Guida in stato d'ebbrezza: gli accertamenti sullo stato del conducente

09 Settembre 2015

Il reato di guida in stato di ebbrezza è sicuramente una delle fattispecie più frequenti in ambito penale, sempre all'attenzione dell'opinione pubblica nonché oggetto incessante di studio ed interesse di molti esperti del settore giuridico.
Abstract

Il reato di guida in stato di ebbrezza è sicuramente una delle fattispecie più frequenti in ambito penale, sempre all'attenzione dell'opinione pubblica nonché oggetto incessante di studio ed interesse di molti esperti del settore giuridico.

La materia è stata più volte manipolata dal legislatore (da ultimo con la l. 29 luglio 2010, n. 120 che ha interpolato la fattispecie di cui all'art. 186 d.lgs. 30 aprile 1992, n. 285, meglio conosciuto come Codice della Strada) con il dichiarato intento di reprimere, correggere ma soprattutto prevenire e disincentivare condotte criminose legate all'alcool.

L'evoluzione normativa sostanziale, orientata in senso repressivo, non è stata, però, controbilanciata dall'introduzione di una disciplina procedurale puntuale, che facesse salve le garanzie di difesa dell'imputato.

Gli accertamenti sullo stato del conducente

L'accertamento dei reati alcool-collegati è compito della polizia stradale, che può avvalersi, se necessario, anche di strumentazioni scientifiche.

Accertamento preliminare basato sulle c.d. “figure sintomatiche”

Gli agenti di polizia possono desumere l'alterazione psico-fisica del conducente per effetto di sostanze alcoliche anche sulla base di elementi sintomatici ricollegabili secondo massime empiriche allo stato di ebbrezza, quali, ad esempio, l'ammissione del conducente, l'alterazione nella deambulazione, l'eloquio sconnesso, l'alito fortemente alcolico, l'andatura barcollante, i movimenti grossolani, il linguaggio pastoso, la sudorazione eccessiva, la respirazione affannosa e la disarmonia nei movimenti.

Case Report

Ai fini della configurazione del reato di guida in stato di ebbrezza, in tutte le ipotesi previste dall'art. 186 cod. strada, lo stato di alterazione alcolica può essere accertata con qualsiasi mezzo e, quindi, anche su base sintomatica, indipendentemente dall'accertamento strumentale. (Cass., Sez. IV, 29 maggio 2014, n. 22241)

Accertamenti qualitativi non invasivi. L'etilometro

Gli agenti di polizia stradale possono accertare lo stato di alterazione determinata dall'assunzione di sostanze alcoliche a mezzo dell'etilometro, uno strumento non invasivo che rileva la presenza di etanolo nell'aria espirata (c.d. B.R.A.C.”: Breath Ratio Alcohol Concentration). Soffiando all'interno dell'apparecchio, l'etilometro segnala la quantità di alcool presente nel sistema circolatorio (grammi per litro), attraverso un sistema di calcolo e conversione. L'accertamento deve avvenire nel rispetto della riservatezza personale e senza pregiudizio per l'integrità fisica.

Dottrina e protocolli

L'Allegato al Decreto Ministeriale 22 maggio 1990, n. 196 considera il rapporto fra la concentrazione alcolemica nell'espirato e quella presente nel sangue nella misura di 2300:1.

Gli etilometri devono rispondere ai requisiti e alle caratteristiche tecniche imposte dalla normativa e a tal conto l'art. 379 del Regolamento di Attuazione del Codice della Strada (d.P.R. 495/1992) attribuisce al Centro Superiore Ricerche e Prove l'omologazione dei suddetti apparecchi e la taratura ai valori di legge. Una volta calibrati, gli etilometri non potranno essere in alcun modo modificati nel loro assetto originario di funzionamento, da parte degli operatori manuali addetti all'uso.

Oltre alle prove di omologazione, devono essere sottoposti a verifiche periodiche (in media ogni 6 mesi), allo scopo di accertare la persistenza dei requisiti tecnici riscontrati in sede di omologazione. Ogni etilometro deve essere accompagnato da un manuale di istruzione in lingua italiana, nonché del proprio libretto metodologico (che deve riportare la vidimazione annuale della visita di controllo obbligatoria). Gli agenti hanno l'obbligo di rendere visibile su richiesta verbale al momento dell'accertamento il libretto di bordo dell'etilometro, dove deve essere riportato il timbro e la data della verifica annuale obbligatoria di controllo.

Gli errori massimi tollerati su ogni risultato sono:

  • 0,016 mg/l per concentrazione inferiore a 0,400 mg/l;
  • 4% in valore relativo per concentrazione fra 0,400 mg/l e 1,000 mg/l inclusi;
  • 8% in valore relativo per concentrazione superiore a 1,000 mg/l e fino a-2,000 mg/l incluso;
  • 16% in valore relativo per concentrazione superiore a - 2,000 mg/l e fino a 3,000 mg/l incluso.

Lo scarto-tipo per ogni concentrazione inferiore od uguale a 0,400 mg/l deve essere inferiore a 0,006 mg/l in valore assoluto.

Lo scarto-tipo per ogni concentrazione compresa tra 0,400 mg/l e 1,000 mg/l incluso deve essere inferiore a 1,5% in valore relativo.

Lo scarto-tipo per ogni concentrazione superiore a 1,000 mg/l e fino a 2,000 mg/l incluso deve essere inferiore a 3%- in valore relativo.

Lo scarto-tipo per ogni concentrazione superiore a 2,000 mg/l e fino a 3,000 mg/l incluso deve essere inferiore a 6% in valore relativo.

Le rilevazioni del tasso alcolemico ad opera degli agenti di polizia, stante il combinato disposto degli artt. 1, comma 2, del Decreto Ministeriale 196/1990 e 379, comma 2, reg. cod. strada, devono essere due, effettuate a distanza di 5 minuti l'una dall'altra; come valore di riferimento si prenderà quello inferiore.

Case report

Nella rilevazione del tasso alcolemico, la giurisprudenza di merito nega rilevanza ai centesimi di g/l, affermando che l'utilizzo da parte del legislatore dei soli valori decimali dovrebbe portare a concludere per l'irrilevanza dei centesimi di alcool per grammo/litro. Ciò consentirebbe, dunque, di ritenere che il soggetto nei cui confronti l'etilometro segnali un tasso alcolemico di 0.59 g/l si assesti su una fattispecie di liceità, in quanto il reale valore emergente sarebbe 0.5 g/l (Trib. Alessandria, 19 luglio 2010, in Corr. merito, 2010, 1072).

Al contrario, la giurisprudenza di legittimità si esprime nel senso della rilevanza dei valori centesimali, in ossequio al tenore letterale della norma, nonché alla ratio legis. La tesi opposta, infatti, innanzitutto innalzerebbe i valori soglia rispettivamente di un decimo di grammo/litro per ciascuna delle fattispecie di cui all' art. 186; in secondo luogo contrasterebbe con l'obiettivo di arginare il fenomeno della guida in stato di alterazione correlata all'assunzione di alcolici. (Cass,sez. IV, 6 aprile 2010, n. 12904).

L'etilometro, pur non costituendo l'unico mezzo per accertare il reato, rimane lo strumento non solo più utilizzato ma anche più difficilmente confutabile dalle eventuali allegazioni probatorie dell'imputato.

Case report

L'indicazione in sede normativa del metodo scientifico per la rilevazione del tasso alcolemico mediante il ricorso al cosiddetto alcoltest non introduce una prova legale ma si giustifica in relazione alla necessità di dotare il giudice di indici di valutazione caratterizzati dal minor grado possibile di soggettività ed arbitrarietà. (Cass., sez. IV, 16 gennaio 2015, n. 4665)

Il mancato rispetto o l'irregolarità di tali controlli e/o verifiche, può costituire motivo di impugnazione del verbale.

Accompagnamento presso il più vicino ufficio per effettuare «l'accertamento con strumenti e procedure determinati dal regolamento»

Dispongono i commi 4 e 5 dell'art. 186 cod. strada che, nell'eventualità di esito positivo dell'accertamento e «in ogni caso d'incidente ovvero quando si abbia altrimenti motivo di ritenere che il conducente del veicolo si trovi in stato di alterazione psico-fisica derivante dall'influenza dell'alcool», gli agenti di polizia stradale hanno il potere di accompagnare il conducente presso l'ufficio o il comando più vicino, onde procedere all'accertamento tramite gli strumenti previsti.

In caso di condizioni della persona tali da non consentirne l'utilizzo dell'etilometro ovvero al verificarsi di altro motivo ostativo a ciò connesso - sempre evidentemente valutabile unilateralmente dalla p.g. nel luogo e nell'immediatezza del fatto - è possibile procedere al prelievo di «liquido ematico», su richiesta degli organi di Polizia stradale di cui all'articolo 12, commi 1 e 2, da parte di strutture sanitarie.

Il consenso del conducente

All'interno della previsione di cui all'art. 186 cod. strada, un aspetto importante riguarda il consenso del conducente agli accertamenti, stante la regola aurea che relega come inutilizzabili le tecniche che influiscono sulla libertà di autodeterminazione di un soggetto (art. 188 c.p.p.). Per espressa statuizione legislativa (art. 186, comma 7, cod. strada), il rifiuto dell'interessato di sottoporsi alla prova spirometrica costituisce reato.

Case report

Il rifiuto di sottoporsi agli accertamenti alcolimetrici si configura non solo in presenza di manifestazioni espresse di indisponibilità a sottoporsi al test, ma anche quando il conducente del veicolo - pur opportunamente edotto circa le modalità di esecuzione dell'accertamento - attui una condotta ripetutamente elusiva del metodo di misurazione del tasso alcolemico. Nel caso di specie, il conducente, durante l'alcoltest, aveva per quattro o cinque volte aspirato anziché soffiare come richiestogli, impedendo così la rilevazione del tasso alcolemico. (Cass., Sez. IV, 27 gennaio 2015, n. 5409)

Più problematica l'ipotesi del dissenso del conducente al prelievo ematico effettuato presso strutture sanitarie autorizzate in seguito a sinistro stradale.

Bisogna distinguere due ipotesi:

1) Prelievo per soli fini terapeutici

Case report

Nel caso in cui il prelievo ematico abbia finalità meramente terapeutiche e venga eseguito secondo i criteri e gli ordinari protocolli del pronto soccorso, nulla quaestio: i risultati, non essendo preordinati a fini di prova della responsabilità penale, sono utilizzabili per l'accertamento del reato di guida in stato di ebbrezza, senza che rilevi la "mancanza di consenso" dell'interessato. (Cass., Sez. IV, 16 maggio 2012, n. 26108)

2) Prelievo per l'accertamento del reato di guida in stato di ebbrezza

Case report

Anche in simili evenienze, ancorché non giustificate da fini terapeutici, ma esclusivamente finalizzate ad accertare la presenza di sostanze alcoliche nel sangue a fini probatori, sono sempre utilizzabili i risultati del prelievo ematico effettuato dai sanitari, senza l'ulteriore esigenza di raccogliere il consenso espresso dell'interessato. Esiste un mero obbligo di informazione delle finalità penali e non mediche dell'atto richiesto, cui non deve seguire un esplicito dissenso. (Cass., Sez. IV, 6 novembre 2012, n. 6755)

Dottrina e protocolli

Si dubita della legittimità di un simile orientamento per violazione dell'art. 13 Cost.

La soluzione, sicuramente improntata ad esigenza di snellezza e conservazione dell'attività probatoria, non tiene conto della disciplina di cui alla l. n. 85 del 2009 che, in tema di prelievo ematico coattivo, ammette solo due forme di prelievo contro il consenso dell'interessato (artt. 224-bis e 359-bis c.p.p.). La verifica del consenso diviene, così, requisito di legittimità dell'accertamento e deve risultare in maniera espressa. Per tale ragione bisognerebbe pretendere dagli organi di p.g. non solo l'obbligo di informazione circa le finalità del prelievo, ma altresì quello di accertare la presenza o l'assenza del consenso, documentandolo a mezzo di verbale.

(Curtotti, Rilievi e accertamenti tecnici, Padova, 2013)

La natura dell'accertamento e le garanzie difensive

L'accertamento in ordine allo stato di alterazione del conducente per assunzione di sostanze alcoliche va ricondotto nell'alveo dell'art. 354, comma 3, c.p.p.: è un atto urgente della polizia giudiziaria, avente ad oggetto il prelievo di materiale biologico (essenzialmente campioni di saliva o capelli, non anche altri materiali asportabile dal corpo umano, quali sangue e tessuti biologici, per mezzo di modalità cruente o comunque invasive cioè superando il limite fisico dell'individuo).

Si configura come accertamento tecnico non ripetibile a cui, stando ai principi processualpenalistici, ha diritto di assistere anche il difensore ex art. 356 c.p.p.. Di questa facoltà, il conducente deve essere avvisato (art. 114 disp.att. c.p.p.), ma non è a tal fine prevista la nomina di un difensore di ufficio. Se difetta l'avvertimento, si verifica non già una nullità assoluta, ma una nullità a regime intermedio.

Case report

Con una recente pronuncia le Sezioni Unite si sono espresse in ordine ai limiti di deducibilità di tale nullità. La sentenza è di estrema importanza perché mette finalmente ordine all'interno di un panorama giurisprudenziale che, nel corso degli anni, è stato attraversato da orientamenti diversi e contrastanti.

Il Supremo Consesso, nella sua formazione più autorevole, ha escluso che il conducente che assiste all'atto possa eccepire la nullità per omesso avviso «prima del suo compimento ovvero, se ciò non è possibile, immediatamente dopo», come disposto dall'art. 182, comma 2, primo periodo, c.p.p. Secondo il ragionamento delle Sezioni Unite, «per potere eccepire una nullità occorre evidentemente avere contezza del vizio; e quando la legge prescrive che si dia avviso di una qualche facoltà prevede ciò proprio perché si presume che il soggetto destinatario di esso possa ignorarla. Quindi, conclusivamente, stando a un profilo strettamente logico, nella fattispecie qui considerata l'indagato non 'assisteva' all'atto nullo. Non vi assisteva perché, secondo una valutazione legale, non era a conoscenza della facoltà di farsi assistere dal difensore di fiducia, essendo irrilevanti conoscenze accidentali di ciò che la legge consentiva».

«La previsione dell'art. 182, comma 2, c.p.p. – continua la Corte - non può, in alcuna ipotesi, essere riferita all'indagato o imputato, per postulato non a conoscenza delle regole del diritto, e in particolare dei casi in cui la legge collega a un determinato atto o al suo mancato compimento una qualche utilità. L'ordinamento processuale si fonda infatti sulla necessaria assistenza di un difensore nel corso del procedimento, e privilegia la difesa tecnica rispetto all'autodifesa, la quale non è mai consentita in via esclusiva, ma solo in forme che si affiancano all'imprescindibile apporto di un esperto di diritto abilitato alla professione legale».

Soltanto al difensore, dunque, spetta il delicato compito di sollevare eventuali eccezioni di nullità, e potrà farlo, a norma del combinato disposto degli artt. 180 e 182, comma 2, c.p.p.., fino al momento della deliberazione della sentenza di primo grado.

(Cass., Sez. un., 29 gennaio 2015, n. 5396)

Le criticità dell'indagine
  • Gli etilometri devono rispondere ai requisiti e alle caratteristiche tecniche imposte dall'Allegato al Decreto Ministeriale 22 maggio 1990, n. 196
  • Rilevanza dei valori centesimali nella rilevazione del tasso alcolemico
  • Prelievo ematico coattivo presso strutture sanitarie autorizzate
  • Assistenza del difensore all'esame spirometrico ed eventuale nullità dell'accertamento tecnico irripetibile
Guida all'approfondimento

BERRI, Guida in stato di alterazione, Milano, 2011;

BOCCHINI, Guida in stato di ebbrezza: accertamento e sanzioni, in Codice della Responsabilità civile e RC auto, a cura di Bonilini, Carnevali, Confortini, Milano, 2015;

BOCCHINI, Nuovo codice della Strada e processo penale. Guida al “corretto utilizzo” delle norme “processuali-penali-stradali”, Forlì, 2010;

BONOMI, Le problematiche di accertamento sanitario ai fini di prova negli artt. 186 e 187 C.d.S. I parte, in Dir. pen. proc., 2010, 1221 ss.;

CORBETTA, Guida in stato di ebbrezza, in Dir. pen. proc., 2012, 1074;

CURTOTTI, Rilievi e accertamenti tecnici, Padova, 2013;

D'AURIA, Le modifiche apportate alla materia della circolazione stradale, in Dir. pen. proc., 2010, 1274 ss.;

FORLANI, PLANITARI, L'assoluzione dai reati di circolazione stradale nella giurisprudenza, Rimini, 2010;

MONTAGNA, Rifiuto dell'alcooltest e confisca del veicolo, in Dir. pen. proc., 2010, 933; PERONI, Ancora sui prelievi ematici in relazione al reato di guida in stato di ebbrezza, in Dir. pen. proc., 2012, 1082 ss.;

PERONI, Accertamenti tramite etilometro e garanzie difensive, in Dir. pen. proc., 2008, 5, 584 ss.;

ROMANO, Stato di ebbrezza: modalità dell'accertamento e rilevanza dell'assunzione di farmaci, in Riv. it. med. leg., 2012, 2, 671 ss.;

SCIPPA, Le problematiche di accertamento sanitario ai fini di prova negli artt. 186 e 187 C.d.S. II parte, in Dir. pen. proc., 2010, 1352 ss.;

TRAMONTANO, Guida in stato di ebbrezza. Accertamento del reato, sanzioni e cause estintive, Milano, 2010.

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