Richiesta di dichiarazione di efficacia del provvedimento di adozione emesso da Autorità straniera prima dell'arrivo del minore in Italia

Andrea Conti

Inquadramento

Il provvedimento straniero che pronuncia l'adozione del minore, emesso prima dell'arrivo in Italia del minore, deve essere dichiarato efficace dal Tribunale per i Minorenni. Con l'ordine di trascrizione emesso dal Giudice minorile, a seguito della verifica della sussistenza di una serie di requisiti volti a garantire il superiore interesse del minore, la procedura di adozione internazionale può dirsi conclusa.

Formula

TRIBUNALE PER I MINORENNI DI ... [1]

RICORSO [2] PER LA DICHIARAZIONE DI EFFICACIA DEL PROVVEDIMENTO DI ADOZIONE PRONUNCIATO ALL'ESTERO

EX ART. 35, COMMI 1 E 3, L. N. 184/1983

Il Sig. ..., nato a ..., il ..., C.F. ..., e la Sig.ra ..., nata a ..., il ..., C.F. ..., entrambi residenti in ..., via ..., rappresentati e difesi dall'Avv. ..., del Foro di ..., C.F. ..., (il quale dichiara di voler ricevere eventuali comunicazioni relative al procedimento in oggetto al numero di fax ... ed all'indirizzo PEC ... ) [3] presso il cui studio in ..., via ..., sono elettivamente domiciliati, come da procura allegata al presente atto

PREMESSO CHE

- il Tribunale per i Minorenni di ..., con decreto n. ... / ..., emesso in data ..., all'esito del procedimento R.G. n. ... / ..., comunicato in data ..., ha dichiarato, ai sensi dell'art. 30, l. n. 184/1983, l'idoneità all'adozione internazionale del Sig. ... e della Sig.ra ...;

- in data ..., veniva incaricato l'Ente autorizzato ... al fine di curare la pratica di adozione internazionale;

- a seguito delle attività svolte presso lo Stato di ..., veniva individuato, quale adottando, il minore ..., nato a ..., il ...;

- l'Autorità Giudiziaria ... dello Stato di origine del minore, in data ..., pronunciava l'adozione del minore a favore degli odierni istanti, Sig. ... e Sig.ra ...;

- in data ..., la Commissione per le adozioni internazionali dichiarava l'adozione rispondente all'interesse del minore ... in forza di quanto previsto dall'art. 32, comma 2, l. n. 184/1983 ed autorizzava l'ingresso del minore in Italia;

- il minore ... non ha ancora fatto ingresso in Italia;

- sussistono tutte le condizioni indicate dall'art. 35, commi 2, 3 e 6, l. n. 184/1983, in particolare:

a) il provvedimento de quo acclara la sussistenza delle condizioni di cui all'art. 4 Convenzione dell'Aja del 1993;

b) l'adozione è conforme ai principi fondamentali che regolano il diritto di famiglia e dei minori, in relazione al superiore interesse del minore;

c) la Commissione per le adozioni internazionali di cui all'art. 38, l. n. 184/1983 ha certificato la conformità dell'adozione alla Convenzione dell'Aja autorizzando l'ingresso e il soggiorno permanente in Italia del minore ...;

- pertanto, il provvedimento straniero di adozione deve essere dichiarato efficace e trascritto in Italia.

Tutto ciò premesso, il Sig. ... e la Sig.ra ..., ut supra rappresentati, difesi e domiciliati

CHIEDONO

che l'Ill.mo Tribunale per i Minorenni di ... voglia, ai sensi dell'art. 35, commi 1, 2, 3 e 6, l. n. 184/1983,

- rendere efficace il provvedimento di adozione emesso da ... in data ... relativo al minore ..., nato a ..., il ... e, conseguentemente,

- ordinare la trascrizione del predetto provvedimento nei registri dello Stato civile di ....

Ai sensi dell'art. 82, comma 1, l. n. 184/1983 il presente procedimento e la relativa procedura sono esenti da imposte di bollo e di registro e da ogni spesa, tassa e diritto dovuti ai Pubblici Ufficiali.

Si producono in copia, oltre all'originale della procura alle liti, i seguenti documenti:

1. decreto del Tribunale per i Minorenni di ... n. ... / ... del ..., in copia autentica;

2. provvedimento straniero n. ... / ... del ..., in copia autentica con la traduzione giurata dello stesso;

3. provvedimento della Commissione per le adozioni internazionali ex art. 32, comma 2, l. n. 184/1983;

4. certificazione di conformità dell'adozione alla Convenzione resa dalla Commissione per le adozioni internazionali ai sensi dell'art. 39, comma 1, lett. i), l. n. 184/1983;

5. autorizzazione all'ingresso e alla permanenza in Italia del minore resa dalla Commissione per le adozioni internazionali ai sensi dell'art. 39, comma 1, lett. h), l. n. 184/1983;

6. ... [4].

Luogo e data

Firma Avv.

PROCURA

Io sottoscritto ..., nato a ..., il ... e residente a ..., via ..., n. ..., C.F. ... delego l'Avv. ... con studio a ..., via ..., n. ..., presso il quale eleggo domicilio, per essere rappresentato e difeso nel presente giudizio, in ogni fase e grado del processo, compreso quello di esecuzione, conferendogli ogni più ampio potere incluso quello di transigere e conciliare, riscuotere e quietanzare, rinunciare agli atti e farsi sostituire. Dichiaro di aver preso visione dell'informativa resa ai sensi dell'art. 13, d.lgs. n. 196/2003 ed autorizzo il trattamento dei relativi dati per le finalità di cui al presente mandato. Dichiaro di essere stato informato ai sensi dell'art. 4, comma 3, d.lgs. n. 28/2010, della possibilità di ricorrere al procedimento di mediazione ivi previsto e dei benefici fiscali di cui agli artt. 17 e 20, d.lgs. n. 28/2010, come da specifico atto separato. Dichiaro, altresì, di essere stato informato della possibilità di ricorrere alla convenzione di negoziazione assistita ai sensi dell'art. 2, d.l. n. 132/2014, convertito in l. n. 162/2014. Dichiaro altresì di essere stato informato delle caratteristiche e del grado di complessità dell'incarico, delle attività da espletare, delle iniziative ed ipotesi di soluzione, della prevedibile durata del processo, nonché di avere ricevuto tutte le informazioni utili circa gli oneri ipotizzabili dal momento del conferimento sino alla conclusione dell'incarico; altresì, dichiaro di aver ricevuto ed accettato un preventivo scritto relativo alla prevedibile misura del costo della prestazione, distinguendo fra oneri, spese, anche forfetarie, e compenso professionale. Sono stati resi noti gli estremi della polizza assicurativa. Dichiaro infine di aver ricevuto tutte le informazioni previste ai sensi dell'art. 13 Reg. UE n. 2016/679 (G.D.P.R.) e dell'art. 13, d.lgs. n. 196/2003 e s.m.i. e presto il consenso al trattamento dei dati personali per l'espletamento del mandato conferito. Prendo atto che il trattamento dei dati personali avverrà mediante strumenti manuali, informatici e telematici con logiche strettamente correlate alle finalità dell'incarico conferito.

Luogo e data

Firma

Per autentica della sottoscrizione

Firma Avv.

1. Risulta territorialmente competente il Tribunale per i Minorenni nel cui distretto la coppia aspirante all'adozione ha la propria residenza al momento dell'ingresso in Italia del minore (art. 35, comma 5, l. n. 184/1983).

2. L'atto dovrà rispettare i criteri redazionali ed i limiti dimensionali previsti dal d.m. 7 agosto 2023, n. 110, rubricato: “Regolamento per la definizione dei criteri di redazione, dei limiti e degli schemi informatici degli atti giudiziari con la strutturazione dei campi necessari per l'inserimento delle informazioni nei registri del processo”. In particolare, occorre ricordare che, al fine di assicurare la chiarezza e la sinteticità degli atti processuali (cfr. artt. 121 c.p.c. e 46 disp. att. c.p.c.), l'art. 1 d.m. n. 110/2023 individua l'articolazione che il l'atto deve avere e l'art. 3 d.m. n. 110/2023 individua in 80.000 caratteri (spazi esclusi) il limite dimensionale dello scritto difensivo. Sul punto occorre richiamare, però, l'art. 5, comma 1, d.m. n. 110/2023 in forza del quale i predetti limiti possono essere superati se la controversia presenta questioni di particolare complessità anche in relazione agli interessi coinvolti. In tal caso sarà onere del difensore esporre sinteticamente le ragioni per le quali si è reso necessario il superamento di tali limiti (art. 5, comma 1, d.m. n. 110/2023) ed inserire nell'atto, subito dopo l'intestazione, un indice ed una breve sintesi del contenuto dell'atto (art. 5, comma 2, d.m. n. 110/2023). Inoltre, appare opportuno richiamare anche l'art. 2, comma 1, lett. c), d.m. n. 110/2023 in forza del quale l'atto deve contenere anche l'indicazione di parole chiave, nel numero massimo di venti, che individuano l'oggetto del giudizio.

3. Ai sensi dell'art. 13, comma 3-bis, d.P.R. n. 115/2002: “Ove il difensore non indichi il proprio numero di fax ... ovvero qualora la parte ometta di indicare il C.F. ... il contributo unificato è aumentato della metà”.

4. Deve essere indicata l'ulteriore documentazione utile e rilevante che si intende produrre.

Commento

Il procedimento di adozione internazionale si conclude nel momento in cui il Tribunale per i Minorenni, dopo l'ingresso in Italia del minore autorizzato dalla Commissione per le adozioni internazionali e l'eventuale esperimento del periodo di affidamento preadottivo, ordina la trascrizione del provvedimento di adozione nei registri dello stato civile. Dunque, affinché l'adozione possa avere luogo è necessario che il provvedimento di adozione pronunciato all'estero venga dichiarato efficace in Italia, dopo che la Commissione per le adozioni internazionali ha dichiarato l'adozione rispondente al superiore interesse del minore.

L'adozione pronunciata all'estero produce in Italia gli stessi effetti dell'adozione del minore in stato di abbandono pronunciata in Italia, in forza del richiamo operato dall'art. 35, l. n. 184/1983 all'art. 27, l. n. 184/1983. Ne consegue che, anche con l'adozione pronunciata all'estero, il minore diviene parte della nuova famiglia e scioglie ogni legame con quella di origine: l'adottato acquisisce lo status di figlio degli adottanti, assume e trasmette il cognome degli adottanti (ad eccezione di quanto previsto dall'art. 27, comma 2, l. n. 184/1983) e vengono recisi i rapporti con la famiglia d'origine, con l'eccezione dei divieti matrimoniali.

L'art. 35, l. n. 184/1983 individua le condizioni alla presenza delle quali il provvedimento di adozione pronunciato all'estero può essere dichiarato efficace in Italia. In particolare, vengono distinte due ipotesi a seconda che il provvedimento straniero sia stato pronunciato prima o dopo l'ingresso del minore in Italia.

Con riferimento all'ipotesi di provvedimento pronunciato prima dell'arrivo in Italia del minore, gli aspiranti adottati devono proporre ricorso per ottenere la dichiarazione di efficacia in Italia del provvedimento straniero di adozione avanti al Tribunale per i Minorenni avente giurisdizione sul luogo della loro residenza.

Il Tribunale per i Minorenni adito, ai sensi dell'art. 35, comma 2, l. n. 184/1983, dovrà verificare se il provvedimento straniero risulti conforme alle condizioni previste dall'art. 4 della Convezione Aja del 1993. Quindi, il provvedimento straniero, oltre a dover garantire di aver vagliato le possibilità di affidamento del minore nello Stato d'origine, deve assicurare: a) che le persone il cui consenso è richiesto per l'adozione siano state assistite nelle modalità più opportune e siano state debitamente informate sulle conseguenze del loro consenso (in particolare per quanto riguarda il mantenimento o la cessazione, a causa dell'adozione, dei legami giuridici fra il minore e la sua famiglia d'origine); b) che tali persone abbiano prestato il consenso liberamente, nelle forme legalmente stabilite e che tale consenso sia stato espresso o attestato per iscritto; c) che i consensi non sono siano stati ottenuti mediante pagamento o contropartita di alcun genere e non siano stati revocati; d) che il consenso della madre, qualora sia richiesto, sia stato prestato solo successivamente alla nascita del minore. Inoltre, il provvedimento di adozione straniero deve garantire che il minore, tenuto conto della sua età e maturità, sia stato debitamente assistito ed informato sulle conseguenze dell'adozione; che il minore abbia, ove richiesto dalla normativa nazionale, prestato il consenso all'adozione in maniera libera, per iscritto, o comunque in modo espresso, e senza alcuna corresponsione di denaro o di altra utilità; che i desideri e le opinioni del minore siano stati presi nella dovuta considerazione.

Accertato il rispetto delle condizioni previste dalla Convezione Aja del 1993, il Tribunale per i Minorenni, dovrà verificare la sussistenza delle certificazioni di conformità dell'adozione alla Convenzione dell'Aja del 1993 rese dalla Commissione per le adozioni internazionali ai sensi dell'art. 39, comma 1, lett. i), l. n. 184/1983 e dell'autorizzazione all'ingresso e alla permanenza in Italia del minore resa dalla Commissione per le adozioni internazionali ai sensi dell'art. 39, comma 1, lett. h), l. n. 184/1983.

Infine, a norma di quanto dispone l'art. 35, comma 3, l. n. 184/1983, il Tribunale per i Minorenni dovrà accertare che l'adozione pronunciata all'estero non sia contraria ai principi fondamentali che regolano l'adozione in Italia. Si tratta di un controllo particolarmente penetrante che riguarda la compatibilità del provvedimento straniero con i principi che ispirano il nostro diritto di famiglia. Tale rispondenza va valutata alla luce del superiore interesse del minore e, di conseguenza, potrebbe darsi che una violazione - o una non piena rispondenza - tra il provvedimento straniero e l'ordinamento di diritto di famiglia italiano possa essere superata dall'esigenza di realizzare l'interesse del minore all'adozione. Sul punto occorre osservare come la giurisprudenza progressivamente ha ammesso la riconoscibilità nel nostro ordinamento del provvedimento straniero di adozione da parte di una coppia di persone dello stesso sesso (Cass. I, n. 3572/2011; Cass. I, n. 19599/2016; App. Trento 23 febbraio 2017; App. Milano 16 maggio 2016; App. Napoli 30 marzo 2016; App. Torino 4 dicembre 2014; Trib. min. Firenze 8 marzo 2017 e Corte cost. n. 76/2016).

Vale la pena ricordare che il provvedimento non può, in forza di quanto dispone l'art. 35, comma 6, l. n. 184/1983, essere trascritto se gli adottanti non possiedono i requisiti prescritti dalla legge italiana sull'adozione, se non sono state rispettate le indicazioni contenute nel decreto di idoneità pronunciato dal Tribunale per i Minorenni, se non è possibile che l'adozione straniera produca in Italia gli effetti legittimanti di cui all'art. 27, l. n. 184/1983 (fermo restando la possibilità di conversione), se la procedura di adozione non si è realizzata tramite le Autorità Centrali del paese straniero coinvolto ed un Ente autorizzato e se l'inserimento del minore nella famiglia adottiva appare contrario al suo interesse.

Compiuti gli accertamenti appena descritti, il Tribunale per i Minorenni, all'esito di un procedimento camerale e sentito il Pubblico Ministero Minorile, dichiarerà - sussistendo i requisiti e non ricorrendo alcuna causa ostativa -, con decreto, il provvedimento straniero efficace in Italia e ne ordinerà trascrizione.

Il decreto del Tribunale per i Minorenni rappresenta l'atto conclusivo del procedimento di adozione internazionale ed assume la veste di un accertamento costitutivo.

Il decreto emesso dal Tribunale per i Minorenni, secondo i principi generali che regolano i procedimenti camerali (artt. 739-740 c.p.c. e art. 38, comma 3, disp. att. c.c.), è suscettibile di essere impugnato avanti alla Corte d'Appello, sezione minori, persone e famiglia, con reclamo da proporsi entro dieci giorni dalla comunicazione del provvedimento (Cass. I, n. 6080/2006). Non appare, invece, ammissibile il ricorso per Cassazione né per saltum avverso il decreto del Tribunale per i Minorenni né avverso il decreto della Corte d'Appello.

Non è ammesso il reclamo da parte del minore, divenuto nel frattempo maggiorenne, quando il procedimento di primo grado si sia svolto esclusivamente tra genitori adottivi e il Pubblico Ministero Minorile, senza la partecipazione del tutore o del curatore speciale. Il minore, dunque, potrà, non essendo stato parte del procedimento, far valere l'eventualmente la mancata vocatio in ius del suo rappresentante legale solo mediante l'opposizione di terzo ai sensi dell'art. 404 c.p.c. (Cass. I, n. 27239/2008).

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