Codice di Procedura Civile art. 473 bis 24 - Reclamo dei provvedimenti temporanei e urgenti 1

Rosaria Giordano

Reclamo dei provvedimenti temporanei e urgenti1

[I]. Si puo' proporre reclamo con ricorso alla corte d'appello:

1) contro i provvedimenti temporanei e urgenti di cui al primo comma dell'articolo 473-bis.22;

2) contro i provvedimenti temporanei emessi in corso di causa che sospendono o introducono sostanziali limitazioni alla responsabilita' genitoriale, nonche' quelli che prevedono sostanziali modifiche dell'affidamento e della collocazione dei minori o ne dispongono l'affidamento a soggetti diversi dai genitori2.

[II]. Il reclamo deve essere proposto entro il termine perentorio di dieci giorni dalla pronuncia del provvedimento in udienza ovvero dalla comunicazione, o dalla notificazione se anteriore. Eventuali circostanze sopravvenute sono dedotte davanti al giudice di merito.

[III]. Il collegio, assicurato il contraddittorio tra le parti, entro sessanta giorni dal deposito del ricorso pronuncia ordinanza con la quale conferma, modifica o revoca il provvedimento reclamato e provvede sulle spese. Ove indispensabile ai fini della decisione, può assumere sommarie informazioni. L'ordinanza è immediatamente esecutiva.

[IV].  Avverso i provvedimenti di reclamo pronunciati nei casi di cui primo comma, n. 2, è ammesso ricorso per cassazione ai sensi dell'articolo 111 della Costituzione3.

 

[1]  Articolo inserito dall'art. 3, comma 33, del d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149 (ai sensi dell'art. 52 d.lgs. n. 149 /2022 , il presente decreto legislativo entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale). Per la disciplina transitoria v. art. 35 d.lgs. n. 149/2022 , come da ultimo modificato dall'art. 1, comma 380, lett. a), l. 29 dicembre 2022, n.197,  che prevede che : "1. Le disposizioni del presente decreto, salvo che non sia diversamente disposto, hanno effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023 e si applicano ai procedimenti instaurati successivamente a tale data. Ai procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti.".

[2] Gli originali comma 1 e 2 sono stati sostituiti dall'attuale comma 1 dall'art. 3, comma 6, lett. e), numero 1) del d.lgs. 31 ottobre 2024, n. 164 Ai sensi dell'art. 7, comma 1, del medesimo decreto, le disposizioni di cui al d.lgs. n. 164/2024 cit. si applicano ai procedimenti introdotti successivamente al 28 febbraio 2023.

[3] Comma modificato dall'art. 3, comma 6, lett. e), numero 2) del d.lgs. 31 ottobre 2024, n. 164 che ha sostituito le parole: «primo comma, n. 2,» alle parole: «secondo comma». Ai sensi dell'art. 7, comma 1, del medesimo decreto, le disposizioni di cui al d.lgs. n. 164/2024 cit. si applicano ai procedimenti introdotti successivamente al 28 febbraio 2023.

Inquadramento

La norma in commento, per un verso, conferma la regola della reclamabilità dinanzi alla Corte d'appello dei provvedimenti temporanei ed urgenti nell'interesse delle parti, secondo quanto era già previsto dall'art. 708 c.p.c.

La disposizione è invece innovativa laddove estende la garanzia del rimedio del reclamo (nonché del ricorso per cassazione) anche ad ulteriori provvedimenti, indicati nel secondo comma, che incidono in maniera significativa sulla vita familiare specie dei minori.

Reclamo. Ambito applicativo

Confermando in parte qua una regola già operante a partire dalla riforma del processo di famiglia del 2006, il primo comma dell'art. 473-bis.24 c.p.c. prevede la reclamabilità dei provvedimenti provvisori dinanzi alla Corte d'appello.

Valenza innovativa deve essere tributata all'opportuna previsione, stante l'incisività di tali provvedimenti, della reclamabilità anche dei provvedimenti temporanei emessi in corso di causa che:

a) sospendono o introducono sostanziali limitazioni alla responsabilità genitoriale;

b) prevedono sostanziali modifiche dell'affidamento e della collocazione dei minori;

c)dispongono l'affidamento dei minori a soggetti diversi dai genitori.

Il d.lgs. n. 164 del 2024 è intervenuto sulla disposizione in commento in parte qua: allo scopo di chiarire che anche il reclamo contro i provvedimenti temporanei emessi in corso di causa che sospendono o introducono sostanziali limitazioni alla responsabilità genitoriale, nonché a quelli che prevedono sostanziali modifiche dell'affidamento e della collocazione dei minori ovvero ne dispongono l'affidamento a soggetti diversi dai genitori deve essere proposto, come quello contro i provvedimenti temporanei emanati ex art. 473-bis.22 c.p.c. alla prima udienza, dinanzi alla Corte d’Appello, la relativa disciplina viene collocata unitariamente nel primo comma.

Si è evidenziato che nella prassi potranno sorgere interpretazioni difformi, ridondanti su una differente latitudine applicativa del rimedio in esame, quanto alle nozioni di “sostanziale limitazione” alla responsabilità genitoriale o di “sostanziali modifiche dell'affidamento e della collocazione dei minori” (Lupoi, 819, il quale preconizza anche interpretazioni restrittive da parte delle Corti d'appello per evitare l'aumento dei reclami).

Tuttavia è chiaro che il legislatore delegato ha previsto il reclamo per tutte le decisioni che assumono effetti decisivi sulla vita dei minori e di coloro i quali esercitano la responsabilità genitoriale, anche se adottati in via provvisoria in corso di causa (cfr. Ciardo, 132; Costabile in Masoni, 468 ss.).

In ciò è stato almeno per i provvedimenti più rilevanti superato l'orientamento della S.C. incline a non ritenere reclamabili i provvedimenti adottati dal giudice istruttore di modifica o revoca di quelli presidenziali sull'abbrivio per il quale nell'ambito del procedimento di separazione personale dei coniugi, i provvedimenti adottati dal giudice istruttore, ex art. 709, ultimo comma, c.p.c., di modifica o di revoca di quelli presidenziali, non sono reclamabili poiché è garantita l'effettività della tutela delle posizioni soggettive mediante la modificabilità e la revisione, a richiesta di parte, dell'assetto delle condizioni separative e divorzili, anche all'esito di una decisione definitiva, piuttosto che dalla moltiplicazione di momenti di riesame e controllo da parte di altro organo giurisdizionale nello svolgimento del giudizio a cognizione piena (ex aliis, Cass., n. 11279/2018; Cass., n. 15416/2014).

Non si può trascurare che con la recente Cass. n. 11688/2024 – resa a fronte della proposizione di ricorso per rinvio pregiudiziale interpretativo ex art. 363-bis c.p.c. – la S.C. ha affermato che, avverso l'ordinanza di conferma, modifica o revoca dei provvedimenti indifferibili resi, inaudita altera parte, ex art. 473-bis.15 c.p.c. è consentito il reclamo, da proporsi innanzi alla corte di appello, esclusivamente nell'ipotesi in cui il contenuto di questi ultimi coincida con quello dei provvedimenti di cui al comma 2 dell'art. 473-bis.24 c.p.c., e, dunque, ove sospendano o introducano sostanziali limitazioni alla responsabilità genitoriale, prevedano sostanziali modifiche dell'affidamento e della collocazione dei minori, ovvero ne dispongano l'affidamento a soggetti diversi dai genitori.

Segue. Procedimento

Il reclamo deve essere proposto con ricorso dinanzi alla Corte d'appello entro il termine perentorio di dieci giorni dalla pronuncia del provvedimento in udienza ovvero dalla comunicazione, o dalla notificazione se anteriore.

Con il reclamo possono essere dedotti esclusivamente vizi del provvedimento impugnato, poiché eventuali circostanze sopravvenute devono essere fatte valere, come prescrive espressamente la norma in esame, dinanzi al giudice del merito, in modo da compiere una chiara actio finium regundorum tra i due rimedi (cfr. Ciardo, in Giordano – Simeone, 125 ss.; Lupoi, 819).

Quanto allo svolgimento del procedimento dinanzi alla Corte d'appello, che seguirà le consuete forme camerali, è precisato, in modo innovativo, che il collegio deve assicurare il contraddittorio tra le parti.

E' stato rilevato che non è a tal fine necessaria la fissazione di un'udienza di discussione potendo essere sufficiente la concessione al convenuto di un termine per il deposito di una memoria difensiva e di un ulteriore termine per una replica al reclamante (Lupoi, 820).

Eventualmente assunte, poi, sommarie informazioni (che dunque sembra possano essere disposte anche d'ufficio stante l'utilizzo di una locuzione propria dei procedimenti ufficiosi in camera di consiglio: cfr. Lupoi, 820), se indispensabili per la decisione, il collegio nel termine (ordinatorio) di sessanta giorni dal deposito del ricorso pronuncia ordinanza con la quale conferma, modifica o revoca il provvedimento reclamato.

Viene espressamente previsto che il collegio che decide sul reclamo deve pronunciarsi sulle spese.

E' dunque superato il difforme orientamento affermato nella giurisprudenza di legittimità per il quale, invece, nel corso del giudizio di separazione personale dei coniugi, la Corte d'appello adita in sede di reclamo avverso l'ordinanza emessa dal presidente del tribunale ai sensi dell'art. 708, comma 3, c.p.c., non deve statuire sulle spese del procedimento, poiché, trattandosi di provvedimento cautelare adottato in pendenza della lite, spetta al tribunale provvedere sulle spese, anche per la fase di reclamo, con la sentenza che conclude il giudizio (Cass., n. 8432/2020; Cass., n. 13162/2022).

La garanzia del ricorso straordinario per cassazione

L'incisività dei provvedimenti che sospendono o introducono sostanziali limitazioni alla responsabilità genitoriale, prevedono sostanziali modifiche dell'affidamento e della collocazione dei minori, dispongono l'affidamento dei minori a soggetti diversi dai genitori, giustifica la previsione per la quale avverso la decisione resa in sede di reclamo dalla Corte d'appello sugli stessi è proponibile ricorso per cassazione ex art. 111 Cost.

Si tratta di un ulteriore ampliamento delle garanzie impugnatorie per le parti rispetto ai confini già tracciati dal diritto vivente posto che la giurisprudenza di legittimità più recente, superando vetuste chiusure, aveva ammesso la possibilità di proporre ricorso c.d. straordinario per cassazione essenzialmente contro i provvedimenti de potestate (ma v., per maggiori aperture, Cass. n. 21553/2021), ossia idonei a incidere sulla responsabilità genitoriale, assunti in sede di reclamo dalla Corte d'appello (cfr., tra le altre, Cass. n. 9691/2022).

Le Sezioni Unite della Corte di cassazione hanno chiarito i provvedimenti "de potestate" adottati dal tribunale ordinario, quando competente ai sensi dell'art. 38 disp. att. c.c., nel corso dei giudizi aventi ad oggetto la separazione e lo scioglimento (o cessazione degli effettivi civili) del matrimonio, nel sistema normativo antecedente alla riforma di cui al d.lgs. n. 149 del 2022, non sono impugnabili con il ricorso straordinario per cassazione, ai sensi dell'art. 111, comma 7, della Costituzione, trattandosi di provvedimenti temporanei incidenti su diritti soggettivi (in tal senso decisori) ma non definitivi, in quanto privi di attitudine al giudicato seppur "rebus sic stantibus", essendo destinati ad essere assorbiti nella sentenza conclusiva del grado di giudizio e, comunque, revocabili e modificabili in ogni tempo per una nuova e diversa valutazione delle circostanze di fatto preesistenti o per il sopravvenire di nuove circostanze (Cass., S.U. n. 22423/2023).

Bibliografia

Carratta, Un nuovo processo di cognizione per la giustizia familiare e minorile, in Fam. e dir., 2022, n. 4, 349; Ciardo, Reclamo e impugnazione nel nuovo rito del contenzioso familiare, in La riforma del diritto di famiglia: il nuovo processo, a cura di Giordano – Simeone, Milano 2023, 119 ss.; Costabile, Le impugnazioni ed i giudizi di revisione, in Commentario sistematico al nuovo processo civile a cura di Masoni, Milano 2023, 467 ss.; Danovi, Il nuovo rito delle relazioni familiari, in Fam. e dir., 2022, n. 8-9, 837; Donzelli, La riforma del processo per le persone per i minorenni e per le famiglie, in Giustiziacivile.com, 10 giugno 2022; Farina – Giordano – Metafora, La riforma del processo civile, Milano 2022; Graziosi, Sui provvedimenti provvisori e urgenti nell’interesse dei genitori e dei figli minori, in Fam. e dir., 2022, 368; Lupoi, Il giudizio di primo grado, in La riforma del processo civile a cura di TISCINI, Pisa 2023, 818; Matteini Chiari, I procedimenti in materia di famiglia e minori, in IUS-Processsocivile.it, 21 luglio 2021; Silvestri, L’architettura della riforma della giustizia familiare, in judicium.it; Tommaseo, La riforma del processo civile a un passo dal traguardo, in Fam. e dir., 2022, n. 10, 955; Vullo, Nuove norme per i giudizi di separazione e divorzio, in Fam. e dir., 2022, n. 4, 357.

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