Codice di Procedura Civile art. 171 ter - Memorie integrative 1

Antonio Scarpa

Memorie integrative1

[I]. Le parti, a pena di decadenza, con memorie integrative possono:

1) almeno quaranta giorni prima dell'udienza di cui all'articolo 183, proporre le domande e le eccezioni che sono conseguenza della domanda riconvenzionale o delle eccezioni proposte dal convenuto o dal terzo, nonché precisare o modificare le domande, eccezioni e conclusioni già proposte. Con la stessa memoria l'attore può chiedere di essere autorizzato a chiamare in causa un terzo, se l'esigenza è sorta a seguito delle difese svolte dal convenuto nella comparsa di risposta;

2) almeno venti giorni prima dell'udienza, replicare alle domande e alle eccezioni nuove o modificate dalle altre parti, proporre le eccezioni che sono conseguenza delle domande o delle eccezioni nuove da queste formulate nella memoria di cui al numero 1), nonché indicare i mezzi di prova ed effettuare le produzioni documentali2;

3) almeno dieci giorni prima dell'udienza, replicare alle eccezioni nuove e indicare la prova contraria.

[1] Articolo inserito dall'art. 3, comma 12, lett. i), del d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149 (ai sensi dell'art. 52 d.lgs. n. 149 /2022, il presente decreto legislativo entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale). Per la disciplina transitoria v. art. 35 d.lgs. n. 149/2022, come sostituito dall'art. 1, comma 380, lettera a), l. 29 dicembre 2022, n. 197, che prevede che : "1. Le disposizioni del presente decreto, salvo che non sia diversamente disposto, hanno effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023 e si applicano ai procedimenti instaurati successivamente a tale data. Ai procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti.".

[2] Numero modificato dall'art. 3, comma 2, lett. i) del d.lgs. 31 ottobre 2024, n. 164 che ha inserito le parole:  «o delle eccezioni» dopo le parole:  «conseguenza delle domande». Ai sensi dell'art. 7, comma 1, del medesimo decreto, le disposizioni di cui al d.lgs. n. 164/2024 cit. si applicano ai procedimenti introdotti successivamente al 28 febbraio 2023.

Inquadramento

L'art. 171-ter, introdotto dal d.lgs. n. 149/2022, con la decorrenza indicata dall'art. 35 dello stesso decreto, anticipa, a sua volta, il momento di maturazione delle preclusioni assertive ed istruttorie rispetto allo svolgimento dell'udienza fissata per la prima comparizione e la trattazione. Ciò ha comportato un inevitabile ampliamento del termine per comparire (centoventi giorni se il luogo della notificazione si trova in Italia).

A pena di decadenza, le parti possono, con memorie integrative: 1) almeno quaranta giorni prima dell'udienza di cui all'art. 183 (come indicata dall'attore in citazione o anticipata dal presidente del tribunale su istanza del convenuto, ed invece non più differibile dal giudice istruttore) proporre le domande e le eccezioni che sono conseguenza della domanda riconvenzionale o delle eccezioni proposte dal convenuto o dal terzo, nonché precisare o modificare le domande, eccezioni e conclusioni già proposte. Con la stessa memoria l'attore può chiedere di essere autorizzato a chiamare in causa un terzo, se l'esigenza è sorta a seguito delle difese svolte dal convenuto nella comparsa di risposta; 2) almeno venti giorni prima dell'udienza, replicare alle domande e alle eccezioni nuove o modificate dalle altre parti, proporre le eccezioni che sono conseguenza delle domande o delle eccezioni nuove da queste formulate nella memoria di cui al numero 1, nonché indicare i mezzi di prova ed effettuare le produzioni documentali; 3) almeno dieci giorni prima dell'udienza, replicare alle eccezioni nuove e indicare la prova contraria.

È stato superato il problematico scarto fra le attività difensive integrative che sembrava potessero essere svolte soltanto nell'udienza di trattazione (le domande e le eccezioni « conseguenza » della domanda riconvenzionale o delle eccezioni proposte dal convenuto: art. 183, comma 5) e quelle invece che sembravano esercitabili tanto in udienza (ultima parte dello stesso quinto comma dell'art. 183 previgente), quanto ancora nella prima memoria di appendice (art. 183, comma 6, n. 1).

In sostanza, la memoria di cui al numero 1) dell'art. 171-terviene destinata alle attività prima esercitabili nell'udienza di prima comparizione o (alcune) ancora nella memoria exart. 183, comma 6, n. 1); la memoria di cui al numero 2) dell'art. 171-terequivale nei contenuti in parte alla memoria già consentita dall'art. 183, comma 6, n. 1), in parte alla memoria di cui all'art. 183, comma 6, n. 2); la memoria di cui al numero 3) dell'art. 171-ter darà la facoltà di replicare alle eccezioni nuove proposte nella memoria di cui al numero 2) e varrà poi per le prove contrarie come il previgente art. 183, comma 6, n. 3).

Si è contestata in dottrina l'opportunità di incidere con la Riforma sulla fase introduttiva e di trattazione del giudizio di primo grado, introducendo nuove e più stringenti preclusioni (Biavati).

È stato altrimenti osservato che l'esigenza di una drastica semplificazione della fase di introduzione della causa debba tramutarsi in un sistema di preclusioni collegate ai relativi atti, con l'effetto della virtuale impossibilità per la parte di allegare nuove circostanze di fatto successivamente a tale fase, in sede cioè di trattazione o di preparazione della controversia (Dondi).

Le memoria ex art. 171-ter, come quelle un tempo regolate dal sesto comma dell'art. 183 c.p.c., dovrebbero essere ispirate da un principio di eventualità e da una regola di conseguenzialità, e non costituire, invece, un passaggio immancabile in ogni processo.

Così, la prima memoria suppone che le parti debbano proporre domande o eccezioni conseguenti alle eventuali riconvenzionali o eccezioni proposte dalla controparte o dal terzo, o che avvertano la specifica esigenza di precisare o modificare quanto già dedotto negli atti introduttivi. La seconda memoria suppone che le parti debbano replicare o proporre eccezioni in risposta alle difese nuove spiegate dall'avversario nella prima memoria, oppure indicare mezzi di prova o produrre documenti. La terza memoria svolge unicamente la funzione di replica alle eccezioni nuove della controparte o di deduzione di prove contrarie.

L'esigenza di sinteticità che connota tutti gli atti del processo ai sensi dell'art. 121 esclude, dunque, che le parti debbano depositare memorie, per così dire, non « integrative », quanto « ripetitive », che cioè duplichino soltanto le indicazioni già contenute nella citazione e nella comparsa di risposta circa la cosa oggetto di domanda, i fatti e gli elementi di diritto costituenti le ragioni della domanda stessa, le eccezioni e le contestazioni sollevate, i mezzi di prova richiesti e i documenti prodotti. Il mancato deposito di memorie meramente « ripetitive » delle istanze, deduzioni e conclusioni formulate negli atti introduttivi non può certamente interpretarsi come espressione di una volontà inequivoca della parte di abbandonare le proprie difese originarie.

L'art. 171- bis , comma 1, ultima parte, non chiarisce in quale delle tre memorie le parti debbano trattare le questioni rilevate d'ufficio dal giudice nel decreto delle verifiche preliminari. D'altro canto, se le parti intendano proporre sul punto domande o eccezioni nuove, verrebbe da pensare che a tanto debbano procedere indispensabilmente nella prima memoria.

A differenza del previgente sesto comma dell'art. 183, le memorie integrative di cui all'art. 171- ter non suppongono più che il giudice « concede » i relativi termini « se richiesto » e quindi evapora la questione della sussistenza, o meno, di un obbligo del giudice di assegnare le scadenze per lo svolgimento delle rispettive facoltà difensive, ove, ad esempio, ricorrano le condizioni di cui all'art. 187, comma 1, e all'art. 80- bis disp. att. c.p.c., o ci si trovi di fronte a richieste di memorie che appaiono puramente strumentali .

Per le conseguenze dell' error in procedendo determinato dal mancato rispetto delle sequenze temporali che regolano la trattazione, si veda Cass. II, n. 18547/2022.

È sempre da ritenere che i tre termini per le memorie integrative, ora previsti dall'art. 171- ter , suppongano la preventiva costituzione ed il contraddittorio. Non potrà dunque beneficiarne il convenuto rimasto contumace, mentre l'attore, a fronte sempre di convenuto contumace, può avere interesse a condensare nella sola prima memoria l'attività prevista dal n. 1 dell'art. 171- ter e le deduzioni istruttorie di cui al n. 2.

L'automatica decorrenza dei termini ex art. 171- ter (termini a ritroso, « non liberi », da computare secondo le regole dettate dall'art. 155 c.p.c.) elimina altresì gli interrogativi sulla eventuale facoltà del giudice di ridurre o ampliare gli stessi, o di accordarli solo a chi ne faccia richiesta, ovvero di fissare solo il primo (o solo il primo ed il secondo), ferma la possibilità per le parti, nel rispetto delle sequenze procedimentali di cui alle tre scansioni allestite dalla norma, di depositare l'una e non l'altra memoria, ovvero, ad esempio, di formulare in anticipo le proprie deduzioni istruttorie già nella prima .

Bibliografia

Biavati, La riforma del processo civile: motivazioni e limiti, in Riv. trim. dir. proc. civ. 2022, 45 ss.; B. Capponi, Note sulla fase introduttiva del nuovo rito ordinario di cognizione, in Giustiziacivile.com, 5 gennaio 2023; De Santis, La redazione degli atti difensivi ai tempi del processo civile telematico: sinteticità e chiarezza, in Giusto proc. civ., 2017, 749 ss.; Dondi, Obiettivi e risultati della recente riforma del processo civile. La disciplina della cognizione a una prima lettura, in Riv. trim. dir. proc. civ., 2021, 927 ss.; Panzarola, Sul (presunto) principio di sinteticità nella redazione degli atti processuali civili, in Giusto proc. civ., 2018, 69 ss.; Punzi, Sul processo civile telematico, in Riv. dir. proc., 2022, 1, 1 ss.; Raiti, Il principio di sinteticità e di chiarezza del ricorso per cassazione secondo la legge delega sulla Riforma del processo, in Riv. dir. proc., 2022, 3, 1027 ss.; Tedoldi, Il processo civile telematico tra logos e techne, in Riv. dir. proc., 2021, 3, 843 ss.; Tombolini, Note «a caldo» sulla nuova legge delega di riforma della giustizia civile: le modifiche al giudizio di primo grado, in Judicium, 15 dicembre 2021.

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