Codice Penale art. 421 bis - Pubblica intimidazione con uso di armi 1Pubblica intimidazione con uso di armi1 [I.] Chiunque, al fine di incutere pubblico timore o di suscitare tumulto o pubblico disordine o di attentare alla sicurezza pubblica, fa esplodere colpi di arma da fuoco o fa scoppiare bombe o altri ordigni o materie esplodenti è punito, se il fatto non costituisce più grave reato, con la reclusione da tre a otto anni. [1] Articolo inserito dall'articolo 4, comma 2-quater, d.l.15 settembre 2023, n. 123, conv., con modif., in l.13 novembre 2023, n. 159.
competenza: Trib. monocratico arresto: facoltativo fermo: consentito custodia cautelare in carcere: consentita altre misure cautelari personali: consentite procedibilità: d'ufficio. InquadramentoQuesto reato, inserito nel codice penale dalla l. n. 159/2023, di conversione del d.l. n. 123/2023 (il c.d. “decreto Caivano”), mira a rendere più incisiva la tutela dell'ordine pubblico incriminando specificamente condotte che si avviavano a divenire abituali nel corso di manifestazioni di assoggettamento del territorio (la c.d. “stesa”). Trattasi di reato comune (che può essere commesso da “chiunque”), la cui materialità (salva la clausola di riserva “se il fatto non costituisce più grave reato”) consiste nel fare esplodere colpi di arma da fuoco o far scoppiare bombe o altri ordigni o materie esplodenti (trattasi di c.d. norma a più fattispecie, che possono anche concorrere). La condotta è punita se commessa con dolo specifico, ovvero se posta in essere “al fine di incutere pubblico timore o di suscitare tumulto o pubblico disordine o di attentare alla sicurezza pubblica”: (ai fini dell'integrazione di detto dolo specifico, e più in generale della consumazione del reato, non appare, peraltro, necessario che si sia verificato l'effetto voluto dall'agente (argomenta da Cass. I, n. 6432/1980). Ai soggetti che riporteranno condanna per tale nuovo reato sarà possibile applicare misure di prevenzione, ai sensi dell'art. 4, comma 1, d. lgs. n. 159 del 2011, pure in parte qua contestualmente novellato. Applicazioni in tema di concorso nel reatoAi fini dell'applicazione della disciplina di cui all'art. 116 c.p., sembra possibile ritenere che il reato di strage (art. 422 c.p.) costituisca logica, prevista e voluta conseguenza del reato in oggetto, come, in precedenza, di quello di cui all'art. 6 l. n. 895 del 1967 (argomenta da Cass. I, n. 5178/1985 ). Rapporti con altri reatiIl delitto in oggetto, come, in precedenza, quello previsto dall'art. 6 l. n. 895 del 1967, mira a tutelare l'ordine pubblico e richiede il dolo specifico consistente nel fine di incutere timore o di suscitare tumulto o pubblico disordine o di attentare alla sicurezza pubblica, pur non essendo necessario che si sia verificato l'effetto voluto; diversamente, la contravvenzione prevista dall'art. 703 c.p., anche quando ha ad oggetto lo stesso elemento materiale, mira a tutelare la vita e l'incolumità fisica riferibile non a persone determinate, ma ad un numero indeterminato di soggetti, e richiede la mera coscienza e volontà del fatto incriminato (argomenta da Cass. I, n. 37384/2006 e Cass. I, n. 15697/2022). |