Codice di Procedura Penale art. 335 ter - Ordine di iscrizione del nome della persona sottoposta ad indagini1.

Aldo Aceto

Ordine di iscrizione del nome della persona sottoposta ad indagini1.

1. Quando deve compiere un atto del procedimento, il giudice per le indagini preliminari, se ritiene che il reato per cui si procede debba essere attribuito a una persona che non è stata ancora iscritta nel registro delle notizie di reato, sentito il pubblico ministero, gli ordina con decreto motivato di provvedere all'iscrizione.

2. Il pubblico ministero provvede all'iscrizione, indicando la data a partire dalla quale decorrono i termini delle indagini. Resta salva la facoltà di proporre la richiesta di cui all'articolo 335-quater.

[1] Articolo inserito dall'art. 15, comma 1, lett. b), d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150Per l'entrata in vigore delle modifiche disposte dal citato d.lgs. n. 150/2022, vedi art. 99-bis, come aggiunto dall'art. 6, comma 1, d.l. 31 ottobre 2022, n. 162, conv., con modif., in l. 30 dicembre 2022, n. 199.

Inquadramento

La norma disciplina il potere del giudice di ordinare l’iscrizione nel registro di cui all’art. 335 del nome della persona cui, secondo lui, il fatto-reato è attribuibile.

I presupposti dell’ordine di iscrizione

L'art. 335-ter deve essere letto in correlazione con l'art. 110-ter, disp. att. e con la contestuale abrogazione dei commi 2, secondo periodo, e 2-bis dell'art. 415.

In particolare, l'art. 110-ter, disp. att., dispone che il pubblico ministero, quando presenta una richiesta al giudice per le indagini preliminari, indica sempre la notizia di reato e il nome della persona a cui è attribuita. Ciò ha reso superflui i commi 2, secondo periodo, e 2-bis dell'art. 415 che, nel disciplinare la richiesta di archiviazione del procedimento a carico di ignoti, stabilivano che «se ritiene che il reato sia da attribuire a persona già individuata [il giudice per le indagini preliminari] ordina che il nome di questa sia iscritto nel registro delle notizie di reato. 2-bis. Il termine di cui al comma 2 dell'articolo 405 decorre dal provvedimento del giudice».

La collocazione dell'art. 335-ter nel titolo II del Libro V dedicato alla notizia di reato attribuisce alla regola da esso introdotta una valenza generale e diversa non confinata all'ipotesi della richiesta di archiviazione , che giunge a conclusione di un'indagine, essendo applicabile ogni volta che l'intervento del giudice nel corso delle indagini è sollecitato ai sensi dell'art. 328. Come spiegato dalla Relazione allo schema di decreto legislativo delegato, «il precetto viene esteso lungo due direzioni: da un lato, il giudice potrà emettere l'ordine non soltanto in quelle due circostanze ma tutte le volte che il suo intervento sia sollecitato (si pensi, a esempio, a una richiesta d'intercettazione); dall'altro, la disposizione diventa applicabile anche nei procedimenti contro indagati noti, consentendo al giudice di individuare ulteriori persone da iscrivere nel registro, oltre a quelle che già vi figurano».

L'art. 415 non attribuiva al giudice per le indagini preliminari il controllo sul potere/dovere del pubblico ministero di iscrivere la notizia di reato, bensì quello postumo sul mancato esercizio dell'azione penale; l'ordine di iscrizione del possibile autore del reato che il pubblico ministero ritiene essere persona ignota costituiva declinazione pratica del principio della obbligatorietà dell'azione penale sancito dall'art. 112 Cost., non controllo su una prerogativa procedimentale sino ad allora ritenuta assolutamente insindacabile.

La norma indica i presupposti della sua applicazione: a) il compimento di un qualsiasi atto del procedimento (anche una richiesta di proroga dei termini delle indagini preliminari, per esempio); b) la attribuzione del fatto per il quale si procede nell'ambito del procedimento ad una persona non ancora iscritta nel registro di cui all'art. 335. A carico di tale persona devono sussistere gli indizi che ne legittimano l'iscrizione ai sensi del comma 1-bis dell'art. 335 (si rimanda al relativo commento).

Il richiamo al «reato per cui si procede» esclude l'ipotesi che il giudice possa ordinare al pubblico ministero l'iscrizione di una persona ulteriore (o della medesima persona) per un reato diverso. Lo spiega la Relazione: «conviene precisare che la prerogativa giudiziale riguarda, in questo caso, unicamente soggetti a cui venga addebitato quello stesso fatto che forma oggetto della richiesta indirizzata al giudice; ove si trattasse di fatti illeciti diversi, potrebbe semmai venire in gioco la disciplina sull'obbligo di denuncia».

Il provvedimento di iscrizione

L'ordine deve essere adottato con decreto, sentito il (solo) pubblico ministero . La richiesta di parere è necessaria «al fine di prevenire l'eventualità di iscrizioni che, alla luce di atti di cui il giudice non abbia avuto conoscenza, non appaiano realmente necessitate» (così la Relazione allo schema di decreto).

La procedura è (apparentemente) snella: richiesto del compimento di un atto, il giudice se ritiene che per il medesimo fatto per il quale si procede debba essere iscritta una persona ben individuata, sollecita il parere scritto del pubblico ministero e adotta decreto motivato di iscrizione. Per agevolare il compito del giudice, l'art. 110-ter disp. att. impone al pubblico ministero, quando presenta una richiesta al giudice per le indagini preliminari, di indicare sempre la notizia di reato e il nome della persona a cui è attribuito. La Relazione spiega che «il giudice per le indagini preliminari, peraltro, non sempre è informato dei soggetti iscritti nel registro di cui all'art. 335 e, quindi, potrebbe trovarsi in difficoltà nell'esercitare il potere. Per questa ragione s'è previsto che, ogni qual volta avanzi una richiesta, il pubblico ministero debba anche indicargli la notizia di reato ed i soggetti ai quali è ascritta (art. 110-ter disp. att. c.p.p.); dovrebbe quindi venir meno la prassi di indicare un unico responsabile, seguito dalla dicitura “ed altri”».

Non sono disciplinati i tempi del procedimento, entro quando cioè il pubblico ministero deve esprimersi né le conseguenze in caso di omesso parere.

La perentorietà dell'ordine (cui il pubblico ministero deve senz'altro adempiere) esclude, anche in virtù del principio di tassatività dei mezzi di impugnazione, la possibilità di impugnare il decreto anche se, in ipotesi, non motivato. Il dissenso del pubblico ministero non gli impedisce di procedere comunque all'iscrizione salvo chiedere l'archiviazione del procedimento nei confronti della persona in tal modo iscritta. Ciò dovrebbe escludere la possibilità di impugnare il decreto per abnormità; resta però dubbia la possibilità che a impugnare il decreto sia la persona da iscrivere (anche se l'impugnazione non potrebbe mai sospendere l'efficacia del decreto).

Profili di diritto intertemporale

L'art. 335-ter è stato aggiunto dall'art. 15, comma 1, lett. b), d.lgs. n. 150/2022, entrato in vigore il 30/12/2022 (art. 99-bis, d.lgs. n. 150/2022, aggiunto dall'art. 6, comma 1, d.l. n. 162/2022, conv., con modif., dalla legge n. 199/2022).

Trattandosi di norma processuale, se ne deve ritenere l'applicabilità a tutti i procedimenti pendenti alla data del 30/12/2022 e, dunque, a tutti gli atti da compiere successivamente a tale data.  

Bibliografia

Silvestri, Sub art. 335, in Codice di procedura penale. Rassegna di giurisprudenza e dottrina, a cura di G. Lattanzi e E. Lupo, V, Milano, 2017.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario