Decreto del Presidente della Repubblica - 22/09/1988 - n. 448 art. 6 - Servizi minorili 1 .Servizi minorili 1. 1. In ogni stato e grado del procedimento l'autorità giudiziaria si avvale, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, dei servizi minorili dell'amministrazione della giustizia e dei servizi di assistenza sociali e sanitari istituiti dagli enti locali e dal Servizio sanitario nazionale. [1] Articolo sostituito dall'articolo 6, comma 1, lettera 0a), del D.L. 15 settembre 2023, n. 123, convertito con modificazioni dalla Legge 13 novembre 2023, n. 159. InquadramentoI servizi minorili svolgono un duplice ruolo: da un lato, sono gli interlocutori privilegiati del Giudice minorile che se ne avvale al fine di dare attuazione ed efficacia ai provvedimenti assunti nei confronti del minore e, dall'altro lato, svolgono una funzione integrativa della difesa del minore. La presenza e la finalità di questo soggetto processuale si fonda sull'esigenza di individualizzazione del trattamento penale (Cipolla, 416 e Cibinel, 63) Si parla di soggetto «bifronte: sa, da un lato, fornisce sostegno all'imputato minore, dall'altro consente al giudice di acquisire dati inerenti alla personalità del minorenne da porre a fondamento delle proprie decisioni» (Bargis, 78) e di «ruolo ibrido» dei servizi minorili (Vigoni, 1967) che possiedono una «natura complessa» che «colloca i servizi [...] fra i soggetti il cui intervento è necessario e può essere determinante, in ragione dei diversi obiettivi propri della giustizia penale minorile» (Vigoni, 1967). L'organizzazione dei servizi minoriliDa un punto di vista strutturale occorre distinguere tra i servizi minorili dell'amministrazione della giustizia – che operano come referenti dell'Autorità Giudiziaria minorile e che sono disciplinati dagli artt. 7 e 8 d.lgs. n. 272/1989 (disp. att. d.P.R. n. 448/1988) – ed i servizi di assistenza istituiti dagli enti locali – che operano, invece, a livello sociale e territoriale –. L'art. 6, comma 1, lett. 0a), d.l. n. 123/2023, convertito con modificazioni in l. n. 159/2023, ha modificato il testo dell'art. 6 d.P.R. n. 448/1988 precisando che i servizi di assistenza, da un lato, possono essere istituiti anche dal Servizio Sanitario Nazionale e, dall'altro lato, hanno carattere sia sociale sia sanitario. Tuttavia, l'estensione del novero dei soggetti appartenenti alla categoria dei servizi minorili è stata controbilanciata dalla precisazione – introdotta dall'art. 6, comma 1, lett. 0a), d.l. n. 123/2023, convertito con modificazioni in l. n 159/2023 – in forza della quale non vi devono essere nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, con un evidente limitazione all'operatività dei servizi minorili che, gravati da un elevato carico di lavoro, sono chiamati a svolgere svariate funzioni all'interno del processo penale minorile. La distinzione tra servizi minorili dell'amministrazione della giustizia e servizi istituiti dagli enti locali o dal Servizio Sanitario Nazionale non è meramente formale posto che la normativa a volte si riferisce unicamente ai servizi minorili (artt. 18, comma 1, 18-bis, comma 2, d.P.R. n. 448/1988 e art. 20, comma 1.1, d.lgs. n. 272/1989), in altre occasione riferendosi sia a servizi minorili sia ai servizi degli enti locali (artt. 19, comma 3, d.P.R. n. 448/1988 e art. 29 d.lgs. n. 272/1989), mentre, in altre occasioni, il riferimento è generico e quindi onnicomprensivo di entrambe le categorie in esame (art. 12, e 31, comma 3, d.P.R. n. 448/1988). I servizi minorili dell'amministrazione della giustizia sono rappresentati dai centri per la giustizia minorile (art. 7 d.lgs. n. 272/1989) che, di regola con competenza regionale, si articolano, ai sensi di quanto dispone l'art. 8 d.lgs. 272/1989, in: a) uffici di servizio sociale per minorenni; b) istituti penali per minorenni; c) centri di prima accoglienza che ospitano i minori sottoposti a misure precautelari sino all'udienza di convalida (art. 9 d.lgs. n. 272/1989); d) comunità pubbliche e private (art. 10 d.lgs. n. 272/1989); e) istituti di semilibertà con servizi diurni per misure cautelari, sostitutive e alternative (artt. 11 e 12 d.lgs. n. 272/1989). I servizi minorili si avvalgono, nell'attuazione dei loro compiti istituzionali, anche della collaborazione di esperti in pedagogia, psicologia, sociologia e criminologia (art. 8, comma 2, d.lgs. n. 272/1989). La caratteristica fondamentale dei servizi minorili è la specializzazione posto che, da un lato, l'art. 7, comma 5, d.lgs. n. 272/1989 prevede che alle direzioni dei centri per la giustizia minorile e degli istituti e servizi minorili sono preposti funzionari che abbiano svolto significative attività nel settore minorile e che siano comunque dotati di specifiche attitudini e preparazione e, dall'altro lato, l'art. 14 d.lgs. n. 272/1989 prevede che il Ministero di giustizia e le regioni realizzino annualmente appositi programmi congiunti di formazione e di aggiornamento per gli operatori minorili dell'amministrazione della giustizia e degli enti locali. L'intervento dei servizi minorili nel processoAll'interno del processo penale minorile, ai servizi minorili sono riconosciute diverse funzionalità operative. In particolare, hanno un ruolo relativamente agli accertamenti sulla personalità del minore (art. 9 d.P.R. n. 448/1988) ed in tema di assistenza al minorenne (art. 12, comma 2, d.P.R. n. 448/1988 e art. 17 d.lgs. n. 272/1989). Inoltre, svolgono funzioni anche in relazione all'applicazione delle misure precautelari, dovendo essere tempestivamente informati dell'applicazione di un provvedimento restrittivo della libertà personale (artt. 18, comma 1 e 18-bis, comma 1, d.P.R. n. 448/1988) ed assicurando l'assistenza psicologica ai minorenni che si trovano in particolare condizioni emotive. In ambito cautelare, invece, il minore, sottoposto a misura, viene affidato ai servizi minorili dell'amministrazione della giustizia, i quali svolgono attività di sostegno e controllo in collaborazione con i servizi di assistenza istituiti dagli enti locali (art. 19, comma 3, d.P.R. n. 448/1988), in caso in cui vengano applicate le prescrizioni (art. 20, comma 1, d.P.R. n. 448/1988), la permanenza in casa (art. 21, comma 3, d.P.R. n. 448/1988) e il collocamento in comunità (art. 22, comma 2, d.P.R. n. 448/1988). Inoltre, occorre ricordare che l'esecuzione delle misure cautelari – così come delle misure penali di comunità, delle altre misure alternative, delle pene sostitutive, delle pene detentive e delle misure di sicurezza – il minorenne rimane affidato al personale dei servizi minorili (art. 24, comma 1, d.lgs. n. 272/1989). I servizi minorili svolgono un ruolo centrale anche ai fini della messa alla prova poiché, da un lato, il minore viene affidato ai servizi minorili per lo svolgimento delle attività di sostegno ed osservazione (art. 28 d.P.R. n. 448/1988) e, dall'altro lato, risultano essere i soggetti protagonisti della fase di predisposizione del progetto e di monitoraggio del percorso del minore. Infatti, a mente di quanto dispone l'art. 27 d.lgs. n. 272/1989 (disp. att. d.P.R. n. 448/1988), i servizi minorili dell'amministrazione della giustizia, in collaborazione con i servizi socio-assistenziali degli enti locali, elaborano il progetto di intervento (comma 1), informano periodicamente il Giudice dell'attività svolta e dell'evoluzione del caso, proponendo, ove lo ritengano necessario, modifiche al progetto, eventuali abbreviazioni di esso ovvero, in caso di ripetute e gravi trasgressioni, la revoca del provvedimento di sospensione (comma 3), e, infine, predispongono relazioni, periodiche e conclusiva, sul comportamento del minorenne e sull'evoluzione della sua personalità (comma 5). I servizi minorili devono essere convocati, nel caso di condanna a sanzioni sostitutive, laddove il magistrato di sorveglianza debba provvedere in merito all'ordine di esecuzione (art. 30, comma 2, d.P.R. n. 448/1988) e, nel caso di applicazione provvisoria di una misura di sicurezza, avanti al Tribunale per i Minorenni chiamato a decidere sulla pericolosità sociale del minore (art. 38, comma 1, d.P.R. n. 448/1988). I servizi minorili che hanno svolto attività a favore del minore devono ricevere l'avviso di fissazione dell'udienza preliminare (art. 31, comma 3, d.P.R. n. 448/1988) e dibattimentale (art. 33, comma 4, d.P.R. n. 448/1988) e gli operatori del servizio sono sentiti qualora risulti necessario ai fini della valutazione del minore prescritta dall'art. 9 d.P.R. n. 448/1988. Laddove nessun servizio si sia occupato del minore, nella fase antecedente l'udienza, l'avviso dovrebbe essere indirizzato ai servizi statali che hanno facoltà di delegare gli organi periferici per la partecipazione all'udienza (Grasso, 1994, 333). L'omessa citazione dei servizi minorili viene qualificata, da una parte della dottrina, come ipotesi di nullità generale ex art. 178, comma 1, lett. c), c.p.p., di carattere intermedio ai sensi dell'art. 180 c.p.p. (Spirito, 30, Palomba, 248 e Pazè, 98). Diversamente, un differente orientamento esegetico ritiene che si tratti di una mera irregolarità (Lambertucci, 65; Di Nuovo, Grasso, 194; Pansini, 636 e Patanè, 86). Secondo la giurisprudenza non vi è l'obbligo di notifica del decreto di fissazione dell'udienza d'appello ai servizi minorili, la cui assistenza all'imputato minorenne è prevista in ogni stato e grado del procedimento, allorché l'imputato, minorenne al tempo della commissione del reato, sia divenuto maggiorenne prima della celebrazione del giudizio d'appello, in quanto, con il raggiungimento della maggiore età, egli acquisisce la piena capacità d'agire. Ne consegue che, in tale ipotesi, l'omissione della citazione non determina alcuna conseguenza in ordine alla validità del processo (Cass. pen. VI, n. 14112/2007). Da ultimo, si deve notare che un ampliamento dell'area di intervento dei servizi minorili si è registrato successivamente all'entrata in vigore del d.lgs. n. 121/2018, recante Disciplina dell'esecuzione delle pene nei confronti dei condannati minorenni, con particolare riferimento alle misure penali di comunità (artt. 2-8 d.lgs. n. 121/2018), senza contare la competenza riconosciuta in tema di esecuzione della pena – essendo affidata ai servizi minorili l'esecuzione della pena applicata al soggetto che ha commesso il fatto da minorenne (art. 10, comma 3, d.lgs. n. 121/2018) –, di sospensione dell'ordine di esecuzione (art. 11, comma 3, d.lgs. n. 121/2018), di tutela dell'affettività (art. 19, comma 5, d.lgs. n. 121/2018) e di dimissione dall'istituto (art. 24, comma 1, d.lgs. n. 121/2018). BibliografiaBargis, I soggetti, in Aa.Vv.., Procedura penale minorile, a cura di Bargis, Torino, 2021, 77 ss.; Cibinel, Sub art. 6 d.P.R. n. 448/1988 e sub artt. 7-14 d.lgs. 272/1989, in Aa.Vv.., Commento al codice di procedura penale, a cura di Chiavario, vol. I - Leggi collegate, Torino, 1994, 62 ss. e 432 ss.; Cipolla, Sub art. 6 d.P.R. n. 448/1988, in Aa.Vv.., Codice di procedura penale. Rassegna di giurisprudenza e di dottrina, a cura di Lattanzi e Lupo, vol. X, Milano, 2017, 414 ss.; Di Nuovo, Grasso, Diritto e procedura penale minorile, Milano, 2005; Fadiga, Sub art. 6 d.P.R. n. 448/1988, in Esp. giust. min., 1989, 58 ss.; Giambruno, I «servizi minorili» nel nuovo processo per imputati minorenni, in Giust. pen., 1990, III, 212 ss.; Giannino, Avallone, I servizi di assistenza dei minori, Padova, 2000; Grasso, Il tema della specialità e della specializzazione degli organi nel nuovo processo penale minorile, in Dir. fam., 1990, 1054 ss.; Grasso, Sub art. 31 d.P.R. n. 448/1988, in Aa.Vv.., Commento al codice di procedura penale, a cura di Chiavario, vol. I - Leggi collegate, Torino, 1994, 333 ss.; Lambertucci, Sub art. 6 d.P.R. n. 448/1988, in Aa.Vv.., Il processo penale minorile. Commento al D.P.R. n. 448/1988, a cura di Giostra, Milano, 2001, 53 ss.; Palomba, Il sistema del processo penale minorile, Milano, 2002; Pansini, Lo svolgimento del processo ordinario, in Aa.Vv.., Trattato di diritto di famiglia, a cura di Zatti, vol. 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