Codice di Procedura Civile art. 473 bis 45 - Ascolto del minore 1Ascolto del minore1 [I]. Il giudice procede personalmente e senza ritardo all'ascolto del minore secondo quanto previsto dagli articoli 473-bis.4 e 473-bis.5, evitando ogni contatto con la persona indicata come autore degli abusi o delle violenze. [II]. Non si procede all'ascolto quando il minore è stato già ascoltato nell'ambito di altro procedimento, anche penale, e le risultanze dell'adempimento acquisite agli atti sono ritenute sufficienti ed esaustive. [1] Articolo inserito dall'art. 3, comma 33, del d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149 (ai sensi dell'art. 52 d.lgs. n. 149 /2022 , il presente decreto legislativo entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale). Per la disciplina transitoria v. art. 35 d.lgs. n. 149/2022 , come da ultimo modificato dall'art. 1, comma 380, lett. a), l. 29 dicembre 2022, n.197, che prevede che : "1. Le disposizioni del presente decreto, salvo che non sia diversamente disposto, hanno effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023 e si applicano ai procedimenti instaurati successivamente a tale data. Ai procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti.". InquadramentoAl momento di entrata in vigore della riforma processuale introdotta dal d.lgs. n. 149/2022, la normativa sostanziale e quella processuale disciplinavano l'ascolto del minore con disposizioni plurime dedicate a indicare le occasioni nelle quali sorge la necessità di questo adempimento e a specificare le modalità da osservare per l'assunzione. In proposito la formazione di un complesso organico di disposizioni è avvenuta per apporti successivi, nel tempo, confluiti infine nelle modifiche e nelle aggiunte apportate dal provvedimento legislativo citato. L'art. 473-bis.45 completa il contesto che si era venuto a formare con le seguenti proposizioni: - nel procedimento per richiesta di ordini di protezione l'ascolto del minore è effettuato personalmente dal giudice; - ad esso si procede senza ritardo; - si osservano le disposizioni dettate dagli artt. 473-bis.4 e 473-bis.5; - deve essere evitato ogni contatto con la persona indicata come autore degli abusi o delle violenze; - non si procede all'ascolto quando il minore è già stato ascoltato in altro procedimento e le risultanze dell'esperimento in esso acquisite sono ritenute sufficienti ed esaustive. Alcune di queste proposizioni risultano meramente ripetitive di norme già vigenti in materia. L'ascolto è prerogativa del giudice procedente e la ripresa di questa regola ha un valore rafforzativo rilevante per due aspetti. Essa conferma la riserva dell'esame alla persona del giudice, motivata dallo scopo di consentrgli la conoscenza diretta della versione dei fatti riferiti dal minore e delle opinioni da lui manifestate. E per altro verso fornisce al giudice la percezione diretta non soltanto delle parole pronunciate in risposta alle domande ma anche e soprattutto degli atteggiamenti assunti nel corso dell'esame e nella comunicazione delle opinioni espresse dal soggetto ascoltato. La disposizione di cui all'art. 473-bis.8 che (dopo vari ripensamenti normativi) demanda al curatore speciale del minore il suo ascolto costituisce una eccezione che nulla toglie alla riserva suddetta quale regola di applicazione generale. La tempestività disposta per l'assunzione dell'ascolto lo colloca alla fase dei primi adempimenti processuali ed all'ambito di quegli accertamenti preliminari che precedono l'adozione dei provvedimenti temporanei da adottare in via provvisoria per far fronte all'esigenza di una tutela immediata ogni volta in cui appaia la fondatezza delle allegazioni di abuso o di violenza. Il rinvio agli artt. 473-bis. 4 e 473-bis.5 rende chiaro che l'ascolto ha per soggetto destinatario il minore che ha compiuto gli anni dodici e anche di età inferiore se capace di discernimento. Devono essere tenute in considerazione le opinioni che egli esprima, avuto ovviamente riguardo alla sua età e al suo grado di maturità. L'ascolto è omesso se esso si rivela in contrasto con l'interesse del minore o è manifestamente superfluo, nonché in caso di impossibilità fisica o psichica o se il minore manifesta la volontà di non essere ascoltato. Nella effettuazione dell'ascolto il giudice può farsi assistere da esperti o da altri ausiliari; se più sono i minori essi sono ascoltati separatamente. L'udienza di ascolto è fissata in orari compatibili con gli impegni del minore, ove possibile in locali idonei e adeguati alla sua età, anche in luoghi diversi dal tribunale. Si applica, inoltre, il secondo comma dell'art. 473-bis.5 concernente le indicazioni che il giudice deve fornire ai genitori, agli esercenti la responsabilità genitoriale, ai difensori ed all'eventuale curatore speciale nonché le proposte di argomenti e temi di approfondimento che costoro possono formulare. Si applica altresì la disposizione del comma successivo, riguardante le spiegazioni che il giudice deve fornire al minore per renderlo edotto della natura e dello scopo dell'ascolto. Dell'ascolto è effettuata la registrazione audiovisiva, ove possibile. Si applicano gli artt. 152-quater e 152 quinquies disp. att. c.p.c. Il divieto di contatto con la persona indicata come autore degli abusi o delle violenze, e la stessa esenzione dalla reiterazione dell'ascolto hanno la finalità di evitare eventi di vittimizzazione secondaria. BibliografiaF. Italia, Riflessioni sul nuovo raccordo tra le misure cautelari penali e gli ordini di protezione civili a tutela delle vittime minorenni di violenza domestica, Riv. it. d proc. pen., 2024, II, 863; Attilio, Negri, Violenza di genere e contrattazione collettiva, Dir. relaz. Indust., 2024, II, 522; Annoni, Protezione complementare e tutela del diritto alla vita privata e familiare prima e dopo il d.l. 20/23, Riv. 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