Legge - 21/01/1994 - n. 53 art. 6

Nicola Gargano
Luca Sileni
Giuseppe Vitrani

 

1. L'avvocato o il procuratore legale, che compila la relazione o le attestazioni di cui agli articoli 3, 3-bis e 9 o le annotazioni di cui all' articolo 5 , è considerato pubblico ufficiale ad ogni effetto1 2.

2. Il compimento di irregolarità o abusi nell'esercizio delle facoltà previste dalla presente legge costituisce grave illecito disciplinare, indipendentemente dalla responsabilità prevista da altre norme.

 

[1] A norma dell'articolo 3 della legge 24 febbraio 1997, n. 27 il termine "procuratore legale" contenuto nella presente legge si intende sostituito con il termine "avvocato".

Commento

Analogamente a quanto previsto dall'art. 196-undecies ultimo comma disp. att. c.p.c., il Professionista che compila la relata di notificazione o l'attestazione di conformità è considerato Pubblico Ufficiale ad ogni effetto di legge. Tale qualifica comporta, logicamente, un enorme potere in capo al difensore notificante ma anche delle responsabilità particolarmente gravi. Non solo, infatti, saranno virtualmente ascrivibili al professionista le ordinarie sanzioni previste dalle norme penali del nostro ordinamento ma, in virtù del disposto del secondo comma dell'articolo in commento, un eventuale abuso o irregolarità sarà considerato grave illecito disciplinare sul piano deontologico, con tutte le conseguenze del caso.

Si raccomanda quindi la massima attenzione nella compilazione della relazione di notifica e delle attestazioni di conformità.

Merita di essere sottolineata l'attuale giurisprudenza relativa al valore giuridico e probatorio dei documenti — quali ad esempio la relazione di notificazione — formati dall'Avvocato quale Pubblico Ufficiale.

La Corte di Appello di Milano, con la recente pronuncia del 21 luglio 2016 n. 3083 ha affermato che, in virtù dell'articolo in commento, la contestazione degli atti formati dall'Avvocato in funzione di Pubblico Ufficiale (quali ad esempio la relata di notifica) può essere eseguita solo mediante proposizione di querela di falso: « l'avvocato che compie la formalità in parola — in particolare, l'attività di asseverazione — è da qualificare, perciò, come pubblico ufficiale, sicché, per contestare ciò che risulta nella relata di notifica della sentenza di primo grado [omissis] occorre formale querela di falso ».

La Corte milanese, quindi, recepisce integralmente il principio già espresso in precedenza dalla Corte di cassazione, Sezione Lavoro, con la sentenza n. 9793/2015 estendendone l'applicazione all'avvocato che operi in funzione di pubblico ufficiale. Si ricorda che la Suprema Corte sulla necessità della contestazione tramite querela di falso degli gli atti del pubblico ufficiale si era così espressa: « La relata di notifica costituisce un atto pubblico, in quanto proviene da un pubblico ufficiale nell'esercizio delle sue funzioni, le attestazioni di essa, inerenti alle attività che l'ufficiale giudiziario certifica di avere eseguito, le dichiarazioni da lui ricevute (limitatamente al loro contenuto estrinseco ed indipendentemente dalla loro veridicità sostanziale) ed i fatti avvenuti in sua presenza, risultanti dall'atto da lui compilato, con le richieste modalità, nel luogo in cui è formato e che trovano riscontro nella relazione prevista dall'art. 148 c.p.c., sono assistite da fede pubblica privilegiata, ex art. 2700 c.c. (Cass., 9 giugno 1987, n. 5040; Cass., 1 giugno 1999, n. 5305; Cass., 20 luglio 1999, n. 7763), per contrastare la quale l'unico strumento è la querela di falso, anche se l'immutazione del vero non sia ascrivibile a dolo, ma soltanto ad imperizia, leggerezza o a negligenza dell'ufficiale giudiziario (v. per tutte, Cass., 27 aprile 2004, n. 8032) ».

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