Decreto legislativo - 31/03/2023 - n. 36 art. 38 - Localizzazione e approvazione del progetto delle opere.

Domenico Galli
Adriano Cavina
Codice legge fallimentare

Art. 21


Localizzazione e approvazione del progetto delle opere.

1. L'approvazione dei progetti da parte delle amministrazioni è effettuata in conformità alla legge 7 agosto 1990, n. 241, e alle disposizioni statali e regionali che regolano la materia. La procedura di cui al presente articolo si applica anche alle opere di interesse pubblico, ivi comprese quelle di cui al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, se concernenti la concessione e la gestione di opere pubbliche, oppure la concessione di servizi pubblici con opere da realizzare da parte del concessionario.

2. La procedura di cui al presente articolo non si applica se è stata già accertata la conformità del progetto di fattibilità tecnica ed economica alla pianificazione urbanistica e alla regolamentazione edilizia:

a) per le opere pubbliche di interesse statale, escluse quelle destinate alla difesa militare, dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, sentiti gli enti territoriali interessati;

b) per le opere pubbliche di interesse locale, dal comune, oppure dalla regione o dalla provincia autonoma interessata in caso di opere interessanti il territorio di almeno due comuni.

3. Nei casi diversi dal comma 2, l'amministrazione procedente, la stazione appaltante o l'ente concedente convoca, ai fini dell'approvazione del progetto di fattibilità tecnica ed economica nonché della localizzazione dell'opera, una conferenza di servizi semplificata ai sensi dell'articolo 14-bis della legge 7 agosto 1990, n. 241, a cui partecipano tutte le amministrazioni interessate, ivi comprese le regioni, le province autonome, i comuni incisi dall'opera e le amministrazioni preposte alla tutela ambientale, del patrimonio culturale, del paesaggio e della salute. Ai fini di cui al presente articolo, per le opere di competenza statale, il Provveditorato interregionale per le opere pubbliche può agire quale amministrazione procedente, previa stipula di un accordo ai sensi dell'articolo 15 della legge n. 241 del 1990 con una pubblica amministrazione, quando non è tenuto all'espressione di un parere ai sensi dei commi 4 e 5 1.

4. Per le opere pubbliche di interesse statale, contestualmente alla convocazione della conferenza di servizi di cui al comma 3, l'amministrazione procedente, la stazione appaltante o l'ente concedente trasmette il progetto di fattibilità tecnica ed economica al Consiglio superiore dei lavori pubblici, o al competente Provveditorato interregionale per le opere pubbliche, ai fini dell'espressione del parere, ove previsto. Il progetto di fattibilità tecnica ed economica contiene sempre l'alternativa di progetto a consumo zero del suolo ai fini della rigenerazione urbana2.

5. Il Consiglio superiore dei lavori pubblici o il Provveditorato interregionale per le opere pubbliche, se ravvisa carenze ostative al rilascio del parere favorevole, ivi comprese quelle relative agli aspetti di rigenerazione urbana, restituisce il progetto entro quindici giorni dalla sua ricezione con l'indicazione delle integrazioni o modifiche necessarie. L'amministrazione procedente, la stazione appaltante o l'ente concedente procede alle modifiche e alle integrazioni richieste entro il termine perentorio di quindici giorni dalla data di restituzione del progetto. Il Consiglio superiore o il Provveditorato interregionale esprime il parere entro il termine massimo di quarantacinque giorni dalla ricezione del progetto di fattibilità tecnica ed economica oppure entro il termine massimo di venti giorni dalla ricezione del progetto modificato o integrato. Decorsi tali termini, il parere si intende reso in senso favorevole 3.

6. Decorsi quindici giorni dalla trasmissione del progetto al Consiglio superiore dei lavori pubblici o al Provveditorato interregionale per le opere pubbliche o, nel caso in cui sia stato restituito a norma del comma 5, contestualmente alla trasmissione al Consiglio o al Provveditorato del progetto modificato, l'amministrazione procedente, la stazione appaltante o l'ente concedente trasmette il progetto alle autorità competenti per i provvedimenti di cui al comma 8 4.

7. Nel caso di opere pubbliche di interesse locale o di interesse statale per le quali non è richiesto il parere del Consiglio superiore dei lavori pubblici o del Provveditorato interregionale per le opere pubbliche, l'amministrazione procedente, la stazione appaltante o l'ente concedente trasmette il progetto alle autorità competenti per i provvedimenti di cui al comma 8 5.

8. Nel corso della conferenza di servizi sono acquisiti e valutati l'assoggettabilità alla verifica preventiva dell'interesse archeologico e della VIA valutazione di impatto ambientale, tenuto conto delle preminenti esigenze di appaltabilità dell'opera e di certezza dei tempi di realizzazione, l'esito dell'eventuale dibattito pubblico, nonché, per le opere pubbliche di interesse statale, il parere di cui ai commi 4 e 5. Le risultanze della valutazione di assoggettabilità alla verifica preventiva dell'interesse archeologico sono acquisite nel corso della conferenza dei servizi di cui al comma 3 e sono corredate, qualora non emerga la sussistenza di un interesse archeologico, delle eventuali prescrizioni relative alle attività di assistenza archeologica in corso d'opera. Qualora dalla valutazione di assoggettabilità alla verifica preventiva dell'interesse archeologico emerga l'esistenza di un interesse archeologico, il soprintendente procede ai sensi dell'allegato I.8, tenuto conto del cronoprogramma dell'opera. Gli esiti della valutazione di impatto ambientale sono comunicati dall'autorità competente alle altre amministrazioni che partecipano alla conferenza di servizi. Qualora si sia svolto il dibattito pubblico, è escluso il ricorso all'inchiesta pubblica o ad altra forma di consultazione del pubblico.

9. La conferenza di servizi si conclude nel termine di sessanta giorni dalla sua convocazione, prorogabile, su richiesta motivata delle amministrazioni preposte alla tutela degli interessi di cui all'articolo 14-quinquies, comma 1, della legge n. 241 del 1990, una sola volta per non più di dieci giorni. Si considera acquisito l'assenso delle amministrazioni che non si sono espresse nel termine di conclusione della conferenza di servizi, di quelle assenti o che abbiano espresso un dissenso non motivato o riferito a questioni che non costituiscono oggetto della conferenza medesima.

10. La determinazione conclusiva della conferenza di servizi, da adottarsi nei cinque giorni successivi alla scadenza del termine di cui al comma 9, approva il progetto e perfeziona ad ogni fine urbanistico ed edilizio l'intesa tra gli enti territoriali interessati anche ai fini della localizzazione dell'opera, della conformità urbanistica e paesaggistica dell'intervento, della risoluzione delle interferenze e delle relative opere mitigatrici e compensatrici. L'intesa tra gli enti interessati, in ordine alla localizzazione dell'opera, ha effetto di variante agli strumenti urbanistici vigenti. Essa comprende il provvedimento di valutazione di impatto ambientale, la valutazione di assoggettabilità alla verifica preventiva dell'interesse archeologico, i titoli abilitativi necessari, la dichiarazione di pubblica utilità e indifferibilità delle opere nonché il vincolo preordinato all'esproprio e consente la realizzazione di tutte le opere e attività previste nel progetto approvato. A tal fine, le comunicazioni agli interessati di cui all'articolo 14, comma 5, della legge n. 241 del 1990 tengono luogo della fase partecipativa di cui all'articolo 11 del testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di espropriazione per pubblica utilità di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 327 del 2001. Gli enti locali provvedono alle necessarie misure di salvaguardia delle aree interessate e delle relative fasce di rispetto e non possono autorizzare interventi edilizi incompatibili con la localizzazione dell'opera.

11. Nella procedura di cui al presente articolo, le determinazioni delle amministrazioni diverse dall'amministrazione procedente, dalla stazione appaltante o dall'ente concedente e comunque coinvolte ai sensi dell'articolo 14-bis, comma 3, della legge n. 241 del 1990, in qualsiasi caso di dissenso o non completo assenso, non possono limitarsi a esprimere contrarietà alla realizzazione delle opere o degli impianti, ma devono, tenuto conto delle circostanze del caso concreto, indicare le prescrizioni e le misure mitigatrici che rendano compatibile l'opera e possibile l'assenso, valutandone altresì i profili finanziari. Tali prescrizioni sono determinate conformemente ai principi di proporzionalità, efficacia e sostenibilità finanziaria dell'intervento risultante dal progetto originariamente presentato. Le disposizioni di cui al primo e secondo periodo si applicano, senza deroghe, a tutte le amministrazioni comunque partecipanti alla conferenza di servizi, incluse quelle titolari delle competenze in materia urbanistica, paesaggistica, archeologica e del patrimonio culturale 6.

12. Le disposizioni di cui al comma 11 si applicano anche ai procedimenti pendenti alla data di entrata in vigore del codice, per i quali non sia ancora intervenuta la determinazione conclusiva della conferenza di servizi.

13. Per gli appalti conseguenti al ritiro, alla revoca o all'annullamento di un precedente appalto sono validi i pareri, le autorizzazioni e le intese già acquisite, purché il RUP attesti l'assenza di variazioni nel progetto e nella regolamentazione ambientale, paesaggistica e urbanistica sulla cui base i pareri, le autorizzazioni e le intese erano stati adottati. La disposizione di cui al primo periodo non si applica ai casi di ritiro, revoca o annullamento del precedente appalto per vizi o circostanze inerenti ai pareri, alle autorizzazioni o alle intese.

14. Restano ferme le disposizioni speciali vigenti per determinate tipologie di opere pubbliche di interesse nazionale, comprese quelle relative agli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), di cui al regolamento (UE) 2021/241 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 febbraio 2021.

Inquadramento

La disposizione in commento disciplina le fasi procedimentali – propedeutiche all'affidamento dell'appalto o concessione di lavori – di localizzazione e approvazione del progetto delle opere. Essa costituisce attuazione dell'art. 1, comma 2, lett. o), della legge delega n. 78/2022 che, tra i criteri direttivi, aveva fatto riferimento alla revisione e semplificazione della normativa primaria in materia di programmazione, localizzazione delle opere pubbliche e dibattito pubblico, al fine di rendere le relative scelte maggiormente rispondenti ai fabbisogni della comunità, nonché di rendere più celeri e meno conflittuali le procedure finalizzate al raggiungimento dell'intesa tra i diversi livelli territoriali convolti nelle scelte stesse.

Essa mantiene, comunque, ferme le disposizioni speciali vigenti per determinate tipologie di opere pubbliche di interesse nazionale, comprese quelle relative agli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) (comma 14).

La Relazione Illustrativa, a titolo esemplificativo, indica tra le disposizioni speciali che continuano a trovare applicazione, quelle relative a “infrastrutture autostradali e viarie” (art. 20 l. n. 340/2000); opere concernenti reti ferroviarie (art. 9 l. n. 340/2000); impianti di produzione di energia elettrica (l. n. 880/1973), alimentati anche da fonti rinnovabili (d.lgs. n. 387/2003, d.lgs. n. 28/2011); infrastrutture lineari energetiche (gasdotti, elettrodotti, oleodotti e reti di trasporto di fluidi termici: artt. 52-quater e quinquies d.P.R. n. 327/2001); centrali termoelettriche ed elettronucleari e gli impianti di gestione del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi (l. n. 393/1975, d.lgs. n. 45/2014); opere destinate alla difesa nazionale (d.lgs. n. 66/2010); infrastrutture e insediamenti produttivi di carattere strategico e di preminente interesse nazionale (l. n. 443/2001).

Il decreto correttivo (D. Lgs. 209/2024)

Il Decreto correttivo modifica l'art. 38 del Codice, mediante la sostituzione integrale del comma 3. Si tratta di una modifica volta a consentire una più agevole lettura e a prevedere che, nei casi di approvazione del progetto di fattibilità tecnica ed economica, il potere di convocare la conferenza di servizi spetti anche alla amministrazione procedente, oltre che alla stazione appaltante e all'ente concedente. Si tratta di una modifica volta a coordinare le disposizioni del Codice con quelle in materia di conferenza di servizi di cui alla Legge n. 241/1990. Si evidenzia altresì che la funzione di amministrazione procedente può essere assunta anche dal Provveditorato Interregionale. Il Decreto correttivo, inoltre, modifica i successivi commi 5 e 6 al fine di coordinare la disposizione con l'innovazione di cui al comma 3, aggiungendo il riferimento all'amministrazione procedente.

L'ambito di applicazione

La procedura di localizzazione e approvazione dei progetti stabilita nell'articolo in commento trova applicazione, oltreché alle opere di competenza delle pubbliche amministrazioni, anche alle opere di interesse pubblico, comprese quelle alle quali viene fatto riferimento nel d.lgs. n. 152/2006 (Codice dell'ambiente), oggetto di concessione con opere da realizzare da parte del concessionario.

In ogni caso, per le amministrazioni, ai fini dell'approvazione dei progetti, trovano applicazione anche le disposizioni di cui alla l. n. 241/90 e le disposizioni statali e regionali in materia (comma 1).

Sono invece escluse dalla sfera di operatività della norma in questione alcune specifiche tipologie di opere, qualora ne sia stata già accertata la conformità del progetto di fattibilità tecnica ed economica alla pianificazione urbanistica e alla regolamentazione edilizia. Si tratta, più in particolare:

a) delle opere pubbliche di interesse statale, escluse quelle destinate alla difesa militare, nell'ipotesi in cui la suddetta conformità sia stata accertata dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, sentiti gli enti territoriali interessati;

b) delle opere pubbliche di interesse locale, laddove la conformità sia stata accertata dal comune, oppure dalla regione o dalla provincia autonoma interessata in caso di opere interessanti il territorio di almeno due comuni.

La ratio dell'esclusione è chiara e mira ad evitare aggravamenti procedurali per le indicate categorie di opere per le quali la conformità del progetto di fattibilità tecnica ed economica alla disciplina urbanistica ed edilizia sia stata già accertata, rendendosi così inutile l'imposizione di ulteriori oneri procedurali e duplicazioni (Giustiniani, 98).

Il procedimento

La stazione appaltante o l'ente concedente devono provvedere alla convocazione di una conferenza di servizi (che si svolge secondo la modalità semplificata di cui all'art. 14-bisdella l. n. 241/1990, con la partecipazione di tutte le amministrazioni interessate) volta all'approvazione del progetto di fattibilità tecnica ed economica nonché alla localizzazione dell'opera (comma 3).

Il procedimento in conferenza dei servizi deve concludersi entro il termine di 60 giorni dalla sua convocazione, salva la possibilità di proroga, su richiesta motivata delle amministrazioni preposte alla tutela degli interessi di cui all'art. 14-quinquies, comma 1, della l. n. 241/1990, una sola volta e per non più di 10 giorni (comma 9).

Come evidenziato nella Relazione illustrativa, il termine massimo per la conclusione della conferenza, pertanto, non può essere superiore a 70 giorni. L'assenso si considera, comunque, acquisito: a) qualora le amministrazioni non si siano espresse entro il termine di conclusione della conferenza; b) nel caso di assenza; c) nel caso di dissenso immotivato o afferente a tematiche estranee all'oggetto della conferenza (comma 9, ult. per.).

Con previsioni applicabili a tutti i procedimenti in corso alla data di entrata in vigore del Codice (comma 12), le amministrazioni comunque partecipanti alla conferenza, incluse quelle titolari delle competenze in materia urbanistica, paesaggistica, archeologica e del patrimonio culturale debbono, a pena di decadenza, in qualsiasi caso di dissenso o non completo assenso, indicare le prescrizioni e le misure mitigatrici che – nel rispetto dei principi di proporzionalità, efficacia e sostenibilità finanziaria dell'intervento risultante del progetto originariamente presentato – rendano compatibile l'opera e possibile l'assenso, senza limitarsi a esprimere contrarietà alla realizzazione delle opere o degli impianti (comma 11).

Il perimetro dei partecipanti alla conferenza di servizi (decisoria) è stato definito con il riferimento alle amministrazioni interessate, ivi comprese le regioni, le provincie autonome, i comuni incisi dall'opera e le amministrazioni preposte alla tutela ambientale, del patrimonio culturale, del paesaggio e della salute, tenendo, dunque, conto di tutte le possibili interferenze dovute all'opera da realizzare (Giustiniani, 98).

La conferenza si svolge di norma in forma semplificata e in modalità “asincrona”, ossia senza riunione, mediante la semplice trasmissione per via telematica, tra le amministrazioni partecipanti, delle comunicazioni, delle istanze con le relative documentazioni e delle determinazioni. In estrema sintesi, nel procedimento delineato dall'art. 14-bis, della l. n. 241/1990:

1) la conferenza è indetta dall'amministrazione procedente entro 5 giorni lavorativi dall'inizio del procedimento d'ufficio o, se il procedimento è a iniziativa di parte, dal ricevimento della domanda;

2) le amministrazioni coinvolte possono richiedere integrazioni documentali e chiarimenti non acquisibili tramite documenti in possesso di pubbliche amministrazioni, entro un termine perentorio stabilito dall'amministrazione procedente, e comunque non superiore a 15 giorni;

3) entro il termine perentorio stabilito dall'amministrazione procedente, e comunque non superiore a 45 giorni, le amministrazioni coinvolte sono tenute a rendere le proprie determinazioni relative alla decisione oggetto della Conferenza. Nel caso in cui tra le amministrazioni coinvolte nella conferenza vi siano anche quelle preposte alla tutela ambientale, paesaggistico-territoriale, dei beni culturali o alla tutela della salute, il termine per le determinazioni è di 90 giorni, sempre che non sia altrimenti stabilito da norme di legge o regolamenti;

4) la mancata comunicazione delle determinazioni di cui sopra entro il termine perentorio previsto, ovvero la comunicazione di una determinazione priva dei requisiti indicati, equivalgono ad assenso senza condizioni, fatti salvi i casi in cui disposizioni del diritto dell'UE richiedono l'adozione dei provvedimenti espressi;

5) scaduto il termine per la comunicazione delle determinazioni, l'amministrazione procedente, entro 5 giorni lavorativi, adotta la determinazione motivata di conclusione della conferenza.

Con specifico riferimento alle opere di interesse statale (comma 4):

1) contestualmente alla convocazione della conferenza di servizi, la stazione appaltante o l'ente concedente trasmette il progetto di fattibilità tecnica ed economica al Consiglio superiore dei lavori pubblici, o al competente Provveditorato interregionale per le opere pubbliche, ai fini dell'espressione del parere, ove previsto;

2) il progetto di fattibilità tecnica ed economica (da sottoporre al parere obbligatorio del Consiglio superiore o del competente Provveditorato) deve contenere sempre l'alternativa progettuale a consumo zero del suolo ai fini della rigenerazione urbana.

Sempre con riferimento alle opere di interesse statale, è dettata una disciplina nel caso di mancata espressione di un parere favorevole sul progetto di fattibilità da parte del Consiglio superiore dei lavori pubblici o del Provveditorato interregionale (comma 5). In particolare:

1) se sono ravvisate carenze ostative al rilascio del parere favorevole, ivi comprese quelle relative agli aspetti di rigenerazione urbana, il progetto è restituito entro 15 giorni dalla ricezione con l'indicazione delle integrazioni o modifiche necessarie;

2) la stazione appaltante o l'ente concedente procede alle modifiche e alle integrazioni richieste entro il termine perentorio di 15 giorni dalla data di restituzione del progetto;

3) il Consiglio superiore o il Provveditorato interregionale esprime il parere entro il termine massimo di 45 giorni dalla ricezione del progetto di fattibilità tecnica ed economica oppure entro il termine massimo di 20 giorni dalla ricezione del progetto modificato o integrato. Decorsi tali termini, il parere si intende reso in senso favorevole.

In linea con le dichiarate finalità acceleratorie opera il meccanismo del silenzio assenso nel caso in cui il parere non venga reso nei termini. Sia il termine massimo per il parere (45 giorni) sia il silenzio assenso sono volti a garantire la completezza istruttoria e documentale nell'ambito conferenza di servizi.

Sempre nella prospettiva acceleratoria, decorsi 15 giorni dalla trasmissione del progetto al Consiglio superiore dei lavori pubblici o al Provveditorato interregionale delle opere pubbliche o, contestualmente alla (ri)trasmissione al Consiglio o al Provveditorato del progetto modificato, la stazione appaltante o l'ente concedente trasmette il progetto alle autorità competenti per la verifica preventiva dell'interesse archeologico e per valutazione di valutazione impatto ambientale (comma 6).

La sincronicità tra la trasmissione al Consiglio superiore e quella alle autorità competenti per verifica preventiva dell'interesse archeologico e per la VIA, mira a consentire una accelerazione delle attività nell'ambito della conferenza di servizi.

Analoghe modalità acceleratorie sono anche previste per le opere per cui non è richiesto il parere del Consiglio superiore o del Provveditorato interregionale (opere pubbliche di interesse locale o di interesse statale per le quali non è richiesto il parere): anche per tali casi, il progetto va trasmesso, contestualmente alla convocazione della conferenza di servizi, per la valutazione di impatto ambientale, i cui esiti sono comunicati dall'autorità competente alle altre amministrazioni che prendono parte alla conferenza di servizi (comma 7). La circostanza che sia svolto il dibattito pubblico esclude il ricorso ad altri strumenti di partecipazione.

Nel corso della conferenza sono acquisiti e valutati (comma 8):

– la verifica preventiva dell'interesse archeologico e della VIA, tenuto conto delle preminenti esigenze di appaltabilità dell'opera e di certezza dei tempi di realizzazione. Tale espressione è mutuata testualmente dall'art. 44 del d.l. n. 77/2021 e intende fornire “una linea di indirizzo dell'attività istruttoria e decisoria della conferenza, in linea con il principio del risultato” (v. Relazione Illustrativa);

– l'esito dell'eventuale dibattito politico;

– per le opere pubbliche di interesse statale, il parere del Consiglio superiore dei lavori pubblici o del competente Provveditorato interregionale delle opere pubbliche.

La determinazione finale e relativi effetti

Quanto alla conclusione del procedimento, la determinazione conclusiva della conferenza di servizi: va adottata nei cinque giorni successivi alla scadenza del termine massimo di conclusione della conferenza; costituisce approvazione del progetto; perfeziona l'intesa tra gli enti territoriali interessati anche ai fini della localizzazione dell'opera, della conformità urbanistica e paesaggistica dell'intervento, della risoluzione delle interferenze e delle relative opere mitigatrici e compensatrici; costituisce variante agli strumenti urbanistici vigenti; comprende il provvedimento di VIA, i titoli abilitativi necessari e la dichiarazione di pubblica utilità ed indifferibilità delle opere nonché il vincolo preordinato all'esproprio; consente la realizzazione di tutte le opere e attività previste nel progetto approvato (comma 10).

Sempre in una logica acceleratoria, va letta la previsione secondo cui rimangono validi pareri, autorizzazioni e intese posti alla base di procedure oggetto di successivo annullamento, ritiro o revoca (per vizi che non riguardino intese, autorizzazioni e progetti), che possono essere posti alla base della nuova procedura di affidamento, sempreché il RUP attesti l'assenza di variazioni nel progetto e nella regolamentazione ambientale, paesaggistica e urbanistica sulla cui base i pareri, le autorizzazioni e le intese erano stati adottati (comma 13).

Questioni applicative

1) Quale è la validità degli atti (pareri, autorizzazioni, intese ecc.) alla base di gare oggetto di annullamento, revoca, ecc.

?

Come riportato nella Relazione Illustrativa, non è previsto un termine massimo di validità degli atti, diversamente da quanto stabilito dall'art. 27, comma 1-bis, d. lgs. n. 50/2016 che prevedeva una validità per un periodo non superiore a 5 anni. È, tuttavia, richiesto, ai fini della “utilizzabilità di tali atti anche nelle successive procedure, che il RUP attesti puntualmente l'assenza di variazioni sostanziali nel progetto e nella cornice normativa sulla base dei quali gli atti erano stati emanati”.

Bibliografia

Giustiniani, Il nuovo codice dei contratti pubblici prima e dopo la riforma, Pozzuoli, 2023.

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