Decreto legislativo - 31/03/2023 - n. 36 art. 38

Francesco Mascia
Codice legge fallimentare

Art. 207.


Modalità di costituzione del collegio consultivo tecnico

(Articolo 215, comma I)

Articolo I

Formazione del collegio e compensi.

1. Il collegio consultivo tecnico, di seguito denominato anche «Collegio» o «CCT», è fonnato, a scelta della stazione appaltante o del concessionario, da tre componenti, o cinque in caso di complessità dell'opera e di eterogeneità delle professionalità richieste, per i lavori di importo pari o superiore alle soglie di rilevanza europea, dotati di comprovata esperienza nel settore degli appalti, delle concessioni e degli investimenti pubblici, anche in relazione allo specifico oggetto del contratto.

2. I componenti del Collegio possono essere scelti dalle parti di comune accordo, ovvero le parti possono concordare che ciascuna di esse nomini uno o due componenti, individuati anche tra il proprio personale dipendente ovvero tra persone a esse legate da rapporti di lavoro autonomo o di collaborazione anche continuativa in possesso dei requisiti previsti dal comma 1, e che il terzo o il quinto componente, con funzioni di presidente, sia scelto dai componenti di nomina di parte. Nel caso in cui le parti non trovino un accordo sulla nomina del presidente entro il termine indicato al comma 1 dell'articolo 3, questo è designato entro i successivi cinque giorni dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per le opere di interesse nazionale, dalle regioni, dalle province autonome di Trento e di Bolzano o dalle città metropolitane per le opere di rispettivo interesse. Nei casi in cui il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti partecipa al finanziamento della spesa ovvero svolge il ruolo di concedente nomina un componente del Collegio con le modalità di cui al presente comma 2.

3. Ai componenti del collegio consultivo tecnico si applica l'articolo 813, secondo comma, del codice di procedura civile.

4. Fermo restando il diritto dei componenti del collegio consultivo tecnico a ricevere un compenso a carico delle parti proporzionato al valore dell'opera, al numero, alla qualità e alla tempestività delle determinazioni assunte, la parte fissa del compenso del Collegio non può superare gli imp01ii definiti dall'articolo 6, comma 7-bis, del decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 settembre 2020, n. 120 e, in ogni caso, la parte fissa del compenso del Collegio non può superare:

a) in caso di collegio consultivo tecnico composto da tre componenti, l'importo pari allo 0,02 per cento per la parte del valore dell'appalto eccedente 1000 milioni di euro;

b) in caso di collegio consultivo tecnico composto da cinque componenti, l'imp01io pari allo 0,03 per cento per la parte del valore dell'appalto eccedente 1000 milioni di euro».

5. Il compenso complessivo spettante al Collegio non può superare il triplo della parte fissa. I componenti hanno inoltre diritto ad un rimborso delle spese a carattere non remunerativo. Il compenso è corrisposto a tutti i componenti del CCT indipendentemente dal rapporto intercorrente tra ciascun componente e le parti contrattuali ed è sottoposto esclusivamente ai limiti previsti dalla legge. I compensi di tutti i membri del Collegio sono dovuti senza vincolo di solidarietà. Ai componenti del collegio consultivo tecnico non si applica l'a1ticolo 3 della legge 13 agosto 2010, n. 136.

6. Con apposite linee guida adottate con decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, previo parere conforme del Consiglio superiore dei lavori pubblici, sono definiti i parametri per la determinazione dei compensi e delle spese non aventi valore remunerativo che devono essere rapportati al valore del contratto e alla complessità dell'opera, nonché all'esito e alla durata dell'impegno richiesto e al numero e alla qualità delle detem1inazioni assunte, prevedendone l'erogazione secondo un principio di gradualità. Le medesime linee guida definiscono anche i parametri per la determinazione del compenso della segreteria tecnico amministrativa. Nelle more dell'adozione del decreto di cui al primo periodo, continuano ad applicarsi, per la pa1te relativa alla determinazione dei compensi, le linee guida approvate con decreto del Ministro e delle infrastrutture e delle mobilità sostenibili 17 gennaio 2022, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 55 del 7 marzo 2022.

Articolo 2 Requisiti e incompatibilità

1. Possono essere nominati membri del Collegio ingegneri, architetti, giuristi ed economisti in possesso di comprovata espeiienza nel settore degli appalti, delle concessioni e degli investimenti pubblici, anche in relazione allo specifico oggetto del contratto. Esperienza e qualificazione sono comprovate dal possesso di uno dei seguenti requisiti:

a) assunzione di significativi incarichi, nell'ambito di appalti sopra soglia europea e proporzionati all'incarico da assumere, di responsabile unico del procedimento, di direttore dei lavori, coordinatore della sicurezza in fase di esecuzione, collaudatore e di presidente di commissione per l'accordo bonario ovvero di ausiliario del magistrato o consulente tecnico di parte in contenziosi dei lavori pubblici di commissario di gara o progettista, o coordinatore in fase di progettazione, nell'ambito di affidamenti di contratti di lavori pubblici di impo1to superiore alle soglie europee; patrocinio o assistenza di parte pubblica o privata in contenziosi amministrativi o civili nel settore dei lavori pubblici;

b) dirigente o funzionario ai sensi dell'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, o di stazioni appaltanti con personalità gimidica di diritto privato soggette all'applicazione del codice con competenza nelle materie di cui di cui al primo periodo del presente comma;

c) componente del Consiglio superiore dei lavori pubblici;

d) insegnamento come professore universitario di ruolo nelle materie di cui al primo periodo del presente comma;

e) magistrato ordinario, amministrativo o contabilè, avvocato dello Stato, prefetto e dirigente della carriera prefettizia non in sede da almeno due anni, anche se già collocati a riposo;

f) professionisti iscritti ai rispettivi albi professionali con significativa esperienza documentabile attraverso lo svolgimento di incarichi indicati alla lettera a).

2. Il possesso del requisito di esperienza e qualificazione professionale deve essere comprovato con riferimento ad un periodo minimo di cinque anni per la nomina come membro del Collegio e ad un periodo minimo di dieci anni per la nomina come presidente.

3. Non possono essere nominati membri del Collegio esclusivamente coloro che:

a) si trovino in situazione di conflitto d'interesse ai sensi dell'articolo 16 del codice;

b) versino in una situazione d'incompatibilità ai sensi dell'articolo 53 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, o abbiano svolto, per la parte pubblica o per l'operatore economico, attività di controllo, verifica, progettazione, approvazione, autorizzazione, vigilanza o direzione dell'esecuzione o dei lavori in relazione al contratto di appalto o alle sue fasi pregresse, salvo che l'attività sia stata svolta nell'ambito di organi collegiali consiliari;

c) con riferimento al presidente del Collegio, abbiano svolto con riguardo ai lavori o servizi oggetto dell'affidamento, attività di collaborazione nel campo giuridico, amministrativo o economico per una delle parti;

d) abbiano svolto l'incarico di consulente tecnico d'ufficio.

4. La sussistenza di cause d'incompatibilità dei membri o del presidente può essere fatta valere dalle patii mediante istanza di ricusazione da proporre al presidente del tribunale ai sensi dell'articolo 810 del codice di procedura civile.

Articolo 3

Costituzione e insediamento del Collegio.

1. Il collegio consultivo tecnico è costituito prima della data di avvio dell'esecuzione o comunque non oltre dieci giorni da tale data. L'inottemperanza ovvero il ritardo nella costituzione del CCT, nel caso di affidamenti superiori alla soglia di rilevanza europea, è valutabile sia ai fini della responsabilità dirigenziale ed erariale, sia, nei rapp01ii tra la stazione appaltante e l'operatore economico, sotto il profilo della buona fede contrattuale. In caso di mancata designazione dei membri la parte non inadempiente può rivolgersi al presidente del tribunale ordinario ove ha sede la stazione appaltante, individuata quale sede del CCT.

2. Il CCT si intende costituito al momento dell'accettazione dell'incarico da parte del presidente senza che vi sia la necessità di ulteriori formalizzazioni degli incarichi rispetto all'atto di nomina dei membri del Collegio. Entro i successivi quindici giorni dalla accettazione è tenuta una seduta d'insediamento del Collegio alla presenza dei legali rappresentanti delle parti, tenuti a rendere a verbale dichiarazione in merito alla eventuale volontà di non attribuire alle pronunce del Collegio valore di lodo contrattuale ai sensi dell'articolo 808-ter del codice di procedura civile.

3. Nel verbale della seduta d'insediamento, tenuto conto dell'oggetto e della complessità dell'appalto, sono definite periodicità e modalità di svolgimento delle riunioni e degli eventuali sopralluoghi e, se le parti non si siano avvalse della facoltà di escludere che le determinazioni del Collegio assumano natura di lodo contrattuale, sono precisati termini e modalità di svolgimento del contraddittorio, specificando il dies a quo della decorrenza del termine di quindici giorni per la pronuncia del lodo.

4. Il CCT può essere costituito in via facoltativa per lavori di importo inferiore alla soglia europea. In tal caso le parti sono tenute a precisare quali compiti intendono attribuire al CCT tra quelli previsti dagli articoli 215, 216, 217 e 218 del codice.

5. Nel caso di CCT facoltativo di cui al comma 4, due componenti sono nominati dalla stazione appaltante e il terzo componente è nominato dai soggetti di cui all'articolo 1, comma 2.

Articolo 4.

Decisioni del collegio consultivo tecnico

1. Il procedimento per l'espressione dei pareri o delle dete1minazioni del CCT può essere attivato da ciascuna delle parti o da entrambe congiuntamente con la presentazione di un quesito scritto attraverso formale richiesta direttamente al CCT e all'altra parte. Tenuto conto di quanto previsto dall'articolo 216, comma 1, del codice, resta fermo l'onere delle iscrizioni delle riserve secondo la disciplina vigente. Le richieste di parere o determinazioni del CCT devono essere corredate di tutta la documentazione necessaria a illustrare le ragioni della contestazione precisando quale sia la domanda proposta. In nessun caso il CCT si può pronunciare in assenza dei quesiti di parte; l'inosservanza di tale divieto comporta la nullità delle determinazioni eventualmente assunte. Se l'appaltatore, al fine di non incorrere in decadenze, iscriva riserve senza fonnulare anche il relativo quesito al CCT, il quesito deve essere formulato dal responsabile del procedimento se la riserva è tale da incidere sulla regolare esecuzione dei lavori.

2. Nell'adozione delle proprie determinazioni, il collegio consultivo tecnico può operare anche in videoconferenza o con qualsiasi altro collegamento da remoto.

3. Fermo quanto specificamente disposto nel verbale d'insediamento sulle modalità di svolgimento del contraddittorio, è comunque facoltà del Collegio procedere ad audizioni informali delle parti o convocare le patii per consentire l'esposizione in contraddittorio delle rispettive ragioni. Rimane comunque esclusa la possibilità di disporre consulenza tecnica d'ufficio. Il Collegio è comunque tenuto a svolgere riunioni periodiche per monitorare l'andamento dei lavori e a formulare, ove ritenuto opportuno, osservazioni alle parti.

4. Le determinazioni del collegio consultivo tecnico sono adottate con atto sottoscritto dalla maggioranza dei componenti, entro il termine di quindici giorni decorrenti dalla data della comunicazione del quesito, se formulato congiuntamente dalle parti, ovvero dal momento in cui si è perfezionata la formulazione di più quesiti distintamente formulati dalle parti in ordine a una medesima questione. Le determinazioni possono essere rese con motivazione succinta che, se del caso, può essere integrata nei successivi quindici giorni, sottoscritta dalla maggioranza dei componenti. In caso di particolari esigenze istruttorie le determinazioni possono essere adottate entro venti giorni dalla comunicazione dei quesiti. Le decisioni sono assunte a maggioranza. Quando il provvedimento che definisce il giudizio corrisponde interamente al contenuto della determinazione del collegio consultivo tecnico, il giudice esclude la ripetizione delle spese sostenute dalla parte vincitrice che non ha osservato la determinazione, riferibili al periodo successivo alla formulazione della stessa, e la condanna al rimborso delle spese sostenute dalla parte soccombente relative allo stesso periodo, nonché al versamento all'entrata del bilancio dello Stato di un'ulteriore somma di importo corrispondente al contributo unificato dovuto. Resta ferma l'applicabilità degli articoli 92 e 96 del codice di procedura civile.

Articolo 5.

Decadenze, dimissioni e revoca

1. Ogni componente del collegio consultivo tecnico non può ricoprire più di cinque incarichi contemporaneamente e comunque non può svolgere più di 1O incarichi ogni due anni. In caso di ritardo nell'adozione di tre determinazioni o di ritardo superiore a sessanta giorni nell'assunzione anche di una sola determinazione, i componenti del Collegio non possono essere nuovamente nominati come componenti di altri collegi per la durata di tre anni decorrenti dalla data di maturazione del ritardo.

2. Costituisce causa di responsabilità nei confronti delle parti esclusivamente il ritardo ingiustificato nell'adozione delle determinazioni; in tal caso, la stazione appaltante può assumere le determinazioni di propria competenza prescindendo dal parere del Collegio.

3. Le dimissioni dei componenti del collegio consultivo tecnico sono ammissibili solo in presenza di giusta causa o di giustificato motivo. Alla sostituzione si provvede nelle forme e nei modi di cui all'articolo 1. Il compenso spettante al sostituto sarà pari alla paiie fissa non ancora maturata dal componente dimissionario e alla parte variabile che dovesse maturare.

4. I componenti del collegio consultivo tecnico non possono essere revocati successivamente alla sua costituzione.

Articolo 6 Osservatorio

1. I Presidenti dei collegi consultivi provvedono a trasmettere all'Osservatorio permanente per assicurare il monitoraggio dell'attività dei collegi consultivi tecnici, di seguito Osservatorio, istituito presso il Consiglio superiore dei lavori pubblici gli atti di costituzione e dì scioglimento del Collegio e le principali pronunce assunte dal Collegio

2. L'Osservatorio si avvale della banca dati nazionale dei contratti pubblici di cui all'articolo 23 del codice.

3. L'accesso agli atti detenuti dall'Osservatorio e dai collegi consultivi tecnici è consentito, nei limiti di legge e salve le disposizioni del codice di procedura civile in relazione alle determinazioni dei collegi aventi natura di lodo contrattuale ai sensi dell'articolo 808-ter del medesimo codice di procedura civile, mediante istanza formulata alle stazioni appaltanti e agli enti concedenti in base agli articoli 35 e 36 del codice.

4. L'Osservatorio del CCT cura la tenuta dell'elenco dei soggetti appartenenti o appartenuti alle amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, in possesso dei requisiti richiesti per lo svolgimento del!'attività di presidente del CCT di cui al!'articolo 2, comma 2.

Articolo 7

Costituzione facoltativa del collegio consultivo tecnico

1. Il collegio consultivo tecnico di cui all'articolo 218 del codice è formato da tre componenti. Due componenti sono nominati dalla stazione appaltante e il terzo è nominato, per le opere di interesse nazionale, dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e, per le opere di interesse locale, dalle regioni, dalle province autonome di Trento e di Bolzano o dalle città metropolitane. Ferma l'eventuale necessità di sostituzione di uno dei componenti designati dalla stazione appaltante con uno di nomina privata, le funzioni di componente del collegio consultivo tecnico nominato ai sensi del presente articolo non sono incompatibili con quelle di componente del Collegio nominato ai sensi dell'articolo 1.

2. Nel caso di contratti misti, la costituzione del CCT è disposta ogni qualvolta la parte dei lavori supera la soglia di rilevanza europea. In tal caso il CCT può comunque conoscere delle questioni riguardanti l'intero contratto. Rientrano nell'ambito di applicazione del presente Allegato i contratti stipulati attraverso Accordi Quadro con uno o più operatori economici, in tali ipotesi, l'importo di riferimento è quello dei singoli accordi attuativi.

3. Quando un'opera può dare luogo ad appalti aggiudicati per lotti distinti, la costituzione del CCT è obbligatoria con riferimento ai soli lotti di importo pari o superiore alle soglie di rilevanza europea, senza riguardo al valore complessivo stimato della totalità di tali lotti.

4. In caso di CCT costituito in via facoltativa nella fase antecedente all'affidamento del contratto, ai sensi dell'articolo 218 sono riconosciuti a ciascun componente del CCT i compensi di cui all'articolo 1, comma 5, ridotti del 20 per cento.

Articolo 8

Segreteria tecnico amministrativa

1. Per lavori di particolare complessità, il Collegio si avvale di una segreteria tecnico amministrativa per le attività istruttorie e di supporto amministrativo, composta da uno o più membri scelti e nominati dal Presidente.

2. Alla segreteria tecnico amministrativa è riconosciuto un compenso in misura determinata dal 3 al 10 per cento del compenso spettante ad ogni singolo componente del CCT. Il compenso della segreteria è posto a carico dei componenti del CCT e viene liquidato direttamente a cura delle parti con le medesime modalità e tempistiche previste per i componenti del Collegio.

[2] Comma modificato dall'articolo 1, comma 1, lettera g), del D.L. 21 maggio 2025, n. 73, non ancora convertito in legge.

Inquadramento

Gli artt. 215, 216, 217, 218, 219 del Codice, in attuazione al criterio direttivo di cui all'art. 1, comma 1, lett. ll) della legge delega in materia di contratti pubblici n. 78/2022, concernente “estensione e rafforzamento dei metodi di risoluzione delle controversie alternativi al rimedio giurisdizionale, anche in materia di esecuzione del contratto”, disciplinano il collegio consultivo tecnico.

L'istituto costituisce – come affermato anche dalla legge delega – uno dei metodi di risoluzione delle controversie alternativi al rimedio giurisdizionale, ed è finalizzata a dirimere sul nascere i possibili contenziosi tra committente e appaltatore che rischierebbero di pregiudicare l'esecuzione tempestiva e a regola d'arte del contratto di appalto.

Il collegio consultivo tecnico non è una novità nel nostro ordinamento, essendo stato introdotto per la prima volta dall'art. 207 del d.lgs. n. 50/2016, il quale prevedeva la facoltà per le parti di costituirlo (prima dell'avvio dell'esecuzione o entro i successivi novanta giorni) al fine assisterle per risolvere rapidamente le dispute di ogni natura che sarebbero potute insorgere nel corso dell'esecuzione del contratto. A seguito di specifica proposta del Consiglio di Stato, formulata con il Parere n. 855 del 1° aprile 2016, il collegio consultivo tecnico è stato successivamente abrogato dall'art. 121 comma 1 del d.lgs. n. 56/2017, e poi riproposto dall'art. 1 commi 11-14 del d.l. n. 32/2019 (cd. Decreto Sblocca cantieri), convertito dalla l. n. 55/2019, il quale ne confermò finalità, facoltatività del suo ricorso e natura non vincolante delle sue determinazioni. I predetti commi da 11 a 14 dell'art. 1 del d.l. n. 32/2019 sono stati poi abrogati dal d.l. n. 76/2020 convertito in l. n. 120/2020 che, insieme alle linee guida predisposte dal Consiglio superiore dei lavori pubblici e approvate dal Ministero delle infrastrutture e mobilità sostenibili con d.m. n. 12/2022, ne ha ridefinito la veste, i contenuti e ne ha imposto (in determinate circostanze) il suo utilizzo.

L'attuale previsione normativa mette a regime quanto previsto in via temporanea (fino al 30 giugno 2023) dall'art. 6 del d.l. n. 76/2020 convertito dalla l. n. 120/2020, e dal Decreto del Ministero delle infrastrutture e mobilità sostenibili del n. 12/2022, rinviando all'Allegato V.2 la disciplina di dettaglio sulle modalità di costituzione e funzionamento del Collegio consultivo tecnico.

L'Allegato V.2

L'Allegato V.2 al Codice (il quale verrà abrogato e sostituito dalla data di entrata in vigore di un futuro Regolamento adottato con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti) sintetizza e unisce le disposizioni precedentemente contenute nell'art. 6 del d.l. n. 76/2020 convertito dalla l. n. 120/2020, con quelle presenti nelle Linee guida approvate con Decreto del Ministero delle infrastrutture e delle mobilità sostenibili n. 12 del 17 gennaio 2022.

Art. 1 - Formazione del Collegio e compensi

Ai sensi dell'art. 1, il collegio consultivo tecnico è formato, a scelta della stazione appaltante, da tre componenti o, in caso di motivata complessità dell'opera ed eterogeneità delle professionalità richieste, da cinque componenti. La loro scelta può avvenire di comune accordo tra le parti. In difetto, ciascuna parte nominerà uno o due componenti (da individuare eventualmente anche tra il proprio personale dipendente ovvero tra persone ad esse legate da rapporti di lavoro autonomo o di collaborazione anche continuativa), i quali indicheranno d'intesa il terzo o il quinto componente, con funzioni di Presidente. Quest'ultimo, pertanto, non deve essere nominato direttamente dalla stazione appaltante e dall'appaltatore, ma dai membri di “fiducia” da loro nominati.

La nomina del Presidente deve avvenire entro il “termine indicato al comma 1 dell'articolo 2”, ossia entro dieci giorni dalla scelta dei componenti di parte, ed in caso di disaccordo sulla scelta, il Presidente verrà designato, entro i successivi cinque giorni, dal Ministero delle infrastrutture, ovvero dalle Regioni, dalle Province autonome di Trento e Bolzano o dalle città metropolitane, per le opere, servizi e forniture di rispettivo interesse.

Il comma 1 dell'Allegato V.2, tuttavia, non prevede alcun termine entro il quale i componenti di parte dovrebbero trovare l'accordo sulla designazione del Presidente. Verosimilmente la scadenza a cui si intendeva fare riferimento è quella di cui all'art. 2, comma 1 dell'Allegato V.2. Pertanto, in attesa di un chiarimento sul punto, si ritiene che la scelta del Presidente del Collegio da parte del Ministero delle infrastrutture o delle Regioni, delle Province autonome di Trento e Bolzano o delle città metropolitane, debba avvenire entro e non oltre quindici giorni dalla data di avvio dell'esecuzione ai sensi del comma 1 dell'art. 2 del medesimo Allegato V.2.

I componenti del Collegio consultivo tecnico devono far parte delle seguenti categorie professionali: ingegneri, architetti, giuristi ed economisti. Nello specifico, la norma richiede che i professionisti legittimati dimostrino di essere esperti nel settore degli appalti, delle concessioni e degli investimenti pubblici, nonché dotati di esperienza e qualificazione professionale adeguata alla tipologia dell'opera, anche in relazione allo specifico oggetto del contratto.

Non è richiesta, invece, una specifica conoscenza di metodi e strumenti elettronici quali quelli di modellazione per l'edilizia e le infrastrutture (BIM), e neanche un'esperienza pratica e professionale di almeno dieci anni nel settore di riferimento. Presupposti, questi, specificatamente indicati dall'art. 6 comma 2 del d.l. n. 76/2020 convertito dalla l. n. 120/2020.

Con riferimento alla definizione dei requisiti professionali, dei casi di incompatibilità dei membri e del Presidente del Collegio consultivo tecnico, e dei criteri preferenziali per la loro scelta, il comma 3 dell'articolo 1 dell'Allegato V.2 rinvia ad apposite Linee guida (da approvare con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti), le quali si dovranno occupare anche dei parametri per la determinazione dei compensi. Nelle more, precisa l'Allegato V.2, continueranno ad applicarsi le Linee guida n. 12 del 17 gennaio 2022 e, nello specifico, il punto 2.4 “Requisiti professionali del presidente e dei componenti”, il punto 2.5 “Incompatibilità dei membri del presidente”, il punto 7 “Oneri di funzionamento del CCT”, fermo restando che la parte fissa del compenso non potrà superare, con riferimento all'intero collegio, gli importi definiti dall'art. 6 comma 7-bis del d.l. 76/2020 convertito dalla l. 120/2020, ovvero:

a) in caso di collegio consultivo tecnico composto da tre componenti, l'importo corrispondente allo 0,5 per cento del valore dell'appalto, per gli appalti di valore non superiore a 50 milioni di euro; tale percentuale dovrà essere ridotta allo 0,25 per cento per la parte eccedente i 50 milioni di euro e fino a 100 milioni di euro, allo 0,15 per cento per la parte eccedente i 100 milioni di euro e fino a 200 milioni di euro, allo 0,10 per cento per la parte eccedente 200 milioni di euro e fino a 500 milioni di euro, allo 0,07 per cento per la parte eccedente 500 milioni di euro;

b) in caso di collegio consultivo tecnico composto da cinque componenti, l'importo corrispondente allo 0,8 per cento del valore dell'appalto, per gli appalti di valore non superiore a 50 milioni di euro; tale percentuale dovrà essere ridotta allo 0,4 per cento per la parte eccedente i 50 milioni di euro e fino a 100 milioni di euro, allo 0,25 per cento per la parte eccedente i 100 milioni di euro e fino a 200 milioni di euro, allo 0,15 per cento per la parte eccedente i 200 milioni di euro e fino a 500 milioni di euro,

allo 0,10 per cento per la parte eccedente 500 milioni di euro.

Il comma 4 dell'art. 1 stabilisce, infine, che i membri del collegio non acquisiscono la qualifica di pubblico ufficiale o di incaricato di pubblico servizio ai sensi dell'art. 813 del codice civile.

Art. 2 – Costituzione e insediamento del Collegio

Il collegio consultivo tecnico deve essere costituito, ai sensi dell'art. 2 comma 1 dell'Allegato V.2, prima dell'avvio dell'esecuzione dell'appalto o entro i successivi dieci giorni. Intendendosi per “avvio dell'esecuzione”, non tanto la data di stipulazione del contratto, ma quella di effettiva consegna dei lavori, o di inizio dei servizi o delle forniture, che potrà avvenire anche in via anticipata (ex art. 17 del Codice). È infatti da tale momento che decorre il termine contrattuale.

Il citato termine di dieci giorni non è perentorio, pertanto il suo decorso non incide sulla legittimità di una tardiva nomina del collegio consultivo tecnico. Di contro, però, la sua inottemperanza costituisce pur sempre una violazione di legge valutabile, sia ai fini della responsabilità del soggetto agente per danno erariale, sia nei rapporti tra stazione appaltante e operatore economico, “sotto il profilo della buona fede contrattuale”, ed in caso di mancata designazione dei membri la parte non inadempiente potrebbe/dovrebbe rivolgersi al Presidente del Tribunale ordinario ove ha sede la stazione appaltante individuata quale sede del Collegio consultivo tecnico (art. 2 comma 1 dell'Allegato V. 2).

L'ANAC, riferendosi alla medesima previsione contenuta nel d.m n. 12/2022, ha affermato che ove la mancata nomina del componente dovesse essere imputabile all'appaltatore, sarà onere della stazione appaltante valutare la violazione o meno della buona fede contrattuale di quest'ultimo ai sensi dell'art. 1375 c.c. “unitamente alla possibilità di ricorrere al Presidente del tribunale ordinario competente, nel senso indicato nel citato d.m. Tale decreto, infatti, in una logica di perseguimento dell'interesse pubblico all'esecuzione dell'opera, dunque conservativa della procedura di aggiudicazione svolta per l'affidamento del contratto, consente alla parte adempiente di rivolgersi al Presidente del tribunale ordinario dove ha sede la stazione appaltante, individuata quale sede del CCT. Pertanto, il d.m. rimette alle valutazioni della stazione appaltante l'adozione della decisione ritenuta più opportuna ai fini del migliore perseguimento dell'interesse pubblico sotteso all'affidamento dell'appalto” (Delibera ANAC n. 265/2022).

La previsione, ad onor del vero, dovrebbe essere coordinata meglio con riferimento agli appalti di servizi e forniture di importo superiore alla soglia comunitaria ma inferiore a 1 milione di euro. In questo caso, essendo la nomina del collegio consultivo tecnico puramente facoltativa, si dubita che la mancata o ritardata nomina possa comportare una responsabilità erariale.

Il comma 1 dell'art. 2 specifica, inoltre, che la costituzione del Collegio consultivo tecnico avvenga “a iniziativa della stazione appaltante”. L'art. 6 del d.l. n. 76/2020 convertito dalla l. n. 120/2020 ed il d.m. n. 12/2022, non le attribuivano questa attività di impulso. Quindi, al fine di evitare possibili responsabilità erariali, sarà opportuno che la stazione appaltante avvii la procedura entro un congruo termine antecedente la data di inizio di esecuzione dell'appalto al fine di formare tempestivamente il Collegio consultivo tecnico. Si rammenta, infatti, che il Collegio si intende istituito “al momento dell'accettazione dell'incarico da parte del presidente” (art. 2, comma 2 dell'Allegato V.2).

Entro i successivi quindici giorni dalla sua costituzione, il Collegio consultivo tecnico convoca la seduta di insediamento alla presenza dei legali rappresentanti della stazione appaltante e dell'appaltatore. In tale occasione le parti sono tenute a manifestare la loro eventuale volontà di non attribuire alle pronunce del Collegio valore di lodo contrattuale ai sensi dell'art. 808-terdel codice di procedura civile, in attuazione del combinato disposto degli artt. 215 comma 2 e 217 comma 1 del Codice. Secondo queste ultime disposizioni, quando l'acquisizione del parere del Collegio non è obbligatoria, le sue determinazioni assumono natura di lodo contrattuale ex art. 808-ter del c.p.c. solo in assenza di una espressa volontà contraria delle parti, che dovrà essere manifestata non oltre il giorno previsto per la seduta insediamento.

Si tratta di una fase molto delicata, perché la natura di lodo contrattuale delle determinazioni ha una valenza negoziale integrativa delle pattuizioni del contratto siglato tra le parti. La stazione appaltante e l'appaltatore, in questo caso, darebbero vita ad un arbitrato irrituale, ovvero ad “uno strumento di risoluzione contrattuale delle contestazioni insorte o che possono insorgere tra le parti in ordine a determinati rapporti giuridici, imperniato sull'affidamento a terzi del compito di ricercare una composizione amichevole, conciliante o transattiva. Poiché le parti si impegnano a considerare la decisione degli arbitri come espressione della loro volontà, il lodo irrituale ha natura negoziale” (ex multis Cass. II, n. 14986/2021).

Nella medesima seduta di insediamento, il Collegio definisce la periodicità e le modalità di svolgimento delle riunioni e degli eventuali sopralluoghi nonché, qualora le parti avessero deciso di dare alle determinazioni natura di lodo contrattuale, i termini e le modalità di svolgimento del contraddittorio tra le parti.

Art. 3 – Decisioni del Collegio consultivo tecnico

L'art. 3 regolamenta la procedura da seguire per l'ottenimento, da parte del Collegio consultivo tecnico, dei pareri o delle determinazioni. E' previsto che l'istanza possa essere formulata, da entrambe le parti congiuntamente, oppure da ciascuna di esse, ed inviata direttamente al Collegio (e all'altra parte in caso di istanza autonoma). La richiesta deve essere corredata da tutta la documentazione necessaria a illustrare le ragioni della contestazione e precisare chiaramente il suo oggetto.

L'appaltatore, a prescindere da quanto sopra, è onerato, a pena di decadenza, ad iscrivere le riserve nel rispetto delle prescrizioni dell'Allegato II.14 al Codice.

Ai sensi dei commi 2 e 3 dell'art. 3, il Collegio consultivo potrà procedere, anche in videoconferenza o con qualsiasi altro collegamento da remoto, ad audizioni informali delle parti per favorire la scelta della migliore soluzione per la celere esecuzione dell'opera a regola d'arte, nonché a convocarle per consentire loro l'esposizione in contraddittorio delle rispettive ragioni.

Viene confermato, come in passato, il divieto di disporre la consulenza tecnica d'ufficio. Al riguardo l'Autorità Nazionale Anticorruzione ha ritenuto che, attraverso tale inciso, il legislatore avrebbe impedito, con riferimento al medesimo affidamento, che lo stesso soggetto potesse ricoprire gli incarichi di consulente tecnico d'ufficio e componente del collegio consultivo tecnico. Di conseguenza, il soggetto che dovesse ricoprire l'incarico di componente o presidente del Collegio consultivo tecnico, dovrebbe astenersi o rifiutare l'incarico di consulente tecnico d'ufficio in un giudizio avente ad oggetto il medesimo affidamento (Delibera ANAC n. 206 del 9 marzo 2021).

Le decisioni del Collegio sono adottate con atto sottoscritto dalla maggioranza dei componenti entro il termine di quindici giorni decorrenti dalla data della comunicazione del quesito, se formulato congiuntamente dalle parti, o dal momento in cui sulla stessa questione le parti abbiano formulato separatamente più quesiti. Le determinazioni dovranno recare una succinta motivazione (che potrà essere integrata nei successivi quindici giorni). In caso di particolari esigenze istruttorie le determinazioni potranno essere rilasciate entro venti giorni dalla comunicazione dei quesiti.

Il comma 5 stabilisce, infine, che in caso di impugnazione delle determinazioni adottate dal Collegio, il Giudice escluda la ripetizione delle spese sostenute dalla parte vincitrice che non ha osservato il provvedimento censurato, riferibili al periodo successivo alla formulazione della stessa, nonché provveda alla condanna al rimborso delle spese sostenute dalla parte soccombente relative a quest'ultimo periodo, e al versamento a favore dello Stato di un'ulteriore somma di importo corrispondente al contributo unificato dovuto, nell'ipotesi in cui la sentenza corrisponda interamente al contenuto della determinazione del Collegio consultivo. È fatta salva, in ogni caso, l'applicabilità degli artt. 92 e 96 del c.p.c.

Art. 4 – Decadenze

L'art. 4 (confermando quanto statuito dal d.l. n. 76/2020 convertito dalla l. n. 120/2020) pone dei limiti alla nomina di componente del Collegio consultivo tecnico, prevedendo che ciascuno di essi non possa ricoprire più di cinque incarichi contemporaneamente e/o svolgere oltre dieci incarichi ogni due anni.

La previsione stabilisce, inoltre, che il ritardo nell'adozione di tre determinazioni, o il ritardo superiore a sessanta giorni nell'assunzione anche di una sola determinazione, comporti il divieto per i componenti del collegio di essere nominati come membri di altri collegi per la durata di tre anni decorrenti dalla data di maturazione del ritardo. Ad ogni modo, il ritardo ingiustificato nell'adozione anche di una sola determinazione autorizza la stazione appaltante ad assumere le decisioni di propria competenza prescindendo dal parere del Collegio.

Si noti che l'articolo in commento ha ammorbidito le conseguenze da ritardo disciplinate dalla normativa previgente, la quale prevedeva delle sanzioni più rigide, quali la decadenza del collegio per il ritardo ingiustificato nell'adozione anche di una sola determinazione, e la decurtazione del compenso da un decimo a un terzo in caso di ritardo nell'assunzione delle determinazioni.

Artt. 5 e 6 – Osservatorio e costituzione facoltativa del Collegio consultivo tecnico

L'art. 5 prevede l'obbligo per i Presidenti dei Collegi consultivi tecnici di trasmettere all'Osservatorio permanente istituito presso il Consiglio superiore dei lavori pubblici, gli atti di costituzione e di scioglimento del Collegio e le principali pronunce assunte dallo stesso.

L'art. 6 stabilisce, invece, la modalità di costituzione del Collegio consultivo tecnico nelle ipotesi in cui il suo utilizzo sia facoltativo, quindi per gli appalti di lavori di importo inferiore alle soglie di cui all'art. 14 del Codice, e per gli affidamenti di servizi e forniture di importo inferiore a 1 milione di euro.

Cosa cambia

Mancata previsione tra i requisiti dei componenti del Collegio consultivo tecnico di una specifica conoscenza di metodi e strumenti elettronici quali quelli di modellazione per l'edilizia e le infrastrutture (BIM). L'Allegato V.2 non richiede, diversamente da quanto previsto dall'art. 6 comma 2 del d.l. n. 76/2020 convertito dalla l. n. 120/2020, che i membri del Collegio siano dotati di esperienza anche in relazione “alla specifica conoscenza di metodi e strumenti elettronici quali quelli di modellazione per l'edilizia e le infrastrutture (BIM), maturata per effetto del conseguimento di un dottorato di ricerca...”.

Costituzione del Collegio consultivo tecnico su impulso della stazione appaltante. Il comma 1 dell'art. 1 dell'Allegato V.2 specifica che la costituzione del Collegio consultivo tecnico avvenga “a iniziativa della stazione appaltante”. L'art. 6 del d.l. n. 76/2020 convertito dalla l. n. 120/2020 ed il d.m. n. 12/2022, non le attribuivano invece questa attività di impulso.

Alleggerimento delle sanzioni in caso di ritardo del Collegio nel rilascio delle determinazioni. L'art. 4 dell'Allegato V.2 stabilisce che il ritardo nell'adozione di tre determinazioni, o il ritardo superiore a sessanta giorni nell'assunzione anche di una sola determinazione, comporti il divieto per i componenti del collegio di essere nominati come componenti di altri collegi per la durata di tre anni decorrenti dalla data di maturazione del ritardo. Il ritardo ingiustificato nell'adozione anche di una sola determinazione autorizza, in ogni caso, la stazione appaltante ad assumere le decisioni di propria competenza prescindendo dal parere del Collegio. Il legislatore non sanziona più, con la decadenza del collegio o con la decurtazione del compenso, le ipotesi di ritardo nell'assunzione delle determinazioni (art. 6, commi 7 e 8 del d.l. n. 76/2020 convertito dalla l. n. 120/2020).

Bibliografia

Caringella, Giustiniani, Mantini (a cura di), Trattato dei contratti pubblici, Roma, 2021; Clarich (a cura di), Commentario al Codice dei Contratti Pubblici, II ed., Torino, 2019; Rovelli, Manuale del r.u.p., Roma, 2021.

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