Codice di Procedura Penale art. 111 bis - Deposito telematico 1 .

Francesco Mancini

Deposito telematico1.

1. Salvo quanto previsto dall'articolo 175-bis, in ogni stato e grado del procedimento, il deposito di atti, documenti, richieste, memorie ha luogo esclusivamente con modalità telematiche, nel rispetto della normativa, anche regolamentare, concernente la sottoscrizione, la trasmissione e la ricezione degli atti e dei documenti informatici.

2. Il deposito telematico assicura la certezza, anche temporale, dell'avvenuta trasmissione e ricezione, nonché l'identità del mittente e del destinatario, nel rispetto della normativa, anche regolamentare, concernente la sottoscrizione, la trasmissione e la ricezione dei documenti informatici.

3. La disposizione di cui al comma 1 non si applica agli atti e ai documenti che, per loro natura o per specifiche esigenze processuali, non possono essere acquisiti in copia informatica.

4. Gli atti che le parti e la persona offesa dal reato compiono personalmente possono essere depositati anche con modalità non telematiche2.

[1] Articolo inserito dall'art. 6, comma 1, lett. c), d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150. Ai sensi  dell'art. 87, comma 5, d.lgs. n. 150, cit.:  « Le disposizioni di cui agli articoli 111, commi 2-bis, 2-ter e 2-quater, 111-bis, 111-ter, 122, comma 2-bis, 172, commi 6-bis e 6-ter, 175-bis, 386, comma 1-ter, 483, comma 1-bis, 582, comma 1-bis, del codice di procedura penale, così come introdotte dal presente decreto, si applicano a partire dal quindicesimo giorno successivo alla pubblicazione dei regolamenti di cui ai commi 1 e 3, ovvero a partire dal diverso termine previsto dal regolamento di cui al comma 3 per gli uffici giudiziari e per le tipologie di atti in esso indicati. Sino alle stesse date, la dichiarazione e l'elezione di domicilio prevista dal comma 2 dell'articolo 153-bis del codice di procedura penale, come introdotto dall'articolo 10, comma 1, lettera e), del presente decreto, nonché le comunicazioni previste dal comma 3 dello stesso articolo 153-bis sono effettuate con le forme ivi previste in alternativa al deposito in via telematica».

[2] Comma modificato dall'art.2, comma 1, lett. a) d.lgs. 19 marzo 2024, n. 31 che ha inserito dopo le parole: «le parti» le seguenti: «e la persona offesa dal reato».

Inquadramento

La norma, da leggere unitamente alla successiva sul fascicolo digitale ed alla nuova formulazione sia dell'art. 172 che dell'art. 175-bis in tema di malfunzionamento dei sistemi informatici, introduce l'obbligatorietà e la esclusività del deposito telematico di atti, documenti, richieste e memorie.

L'obbligatorietà del deposito telematico

Il deposito con modalità telematiche diviene, dunque, l'unico strumento attraverso il quale le parti possono introdurre - nel procedimento o nel processo - atti, documenti, richieste e memorie, salve solo le eccezioni delle quali si dirà in prosieguo.

La norma richiede solo che debbano essere adottate modalità tecniche tali da assicurare la certezza, anche temporale, dell'avvenuta trasmissione e ricezione degli atti, nonché l'identità del mittente e del destinatario. A tal fine, occorrerà operare nel rispetto della normativa, sovranazionale e nazionale, anche di rango regolamentare, concernente la sottoscrizione, la trasmissione e la ricezione dei documenti informatici.

L'entrata in vigore della disposizione

La l. 30 dicembre 2022, n. 199.

L'entrata in vigore della disposizione, ed in particolare degli artt. 111 bis e 111 ter, è espressamente differita sino alla approvazione della normativa tecnica di attuazione. Infatti, l'art. 87 del decreto legislativo 10 ottobre 2022, n. 150 prevede che con decreto del Ministro della giustizia, da adottarsi entro il 31 dicembre 2023, siano definite le regole tecniche riguardanti i depositi, le comunicazioni e le notificazioni telematiche degli atti del procedimento penale, in ogni caso, assicurando la conformità al principio di idoneità del mezzo ed a quello della certezza del compimento dell'atto; e che ulteriori regole tecniche possono essere adottate con atto dirigenziale del Direttore generale dei sistemi informativi e automatizzati del Ministero della giustizia.

Contestualmente, viene riservato ad un decreto del Ministro della giustizia, da adottarsi entro il 31 dicembre 2023, sentiti il Consiglio superiore della magistratura e il Consiglio nazionale forense, la individuazione degli uffici giudiziari e delle tipologie di atti per cui possano essere adottate anche modalità non telematiche di deposito, comunicazione o notificazione, nonché i termini di transizione al nuovo regime di deposito, comunicazione e notificazione.

Opportunamente si prevede che sino al quindicesimo giorno successivo alla pubblicazione di tali provvedimenti di rango normativo secondario, ovvero sino al diverso termine di transizione previsto dal regolamento, continuano ad applicarsi le disposizioni previgenti.

Vi è da rilevare come il testo originario del decreto legislativo 10 ottobre 2022, n. 150 poneva problemi di coordinamento, anche operativi, rispetto alla normativa relativa ai depositi introdotta a seguito della emergenza da COVID-19. Ci si riferisce, in particolare, al decreto legge 28 ottobre 2020, n. 137, recante ulteriori misure urgenti in materia di tutela della salute, sostegno ai lavoratori e alle imprese, giustizia e sicurezza, connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19. Esso infatti, all'art. 24, consente il deposito, con valore legale, mediante invio dall'indirizzo di posta elettronica certificata inserito nel Registro generale degli indirizzi certificati di cui all'articolo 7 del regolamento di cui al decreto del Ministro della giustizia 21 febbraio 2011, n. 44. E reca anche una analitica disciplina della firma digitale da apporre sulle impugnazioni.

In applicazione di tale normativa i depositi telematici sono entrati, ormai, nella vita quotidiana degli uffici giudiziari, e sono ampiamente utilizzati dagli avvocati per l'inoltro di memorie, istanze e richieste. Ma si era in presenza di normativa emergenziale e non strutturale, la cui vigenza è cessata alla data del 31.12.2022, salvo ulteriori proroghe.

Dunque, in attesa dell'approvazione della normativa tecnica di cui si è detto, si profilava una sorta di vuoto normativo che lasciava senza espressa disciplina un istituto ormai ampiamente in uso negli uffici giudiziari.

Di tale vuoto si è opportunamente fatto carico il legislatore, che dopo aver rinviato di due mesi l'entrata in vigore della cd. Riforma Cartabia, con la l. 30 dicembre 2022 n. 199, ha nella sostanza prorogato il regime dei depositi telematici.

Infatti, il comma 6-bis del novellato art. 87 del d.lgs. 10 Ottobre 2022, n. 150, prevede che, fino all'entrata in vigore della normativa tecnica di cui si è detto, il deposito di memorie, documenti, richieste e istanze indicati dall'articolo 415-bis, comma 3, dell'opposizione alla richiesta di archiviazione indicata dall'articolo 410, della denuncia di cui all'articolo 333, della querela di cui all'articolo 336 e della relativa procura speciale, nonché della nomina del difensore e della rinuncia o revoca del mandato, negli uffici delle procure della Repubblica presso i tribunali avviene esclusivamente mediante deposito nel portale del processo penale telematico individuato con provvedimento del Direttore generale per i sistemi informativi automatizzati del Ministero della giustizia e con le modalità stabilite nel medesimo provvedimento. Il deposito degli atti si intende eseguito al momento del rilascio della ricevuta di accettazione da parte dei sistemi ministeriali. Il deposito è tempestivo quando è eseguito entro le ore 24 del giorno di scadenza.

La norma precisa anche che per tali categorie di atti l'invio tramite posta elettronica certificata non è consentito e non produce alcun effetto di legge.

Dunque, per tutti gli atti sopra indicati, la trasmissione tramite PEC non è strumento di deposito alternativo all'impiego del portale telematico.

Per tutti i rimanenti atti, invece, la introduzione, ad opera sempre della l. 30 dicembre 2022 n. 199, dell'art. 87 bis ha l'effetto di legittimare il deposito a mezzo PEC.

La norma infatti precisa che per tutti gli altri atti, documenti od istanze è consentito il deposito con valore legale mediante invio dall'indirizzo di posta elettronica certificata inserito nel registro generale degli indirizzi elettronici verso gli indirizzi di posta elettronica certificata degli uffici giudiziari destinatari, indicati in apposito provvedimento del Direttore generale per i sistemi informativi automatizzati.

La norma prevede anche che il personale di segreteria e di cancelleria degli uffici giudiziari provvede ad annotare nel registro la data di ricezione e ad inserire l'atto nel fascicolo telematico. Ai fini della continuità della tenuta del fascicolo cartaceo, il medesimo personale provvede anche all'inserimento nel predetto fascicolo di copia analogica dell'atto ricevuto con l'attestazione della data di ricezione nella casella di posta elettronica certificata dell'ufficio e dell'intestazione della casella di posta elettronica certificata di provenienza.

Una particolare disciplina è, poi, prevista per il deposito degli atti di impugnazione, comunque denominati. L'atto in forma di documento informatico, deve essere sottoscritto digitalmente secondo le modalità indicate con il provvedimento del Direttore generale per i sistemi informativi automatizzati e deve contenere la specifica indicazione degli allegati, che sono trasmessi in copia informatica per immagine, sottoscritta digitalmente dal difensore per conformità all'originale.

L'atto di impugnazione è trasmesso tramite posta elettronica certificata dall'indirizzo di posta elettronica certificata del difensore a quello dell'ufficio che ha emesso il provvedimento impugnato.

Nel caso di richiesta di riesame o di appello contro ordinanze in materia di misure cautelari, personali o reali, l'atto di impugnazione è invece trasmesso all'indirizzo di posta elettronica certificata del tribunale di cui all'articolo 309, comma 7.

L'impugnazione è inammissibile:

a ) quando l'atto di impugnazione non è sottoscritto digitalmente dal difensore;

b ) quando l'atto è trasmesso da un indirizzo di posta elettronica certificata che non è presente nel registro generale degli indirizzi elettronici;

c ) quando l'atto è trasmesso a un indirizzo di posta elettronica certificata non riferibile all'ufficio che ha emesso il provvedimento impugnato o, nel caso di richiesta di riesame o di appello contro provvedimenti resi in materia di misure cautelari, personali o reali, a un indirizzo di posta elettronica certificata non riferibile all'ufficio competente a decidere il riesame o l'appello.

In tali casi il giudice che ha emesso il provvedimento impugnato dichiara, anche d'ufficio, con ordinanza l'inammissibilità dell'impugnazione e dispone l'esecuzione del provvedimento impugnato.

Le eccezioni

La regola generale dell'obbligatorio deposito in forma telematica di atti, documenti, richieste e memorie viene derogata solo in due specifiche ipotesi, previste ai commi 3 e 4 dell'art. 111-bis.

Il comma 3 precisa che la previsione dell'obbligatorietà del deposito telematico non si applica per gli atti e documenti che, per loro natura o per specifiche esigenze processuali, non possono essere acquisiti in copia informatica. Si pensi a documenti cartacei aventi formato non compatibile con gli strumenti tecnici di digitalizzazione comunemente in uso degli uffici giudiziari (ingrandimenti fotografici, estratti di mappa, elaborati progettuali e simili) ovvero a beni fisici, quali corpi di reato, registrazioni, prelievi di laboratorio, campionamenti e quant'altro necessiti di fisica apprensione al processo.

Ma si pensi anche a qualsiasi documento che, nel processo, sia necessario depositare nella sua consistenza fisica onde rendere percepibile ai sensi un contenuto altrimenti non apprezzabile.

Il comma 4, in coerenza con la legge delega, prevede poi che gli atti che le parti compiono personalmente possono essere depositati anche con modalità non telematiche. Si tratta di previsione che si pone a salvaguardia degli interessi dei privati, non necessariamente in possesso delle cognizioni e degli strumenti tecnici necessari per attuare un deposito telematico.  

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