Prima applicazione delle nuove tabelle milanesi in tema di liquidazione del danno da relazione parentale

25 Luglio 2022

Con la sentenza del Tribunale di Milano n. 6059 dell'11 luglio 2022, avente ad oggetto il doloroso caso della figlia di un cacciatore ucciso per errore in una battuta di caccia, trovano per la prima volta applicazione le nuove tabelle milanesi integrate a punti per la liquidazione del danno non patrimoniale da perdita del rapporto parentale.
Le nuove tabelle milanesi sulla perdita del rapporto parentale

Come è a tutti noto, il 29 giugno scorso, dopo lunga e non facile gestazione, sono state depositate le nuove tabelle milanesi (“Tabelle integrate a punti per la liquidazione del danno non patrimoniale da perdita del rapporto parentale-Edizione 2022”).

Come suggerito con continuità dalla Corte di cassazione durante tutto il 2021 e anche nel primo semestre 2022 (da ultimo, cfr. Cass., 11 aprile 2022, n. 11689, in corso di pubblicazione in Danno e Resp., 2022, con un mio breve commento, Tabelle e motivazione: il monito della Cassazione), è stato adottato il sistema a punti variabile che permette di superare i limiti del pregresso caratterizzato da un'ampia “forchetta” all'interno delle quale il giudice poteva liberamente esprimere la propria valutazione equitativa.
Era l'eccessiva discrezionalità goduta dai giudici all'interno dei valori minimo e massimo della forchetta ad essere criticata, anche se, nell'elaborazione concreta, tale discrezionalità veniva limitata attraverso una pluralità di indicatori che hanno, poi, trovato puntuale conferma nelle nuove tabelle.

A conferma che il problema centrale nei nuovi equilibri della responsabilità civile è costituito dalla quantificazione del danno non patrimoniale, si precisa subito che il risarcimento massimo liquidabile nel caso di perdita di un figlio o di un genitore ammonta a 336.500 euro, salvo la sussistenza di circostanze eccezionali; mentre per fratelli e nipoti il totale monetario non può superare 146.120 euro.

Questo importo viene, poi, diviso in cento punti dal valore singolo di 3.365 euro. In tal modo, le nuove tabelle mantengono gli stessi valori risarcitori previsti nelle precedenti formulazioni al massimo punto della forchetta. Per collocare i 100 punti vengono presi in considerazione cinque criteri:
a) età della vittima primaria;
b) età della vittima secondaria;
c) situazione di convivenza tra i due soggetti;
d) presenza eventuale di altri congiunti superstiti;
e) qualità ed intensità della relazione.

La decisione del Tribunale di Milano dell'11 luglio 2022

Nel ruolo della X Sezione del Tribunale di Milano non sono certamente poche, almeno si immagina, le cause che devono affrontare il profilo della liquidazione del danno da relazione parentale.
I nuovi criteri entrati in vigore meno di due settimane prima trovano per la prima volta applicazione nella sentenza del Tribunale di Milano n. 6059 dell'11 luglio 2022, avente ad oggetto il doloroso caso della figlia di un cacciatore ucciso per errore in una battuta di caccia al cinghiale in terra toscana (nel procedimento penale era stata esclusa la relativa responsabilità, affermata in sede civile per l'applicazione del più semplice criterio del più probabile che non).

L'occasione è propizia per il Presidente Spera per tracciare non solo una breve storia della liquidazione del danno da relazione parentale, ma anche per dar conto del lavorìo percorso dall'Osservatorio della giustizia civile al fine di giungere all'attuale formulazione delle tabelle dopo l'intervento della Corte di cassazione. Quasi, verrebbe a dirsi, un'interpretazione storica e autentica delle nuove tabelle e una sentenza che è quindi quasi un piccolo saggio.

Si ricorda come il bene giuridicamente tutelato (appunto la relazione affettiva con la vittima primaria) fosse stato per la prima volta riconosciuto dalla lettura costituzionale dell'art. 2059 c.c. nel 2003 (con le sentenze “gemelle” del 31 maggio nn. 8827 e 8828) e, poi, proseguita, nonostante qualche opinione dissenziente, con le decisioni delle Sezioni Unite della Corte di cassazione dell'11 novembre. Si ribadisce, poi, in rassegna l'importanza, in termini generali, delle tabelle come momento ineludibile per realizzare uniformità e uguaglianza.
Il Tribunale di Milano ricorda che la loro finalità era quella di raggiungere una maggiore uniformità nei criteri di risarcimento del danno non patrimoniale: insomma, la stella polare del sistema era costituita dal principio di uguaglianza, per cui la salute dei cittadini deve ricevere a parità di lesione lo stesso riconoscimento risarcitorio.

Sono ricordate, poi, e qui si avverte una sorta di coinvolgimento soggettivo, le considerazioni sulla “vocazione nazionale” delle tabelle milanesi svolte dalla decisione c.d. Amatucci (Cass. 12408/2011) e la scelta compiuta in tema di danno da relazione parentale di non fare “ricorso alla tecnica del punto variabile” ma di puntare diversamente su “una forbice edittale risarcitoria che consente di tenere conto di tutte le circostanze del caso concreto tipizzabili”.

La “vocazione nazionale” delle tabelle milanesi viene però scossa dall'intervento della Cassazione con la decisione c.d. Scoditti (Cass. 10579/2021) che le critica apertamente: il danno deve cioè essere liquidato seguendo una tabella a punti, che preveda, oltre l'adozione del criterio a punto, l'estrazione del valore medio del punto dai precedenti e la modularità e l'elencazione delle circostanze di fatto rilevanti, tra le quali, da indicare come indefettibili, l'età della vittima, l'età del superstite, il grado di parentela e la convivenza, nonché l'indicazione dei relativi punteggi, da valutarsi, comunque, in ragione della particolarità e della eventuale eccezionalità del caso di specie.

Tra il 2021 e il 2022, sulla determinazione del danno da relazione parentale emerge, così, in modo netto il contrasto tra le due più importanti tabelle giudiziali, quelle milanesi e quelle capitoline, con sullo sfondo l'approntamento delle tabelle uniche nazionali che potrebbero disinnescare le tensioni tra la pluralità di tabelle adottate negli uffici giudiziari italiani.

E la sentenza è candida nell'ammettere la posizione contraria dell'Osservatorio nell'aderire alle tabelle capitoline, uniche già strutturate a punti, e a voler invece mantenere la continuità delle tabelle milanesi, tenendo presente quattro precisi paletti (i valori monetari delle tabelle milanesi; gli importi liquidabili secondo la regola della coerenza con il monitoraggio; il rispetto dei principi fissati dalla Cassazione e infine la negazione assoluta che il risarcimento possa mai tradursi in un mero calcolo matematico, con elusione degli oneri di allegazione).

E il Tribunale di Milano qui ricorda una bella, recente decisione della Cassazione sul fatto che i giudici di merito mai devono appiattirsi nel loro percorso motivazionale alle indicazioni quantitative presenti nelle tabelle. L'elaborazione della sentenza esige necessariamente qualcosa di più: è necessario cioè che “…il giudice di merito …provveda a valutare analiticamente – senza ricorrere ad apodittiche affermazioni che riducono la motivazione ad una sostanziale dimensione di apparenza – tutte le singole circostanze di fatto che risultino effettivamente specifiche e individualizzanti, allo scopo di non ricadere nel vizio consistente in quella surrettizia liquidazione del danno non patrimoniale in un danno forfettario o (peggio) in re ipsa che caratterizza tanta parte dello stile c.d. tabellare in tema di perdita del rapporto parentale” (cfr. Cass., 11 aprile 2022, n. 11689, cit).

Si finisce, poi, con la determinazione del quantum, utilizzando i punti predefiniti, non attribuendone nessuno al criterio della convivenza e 25 invece al criterio che misura l'intensità del rapporto affettivo.

Alcune conclusioni sulle nuove tabelle

L'ampia discrezionalità presente nella precedente versione delle tabelle, la c.d. forbice, viene, quindi, fortemente ridotta e circoscritta.
Certo è che l'attribuzione di punti in via automatica in ragione dell'età e della convivenza, oltre che della sussistenza di altri congiunti, porterà il risarcimento concesso assai vicino a quella di un danno in re ipsa.

Tale appiattimento pare comunque inevitabile: allontanandosi da un modello di completa discrezionalità il sistema non poteva non sfociare in criteri più prevedibili e certi, in coerenza con una giustizia che vuole essere sempre più predittiva e che richiede decisioni calcolabili.
Centrale importanza assume il quinto criterio che tempera l'automatismo dei primi, attribuendo al giudice la possibilità di concedere sino ad un massimo di trenta punti per la relativa liquidazione a ragione della qualità e della intensità della relazione affettiva propria di ciascun rapporto in base al quale “si terrà conto della qualità ed intensità della relazione affettiva che caratterizzava lo specifico rapporto parentale perduto, sia in termini di sofferenza interiore patita (da provare anche in via presuntiva) sia in termini di stravolgimento della vita della vittima secondaria (dimensione dinamico relazionale), valutando se procedere alla liquidazione del parametro”.

Le due componenti del danno che potranno essere prese in considerazione valgono, però, meno di un terzo dei punti globali. Evidentemente, l'Osservatorio ha voluto privilegiare esigenze di certezza attribuendo più punti a età, convivenza e sussistenza di altri congiunti, lasciando alla dinamica istruttoria, auspicabilmente già nella fase liquidatoria, l'allegazione e prova di circostanze di fatto rilevanti per addivenire ad una più completa liquidazione del danno.

Con le nuove tabelle sul danno da relazione parentale, l'Osservatorio milanese vuole recuperare la posizione di primazia tra le diverse tabelle applicate negli uffici giudiziari italiani, posizione che aveva avuto sino quasi al 2020 e che aveva, però, progressivamente perso con l'approvazione della legge n. 124/2017 (che ha riformulato l'art. 138 cod. ass. riguardante r.c. auto e r.c. medica ma che è, poi, diventata la lex generalis in materia di risarcimento del danno alla persona) e con l'ordinanza n. 7513 del 2018 del “decalogo del danno non patrimoniale”, portato dell'emersione dei nuovi orientamenti all'interno della Terza Sezione della Cassazione.

Il risarcimento del danno alla persona continuerà, però, ad essere diverso, in termini quantitativi e qualitativi, a seconda delle tabelle applicate e questo è sicuramente un dato sul quale si deve riflettere.

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