Azione avverso il silenzio con richiesta di pronunciarsi sulla fondatezza della pretesa dedotta in giudizio (art. 117)

Maurizio Santise

Inquadramento

Qualora sussista un'attività vincolata o non residui un potere discrezionale in capo alla stessa e non siano necessaria ulteriori adempimenti istruttori, il ricorrente può chiedere al giudice amministrativo di pronunciarsi anche sulla fondatezza della pretesa dedotta in giudizio. In quest'ultimo caso, si tratta di un giudizio di condanna ad un facere, sulla falsariga della condanna all'adempimento, come è evidente dall'art. 34, comma 1, lett. c), c.p.a. che, nel codificare l'azione di condanna al rilascio di un provvedimento richiesto, precisa che la stessa è esercitata nei limiti di cui all'art. 31, comma 3 c.p.a.

Il giudizio sul silenzio inadempimento, quindi, è sensibilmente cambiato rispetto a quello originariamente previsto dall'art. 21-bis l. n. 1034/1971, come introdotto dall'art. 2 della l. n. 205/2000, che aveva ad oggetto solo l'accertamento dell'obbligo di provvedere della p.a., come aveva chiarito il Cons. St., Ad. plen., n. 1/2002.

Formula

TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE SEDE ....

RICORSO EX ART. 117 C.P.A.

Nell'interesse di

- [PERSONA FISICA], nato/a a .... il .... (C.F. ....), residente in ...., via/piazza .... n. ...., elettivamente domiciliato/a in ...., via/piazza ...., n. ...., presso lo studio dell'Avv. ...., C.F. ...., PEC: ...., fax ...., che lo/la rappresenta e difende in forza di procura speciale alle liti .....

- [PERSONA GIURIDICA], con sede legale in ...., via/piazza ...., n. ...., iscritta nel registro delle imprese di ...., n. ...., P.I. ...., in persona del legale rappresentante pro tempore, elettivamente domiciliato/a in ...., via/piazza ...., n. ...., presso lo studio dell'Avv. ...., C.F. ...., PEC: ...., fax ...., che la rappresenta e difende in forza di procura speciale alle liti .....

[Per tutte le future comunicazioni e notifiche di cancelleria si indicano l'indirizzo di posta elettronica certificata .... ed il numero di fax .....]

- ricorrente -

CONTRO

- [AMMINISTRAZIONE/ENTE/AUTORITÀ], in persona del legale rappresentante pro tempore, [per legge rappresentata e difesa dall'Avvocatura generale/distrettuale dello Stato],

- resistente -

E NEI CONFRONTI DI

- Sig./Sig.ra .... residente in ...., via/piazza .... n. ....

- controinteressato -

Per l'accertamento dell'illegittimità del silenzio/inerzia e la condanna all'adozione del provvedimento richiesto

serbato dal Comune di .... nel procedimento iniziato con istanza presentata dalla società ricorrente in data .... e non concluso entro il termine dalla stessa fissato del ....

FATTO

In data .... il ricorrente .... presentava istanza di ....

Il Comune trascorsi i termini previsti dalla legge non emanava alcun provvedimento.

Con atto del .... il ricorrente diffidava l'amministrazione ad emanare il provvedimento richiesto; nonostante tale, il Comune restava silente.

A questo punto, il propone l'odierno ricorso per contestare il silenzio serbato dal Comune sull'istanza del .... che è illegittimo per i seguenti motivi.

MOTIVI

1. Violazione art. 2 l. n. 241/1990

Il silenzio serbato dall'amministrazione resistente sull'istanza presentata dalla società ricorrente è illegittimo, perché formatosi in violazione dell'art. 2 l. n. 241/1990, il quale stabilisce che, in ogni caso, il procedimento deve concludersi entro trenta giorni dalla presentazione dell'istanza.

Nel caso di specie non ampiamente decorsi i termini di legge per provvedere. Ne deriva, pertanto, che il silenzio serbato dall'amministrazione resistente è illegittimo.

Sussiste, peraltro, anche l'obbligo a provvedere sull'istanza di parte. In quest'ottica il Consiglio di Stato ha chiarito che si verifica un silenzio-inadempimento da parte della Pubblica amministrazione tutte le volte in cui essa contravviene ad un preciso obbligo di provvedere, e tanto sia in base ad espresse previsioni di legge, sia nelle ipotesi che discendono dai principi generali o dalla peculiarità del caso (Cons. St. IV, n. 5529/2016).

(Indicare eventuale norme speciali che fondano un obbligo a provvedere dell'amministrazione).

2. (Indicare altri motivi di ricorso legati alla disciplina speciale).

In considerazione dei motivi appena illustrati, il ricorrente chiede che il giudice amministrativo, in via preliminare, accerti l'illegittimità del silenzio serbato dall'amministrazione resistente sull'istanza presentata dalla Società ricorrente in data ....

Conseguentemente, considerato che l'attività del Comune è vincolata o, comunque, non residuano margini di discrezionalità e il quadro istruttorio è completo, accerti la fondatezza della pretesa sostanziale fatta valere, anche adottando il provvedimento amministrativo richiesto.

P.Q.M.

Il ricorrente, come in epigrafe rappresentato e difeso, chiede che codesto Ecc.mo T.A.R. di .... voglia:

1) accertare l'illegittimità del silenzio/inerzia serbato dall'Amministrazione resistente;

2) per l'effetto, ordinare a quest'ultima di emanare il provvedimento richiesto dalla società ricorrente entro il termine di giorni trenta dalla comunicazione/notifica della sentenza;

3) prevedere, fin d'ora, la nomina di un Commissario ad acta nell'ipotesi in cui l'inerzia della p.a. sia ulteriormente protratta oltre il termine assegnato da codesto G.A., ponendo i conseguenti costi a suo carico.

Con vittoria di spese e onorari.

Si producono i seguenti documenti:

1) [Copia dell'istanza presentata dalla società ricorrente]

2) [ ....]

Ai sensi dell'art. 13, comma 6-bis, d.P.R. n. 115/2002 («Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia»), si dichiara che il valore del presente procedimento è pari a Euro ..... Il contributo unificato, già versato, dovrà, pertanto, applicarsi nella misura determinata in relazione allo scaglione di appartenenza, per un importo pari a Euro .... [rinvio a Formula “Dichiarazione ai fini del contributo unificato”]

Luogo e data ....

Firma Avv. [1]....

PROCURA

[V. formula “Procura speciale alle liti rilasciata a singolo avvocato” e formule correlate]

ISTANZA ABBREVIAZIONE DEI TERMINI (EVENTUALE)

[V. formula “Istanza abbreviazione dei termini”]

RELATA DI NOTIFICA

[V. formula “Relata di notifica a persona fisica e formule correlate”]

DEPOSITO INFORMATICO

Ai sensi e per gli effetti dell'art. 136, comma 2, c.p.a., il presente atto è depositato con modalità telematiche [2].

[1]Per i ricorsi depositati in giudizio dopo la data del 1° gennaio 2017 e, quindi, soggetti alla normativa sul processo amministrativo telematico (PAT), l'atto di parte sottoscritto dal difensore, deve essere redatto in forma di pdf nativo digitale sottoscritto con firma PAdES e depositata in giudizio con le modalità telematiche previste dall'art. 6 delle Specifiche tecniche del PAT di cui all'all.to 2 del d.P.C.S. 28 luglio 2021 (attraverso il modulo denominato “ModuloDepositoRicorso”).

[2]Gli allegati al ricorso sono depositati insieme a quest'ultimo utilizzando il “ModuloDepositoRicorso”, reperibile sul sito istituzionale (www.giustizia-amministrativa.it) seguendo le istruzioni ivi rese disponibili (art. 6, comma 1, delle Specifiche tecniche del PAT – all.to 2 al d.P.C.S. 28 luglio 2021). Tale modalità si applica, ai sensi dell'art. 13, comma 1-ter, dell'allegato 2 al c.p.a. (introdotto dall'art. 7, del d.l. n. 168/2016) ai giudizi introdotti con i ricorsi depositati, in primo o in secondo grado, a far data dal 1° gennaio 2017. Ai ricorsi depositati anteriormente a tale data, continuano ad applicarsi, fino all'esaurimento del grado di giudizio nel quale sono pendenti alla data stessa e comunque non oltre il 1° gennaio 2018, le norme previgenti. È stato definitivamente abrogato l'obbligo di depositare una copia cartacea conforme all'originale telematico del ricorso e degli scritti difensivi (cfr. art. 4 d.l. n. 28/2020).

Commento

Il c.p.a., in linea con la riforma della l. n. 241/1990 effettuata dalla l. n. 80/2005, ha espressamente previsto che il giudice amministrativo può pronunciare sulla fondatezza della pretesa dedotta in giudizio, e non più dell'istanza, solo quando si tratta di attività vincolata o quando risulta che non residuino ulteriori margini di esercizio della discrezionalità e non sono necessari adempienti istruttori che debbano essere compiuti dall'amministrazione.

La norma, quindi, prospetta un giudizio sul silenzio inadempimento a due anime: quella tradizionale, volta al mero accertamento dell'obbligo di provvedere che sfocia, ai sensi dell'art. 117, comma 2, in una condanna per la p.a. di provvedere entro un termine non superiore, di norma, a trenta giorni. E una variante in cui il giudice del silenzio può condannare la p.a. ad adottare il provvedimento richiesto.

Per l'ammissibilità del ricorso, in ogni caso, deve essere scaduto il termine per provvedere, applicandosi altrimenti l'art. 34, comma 2, secondo cui in nessun caso il giudice può pronunciarsi con riferimento a poteri non ancora esercitati. Si tratta di un'applicazione del principio di separazione dei poteri che impedisce al giudice di sostituirsi alla p.a. se la stessa non è inadempiente rispetto all'obbligo a provvedere.

Il rito sul silenzio implica, quindi, particolare cautela nel delineare i poteri del giudice amministrativo in relazione ad una vicenda in cui la p.a. non ha adottato il provvedimento amministrativo.

Per tali motivi l'accertamento della fondatezza della pretesa presuppone un'attività vincolata in relazione al quale il giudice amministrativo può sostituirsi alla p.a. perché il parametro di riferimento dell'azione amministrativa è integralmente contenuto nella legge.

In quest'ottica la giurisprudenza ha chiarito che l'istituto del silenzio inadempimento non può trovare applicazione allorquando si sia in presenza di atti a contenuto generale rimessi alla scelta discrezionale dell'Amministrazione e rispetto alla quale non sia configurabile un interesse qualificato del privato tale da poter rivendicare l'esistenza di un obbligo per l'Ente di adottare atti a contenuto pianificatorio, come ad esempio una variante al regolamento urbanistico comunale (T.A.R. Firenze (Toscana) I, 31 marzo 2017, n. 499).

Parimenti nel caso in cui non residuino ulteriori margini di discrezionalità e non sia necessario procedere con adempimenti istruttori, il giudice amministrativo può accertare la spettanza del bene della vita perché l'attività amministrativa è in concreto vincolata. Esempi si possono rinvenire nel provvedimento che attua un accordo procedimentale ai sensi dell'art. 11 l. n. 241/1990 o emesso in seguito ad un parere vincolante.

Il g.a. può, quindi, accertare la spettanza del bene della vita e condannare la p.a. ad adottare il relativo provvedimento, solo in presenza delle condizioni prima citate, tutte accomunate dalla comune caratteristiche di non comportare alcuna discrezionalità in capo alla p.a. Inoltre, il penetrante potere del g.a. è precluso anche in presenza di un quadro fattuale ancora non chiaro che suggerisce alla p.a. di porre in essere adempimenti istruttori. Ne deriva che il g.a. non potrà avvalersi dei propri mezzi istruttori per accertare tali lacune, spettando all'autonomia della p.a. tale scelta.

Può, quindi, ritenersi, senza eccessivi timori, che l'azione di adempimento sia ormai entrata a pieno titolo nel giudizio amministrativo.

Coglie questa connessione il Consiglio di Stato, secondo cui l'ammissibilità, in via generale, di un'azione di condanna pubblicistica (cd. azione di esatto adempimento) tesa a una pronuncia che, per le attività vincolate, costringa la p.a. ad adottare il provvedimento satisfattorio, è ricavabile dall'applicazione dei principi costituzionali e comunitari in materia di pienezza ed effettività della tutela giurisdizionale, dall'interpretazione della portata espansiva delle specifiche ipotesi previste dall'art. 31 comma 3 del codice, in materia di silenzio, dall'art. 124 in materia di contratti pubblici, oltre che dall'art. 4 d.lgs. n. 198/2009, in materia di azione collettiva di classe, e, soprattutto, dalla dizione ampia dell'art. 30, comma 1 del codice, che non tipizza i contenuti delle pronunce di condanna, e, quel che più conta, non limita dette statuizioni ai soli casi privatistici del risarcimento del danno e della lesione di diritti soggettivi nelle materie di giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo (Cons. St. V, n. 6002/2012).

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