Istanza di autorizzazione alla notifica ex art. 52 c.p.a.

Ines Pisano

Inquadramento

L'art. 52, comma 2, del c.p.a. – intitolato “Termini e forme speciali di notificazione” – prevede che il presidente “può” autorizzare la notificazione del ricorso o di provvedimenti anche direttamente dal difensore con qualunque mezzo idoneo, compresi quelli per via telematica o fax, ai sensi dell'art. 151 c.p.c. Rispetto alle modalità ordinarie di notificazione, disciplinate dalle leggi speciali, alle quali l'art. 39, comma 2, del codice espressamente rinvia si tratta, quindi, di forme “speciali” di notificazione, che necessitano di specifica autorizzazione rimessa alla valutazione (insindacabile) del Giudice solo in quanto si tratti da modalità peculiari che esulano dalle ordinarie modalità di notificazione. La norma riprende, quasi testualmente, l'art. 148 comma 2-bis del c.p.p., ai sensi del quale “L'autorità giudiziaria può disporre che le notificazioni o gli avvisi ai difensori siano eseguiti con mezzi tecnici idonei”, interpretata dalla giurisprudenza nel senso di ricomprendere anche gli strumenti di comunicazione telematica [1]

[1]In tema di notifiche ai difensori, l'art. 148, comma 2-bis, c.p.p., consente la notifica “con mezzi tecnici idonei”, tra cui va ricompresa la trasmissione telematica se certificabile, e ciò a prescindere dall'emanazione da parte del Ministero della giustizia dei decreti attuativi, destinati a regolamentare l'utilizzo della PEC, secondo quanto previsto dall'art. 16 della l. n. 179/2012 (Cass. pen. VI, n. 51348/2016).

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Formula

TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE DI .... [2]

ISTANZA DI AUTORIZZAZIONE ALLA NOTIFICA EX ART. 52 C.P.A.

Il/i sottoscritto/i Avv./i .... C.F. .... nel ricorso .... proposto nell'interesse di:

- [PERSONA FISICA] [3] , nato/a a .... il .... C.F. ...., residente in ...., via/piazza .... n. ...., elettivamente domiciliato/a ai fini dell'art. 25 c.p.a. [ [4] in ...., via/piazza ...., n. ...., presso lo studio dell'Avv. .... [5] che la rappresenta e difende in forza di procura speciale alle liti ....;

- [PERSONA GIURIDICA] [6] , con sede legale in ...., via/piazza ...., n. .... iscritta nel registro delle imprese di ...., n. ...., P.I. ...., in persona del legale rappresentante pro tempore, elettivamente domiciliato/a ai fini dell'art. 25 c.p.a. in ...., via/ piazza ...., n. ...., presso lo studio dell'Avv. .... [7] , C.F. .... [8] , che la rappresenta e difende in forza di procura speciale alle liti .... [9]

PREMESSO

- che il sottoscritto difensore intendere procedere alla notifica [del ricorso introduttivo del giudizio/motivi aggiunti/provvedimento] nei confronti di ....;

- che per ragioni di urgenza [10] non può procedersi alla notifica con l'ordinaria modalità cartacea;

- che la notifica non può essere effettuata con modalità telematiche a mezzo PEC, ai sensi dell'art. 3-bis l. n. 53/1994, per la seguente ragione:

a) il destinatario della notifica è un controinteressato privo di indirizzo PEC;

b) il destinatario della notifica è una amministrazione pubblica alla quale la notifica deve essere effettuata in proprio, che non ha comunicato il proprio indirizzo PEC ai sensi dell'art. 16-ter d.l. n. 179/2012 al Ministero della Giustizia, al fine dell'inserimento nel pubblico elenco di cui all'art. 16, comma 12, d.l. n. 179/2012;

Per tali motivi, visto l'art. 52 comma 2 c.p.a.;

CHIEDE

che l'Ill.mo Giudice adito voglia autorizzare la notifica [del ricorso introduttivo del giudizio/motivi aggiunti/provvedimento] nei confronti di ....:

- a mezzo fax (n.] riconducibile al destinatario in quanto .... [11]

oppure

- a mezzo PEC inviata all'indirizzo ...., non risultante da pubblici elenchi di cui all'art. 16-ter d.l. n. 179/2012, ma riconducibile al destinatario in quanto ....

oppure

- a mezzo invio di messaggio di PEC .... indirizzato all'indirizzo di posta elettronica semplice del destinatario .... riconducibile al destinatario in quanto ....

Luogo e data ....

Firma Avv. .... [12]

[2]L'istanza si propone al Presidente/Presidente di Sezione dell'ufficio giudiziario nel quale deve essere effettuato il deposito dell'atto introduttivo o dell'atto successivo al primo, qualora il fascicolo informatico sia stato già incardinato, ai sensi dell'art. 5 All. 1 d.P.C.S. 28 luglio 2021, con attribuzione di un Numero di Registro Generale. Tale ufficio giudiziario corrisponde a quello nella cui circoscrizione territoriale ha sede l'amministrazione che ha emesso l'atto, ovvero nel cui ambito regionale sono limitati gli effetti diretti dell'atto (cfr. art. 13, comma 1, c.p.a.). Nel caso di controversie relative al pubblico impiego, sussiste il foro speciale indicato dall'art. 13, comma 2 c.p.a. (ossia il T.A.R. nella cui circoscrizione è situata la sede di servizio).

[3]In tutti gli atti introduttivi di un giudizio e in tutti gli atti di prima difesa devono essere indicati le generalità complete della parte, la residenza o sede, il domicilio eletto presso il difensore ed il codice fiscale, oltre che della parte, anche dei rappresentanti in giudizio (art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011, conv., con mod., in l. n. 111/2011).

[4]La domiciliazione ai fini dell'art. 25 c.p.a. assolve alla esigenza, diversa da quella di cui all'art. 136 c.p.a., di consentire adempimenti tradizionalmente legati al mondo “cartaceo”, quali la notificazione effettuata con le tradizionali modalità o la comunicazione tramite biglietto di cancelleria, quando la comunicazione a mezzo PEC o fax sia impossibile.

[5]In caso di procura rilasciata a più difensori, si dovrà indicare per ciascuno di essi i dati indicati (C.F., fax, PEC etc.).

[6]In caso di proposizione del ricorso nell'interesse di una persona giuridica, si dovrà indicare la denominazione della società, la sede legale, l'eventuale iscrizione al registro delle imprese, la partita IVA, il codice fiscale, con l'indicazione del rappresentante legale per mezzo del quale la società sta in giudizio.

[7]In caso di procura rilasciata a più difensori, si dovrà indicare per ciascuno di essi i dati indicati (C.F., PEC, fax, etc.).

[8]L'indicazione del codice fiscale dell'avvocato è prevista, oltre che dall'art. 23, comma 50, d.l. n. 98/2011 conv. con modif. nella l. n. 111/2011, dall'art. 125, comma 1, c.p.c., come modificato dall'art. 4, comma 8, d.l. n. 193/2009 conv. con modif. nella l. n. 24/2010; con riferimento specifico al processo amministrativo, sebbene l'art. 40 c.p.a., lett. a), faccia riferimento generico agli “elementi identificativi” del ricorrente, del suo difensore e delle parti, tale indicazione è imposta dall'art. 13, comma 6-bis, d.P.R. n. 115/2002. Per i ricorsi incardinati dopo l'avvio del PAT, l'indicazione del C.F. del difensore e della parte, oltre che dell'indirizzo PEC e fax, è comunque richiesta anche nella compilazione dei campi del Modulo deposito.

[9]Per quanto riguarda gli atti di parte redatti con modalità telematiche dopo il 1° gennaio 2017, ai fini della procura si deve tener conto di quanto stabilito dall'art. 83 c.p.c. in combinato disposto con l'art. 8 del d.P.C.S. 28 luglio 2021.

[10]Ad esempio, tale forma di notifica potrebbe essere utile in caso di richiesta di decreto monocratico ex art. 56 c.p.a., quando l'amministrazione destinataria non sia titolare di indirizzo risultante da pubblico elenco ex art. 16, comma 12, d.l. n. 179/2012.

[11]Preferibilmente va indicato dove si è rinvenuto il numero di fax del destinatario (documentazione allo stesso riferibile, siti web etc.).

[12]Trattandosi di istanza apposta in calce all'atto di parte, ne segue le medesime forme e deve essere quindi redatta in forma di PDF nativo digitale sottoscritta con firma PADES.

Commento

L'art. 52, comma 2, del c.p.a. attribuisce al Giudice, nel processo amministrativo (in realtà, si tratta di potere attribuito solo Presidente o al magistrato da lui delegato) il potere di autorizzare la notificazione di atti processuali e di provvedimenti, anche direttamente da parte del difensore “con qualunque mezzo idoneo, compresi quelli per via telematica o fax”, ai sensi dell'articolo 151 del c.p.c. Tra i mezzi idonei, dunque, potrebbe astrattamente essere ricompresa anche la posta elettronica non certificata.

A rigore, la norma si riferisce letteralmente al solo “ricorso”, ma ben potrebbe trattarsi del ricorso incidentale, dei motivi aggiunti e anche di una memoria difensiva. Prima dell'entrata in vigore del PAT l'applicazione giurisprudenziale della norma aveva prevalentemente ad oggetto l'autorizzazione presidenziale delle notifiche a mezzo PEC di cui all'art. 3-bis della l. n. 53/1994[13], nelle more dell'emanazione delle regole tecniche del processo amministrativo, pubblicate con d.P.C.S. 28 luglio 2021 (in tal senso Cons. St. IV, n. 131/2017). Tale possibilità, dopo l'avvio del PAT [14], non può più essere posta in discussione, sebbene la notificazione a mezzo PEC costituisca ancora una mera facoltà, e non un obbligo del difensore [15].

Ciò non toglie che, nei casi in cui non sussistano i presupposti applicativi descritti dall'art. 3-bis della l. n. 53/1994 in cui il difensore può senz'altro procedere, senza autorizzazione del Giudice, alla notifica a mezzo posta elettronica semplice o a mezzo PEC, potrà ancora ricorrere anche in materia di notificazioni processuali al potere autorizzatorio di cui all'art. 52, comma 2, c.p.a. [16]: ad esempio, la norma potrà ancora essere efficacemente utilizzata nell'ambito dell'esigenza di notificare, in tempi rapidissimi, il ricorso nei confronti di soggetti privi di indirizzo PEC risultante da pubblici elenchi a tal fine utilizzabili ai sensi dell'art. 16-ter della l. n. 221/2012 – anche sulla base delle modifiche introdotte dall'art. 28 del d.l. n. 76/2020 – quali, ad esempio, i controinteressati in possesso di indirizzo di PEC privato [17]. L'applicazione di tale norma è stata utilizzata, ad esempio, dal T.A.R. Roma III-ter, ord. n. 10350/2017, al fine di consentire la trasmissione a mezzo PEC di copia (conforme all'originale) del ricorso ad una Ambasciata d'Italia a Città del Guatemala, affinché quest'ultima provveda, dando atto delle attività effettuate, alla consegna alle controinteressate; T.A.R. Roma II, ord. n. 5022/2017 ha autorizzato, ai sensi dell'art. 52 c.p.a., la notifica del ricorso ai controinteressati attraverso la pubblicazione sul web istituzionale di Roma Capitale.

Con riferimento specifico alla notifica del ricorso tributario tramite posta privata, Cass. sez. trib., n. 25521/2020 ha ritenuto non inesistente ma nulla e, perciò, sanabile per raggiungimento dello scopo in virtù della costituzione della parte resistente, quella effettuata mediante posta privata. A maggior ragione, sarebbe dunque possibile nel PAR richiedere la previa autorizzazione del Giudice con riferimento a tale modalità di notificazione.

La norma in commento, a differenza dell'art. 3-bis della l. n. 53/1994, non indica parametri di riferimento in ordine al contenuto del provvedimento del giudice e, quindi, alle modalità con cui la notificazione può essere disposta. In particolare, il Presidente non sembra vincolato alla ricognizione circa la sussistenza di situazioni di urgenza, tali da non potersi ricorrere alla notificazione con le tradizionali modalità cartacee.

La norma costituisce altresì fondamento della richiesta di autorizzazione all'integrazione del contraddittorio per pubblici proclami attraverso la pubblicazione sui siti web delle amministrazioni (T.A.R. Roma I-bis, n. 8181/2017; T.A.R. Roma III-bis, n. 6408/2016; T.A.R. Roma I, n. 8511/2016; T.A.R. Roma III-bis, n. 23921/2013).

Il ricorso a tale norma, più in generale, si giustifica ogni qualvolta si voglia procedere alla notifica con qualsiasi, non meglio precisato “mezzo idoneo, compresi quelli per via telematica o fax”.

Nell'ambito degli “strumenti telematici” utilizzabili ai fini delle notificazioni con modalità telematiche l'art. 52 c.p.a. prevede espressamente il telefax (si veda, però, T.A.R. Roma I-bis, n. 3938/2013, che evidenzia come secondo la normativa comunitaria e la convenzione esistente tra l'Italia e la Spagna, il fax non sarebbe un mezzo idoneo a perfezionare la notifica: a maggior ragione, in tal caso sarebbe stata necessaria la previa autorizzazione ex art. 52 c.p.a.), ma nell'ambito di questi può ad esempio rientrare anche la posta elettronica (specie per i dipendenti pubblici).

Le modalità con cui siffatta notificazione viene disposta devono, comunque, essere tali da non compromettere il diritto di difesa e del diritto al contraddittorio, tutelato dall'art. 24 Cost. come «inviolabile» in ogni stato e grado del processo, e devono trovare corrispondenza nello scopo dell'atto. Poiché la norma espressamente rinvia all'art. 151 del c.p.c. – modificato a seguito dell'emanazione del d.lgs. n. 196/2003 (Codice in materia di protezione di dati personali) – il Presidente, nel rilasciare tale autorizzazione, da un lato deve valutare la sussistenza di “circostanze particolari o esigenze di maggiore celerità”; dall'altro deve bilanciare tale modalità di notificazione con le esigenze di “riservatezza o di tutela della dignità” indicate dall'art. 151 c.p.c. L'esigenza di tutela dei dati personali appare particolarmente sentita nei casi in cui attraverso l'art. 52 c.p.a. debba autorizzarsi la notifica per pubblici proclami mediante pubblicazione sul sito web di una Autorità o di una Amministrazione (Cons. St., n. 1926/2012).

Per completezza, si evidenzia che la Corte costituzionale con decisione 20 novembre 2020, n. 242 ha affrontato il problema della ammissibilità dell'estensione delle norme previste nell'ambito della giustizia amministrativa nella specifica procedura di notificazione nei giudizi costituzionali, chiarendo che le notifiche a mezzo PEC, come previste nel processo amministrativo, non possono essere intese alla stregua di forme di notificazione speciali (che in quanto tali richiederebbero, a fini di utilizzo, l'autorizzazione ai sensi dell'art. 52, comma 1, c.p.a.), per giungere a ritenere che derivando la possibilità di notifica a mezzo PEC direttamente dalla legge, possa ritenersi applicabile anche al giudizio costituzionale la possibilità di procedere alla notificazione a mezzo della posta elettronica certificata (così superando la decisione precedente n. 200/2019 che aveva invece escluso il rilievo della notificazione del ricorso a mezzo PEC).

[13]Secondo altra tesi, nel processo amministrativo anche prima del PAT è riconosciuta all'avvocato la facoltà di notificare l'atto introduttivo del giudizio a mezzo di posta elettronica certificata, notificazione che non richiede l'autorizzazione presidenziale prevista dall'art. 52, comma 2, c.p.a. per le forme speciali di notificazione (Cons. St. VI, n. 2682/2015). Il contrasto giurisprudenziale ha dato di recente luogo alla rimessione della questione all'Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato, ai sensi dell'art. 99 c.p.a.

[14]Prima dell'emanazione del d.lgs. n. 104/2010, un timido tentativo di riconoscere la validità della notifica degli atti processuali nel processo amministrativo a mezzo PEC si riscontra in una isolata decisione giurisprudenziale.

[15]In tema di notifica del ricorso cartaceo dopo l'entrata in vigore del Processo amministrativo telematico, v. T.A.R. Roma II, 1° marzo 2017, n. 2993.

[16]Ai sensi di tale disposizione potrebbero, quindi, autorizzarsi notificazioni a mezzo PEC, nel giudizio di primo grado, alle amministrazioni pubbliche ad indirizzi PEC diversi da quelli di cui all'art. 16 comma 12 d.l. n. 169/2012 o ai controinteressati privi di indirizzi PEC risultanti da pubblici elenchi ma dotati di PEC personale; sia notificazioni a mezzo PEC della parte autorizzata a stare in giudizio personalmente (ex art. 23 c.p.a. “Difesa personale delle parti) o alla stessa destinate (ex art. 116 comma 3 c.p.a. “Rito in materia di accesso ai documenti amministrativi”, nell'ambito del quale “L'amministrazione può essere rappresentata e difesa da un proprio dipendente a ciò autorizzato), nei casi consentiti dal Codice del processo amministrativo.

[17]L'art. 56 c.p.a. (Misure cautelari monocratiche) prevede che prima della trattazione della domanda cautelare da parte del collegio, in caso di estrema gravità ed urgenza, tale da non consentire neppure la dilazione fino alla data della camera di consiglio, il ricorrente può, con la domanda cautelare o con distinto ricorso notificato alle controparti, chiedere al presidente del tribunale amministrativo regionale, o della sezione cui il ricorso è assegnato, di disporre misure cautelari provvisorie. In tal caso il presidente o un magistrato da lui delegato dovrà preliminarmente verificare che la notificazione del ricorso si sia perfezionata nei confronti dei destinatari o almeno della parte pubblica e di uno dei controinteressati e provvede con decreto motivato non impugnabile. La notificazione può avvenire da parte del difensore anche a mezzo fax. Si applica l'art. 55, comma 6. Qualora l'esigenza cautelare non consenta l'accertamento del perfezionamento delle notificazioni, per cause non imputabili al ricorrente, il presidente può comunque provvedere, fatto salvo il potere di revoca. Se la parte si avvale della facoltà di cui al secondo periodo del comma 2 le misure cautelari perdono efficacia se il ricorso non viene notificato per via ordinaria entro cinque giorni dalla richiesta delle misure cautelari provvisorie.

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