Codice di Procedura Civile art. 473 bis 43 - Mediazione familiare1Mediazione familiare1 [I]. È fatto divieto di iniziare il percorso di mediazione familiare quando è stata pronunciata sentenza di condanna o di applicazione della pena, anche in primo grado, ovvero è pendente un procedimento penale in una fase successiva ai termini di cui all'articolo 415-bis del codice di procedura penale per le condotte di cui all'articolo 473-bis.40, nonché quando tali condotte sono allegate o comunque emergono in corso di causa. [II]. Il mediatore interrompe immediatamente il percorso di mediazione familiare intrapreso, se nel corso di esso emerge notizia di abusi o violenze. [1] Articolo inserito dall'art. 3, comma 33, del d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149 (ai sensi dell'art. 52 d.lgs. n. 149 /2022 , il presente decreto legislativo entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale). Per la disciplina transitoria v. art. 35 d.lgs. n. 149/2022, come da ultimo modificato dall'art. 1, comma 380, lett. a), l. 29 dicembre 2022, n.197, che prevede che : "1. Le disposizioni del presente decreto, salvo che non sia diversamente disposto, hanno effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023 e si applicano ai procedimenti instaurati successivamente a tale data. Ai procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti.". InquadramentoL'art. 473-bis.43 c.p.c. completa quanto dettato dalla disposizione precedente. Ad essa si rimanda in relazione alle ragioni che hanno imposto il divieto di mediazione. L'art. 473-bis.42, terzo comma, disciplina, a sua volta, l'eventualità in cui nei confronti di una delle parti è pronunciata sentenza di condanna o di applicazione della pena, anche non definitiva, o provvedimento cautelare civile o penale ovvero penda procedimento penale ina una fase successiva ai termini di cui all'art. 415-bis c.p.c. per abusi o violenze: il decreto di fissazione dell'udienza di comparizione nella procedura per l'ordine di protezione non può contenere l'invito a rivolgersi ad un mediatore familiare. La norma in commento disciplina il caso in cui è pronunciata sentenza di condanna o di applicazione della pena, anche in primo grado, ovvero è pendente un procedimento penale in una fase successiva ai termini di cui all'art. 415-bis c.p.p. per le condotte di cui all'art. 473-bis.40 nonché quando tali condotte sono allegate o comunque emergono in corso di causa: in questi casi è fatto divieto di iniziare il percorso di mediazione familiare. Anche, deve intendersi, ove stato comunicato con il decreto di fissazione dell'udienza di comparizione l'avviso relativo alla facoltà di ricorrere alla mediazione familiare. Si aggiunge inoltre che il mediatore interrompe immediatamente il percorso di mediazione familiare intrapreso se nel corso di esso emerge notizia di abuso o di violenze. 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