Consulta, arriva la prima pronuncia di illegittimità costituzionale su ne bis in idem e doppio binario

Redazione Scientifica
17 Giugno 2022

«Non può essere cominciato o proseguito un processo penale a carico di una persona che sia già stata sanzionata in via amministrativa per la medesima violazione dei diritti d'autore».

La Corte costituzionale si è pronunciata sulla questione sollevata dal Tribunale di Verona riguardante il contrasto tra l'art. 649 c.p.p. e il diritto al ne bis in idem.

In particolare, nel caso in esame, il proprietario di una copisteria, che aveva fotocopiato abusivamente dei libri di testo, era già stato punito con il pagamento di una sanzione pecuniaria. Siccome, per il medesimo fatto, la l. n. 633/1941 prevede una pena detentiva ed una multa, l'imputato era però stato rinviato a giudizio davanti al Tribunale.

Il giudice di merito - considerando che «l'art. 649 c.p.p. vieta di sottoporre ad un secondo giudizio una persona già assolta o condannata in un altro procedimento penale, ma non esclude che l'imputato possa essere giudicato per un fatto per cui sia già stato sanzionato in via amministrativa» - ha chiesto però alla Consulta di verificare se in quest'ultimo caso la sottoposizione ad un processo violi il diritto del ne bis in idem.

La Corte costituzionale, affermando che il suddetto diritto mira in primo luogo a tutelare le persone contro le sofferenze e i costi di un secondo procedimento, ha ritenuto fondata la questione, dichiarando l'illegittimità costituzionale dell'art. 649 c.p.p. nella parte in cui non prevede che «il giudice pronunci il proscioglimento o il non luogo a procedere nei confronti di un imputato per un delitto in materia di diritto d'autore che, in relazione allo stesso fatto, sia già stato sottoposto a un procedimento amministrativo di carattere punitivo, ormai definitivamente concluso».

Pertanto, la Consulta ha affermato che «non può essere cominciato o proseguito un processo penale a carico di una persona che sia già stata sanzionata in via amministrativa per la medesima violazione dei diritti d'autore».

*Fonte: DirittoeGiustizia

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