Inadempimento dell'obbligo di versamento del mantenimento al figlio, quali conseguenze?

Elisa Pradella
19 Luglio 2022

L'inadempimento dell'obbligo di natura economica imposto dal giudice è tutelato dall'art. 12-sexies, mentre l'interesse del minore a che gli siano garantiti i mezzi di sussistenza, è tutelato dall'art. 570, comma 2 n. 2, c.p. Essendo le condotte differenti, sussiste concorso formale eterogeneo tra i due delitti.
Massima

In tema di violazione degli obblighi di assistenza familiare, tra il delitto previsto dall'art. 12-sexies, l. 898/1970, e quello previsto dall'art. 570, comma 2, n. 2, c.p., sussiste concorso formale eterogeneo poiché l'art. 12-sexies tutela penalmente l'inadempimento dell'obbligo di natura economica stabilito nel provvedimento reso dal giudice civile, mentre l'art. 570, comma 2, n. 2 c.p. preserva l'interesse che al minore siano garantiti i mezzi di sussistenza, ove la loro mancanza determini lo stato di bisogno.

Il caso

La Corte di appello di Torino conferma la sentenza resa dal Tribunale di prime cure in punto di responsabilità dell'imputato per i reati di cui alla l. n. 898/1970, art. 12-sexies, ed all'art. 570 c.p., comma 1, e comma 2, n. 2, limitatamente alla condotta di omesso versamento del contributo al mantenimento del figlio, stabilito dal giudice civile, e per aver fatto mancare al minore i mezzi di sussistenza, ritenendo il concorso formale tra i reati. Il difensore ha proposto ricorso avverso la sentenza d'appello chiedendone l'annullamento per vizio di motivazione in relazione alla mancata assoluzione dell'imputato: la Corte di merito non avrebbe tenuto conto delle deduzioni difensive e delle particolari condizioni di difficoltà in cui versava l'imputato, disoccupato, oltre al mancato assorbimento del reato meno grave in quello più grave, atteso che la mancata osservanza dell'obbligazione imposta dal giudice civile costituisce l'elemento fondamentale della condotta sanzionata dall'art. 570 c.p., comma 2, n. 2. Con il terzo motivo di ricorso, l'imputato lamenta il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche, non avendo la Corte di appello valutato il comportamento processuale dell'imputato e lo sforzo compiuto per tentare di osservare gli obblighi imposti dal giudice civile ed, inoltre, si duole relativamente all'aumento applicato per la recidiva non nella misura della metà, bensì del doppio, in violazione del disposto dell'art. 99 c.p., comma 2 e 3; nonché per vizio di motivazione in relazione alla determinazione della pena sproporzionata rispetto alle condizioni di vita dell'imputato, progressivamente peggiorate. Infine, l'imputato lamenta la mancata concessione del beneficio della sospensione condizionale della pena, tenuto conto della prevedibile unificazione dei reati in sede esecutiva e della probabile revoca dell'obbligo di mantenimento, essendo, oramai, il figlio maggiorenne. La Suprema Corte, ritenuta fondata la censura relativa all'aumento di pena per la recidiva specifica e infraquinquennale, applicato nella misura del doppio anziché della metà, annulla senza rinvio la sentenza impugnata, rideterminando la pena inflitta.

La questione

In tema di violazione degli obblighi di assistenza familiare la responsabilità dell'interessato non può essere esclusa in base alla mera documentazione formale dello stato di disoccupazione e incombe sullo stesso l'onere di allegare gli elementi dai quali possa desumersi l'impossibilità di adempiere alla relativa obbligazione per mancanza assoluta, incolpevole, persistente e oggettiva di introiti, che va dimostrata in concreto.

L'inadempimento dell'obbligo di natura economica imposto dal giudice civile è tutelato dall'art. 12-sexies, mentre l'interesse del minore a che gli siano garantiti i mezzi di sussistenza, al fine di scongiurare lo stato di bisogno, è tutelato dall'art. 570, comma 2 n. 2, c.p. Essendo le condotte differenti, sussiste concorso formale eterogeneo tra i due delitti.

Le soluzioni giuridiche

In entrambe le fattispecie criminose lo stato di crisi economica non è sufficiente ad escludere la colpevolezza. L'interessato dovrà fornire la prova di essersi trovato, per tutto il periodo dell'inadempienza, nell'impossibilità assoluta di adempiere all'obbligazione, con la differenza che il reato di cui all'art. 12-sexies l. 898/1970 richiede, per la configurazione, esclusivamente la mancata corresponsione dell'assegno, mentre presupposto per l'integrazione del reato di cui all'art. 570, comma 2, n. 2 c.p. è la mancanza dei mezzi di sussistenza in capo al beneficiario.

Osservazioni

Fin dal diritto romano le sanzioni contro gli abusi e le omissioni inerenti i doveri familiari erano di competenza del diritto civile.

Il codice Rocco introduce nel nostro ordinamento il reato di violazione degli obblighi di assistenza familiare di cui all'art. 570 c.p., al fine di reprimere comportamenti disgregatori della famiglia, considerata dal legislatore del 1930 una istituzione fondamentale.

La disposizione venne interpretata estensivamente, per difetto di determinatezza (Antolisei e Fierro Cenderelli), a garanzia della indissolubilità del matrimonio, riconducendosi indistintamente a queste fattispecie tutte le condotte che minavano il vincolo.

Con l'introduzione del divorzio (l. 898/70) è venuta meno l'assoluta indissolubilità del matrimonio, che deve fondarsi sull'effettivo consenso e sull'uguaglianza dei coniugi, mentre la riforma del diritto di famiglia (l. 151/75) ha modificato i capi IV e V del cod. civ. disciplinanti rispettivamente i diritti e i doveri che nascono dal matrimonio ed i casi di scioglimento dello stesso.

In seguito alle trasformazioni avvenute sul piano giuridico e sociale, la tutela penale si è spostata dalla famiglia come istituzione verso la famiglia portatrice degli interessi di ciascuno dei suoi componenti.

Dai singoli rapporti e dagli specifici interessi dei componenti del nucleo familiare scaturiscono gli obblighi di assistenza, aventi un contenuto, oltre che morale, materiale ed economico. La violazione dei citati obblighi ha rilievo penale e concretizza quelle fattispecie di natura omissiva, di cui agli artt. 570 e 570-bis c.p.

L'ipotesi autonoma di reato prevista dall'art. 570 comma 2 n. 2 c.p. punisce chi fa mancare i mezzi di sussistenza– tutto ciò che è strettamente indispensabile alla vita - ai discendenti di età minore, come nel caso che ci occupa. Tale omissione deve creare uno stato di bisogno effettivo in capo al soggetto passivo del reato e, ai fini della integrazione della condotta antigiuridica, a questo deve corrispondere l'indigenza economica, intesa come impossibilità assoluta, incolpevole, persistente e oggettiva di introiti in capo al soggetto attivo.

La fattispecie di reato di cui all'art. 12-sexies l. 898/1970 è confluita, unitamente a quella di cui all'art. 3 l. 54/06, nell'art. 570-bis c.p., nel quadro degli interventi di accorpamento delle varie figure delittuose - la c.d. riserva di codice – e prevede la condotta di omesso versamento dell'assegno di mantenimento in favore del coniuge e dei figli in caso di separazione (l. 54/2006) e dell'ex coniuge e dei figli in caso di divorzio (l. 898/1970).

Dette fattispecie di reato prescindevano dallo stato di bisogno dell'avente diritto e sanzionavano la mera omissione del pagamento dell'assegno.

Attualmente tale fattispecie criminosa, come quella prevista dall'art. 570 c.p., è integrata qualora l'imputato non fornisca la prova di essersi trovato, per tutto il periodo dell'inadempienza, in una incapacità economica assoluta di far fronte all'obbligazione. A contrariis, l'omissione è colpevole perché cosciente e volontaria.

Un orientamento giurisprudenziale ritiene che la condotta del genitore separato volta a far mancare i mezzi di sussistenza ai figli minori, omettendo di versare il contributo al mantenimento, integrerebbe il reato di cui all'art. 570, comma 2, n. 2, c.p. che assorbirebbe la violazione meno grave prevista dall'art. 12-sexies l. 898/1970, come richiamato dall'art. 3, l. 54/2006. Pertanto ci si troverebbe di fronte a diverse violazioni di legge che determinerebbero un concorso apparente di reati, poiché in situazioni siffatte, il delitto di aver fatto mancare i mezzi di sussistenza ai figli minori implicherebbe l'omissione del versamento dell'assegno di mantenimento stabilito dal giudice civile.

La sentenza in commento segue la linea giurisprudenziale che individua elementi costitutivi diversi e un'oggettività differente tra le due ipotesi criminose: il reato di cui all'art. 12-sexies è integrato dalla mancata corresponsione delle somme stabilite in sede civile, ragion per cui l'inadempimento costituirebbe l'oggetto del precetto penale, mentre elemento costituivo dell'art. 570 comma 2, n. 2, c.p. è la mancanza di mezzi di sussistenza determinante uno stato di bisogno.

Per tale motivo sussiste concorso formale eterogeneo e non rapporto di consunzione tra i due delitti.

Riferimenti

M. Miedico, Digesto Penale 1999, Violazione degli obblighi di assistenza familiare;

P. M. Zerman, Il metodo comparativo nello studio della struttura del reato, a cura di P. Gianniti, ed. Aracne, p. 95 ss, 2021;

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