Decreto ministeriale - 21/02/2011 - n. 44 art. 4 - Gestore della posta elettronica certificata del Ministero della giustiziaGestore della posta elettronica certificata del Ministero della giustizia
[1. Salvo quanto previsto all'articolo 19, il Ministero della giustizia si avvale di un proprio servizio di posta elettronica certificata conforme a quanto previsto dal codice dell'amministrazione digitale1.] 2 2. Gli indirizzi di posta elettronica certificata degli uffici giudiziari e degli UNEP, da utilizzare unicamente per i servizi di cui al presente decreto, sono pubblicati sul portale dei servizi telematici e rispettano le specifiche tecniche stabilite ai sensi dell'articolo 34. 3. Il Ministero della giustizia garantisce la conservazione dei log dei messaggi transitati attraverso il proprio gestore di posta elettronica certificata per cinque anni. [1] Per l'introduzione delle specifiche tecniche previste dal presente comma vedi il Provvedimento del Ministero della Giustizia 18 luglio 2011. [2] Comma abrogato dall'articolo 4, comma 1, del D.M. 29 dicembre 2023, n. 217, come rettificato con Comunicato 15 gennaio 2024. CommentoL'art. 4 del regolamento concernente, le Regole Tecniche del Processo Telematico (d.m. n. 44 del 2011) e la relativa norma attuativa specificano che « il Ministero della giustizia si avvale di un proprio servizio di posta elettronica certificata (PEC) conforme a quanto previsto dal codice dell'amministrazione digitale (CAD) ». Infatti, grazie all'introduzione nel processo telematico delle norme previste dal CAD, nel novembre del 2011, si è realizzato il passaggio all'attuale struttura del processo telematico, interamente basata, per quanto riguarda le procedure di invio/ricezione di messaggi da soggetti esterni, sulla normale posta elettronica certificata (PEC). In particolare sono state previste caselle appartenenti a due sotto-domini, uno per il civile e uno per il penale, denominati rispettivamente civile.ptel.giustiziacert.it e penale.ptel.giustiziacert.it. Il gestore di posta del Ministero segue le regole previste dal d.P.R. 11 febbraio 2005, n. 68, (Regolamento recante disposizioni per l'utilizzo della posta elettronica certificata, a norma dell'articolo 27 della legge 16 gennaio 2003, n. 3) e d.m. 2 novembre 2005 (Regole tecniche per la formazione, la trasmissione e la validazione, anche temporale, della posta elettronica certificata) assicurando elevati requisiti di qualità e continuità del servizio che, a norma di legge, deve garantire una disponibilità pari al 99,8% su base quadrimestrale. Il gestore PEC del Ministero della Giustizia, conserva il log dei messaggi transitati per dieci anni, archiviando per ogni messaggio le seguenti informazioni: a) il codice identificativo univoco assegnato al messaggio originale; b) la data e l'ora dell'evento; c) il mittente del messaggio originale; d) i destinatari del messaggio originale; e) l'oggetto del messaggio originale; f) il tipo di evento (accettazione, ricezione, consegna, emissione ricevute, errore, ecc.); g) il codice identificativo dei messaggi correlati generati (ricevute, errori, ecc.); h) il gestore mittente. Si segnala inoltre che a seguito di una importante migrazione dei sistemi, e in ossequio a quanto all'epoca dell'adozione del provvedimento previsto dall'art. 83 del d.lgs. 7 marzo 2005, n. 82, nel dicembre del 2015 il servizio di posta elettronica certificata (PEC) utilizzato dal Ministero della Giustizia è stato spostato presso il fornitore dei Servizi Pubblici di Connettività. Tale migrazione, oltre che consentire il pieno rispetto della normativa vigente, ha introdotto importanti ed essenziali misure di sicurezza (come, ad esempio, la scadenza periodica della password di accesso), nonché un aumento della capacità delle caselle degli uffici giudiziari fino a 4 Gigabytes scongiurando così anche il rischio che, in conseguenza ad eventuali spegnimenti dei sistemi informatici presenti presso gli uffici giudiziari per aggiornamenti, le predette caselle PEC potessero giungere a saturazione, impedendo la ricezione di ulteriori atti telematici. L'elenco degli indirizzi PEC dei tribunali è disponibile in una apposita area del PST e presentano una sintassi simile alla seguente: ufficio.sede @sotto-dominio civile o penale .giustiziacert.it (ad es: ca.milano@civile.ptel.giustiziacert.it — Corte di Appello di Milano tribunale.roma@civile.ptel.giustiziacert.it — Tribunale di Roma). Quando il professionista riceve una comunicazione PEC da un ufficio giudiziario, può dunque risalire facilmente all'ufficio mittente ricostruendolo proprio dalla sintassi dell'indirizzo. Anche agli uffici UNEP sono state assegnate caselle PEC con dominio “giustiziacert.it”, il cui elenco è reso pubblico sul Portale dei servizi Telematici, tuttavia si segnala che, al momento in cui si scrive, l'informatizzazione degli uffici UNEP è ancora molto lontana dall'essere realizzata. È opportuno inoltre precisare che, sulle predette caselle PEC è possibile inviare esclusivamente messaggi formati secondo le specifiche previste per il deposito telematico di atti e non una normale PEC. Quindi è bene ricordare che ogni messaggio di posta elettronica ordinaria, indirizzato alle caselle PEC degli uffici giudiziari, viene scartato automaticamente dal sistema ministeriale e che, ai fini della trasmissione e deposito di atti telematici, non possono essere utilizzate caselle di PEC diverse da quelle indicate nell'elenco pubblico sopra citato. Infatti ogni ufficio giudiziario possiede, oltre alla PEC dedicata al processo telematico, anche una PEC di protocollo per ricevere comunicazioni certificate al di fuori del processo telematico stesso. La struttura di queste caselle, il cui elenco è consultabile dall'Indice delle Pubbliche Amministrazioni (https://www.indicepa.gov.it/ipa-portale/), sarà simile alla seguente: prot.ufficio.sede@giustiziacert.it (ad es. prot.tribunale.bari@giustiziacert.it). Infine, per quanto concerne l'ambito penale, il meccanismo con cui vengono effettuate le comunicazioni è lo stesso definito per il civile; cambiando solo le modalità di comunicazione tra i vari soggetti abilitati interni, che risultano maggiormente sicure, come previsto dall'art. 4, comma 9, delle Specifiche tecniche: « Le comunicazioni di atti e documenti tra l'ufficio del pubblico ministero e gli ufficiali ed agenti di polizia giudiziaria nella fase delle indagini preliminari, avvengono mediante i gestori di posta elettronica certificata delle forze di polizia, le cui caselle sono rese disponibili unicamente agli utenti abilitati; in questo caso il gestore dei servizi telematici utilizza un canale sicuro protetto da un meccanismo di crittografia ai sensi di quanto previsto dall'articolo 20 » relativo alle Disposizioni particolari per la fase delle indagini preliminari. |