Istanza di revoca dello stato di adottabilitàInquadramentoLo stato di adottabilità, dichiarato con sentenza, può essere revocato al venir meno dello stato di abbandono morale e materiale del minore, su istanza di parte. Tuttavia la revoca è ammissibile solo fino al momento in cui viene disposto l'affidamento preadottivo. FormulaTRIBUNALE PER I MINORENNI DI .... [1] ISTANZA [2] DI REVOCA DELLA DICHIARAZIONE DI ADOTTABILITÀ Il Sig. ...., nato a ...., il ...., residente in ...., via ...., C.F. ...., rappresentato e difeso dall'Avv. ...., del Foro di ...., C.F. ...., (il quale dichiara di voler ricevere eventuali comunicazioni relative al procedimento in oggetto al numero di fax .... ed all'indirizzo PEC ....) [3] presso il cui studio in ...., via ...., è elettivamente domiciliato, come da procura allegata al presente atto PREMESSO CHE – il Tribunale per i Minorenni di ...., con sentenza n. .... / ...., emessa in data ...., all'esito del procedimento R.G. n. .... / ...., notificata in data ...., ha dichiarato lo stato di adottabilità del minore ...., nato a ...., il ....; – nelle motivazioni della predetta sentenza si legge che: a) ....; b) ....; c) ....; – la sentenza non veniva impugnata [4]; – sono venute meno le condizioni di abbandono morale e materiale del minore in quanto: a) ....; b) ....; c) ....; – non è stato ancora disposto l'affidamento preadottivo; – la revoca dello stato di adottabilità risponde al superiore interesse del minore poiché: a) ....; b) ....; c) ..... Tutto ciò premesso, il Sig. ...., ut supra rappresentato, difeso e domiciliato CHIEDE che l'Ill.mo Tribunale per i Minorenni di ...., previo ogni opportuno accertamento, previa fissazione di una udienza di comparizione delle parti interessate e assunta ogni necessaria informazione voglia accogliere le seguenti CONCLUSIONI revocare, ai sensi dell'art. 21, l. n. 184/1983, lo stato di adottabilità del minore ...., nato a ...., il ...., per le ragioni meglio esposte in narrativa. Ai sensi dell'art. 82, comma 1, l. n. 184/1983 il presente procedimento e la relativa procedura sono esenti da imposte di bollo e di registro e da ogni spesa, tassa e diritto dovuti ai Pubblici Ufficiali. Si produce, oltre all'originale della procura alle liti, copia dei seguenti documenti: 1. ....; 2. ....; 3. .... [5]. Luogo e data .... Firma Avv. .... PROCURA Io sottoscritto ...., nato a ...., il .... e residente a ...., via ...., n. ...., C.F. .... delego l'Avv. .... con studio a ...., via ...., n. ...., presso il quale eleggo domicilio, per essere rappresentato e difeso nel presente giudizio, in ogni fase e grado del processo, compreso quello di esecuzione, conferendogli ogni più ampio potere incluso quello di transigere e conciliare, riscuotere e quietanzare, rinunciare agli atti e farsi sostituire. Dichiaro di aver preso visione dell'informativa resa ai sensi dell'art. 13, d.lgs. n. 196/2003 ed autorizzo il trattamento dei relativi dati per le finalità di cui al presente mandato. Dichiaro di essere stato informato ai sensi dell'art. 4, comma 3, d.lgs. n. 28/2010, della possibilità di ricorrere al procedimento di mediazione ivi previsto e dei benefici fiscali di cui agli artt. 17 e 20, d.lgs. n. 28/2010, come da specifico atto separato. Dichiaro, altresì, di essere stato informato della possibilità di ricorrere alla convenzione di negoziazione assistita ai sensi dell'art. 2, d.l. n. 132/2014, convertito in l. n. 162/2014. Dichiaro altresì di essere stato informato delle caratteristiche e del grado di complessità dell'incarico, delle attività da espletare, delle iniziative ed ipotesi di soluzione, della prevedibile durata del processo, nonché di avere ricevuto tutte le informazioni utili circa gli oneri ipotizzabili dal momento del conferimento sino alla conclusione dell'incarico; altresì, dichiaro di aver ricevuto ed accettato un preventivo scritto relativo alla prevedibile misura del costo della prestazione, distinguendo fra oneri, spese, anche forfetarie, e compenso professionale. Sono stati resi noti gli estremi della polizza assicurativa. Dichiaro infine di aver ricevuto tutte le informazioni previste ai sensi dell'art. 13 Reg. UE n. 2016/679 (GDPR) e dell'art. 13, d.lgs. n. 196/2003 e s.m.i. e presto il consenso al trattamento dei dati personali per l'espletamento del mandato conferito. Prendo atto che il trattamento dei dati personali avverrà mediante strumenti manuali, informatici e telematici con logiche strettamente correlate alle finalità dell'incarico conferito. Luogo e data .... Firma .... Per autentica della sottoscrizione .... Firma Avv. .... [1]Risulta competente il Tribunale per i Minorenni che ha emesso la sentenza sullo stato di adottabilità. [2]L'atto dovrà rispettare i criteri redazionali ed i limiti dimensionali previsti dal d.m. 7 agosto 2023, n. 110, rubricato “Regolamento per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo”. In particolare, occorre ricordare che, al fine di assicurare la chiarezza e la sinteticità degli atti processuali (cfr. artt. 121 c.p.c. e 46 disp. att. c.p.c.), l'art. 1 d.m. n. 110/2023 individua l'articolazione che il l'atto deve avere e l'art. 3 d.m. n. 110/2023 individua in 50.000 caratteri (spazi esclusi) il limite dimensionale dello scritto difensivo. Sul punto occorre richiamare, però, l'art. 5, comma 1, d.m. n. 110/2023 in forza del quale i predetti limiti possono essere superati se la controversia presenta questioni di particolare complessità anche in relazione agli interessi coinvolti. In tal caso sarà onere del difensore esporre sinteticamente le ragioni per le quali si è reso necessario il superamento di tali limiti (art. 5, comma 1, d.m. n. 110/2023) ed inserire nell'atto, subito dopo l'intestazione, un indice ed una breve sintesi del contenuto dell'atto (art. 5, comma 2, d.m. n. 110/2023). Inoltre, appare opportuno richiamare anche l'art. 2, comma 1, lett. c), d.m. n. 110/2023 in forza del quale l'atto deve contenere anche l'indicazione di parole chiave, nel numero massimo di venti, che individuano l'oggetto del giudizio. [3]Ai sensi dell'art. 13, comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2022: “Ove il difensore non indichi il proprio numero di fax .... ovvero qualora la parte ometta di indicare il C.F. .... il contributo unificato è aumentato della metà”. [4]Nel caso di impugnazione bisogna dare conto delle impugnazioni esperite, dei relativi esiti e delle motivazioni delle sentenze. [5]Deve essere indicata la documentazione utile e rilevante che si intende produrre. CommentoLo stato di adottabilità costituisce una condizione del minore provvisoria e destinata a cessare per una delle cause indicate dagli artt. 20 e 21, l. n. 184/1983. L'art. 20, l. n. 184/1983 stabilisce che lo stato di adottabilità viene meno per adozione, e ciò in virtù della strumentalità dell'iter adottivo al conseguimento dello status di figlio, e per il raggiungimento della maggiore età da parte del minore. L'art. 21, l. n. 184/1983 disciplina l'ipotesi della revoca della dichiarazione di adottabilità quando, successivamente alla sentenza che la dichiara, sia venuta meno la situazione di abbandono morale e materiale del minore. La revoca deve essere disposta, anche laddove venga meno la situazione di criticità del nucleo familiare di origine, solo se ciò risponde al superiore interesse del minore. Non si tratta di un interesse generico del minore, ma di un interesse specifico, attuale e concreto e, di conseguenza, non potrà farsi luogo alla revoca se, nonostante il superamento delle carenze dei genitori, il minore risulti inserito, per l'effetto dei provvedimenti provvisori, in un ambiente familiare particolarmente idoneo e rispondente alle sue necessità. L'interesse del minore deve essere valutato in senso oggettivo, avendo riguardo al possibile pregiudizio che potrebbe derivare al minore dal reinserimento nella famiglia d'origine (Cass. I, n. 9958/2010 e Cass. I, n. 4199/2008). La revoca dello stato di adottabilità è un rimedio di carattere eccezionale, ma non può essere considerata come un mezzo di gravame. Può essere richiesta solo successivamente al passaggio in giudicato della sentenza del Tribunale per i Minorenni che si pronuncia sulla dichiarazione di adottabilità del minore: prima del passaggio in giudicato, la parte che intende contestare la dichiarazione di adottabilità potrà esperire i normali mezzi di impugnazione. Pertanto, l'istanza di revoca si dovrà fondare su fatti nuovi e sopravvenuti al provvedimento definitivo che dichiara lo stato di adottabilità del minore (Trib. min. Trieste 23 aprile 1986). Inoltre, la revoca è ammissibile solo fino al momento in cui viene disposto l'affidamento preadottivo (Cass. I, n. 7698/1998 e Cass. I, n. 4537/2008). La ratio è duplice: evitare conflitti ed interferenze tra famiglie di sangue e famiglie adottive ed evitare l'interruzione del processo di inserimento del minore nella nuova famiglia e del rapporto affettivo che si sta costituendo. Appare discutibile la tesi secondo cui la revoca, nonostante non sia stato ancora disposto l'affidamento preadottivo, non potrebbe essere disposta se il minore si trova collocato presso una famiglia interessata alla sua adozione (Fadiga, L'adozione del minore. Il procedimento, in Aa.Vv., Il nuovo diritto di famiglia, diretto da Ferrando, Bologna, 2007, 688). Legittimati attivi a richiedere la revoca sono il Pubblico Ministero, i genitori, il tutore (vengono esclusi i parenti entro il quarto grado: contra Morozzo Della Rocca, Adozione, in Dig. civ. agg., I, Torino, 2003, 116. Dogliotti-Figone, Famiglia e procedimento, Milano, 2007 335 ed A. Finocchiaro-M. Finocchiaro, Disciplina dell'adozione e dell'affidamento, Milano, 1983, i quali ritengono legittimati anche il curatore speciale e gli affidatari provvisori). Il Tribunale per i Minorenni può attivare il procedimento volto a revocare lo stato di adottabilità anche ex officio. Si ritiene ammissibile l'intervento degli affidatari, anche considerando il loro interesse alla dichiarazione di adottabilità (Campanato, Lo stato di adottabilità, in Campanato, Rossi, Manuale dell'adozione nel diritto civile, penale, del lavoro, amministrativo, tributario, Padova, 2003, 266). Il procedimento ex art. 21, l. n. 184/1983 assume le forme del rito camerale. L'audizione delle parti non è prevista dalla norma, ma si ritiene necessaria, soprattutto per quanto riguarda il minore (cfr. artt. 473-bis.4 e 473-bis.5 c.p.c.). La revoca è dichiarata, con sentenza, dal Tribunale per i Minorenni che si è pronunciato sullo stato di adottabilità, sentito il Pubblico Ministero. Il provvedimento di revoca dovrà essere notificato ai genitori del minore e al Pubblico Ministero, i quali, entro dieci giorni dalla notifica, potranno proporre impugnazione avanti alla Corte d'Appello, sezione minori, persone e famiglia (art. 739 c.p.c. e art. 38, comma 3, disp. att. c.c.). Avverso la sentenza pronunciata dalla Corte d'Appello si ritiene ammissibile il ricorso per Cassazione ex art. 111 Cost. nella misura in cui il provvedimento del Giudice di secondo grado incide sullo stato giuridico del minore e dei genitori (Cass. I, n. 1306/1973; Cass. I, n. 399/1979; Cass. I, n. 12701/1993 e Cass. I, n. 4537/2008). Il ricorso per Cassazione non dovrà essere proposto nel termine di cui all'art. 17, comma 2, l. n. 184/1983, bensì nei termini ordinari. Avverso il provvedimento che dispone la revoca, nonostante il silenzio della l. n. 184/1983, deve ritenersi ammissibile anche la revocazione exartt. 395 ss. c.p.c. L'effetto della revoca è quello di ripristinare la situazione antecedente alla dichiarazione di adottabilità, con la conseguente perdita di efficacia dei provvedimenti accessori adottati in via strumentale e provvisoria dal Tribunale per i Minorenni. Resta ferma la possibilità per il Pubblico Ministero Minorile di promuovere ricorso exartt. 330 ss. c.c. |