Decreto legislativo - 31/03/2023 - n. 36 art. 171 - Relazioni con Paesi terzi in materia di lavori, servizi e forniture.Codice legge fallimentare Artt. 138, 212 Relazioni con Paesi terzi in materia di lavori, servizi e forniture. 1. Su segnalazione da parte del Ministero delle imprese e del made in Italy o del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, la Cabina di regia di cui all'articolo 221 informa la Commissione europea di ogni difficoltà d'ordine generale, di fatto o di diritto, incontrata dalle imprese italiane nell'ottenere l'aggiudicazione di appalti di servizi in Paesi terzi e da esse riferita con particolare riferimento all'inosservanza delle disposizioni internazionali di diritto del lavoro elencate nell'allegato XIV alla direttiva 2014/25/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 febbraio 2014. 2. Sono fatti salvi gli impegni assunti nei confronti dei Paesi terzi derivanti da accordi internazionali in materia di appalti pubblici, in particolare nel quadro dell'Organizzazione mondiale del commercio. InquadramentoL'art. 171, che recepisce l'art. 86 della Direttiva 2014/25/UE, si occupa delle relazioni intercorrenti tra imprese italiane e paesi terzi per quanto riguarda gli appalti di lavori, forniture e servizi. Esso riprende il contenuto dell'art. 138 del previgente codice del 2016. I compiti della Cabina di regia in ambito di appalti di servizi in paesi terziLa disciplina in esame mira alla raccolta e alla trasmissione alla Commissione europea, su segnalazione del Ministero delle imprese e del made in Italy e a cura della Cabina di regia prevista dall'art. 221 del Codice, di ogni informazione relativa alle difficoltà incontrate dalle imprese italiane “per ottenere l'aggiudicazione di appalti di servizi in Paesi terzi”, anche in conseguenza dell'inosservanza delle disposizioni internazionali di diritto del lavoro elencate nell'allegato XIV alla direttiva 2014/25/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 febbraio 2014. In particolare, le difficoltà sono collegate alle ipotesi in cui il paese terzo adotta i seguenti comportamenti: a) non concede alle imprese dell'Unione un accesso effettivo comparabile a quello accordato dall'Unione alle imprese di tale paese terzo; b) non concede alle imprese dell'Unione il trattamento riservato alle imprese nazionali o possibilità di concorrenza identiche a quelle di cui godono le imprese nazionali; oppure c) concede alle imprese di altri paesi terzi un trattamento più favorevole di quello riservato alle imprese dell'Unione Secondo quanto emerge dal testo dell'art. 86 della Direttiva 2014/25/UE, le informazioni trasmesse sono strumentali all'adozione, da parte della Consiglio europeo e su proposta della Commissione, di misure atte a sospendere o limitare temporaneamente l'aggiudicazione di appalti di servizi a: a) imprese soggette alla legislazione dei Paesi terzi in questione; b) imprese legate alle suddette imprese, la cui sede sociale si trovi nell'Unione ma che non hanno un legame diretto ed effettivo con l'economia di uno Stato membro; c) imprese che presentano offerte aventi per oggetto servizi originari dei Paesi terzi in questione. Nonostante la rubrica dell'articolo – che menziona anche gli appalti di lavori e di forniture – l'attenzione del legislatore nazionale, in linea con le indicazioni eurounitarie (cfr. art. 86 Direttiva 2014/25/UE) è essenzialmente rivolta agli appalti di servizi. BibliografiaCarullo, Iudica, Commentario breve alla legislazione sugli appalti pubblici e privati, Milano, 2018. |