Attestazione di conformità degli atti processuali di parte e dei provvedimenti del Giudice estratti dal fascicolo informatico (art. 136, comma 2-ter)InquadramentoCon l'art. 7, comma 1, lett. b) n. 3) del d.l. n. 168/2016, convertito, con modificazioni dalla l. n. 197/2016, che ha aggiunto all'art. 136 c.p.a. il nuovo comma 2-ter, è stata attribuita anche al difensore impegnato nel processo amministrativo telematico (analogamente a quanto già previsto, per il PCT, dall'art. 16-bis, comma 9-bis, del d.l. n. 179/2012) la possibilità – oltre che di prendere visione ed estrarre direttamente dal fascicolo informatico la copia degli stessi – di attestare la conformità all'originale di atti di parte o provvedimenti del Giudice ivi presenti come originali informatici – ma anche quali copie informatiche di originale analogico –, al fine di poterli utilizzare processualmente con il medesimo valore giuridico degli originali, con esonero dal pagamento dei diritti di copia. L'apposizione dell'attestazione attribuisce alla copia lo stesso valore giuridico dell'originale da cui è tratta. Nel compimento dell'attestazione di conformità, per espressa previsione legislativa, i difensori assumono ad ogni effetto la veste di pubblici ufficiali. Il d.lgs. 149 del 2022 ha introdotto il nuovo Capo II del Titolo V-ter, disp. att. c.p.c., costituito dagli artt. dal 196 octies al 196 undecies c.p.c., contenente una nuova autonoma disciplina delle attestazioni di conformità delle copie e delle certificazioni di conformità. E’ stato tuttavia osservato in una recente Relazione dell’Ufficio Studi della GA che tali innovazioni introdotte nel PCT dalle norme di cui al nuovo Titolo Titolo V-ter delle disposizioni di attuazione del codice di procedura civile non sembrano destinate ad incidere più di tanto sul processo amministrativo, in quanto, in forza del combinato disposto dell’art. 13, disp. att. c.p.a., da un lato, e delle analitiche previsioni contenute nel d.P.C.S. 28 luglio 2021, dall’altro lato, il processo amministrativo telematico è già dotato di una disciplina autosufficiente, destinata a non essere modificata dalle recenti modifiche introdotte dal legislatore delegato. Formula
ATTESTAZIONE DI CONFORMITÀ DEGLI ATTI PROCESSUALI DI PARTE E DEI PROVVEDIMENTI DEL GIUDICE ESTRATTI DAL FASCICOLO INFORMATICO (ART. 136, COMMA 2- TER C.P.A.) Ai sensi e per gli effetti dell'art. 136, comma 2-ter, c.p.a. il sottoscritto Avv. .... [1] attesta che la presente copia .... [2] è conforme all'atto processuale di parte/ al provvedimento n. .... contenuto nel fascicolo informatico .... [3] incardinato presso .... [4] , dal quale è stata estratta dal sottoscritto difensore. Luogo e data .... Firma Avv. .... [5] [1]Va inserito il nome del difensore che procede all'estrazione del provvedimento/atto di parte dal fascicolo informatico. Va inoltre rammentato che l'art. 136, comma 2-ter del c.p.a, a differenza del PCT, attribuisce tale potere esclusivamente al difensore, che a tal fine assume a tutti gli effetti di legge la qualità di pubblico ufficiale. [2]Va indicato se si tratta di una copia cartacea o di una copia informatica. La copia estratta dal fascicolo può infatti essere tanto una copia cartacea, ottenuta previa stampa del file, apposizione della formula di autenticazione e sottoscrizione autografa, quanto una copia informatica, formata su un supporto informatico sottoscritto con firma digitale. Secondo le definizioni del d.lgs. n. 82/2005 (CAD), la copia informatica di documento informatico (lett. i-quater), è qualificata come «il documento informatico avente contenuto identico a quello del documento da cui è tratto su supporto informatico con diversa sequenza di valori binari». Si avrà, in tal caso, identità di contenuto, ma non di forma, testimoniata dalla diversa sequenza di bit. L'ipotesi tipica è la conversione di un file di testo (doc, odt) in un file PDF: operazione che costituisce la regola nel Processo Telematico, in cui l'atto processuale è in formato PDF ottenuto da una trasformazione di un documento testuale, senza restrizioni per le operazioni di selezione e copia di parti. L'attestazione di conformità non e invece necessaria nel caso di duplicato informatico dell'originale del provvedimento contenuto nel fascicolo informatico. L'articolo 1 del d.lgs. n. 82/2005 individua il duplicato informatico nel “documento informatico ottenuto mediante la memorizzazione, sullo stesso dispositivo o su dispositivi diversi, della medesima sequenza di valori binari del documento originario”: si tratta dell'ipotesi di riversamento diretto di un file, esattamente identico non solo in contenuto e forma, ma anche sotto il profilo della sequenza binaria che lo descrive all'interno dell'elaboratore. [3]Va indicato il Numero di Registro Generale [4]Va indicato l'ufficio giudiziario presso cui pende il ricorso [5]A seconda che la copia estratta sia cartacea o digitale, verrà apposta firma autografa o firma digitale. Se la copia estratta non è finalizzata ad essere depositata nel PAT, non occorre che si tratti di firma PAdES. CommentoIl nuovo art. 136, comma 2-ter c.p.a. introduce nel processo amministrativo il potere (rectius: dovere) di attestazione di conformità del difensore al fine di poter utilizzare processualmente copia degli atti di parte e dei provvedimenti del Giudice contenuti nel fascicolo processuale. La disposizione si applica ogni qual volta il difensore abbia la necessità di estrarre dal fascicolo informatico copie alle quali possa quindi attribuirsi il valore legale di “copie autentiche” aventi il medesimo valore dell'originale di atti e provvedimenti presenti nel fascicolo medesimo: la copia munita dell'attestazione di conformità, infatti, equivale all'originale o alla copia conforme dell'atto o del provvedimento. Non sussiste, pertanto, tale necessità sia quando il difensore intenda semplicemente scaricare dal fascicolo informatico semplici copie “uso studio” né quando sia possibile scaricare dal fascicolo veri e propri “duplicati” [6] dell'originale informatico, come ad esempio i provvedimenti del Giudice sottoscritti con firma digitale. La copia potrà essere estratta tanto come copia analogica quanto come copia informatica. In ogni caso, non saranno dovuti i diritti di copia. Non è invece possibile attestare la conformità all'originale dei documenti presenti nel fascicolo informatico (ad esempio: i documenti prodotti dalle parti come prove) che, comunque, possono essere visionati e stampati in cartaceo per finalità “uso studio”. A differenza di quanto previsto dall'art. 16-bis, comma 9-bis, d.l. n. 179/2012, nel PAT il potere di attestazione di conformità – anche ai fini dell'estrazione di copie autentiche di atti e provvedimenti contenuti nel fascicolo informatico – è attribuito esclusivamente agli avvocati. Per quanto riguarda il PAT, inoltre, tale potere può essere esercitato con esclusivo riferimento ai ricorsi depositati dopo la data del 1° gennaio 2017. Inoltre, sempre a differenza del PCT, il potere di attestazione di conformità si limita ad atti di parte e provvedimenti presenti nel fascicolo informatico di S.I.G.A. e non può quindi essere esercitato con riferimento ai provvedimenti trasmessi dalla segreteria a mezzo PEC. Qualora i difensori si avvalgano di tale facoltà, anziché richiedere copia alla segreteria, sono esonerati dal versamento dei diritti di copia [7]. L'unica eccezione è costituita dal rilascio della copia autentica della formula esecutiva ai sensi dell'art. 475 del c.p.c., che resta di competenza esclusiva delle segreterie degli uffici giudiziari. Né la norma primaria né il d.P.C.S. 28 luglio 2021, recante le regole tecniche del processo amministrativo telematico contengono previsioni attuative del potere in questione. È bene precisare, tuttavia, che l'attestazione di conformità deve riguardare in modo specifico ogni singolo atto o provvedimento estratto dal fascicolo informatico. In mancanza di precise regole tecniche di riferimento, qualora la copia sia destinata ad uso diverso della notifica, si può quindi procedere all'attestazione di conformità: a) mediante dichiarazione contenuta in atto redatto in formato PDF sottoscritto con firma digitale, congiunto materialmente alla copia informatica estratta dal fascicolo; b) mediante dichiarazione autografa debitamente sottoscritta, apposta in calce o a margine della copia estratta dal fascicolo o su foglio separato, che sia però congiunto materialmente alla medesima; c) se, invece, la copia conforme è costituita da una copia informatica destinata alla notifica, secondo quanto prescritto dall'art. 16-undecies del d.l. n. 179/2012 – applicabile anche nel processo amministrativo in virtù del rinvio di cui all'art. 39, comma 2, c.p.a. – l'attestazione di conformità andrà inserita nella relazione di notificazione. Trattandosi di attestazione compiuta da pubblico ufficiale, qualora se ne voglia contestare la veridicità unico rimedio possibile è la proposizione di querela di falso (Cass. pen. n. 26066/2004). [6]Il duplicato informatico trova la sua definizione nell'art. 1 lett. i-quinquies) del CAD, che lo definisce come il “documento informatico ottenuto mediante la memorizzazione della medesima sequenza di valori binari del documento originario”. Si tratta, quindi, di una specie di “clone” dell'originale. Tale natura esclude quindi la necessità di una sua attestazione di conformità da parte dell'avvocato. In caso di notifica via PEC del duplicato informatico, poiché il destinatario dell'atto potrebbe non capire che l'atto notificato corrisponde a un duplicato, onde evitare di subire eccezioni o opposizioni fastidiose, appare opportuno attestare la conformità o indicare nella relata che si sta procedendo a notificare un duplicato informatico. Si tratta di una mera precauzione, per evitare che il destinatario possa ritenere che si tratti di una semplice copia informatica non autenticata, considerato anche che i duplicati informatici di provvedimenti giudiziali estratti dal fascicolo informatico non contengono la “coccardina” ed il “timbro” azzurro contenente il numero del provvedimento e il numero di ruolo del procedimento in cui sono stati emessi. Tali segni grafici, pur nulla dicendo dell'effettiva efficacia legale del documento, sono spesso utilizzati dagli operatori per una riconoscibilità immediata di quanto ricevuto. Inoltre, è doveroso segnalare anche che non si deve sottoscrivere digitalmente il duplicato informatico, quantomeno al fine di evitare di alterarne la struttura. Attualmente, per quanto riguarda i provvedimenti del Giudice, il difensore può scegliere se estrarre una copia informatica (selezionando il tasto “Visualizza”) o un duplicato informatico (selezionando il tasto “Visualizza firmato”). Per quanto attiene, invece, gli atti depositati dalla parte, non è ancora certa la possibilità di estrarre il duplicato informatico, dal momento che esiste unicamente la funzione “Visualizza”. [7]Si rammenta che il pagamento del diritto di copia non è dovuto per le c.d. “copie uso studio” dei provvedimenti rinvenibili nel sito istituzionale della G.A., attraverso il Motore di ricerca, che in quanto prive di valore giuridico sono liberamente consultabili. |