in cui la sanzione è divenuta esigibile e fino a quello in cui il ruolo è trasmesso all'esattore. La maggiorazione assorbe gli interessi eventualmente previsti dalle disposizioni vigenti. Per le sanzioni amministrative per violazione delle disposizioni del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, la maggiorazione non può comunque essere superiore ai tre quinti dell'importo della sanzione2. Le disposizioni relative alla competenza dell'esattore si applicano fino alla riforma del sistema di riscossione delle imposte dirette. [1] Per una sospensione delle sanzioni vedi l'articolo 1, commi 228 e 230 della Legge 29 dicembre 2022, n. 197. [2] Comma modificato dall'articolo 26, comma 1, della Legge 25 novembre 2024, n. 177. InquadramentoL'art. 27 della legge in commento disciplina la c.d. esecuzione forzata che consiste nella riscossione coattiva delle somme dovute, una volta che sia decorso inutilmente il termine fissato dalla legge per il pagamento della sanzione. Il primo comma dispone che, salvo che il giudice dell'opposizione abbia sospeso l'ordinanza-ingiunzione, decorso inutilmente il termine fissato per il pagamento, l'autorità che l'ha emessa, procede alla riscossione delle somme dovute in base alle norme previste per l'esazione delle imposte dirette, trasmettendo il ruolo all'esattore per la riscossione in unica soluzione, senza l'obbligo del non riscosso come riscosso. Gli esattori, dopo aver trattenuto l'aggio nella misura ridotta del 50 per cento rispetto a quella ordinaria e comunque non superiore al 2 per cento delle somme riscosse, effettuano il versamento delle somme medesime ai destinatari dei proventi e le Regioni e gli Enti Locali possono avvalersi anche delle procedure previste per la riscossione delle proprie entrate. Se la somma è dovuta in virtù di una sentenza o di un decreto penale di condanna ai sensi dell'art. 24, si procede alla riscossione con l'osservanza delle norme sul recupero delle spese processuali. Salvo che sia stato disposto il pagamento rateale dell'illecito, in caso di ritardo nel pagamento la somma dovuta è maggiorata di un decimo per ogni semestre a decorrere da quello in cui la sanzione è divenuta esigibile e fino a quello in cui il ruolo è trasmesso all'esattore. La maggiorazione assorbe gli interessi eventualmente previsti dalle disposizioni vigenti. La maggiorazione degli interessiL'art. 27, comma 6, della l. n. 689/1981, stabilisce, in particolare, che “in caso di ritardo nel pagamento la somma dovuta è maggiorata di un decimo per ogni semestre a decorrere da quello in cui la sanzione è divenuta esigibile e fino a quello in cui il ruolo è trasmesso all'esattore. La maggiorazione assorbe gli interessi eventualmente previsti dalle disposizioni vigenti”. Tale maggiorazione ha natura sanzionatoria, con funzione deterrente dal ritardo ultrasemestrale nel pagamento della sanzione amministrativa. Il presupposto per l'applicabilità di tale sanzione aggiuntiva è costituito dall'esigibilità di quella principale e dal ritardo ultrasemestrale. L'aspetto dell'imputabilità di quest'ultimo è delineato dalla norma in termini del tutto oggettivi, con esclusivo riferimento al fatto del mancato pagamento, da parte dell'obbligato, della sanzione divenuta esigibile; esigibilità del credito ed imputabilità del mancato pagamento, dunque, coincidono, non implicando la norma alcun ulteriore accertamento di colpa (Cons. St. VI, n. 3058/2012). Il Consiglio di Stato ha, poi, ritenuto che la maggiorazione prevista in caso di ritardato pagamento di una sanzione dell'Autorità antitrust è quantificata, dall'art. 27, comma 6, della l. n. 689/1981, nell'aumento di un decimo per ogni semestre a decorrere da quello in cui la sanzione è divenuta esigibile e fino a quello in cui il ruolo è trasmesso all'esattore. Tale maggiorazione si deve ritenere abbia natura sanzionatoria e non risarcitoria, come nel caso degli interessi moratori, o corrispettiva, rivestendo carattere di sanzione aggiuntiva, nascente al momento in cui diviene esigibile la sanzione principale e richiedente la sussistenza del requisito del ritardo nel pagamento imputabile al debitore. Da ciò deriva che la maggiorazione in caso di ritardo nel pagamento della sanzione ex art. 27, comma 6, l. 689/1981 richiede la sussistenza del requisito del ritardo nel pagamento, imputabile al debitore. Non può ritenersi si versi in tale ipotesi nel caso in cui la sanzione irrogata dall'Autorità sia stata dapprima sospesa dal T.A.R. (prima della scadenza del termine di 90 giorni fissato per il pagamento), poi annullata in parte qua sempre dallo stesso tribunale (in parziale accoglimento del ricorso) e successivamente rideterminata dal Consiglio di Stato. La scansione di tali vicende, infatti, evidenzia che la suddetta sanzione, come rideterminata dal Consiglio di Stato sia divenuta esigibile solo dopo la sentenza di appello del Giudice amministrativo, non potendo essere in precedenza esigibile, in quanto sospesa con ordinanza i cui effetti erano stati assorbiti (ma non venuti meno) dalla sentenza del T.A.R. di parziale accoglimento del ricorso. Ne consegue che, in tal caso, non sussiste l'obbligo, da parte del soggetto nei confronti del quale la sanzione dell'Antitrust è indirizzata, di pagare importi accessori rispetto alla sanzione stessa (Cons. St. VI, n. 636/2008). Questioni applicative1) L'art. 27 della l. n. 689/1981 si applica anche alle sanzioni irrogate per la violazione al codice della Strada? La Cassazione è stata ripetutamente investita della questione, ed ormai è incontrovertibile che l'art. 27 sia applicabile anche alle sanzioni irrogate per la violazione del Codice della Strada (vedasi da ultimo la Cass. n. 17901/2018). Ciò anche in considerazione della natura riconosciuta – dalla Corte cost., ord. n. 308/1999 – alla maggiorazione, secondo cui la maggiorazione per ritardo prevista dall'art. 27 cit. a carico dell'autore dell'illecito amministrativo, cui sia stata inflitta una sanzione pecuniaria, ha funzione non già risarcitoria o corrispettiva, bensì di sanzione aggiuntiva nascente al momento in cui diviene esigibile la sanzione principale. Sicché è legittima l'iscrizione a ruolo e l'emissione della relativa cartella esattoriale per un importo che includa, oltre a quanto dovuto, anche l'aumento derivante dalla sanzione aggiuntiva (Cass. VI, n. 8116/2021). BibliografiaAncillotti, Carpenedo, La riscossione delle sanzioni amministrative, Santarcangelo di Romagna, 2013; Bartolini, Il codice delle violazioni amministrative, Piacenza, 2005; Bellè, Il sistema sanzionatorio amministrativo del codice della strada, Padova, 2001; Bricola, La depenalizzazione nella legge 24 novembre 1981 n. 689: una svolta «reale nella politica criminale, in Pol. dir, XIII n. 3, 1982; Capaccioli, Principi in tema di sanzioni amministrative: considerazioni introduttive, in Aa.Vv., Le sanzioni in materia tributaria: atti del Convegno tenuto a San Remo nel 1978, Milano, 1979; Dolcini, Paliero, I «principi generali» dell'illecito amministrativo nel disegno di legge «Modifiche al sistema penale», in Riv. it. dir. e proc. pen., 1980; Di Gioia, Le sanzioni amministrative, Torino 2009; Girola, Sanzioni penali e sanzioni amministrative, in Rivista di diritto pubblico, 1929; Padovani, La distribuzione delle sanzioni penali e sanzioni amministrative secondo l'esperienza italiana, in Riv. it. dir. Pen. 1984; Sandulli, Le sanzioni amministrative pecuniarie. Principi sostanziali e procedimentali, Napoli, 1983; Sandulli, Sanzione (Sanzioni amministrative), in Enc. giur. Treccani, Roma, 1992. |