Decreto legislativo - 31/03/2023 - n. 36 art. 23 - Banca dati nazionale dei contratti pubblici.Codice legge fallimentare Art. 213 comma 8 Banca dati nazionale dei contratti pubblici. 1. L'ANAC è titolare in via esclusiva della Banca dati nazionale dei contratti pubblici di cui all'articolo 62-bis del codice dell'amministrazione digitale, di cui al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, abilitante l'ecosistema nazionale di e-procurement, e ne sviluppa e gestisce i servizi. 2. L'ANAC individua con propri provvedimenti le sezioni in cui si articola la banca dati di cui al comma 1 e i servizi ad essa collegati. 3. La Banca dati nazionale dei contratti pubblici è interoperabile con le piattaforme di approvvigionamento digitale utilizzate dalle stazioni appaltanti e dagli enti concedenti e con il portale dei soggetti aggregatori di cui al decreto-legge 24 aprile 2014, n. 66, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 giugno 2014, n. 89, per la digitalizzazione di tutte le fasi del ciclo di vita dei contratti pubblici, nonché con la piattaforma digitale nazionale dati di cui all'articolo 50-ter del codice di cui al decreto legislativo n. 82 del 2005, con le basi di dati di interesse nazionale di cui all'articolo 60 del codice di cui al decreto legislativo n. 82 del 2005 e con tutte le altre piattaforme e banche dati dei soggetti di cui all'articolo 2, comma 2, del codice di cui al decreto legislativo n. 82 del 2005, coinvolti nell'attività relativa al ciclo di vita dei contratti pubblici. I soggetti di cui all'articolo 2, comma 2, del codice di cui al decreto legislativo n. 82 del 2005, coinvolti nell'attività relativa al ciclo di vita dei contratti, ove non già accreditati alla piattaforma di cui all'articolo 50-ter del predetto codice decreto legislativo n. 82 del 2005, sono tenuti ad accreditarsi alla predetta piattaforma di cui all'articolo 50-ter del decreto legislativo n. 82 del 2005, nonché alla Banca dati nazionale dei contratti pubblici, a sviluppare le interfacce applicative e a rendere disponibili le proprie basi dati, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica e nel rispetto delle linee guida dell'Agenzia per l'Italia digitale (AGID) in materia di interoperabilità. 4. La Banca dati nazionale dei contratti pubblici rende disponibili mediante interoperabilità i servizi e le informazioni necessari allo svolgimento delle fasi dell'intero ciclo di vita dei contratti pubblici, anche ai fini del rispetto di quanto previsto dal decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33. La stessa Banca dati si integra con la piattaforma unica della trasparenza istituita presso l'ANAC. 5. Con proprio provvedimento l'ANAC individua le informazioni che le stazioni appaltanti e gli enti concedenti sono tenuti a trasmettere alla Banca dati nazionale dei contratti pubblici attraverso le piattaforme telematiche di cui all'articolo 25. Gli obblighi informativi di cui al primo periodo riguardano anche, in funzione degli obiettivi di trasparenza di cui all'articolo 28, gli affidamenti a società in house di cui all'articolo 7, comma 2. Con proprio provvedimento l'ANAC individua i tempi entro i quali i titolari delle piattaforme e delle banche dati di cui al comma 3 e all'articolo 22, garantiscono l'integrazione con i servizi abilitanti l'ecosistema di approvvigionamento digitale. L'integrazione è realizzata attraverso i servizi digitali resi disponibili da ANAC sulla piattaforma digitale nazionale dati, di cui all'articolo 50-ter del codice di cui al decreto legislativo n. 82 del 2005, nel rispetto delle relative regole tecniche 1. 6. L'ANAC rende disponibili ai sistemi informativi regionali competenti per territorio, nonché alle pubbliche amministrazioni, le informazioni necessarie allo svolgimento dei compiti istituzionali, ai sensi degli articoli 50 e 50-ter del codice di cui al decreto legislativo n. 82 del 2005. 7. Nei casi in cui si omettano informazioni o attività necessarie a garantire l'interoperabilità dei dati, l'ANAC o le stazioni appaltanti effettuano una segnalazione all'AGID per l'esercizio dei poteri sanzionatori di cui all'articolo 18-bis del codice di cui al decreto legislativo n. 82 del 2005 2. 8. L'omissione di informazioni richieste, il rifiuto o l'omissione di attività necessarie a garantire l'interoperabilità delle banche dati coinvolte nel ciclo di vita dei contratti pubblici costituisce violazione di obblighi di transizione digitale punibili ai sensi dell'articolo 18-bis del codice di cui al decreto legislativo n. 82 del 2005. 9. Al fine di ridurre gli oneri amministrativi dei soggetti attuatori i dati di cui al presente articolo possono essere utilizzati nell'ambito delle procedure concernenti i finanziamenti degli investimenti pubblici come strumento di verifica dell'effettivo utilizzo delle risorse e di avanzamento procedurale nei tempi previsti dalle leggi di spesa. [1] Comma modificato dall'articolo 8, comma 1, lettera a), del D.Lgs. 31 dicembre 2024, n. 209. [2] Comma modificato dall'articolo 8, comma 1, lettera b), del D.Lgs. 31 dicembre 2024, n. 209. Note operativeAl fine di dare concreta attuazione all'art. 23 è importante tenere conto del provvedimento di Anac che individua le sezioni in cui si articola la Banca dati nazionale dei contratti pubblici e i servizi ad essa collegati (art. 23, comma 2); le informazioni che le stazioni appaltanti e gli enti concedenti sono tenuti a trasmettere alla Banca dati nazionale dei contratti pubblici attraverso le piattaforme telematiche (art. 23, comma 5); i tempi entro i quali i titolari delle piattaforme e delle banche dati garantiscono l'integrazione con i servizi abilitanti l'ecosistema di approvvigionamento digitale (art. 23, comma 5). Il provvedimento n. 261 del 20 giugno 2023 è stato pubblicato sul sito dell'Autorità in data 28 giugno 2023. InquadramentoLa Banca dati nazionale dei contratti pubblici, di cui è titolare in via esclusiva l'Autorità anticorruzione, è prevista dall'art. 62-bis del CAD (d.lgs. n. 82/2005), per assicurare «l'efficacia, la trasparenza e il controllo in tempo reale dell'azione amministrativa per l'allocazione della spesa pubblica in lavori, servizi e forniture, anche al fine del rispetto della legalità e del corretto agire della pubblica amministrazione e prevenire fenomeni di corruzione». Per come si legge nella Relazione allo schema di Codice l'obiettivo è quello di realizzare un “Portale Unico per gli appalti”, valorizzando il patrimonio infrastrutturale e di dati già in possesso dell'Autorità. Centrale per l'alimentazione della banca dati diventa la Piattaforma degli appalti pubblici che è una sezione della Banca dati Nazionale dei contratti pubblici che interopera con le piattaforme digitali di e-procurement utilizzate dalle stazioni appaltanti per la digitalizzazione di tutte le fasi della gara pubblica. Le attuali sezioni in cui si articola la Banca dati nazionale dei contratti pubblici sono l'Anagrafe unica delle stazioni appaltanti, ivi compreso l'elenco dei soggetti aggregatori, il Casellario informatico, l'Anagrafe degli operatori economici, la Piattaforma nazionale degli appalti e il Fascicolo virtuale dell'operatore economico. In via di implementazione, i servizi offerti potranno aumentare in ragione sia dello sviluppo tecnologico sia della disponibilità dei dati che via via saranno acquisiti. Si prevede, quindi che l'Autorità possa, con propri provvedimenti, individuare nuove sezioni della banca dati e nuovi servizi ad essa collegati. Il decreto correttivo (D. Lgs. 209/2024)Il Decreto correttivo è intervenuto a modificare l'art. 23, comma 5 e comma 7, del Codice. In particolare, viene soppresso il termine “diretti” presente al comma 5 al fine di fugare dubbi interpretativi e sovrapposizioni semantiche fra gli affidamenti a società in house, cui l'inciso della disposizione in parola si riferisce, e la disciplina degli affidamenti diretti di cui all'art. 48 del Codice. In ogni caso, si conferma l'esigenza di rispettare gli obiettivi di trasparenza per gli affidamenti in house. Il Decreto correttivo modifica, inoltre, l'ambito di applicazione soggettivo del successivo comma 7. In particolare, nei casi in cui siano omesse informazioni o attività necessarie a garantire l'interoperabilità dei dati, la segnalazione all'AGID, per l'esercizio dei relativi poteri sanzionatori di cui al Codice dell'Amministrazione Digitale, non è più di esclusiva competenza dell'ANAC ma anche di ogni singola stazione appaltante. La formulazione originaria della disposizione prevedeva l'esclusiva competenza in capo all'ANAC. La Piattaforma Digitale Nazionale DatiI servizi abilitanti l'ecosistema nazionale di e-procurement collegati alla Banca dati di Anac sono necessari per la gestione digitale del ciclo di vita degli appalti, per azionare il fascicolo virtuale dell'operatore economico, realizzare di conseguenza l'anagrafe degli operatori economici coinvolti e l'anagrafe unica delle stazioni appaltanti, infine consentire la pubblicità a livello nazionale e comunitario. Per completare il quadro sarà necessaria l'integrazione con le piattaforme digitali di approvvigionamento certificate da AGID di cui agli artt. 25 e 26 del Codice. Va poi considerato che la Banca dati di Anac è interoperabile con la Piattaforma Digitale Nazionale Dati (PDND), disciplinata dall'art. 50-ter del CAD (d.lgs. n. 82/2005) e gestita dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Si tratta di un'infrastruttura tecnologica che rende possibile l'interoperabilità dei sistemi informativi e delle basi di dati delle pubbliche amministrazioni e dei gestori di servizi pubblici, mediante l'accreditamento, l'identificazione e la gestione dei livelli di autorizzazione dei soggetti abilitati ad operare sulla stessa, nonché la raccolta e conservazione delle informazioni relative agli accessi e alle transazioni effettuate suo tramite. La condivisione di dati e informazioni avviene attraverso la messa a disposizione e l'utilizzo, da parte dei soggetti accreditati, di interfacce di programmazione delle applicazioni (API). Le interfacce, sviluppate dai soggetti abilitati con il supporto della Presidenza del Consiglio dei ministri e in conformità alle Linee guida AgID in materia interoperabilità, sono raccolte nel “catalogo API” reso disponibile dalla Piattaforma ai soggetti accreditati. Di recente, l'art. 18, comma e, lett. b ) del d.l. n. 13/2023, conv. in l. n. 41/2023, ha provveduto a sostituire il comma 3 dell'art. 50-ter al fine di facilitarne l'applicazione da parte delle amministrazioni che svolgono compiti attinenti con la sicurezza e l'ordine pubblico chiarendo che nella Piattaforma Digitale Nazionale Dati non sono conservati, né comunque trattati, oltre quanto strettamente necessario per le finalità cui è destinata la piattaforma, i dati, che possono essere resi disponibili e che sono attinenti a ordine e sicurezza pubblica, difesa e sicurezza nazionale, difesa civile e soccorso pubblico, indagini preliminari, polizia giudiziaria e polizia economico-finanziaria. Non possono comunque essere conferiti, conservati, né trattati i dati coperti da segreto o riservati nell'ambito delle materie indicate al periodo precedente. Per quanto riguarda i soggetti tenuti ad accreditarsi il d.m. 22 settembre 2022 ha disciplinato i tempi di adesione alla PDND rispetto alle diverse categorie di soggetti prevedendo che per le amministrazioni il termina scada il 30 settembre 2023, per i gestori di servizi pubblici, ivi comprese le società quotate, in relazione ai servizi di pubblico interesse il termine scadrà il 31 marzo 2024 mentre, infine per le società in controllo pubblico il termine ultimo di accreditamento è quello del 30 settembre 2024. I soggetti tenuti ad accreditarsi alla piattaforma, devono poi sviluppare le interfacce e rendere disponibili le proprie basi dati senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Lo stesso art. 23, comma 3 del Codice ribadisce che i detti soggetti devono accreditarsi sulla Piattaforma Digitale, devono sviluppare le interfacce applicative e rendere disponibili le proprie basi dati, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica e nel rispetto delle linee guida dell'Agenzia per l'Italia digitale (AGID) in materia di interoperabilità. La Banca dati nazionale dei contratti pubbliciLa Banca dati nazionale dei contratti pubblici con i suoi servizi è considerata l'infrastruttura tecnologica portante nell'ambito dell'ecosistema di e-procurement. L'art. 23 comma 3 prevede che detta Banca dati sia interoperabile con le piattaforme di approvvigionamento digitale utilizzate dalle stazioni appaltanti e dagli enti concedenti e con il portale dei soggetti aggregatori, per la digitalizzazione di tutte le fasi del ciclo di vita dei contratti pubblici, nonché con la piattaforma digitale nazionale dati, sopra già menzionata, con le basi di dati di interesse nazionale e con tutte le altre piattaforme e banche dati dei soggetti coinvolti nell'attività relativa al ciclo di vita dei contratti pubblici. La Banca dati nazionale dei contratti pubblici rende disponibili mediante interoperabilità i servizi e le informazioni necessari allo svolgimento delle fasi dell'intero ciclo di vita dei contratti pubblici, anche per ottemperare agli obblighi di pubblicazione a fini di trasparenza. Proprio in merito a questo ultimo aspetto viene chiarito che la Banca dati di Anac si integra con la piattaforma unica della trasparenza, anche questa istituita presso l'ANAC. La Piattaforma unica per la trasparenza, già prevista dal PNRR ma non confluita in nessuna milestone, trova ora fondamento legislativo anche nella Legge annuale per il mercato e la concorrenza 2021 e in particolare, nell'ambito delle delega al Governo in materia di servizi pubblici locali di cui all'art. 8, comma 2, lett. u), della l. n. 118/2022 e nell'ambito dell'art. 31 in tema di “Trasparenza nei servizi pubblici locali” di cui al d.lgs. n. 201/2022 recante “Riordino della disciplina dei servizi pubblici locali di rilevanza economica” e attuativo della delega. Le informazioni che le stazioni appaltanti e gli enti concedenti, incluso le società in house, dovranno trasmettere alla Banca dati nazionale dei contratti pubblici attraverso le piattaforme telematiche saranno fissate dall'Anac con un provvedimento ad hoc che ragionevolmente sarà adottato entro giugno. Con lo stesso provvedimento l'Autorità anticorruzione individuerà anche i tempi entro i quali i titolari delle piattaforme e delle banche dati dovranno garantire l'integrazione con i servizi abilitanti l'ecosistema di approvvigionamento digitale, attraverso i servizi digitali resi disponibili da ANAC sulla piattaforma digitale nazionale dati. Per scongiurare il mancato invio all'ANAC delle informazioni necessarie e che si metta, così, a rischio l'interoperabilità delle banche dati, l'art. 23 ha previsto uno specifico regime sanzionatorio: l'omissione di informazioni richieste, il rifiuto o l'omissione di attività necessarie a garantire l'interoperabilità delle banche dati coinvolte nel ciclo di vita dei contratti pubblici costituisce violazione di obblighi di transizione digitale punibili ai sensi dell'articolo 18-bis del CAD; in caso di violazione della prescrizione l'Autorità potrà effettuare una segnalazione all'AGID per l'esercizio dei previsti poteri sanzionatori. Affinché la Banca dati nazionale dei contratti pubblici svolga il suo ruolo di collettore nazionale dei dati e delle informazioni sul ciclo di vita dei contratti pubblici è, infatti, necessario che sia costante e tempestiva l'attività di popolamento dei dati nella banca dati. La sanzione prevista sostanzia un presidio essenziale al fine di garantire il necessario popolamento la cui assenza rischierebbe di compromettere lo stesso processo di digitalizzazione e le funzioni riconducibili in tale ambito alla banca dati. Obiettivi di semplificazione, informatizzazione e digitalizzazione: il principio once onlyGli obiettivi del legislatore sono tesi ancora una volta a favorire la partecipazione alle gare anche attraverso la riduzione degli oneri burocratici e finanziari a carico degli operatori economici, attraverso il completamento del processo di digitalizzazione delle procedure di gara. E infatti il nuovo Codice, e prima ancora il PNRR confermano il ruolo dell'Autorità nazionale anticorruzione quale organismo di supporto alle stazioni appaltanti anche attraverso lo sviluppo e l'implementazione della Banca Dati Nazionale dei Contratti Pubblici (BDNCP). La BDNCP – rinnovata e implementata – è considerata uno degli elementi intorno a cui ruota la costruzione di un nuovo modello di gestione delle procedure di affidamento dei contratti pubblici: maggiore efficienza, semplificazione, riduzione degli oneri amministrativi e maggiore trasparenza. La BDNCP è annoverata tra le basi di dati di interesse nazionale in base all'art. 60 comma 3-bis del Codice dell'Amministrazione Digitale (d.lgs. n. 82/2005), e nel 2018 ha ricevuto dalla Commissione Europea il 1° premio nell'ambito della competizione «Better Governance through Procurement Digitalization», sulla base della sua «completezza, integrità dei dati, interoperabilità, disponibilità di funzioni di accesso ed analisi delle informazioni, governance e sostenibilità» risultando il miglior esempio di «National Contract Register» nell'Unione Europea. È ormai consapevolezza comune che, nella materia dei contratti pubblici, la progressiva digitalizzazione insieme all'utilizzo di strumenti elettronici e alla standardizzazione dei procedimenti di gara nonché alla disponibilità diffusa di dati sui contratti, rappresentano potenti strumenti a supporto della trasparenza, della concorrenza e per la prevenzione della corruzione. Anche l'art. 53, comma 5, lett. f), d.l. n. 77/2021, convertito, con modificazioni, dalla l. n. 108/2021 ha provveduto a confermare la posizione dell'ANAC al centro del complesso e articolato settore degli appalti e dei contratti pubblici e, in particolare, della fase di raccolta, monitoraggio e analisi dei dati. Il d.l. n. 77 ha, inoltre provveduto a modificare l'art. 81 stabilendo che la Banca dati nazionale degli operatori economici – gestita dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti transitasse nella Banca dati nazionale dei contratti pubblici gestita dall'ANAC. Tale modifica è apparsa di particolare rilievo in quanto funzionale a centralizzare e semplificare il sistema degli appalti garantendo maggiore efficienza ed evitando duplicazioni e possibili asimmetrie fra diversi soggetti istituzionali competenti nella gestione delle infrastrutture informatiche. Inoltre va considerato che già il decreto correttivo era intervenuto a riformulare l'art. 213, comma 8 del d.lgs. n. 50/2016 che disciplinava la Banca dati di Anac. La versione riformulata del citato comma, aveva introdotto il principio once only ovvero l'univocità dell'invio delle informazioni, al fine di assicurare minori oneri amministrativi a carico di stazioni appaltanti e operatori economi in linea con quanto ora previsto con l'introduzione del fascicolo virtuale dell'operatore economico. BibliografiaBolognino, Corrado, Storto, La digitalizzazione e la pubblica amministrazione, in Il diritto nell'era digitale, a cura di R. Giordano, A. Panzarola, A. Police, S. Preziosi, M. 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