Decreto del Presidente della Repubblica - 24/11/1971 - n. 1199 art. 2 - Termine - Presentazione.Termine - Presentazione. Art. 2 Il ricorso deve essere proposto nel termine di trenta giorni dalla data della notificazione o della comunicazione in via amministrativa dell'atto impugnato e da quando l'interessato ne abbia avuto piena conoscenza. Il ricorso è presentato all'organo indicato nella comunicazione o a quello che ha emanato l'atto impugnato direttamente o mediante lettera raccomandata con avviso di ricevimento. Nel primo caso, l'ufficio ne rilascia ricevuta. Quando il ricorso è inviato a mezzo posta, la data di spedizione vale quale data di presentazione. I ricorsi rivolti, nel termine prescritto, a organi diversi da quello competente, ma appartenenti alla medesima amministrazione, non sono soggetti a dichiarazione di irricevibilità e i ricorsi stessi sono trasmessi d'ufficio all'organo competente. InquadramentoL'articolo 2 prevede il termine di trenta giorni per la presentazione del ricorso e si occupa dell'individuazione dell'organo destinatario. Il termineIl termine di trenta giorni è perentorio, a pena di irricevibilità, e decorre dalla comunicazione dell'atto (Cons. St. VI, n. 664/1977, che mette l'accento sull'universalità di tale termine e sull'abrogazione di tutte le disposizioni anteriori che prevedevano termini diversi). Non sono tuttavia incostituzionali le norme successive che stabiliscano termini diversi (Cons. St. IV, n. 268/1975, sul termine breve di dieci giorni in materia di pubblica sicurezza ex art. 3, comma 3, d.P.R. 748/1972, ritenuto corrispondente a esigenze ragionevoli). Per il ricorso amministrativo incidentale, il termine decorre, come in materia giurisdizionale, dalla comunicazione o notificazione del ricorso principale (T.A.R. Catania I, n. 903/1987, ove si chiarisce l'inapplicabilità della sospensione feriale dei termini ai ricorsi amministrativi). Diversamente che in campo giurisdizionale, la notificazione del ricorso ad almeno un controinteressato non è condizione di ammissibilità del ricorso (T.A.R. Lecce, n. 493/1985; T.A.R. Catania, n. 204/1986). Il regime applicabile in caso di presentazione a organo incompetente.Al fine della proposizione del ricorso gerarchico non costituisce elemento essenziale, a pena di irricevibilità dello stesso, che esso sia rivolto a un'autorità diversa da quella competente: costituisce invero principio generale del vigente procedimento amministrativo che l'Amministrazione, ove non si ritenga competente a evadere la pratica oggetto d'istanza, è tenuta ad inviarla all'ufficio competente, tenendo informato di ciò il richiedente e, laddove previsto, anche a fornire alla P.A. competente il proprio contributo istruttorio (nel senso di escludere l'inammissibilità in caso di erronea individuazione dell'autorità competente Cons. St. VI, 204/1986). Tale principio è normativamente sancito dall'art. 2, comma 3, d.P.R. n. 1199/1971 in materia di ricorsi gerarchici, ma è applicabile ad ogni istanza presentata alla P.A. (T.A.R. Campania, Salerno II, 22 ottobre2015, n. 2191), in base ai principi di correttezza e leale collaborazione tra PP.AA. e, a fortiori, tra gli uffici di una stessa amministrazione (T.A.R. Toscana, Firenze I, 13 luglio2006, n. 3097). Ne consegue che, ove non intervenga alcuna decisione in merito al ricorso presentato ad Amministrazione diversa da quella competente, lo stesso deve intendersi, ai sensi dell'art. 6 del citato d.P.R. 1199/1971, respinto essendo decorso il termine di novanta giorni dalla data di presentazione del ricorso (T.A.R. Puglia, LecceII, 5 dicembre 2005, n. 5618). Tale previsione, espressamente recata dall'art. 2 comma 3 d.P.R. n. 1199/1971, che considera ritualmente proposti i ricorsi rivolti tempestivamente a organi diversi da quello competente, ma appartenenti alla medesima Amministrazione, individua un principio avente carattere generale, finalizzato a tutelare il titolare del diritto in presenza di termini di decadenza o di prescrizione entro cui occorre presentare la domanda o il ricorso amministrativo (T.A.R. Sicilia, Palermo I, 13 gennaio 1997, n. 13; C. conti III, n. 66560/1992); ne consegue che esso non è applicabile allorché il legislatore non imponga alcun termine da rispettare a pena di decadenza o di prescrizione, ma si limiti a specificare, attraverso il riferimento alla data dell'entrata in vigore della nuova disciplina normativa, l'ambito temporale di applicazione di quest'ultima (Cass., sez. lav., n. 3189/2001). La portata generale del principio in esame lo rende applicabile anche alle domande proposte nei procedimenti di natura para concorsuale, ove non si verifichi la lesione di specifiche norme a tutela di pubblici interessi o della par condicio dei concorrenti (T.A.R. Sardegna, Cagliari II, 24 gennaio 2005, n. 88); analogo principio trova applicazione anche ai ricorsi amministrativi in materia tributaria (Corte cost. n. 121/1985). Particolare rilevanza assume poi la notificazione del ricorso ai fini dell'esatto computo dei termini: in materia di tutela giustiziale, invero, vige l'espressa deroga al principio generale di cui all'art. 149 c.p.c., secondo il quale la notificazione degli atti per mezzo del servizio postale non si esaurisce con la spedizione dell'atto da notificare, ma si perfeziona con la consegna del plico al destinatario attestata dalla ricevuta di ritorno (Cass. S.U., n. 5204/1998). BibliografiaBenvenuti, Appunti di diritto amministrativo, 115, e Autotutela, in Enc. dir., 541; Caringella, Manuale di diritto amministrativo ragionato, Roma, 2021, parte 12, capitoli 1 e 5; Casetta, Manuale di diritto amministrativo, Milano, 2020; De Roberto, Tonini, I ricorsi amministrativi, Milano, 1984, 78; Sandulli, Manuale di Diritto Amministrativo, Napoli, 1989. |