Codice di Procedura Civile art. 170 - Notificazioni e comunicazioni nel corso del procedimento.

Nicola Gargano
Luca Sileni
Giuseppe Vitrani

Notificazioni e comunicazioni nel corso del procedimento.

[I]. Dopo la costituzione in giudizio [165, 166] tutte le notificazioni [137 ss.] e le comunicazioni [136] si fanno al procuratore costituito, salvo che la legge disponga altrimenti [2372, 2862, 2883, 2921, 4, 3303; 1253, 1292 att.] 1.

[II]. È sufficiente la consegna di una sola copia dell'atto, anche se il procuratore è costituito per più parti.

[III]. Le notificazioni e le comunicazioni alla parte che si è costituita personalmente si fanno all'indirizzo di posta elettronica certificata risultante da pubblici elenchi o al domicilio digitale speciale indicato o, in mancanza, nella residenza dichiarata o nel domicilio eletto [1651, 166]2.

[IV]. Le comparse e le memorie consentite dal giudice si comunicano mediante deposito oppure mediante notificazione all'indirizzo di posta elettronica certificata risultante da pubblici elenchi o eletto come domicilio digitale speciale3.

[IV]. Si applicano, per le comunicazioni, l'articolo 136, terzo comma, e, per le notificazioni, l'articolo 149-bis, settimo comma o le disposizioni, contenute nelle leggi speciali, disciplinanti l'impossibilita' di esecuzione e l'esito negativo delle notificazioni effettuate dagli avvocati4.

 

[1] In tema di comunicazioni e notificazioni per via telematica, vigeva l'art. 51, commi 1-3, d.l. 25 giugno 2008, n. 112, conv., con modif., in l. 6 agosto 2008, n. 133, come modificato dall'art. 4, comma 3 lett. a) d.l. 29 dicembre 2009, n. 193, conv., con modif. in l. 22 febbraio 2010, n. 24. Successivamente, il comma 11 dell'art. 16 d.l. 18 ottobre 2012, n. 179, conv., con modif., in l. 17 dicembre 2012, n. 221, ha abrogato i commi 1-4 del citato art. 51 e sostituito la relativa disciplina (commi 4-10 del suddetto art. 16, di cui il comma 9 successivamente modificato dall'art. 119, n. 1, l. 24 dicembre 2012, n. 228) applicabile genericamente ai « procedimenti civili ». V. inoltre gli artt. 16-bis e 16-ter d.l. n. 179, cit., inseriti dall'art. 119 n. 2) l. n. 228, cit., relativi, rispettivamente, all'obbligatorietà del deposito telematico degli atti processuali, a decorrere dal 30 giugno 2014, e all'individuazione dei pubblici elenchi per notificazioni e comunicazioni, a decorrere dal 15 dicembre 2013. Ma, con riferimento alle misure straordinarie ed urgenti per contrastare l'emergenza epidemiologica da COVID-19 e contenerne gli effetti in materia di giustizia, v. l'art. 83, comma 11, d.l. 17 marzo 2020, n. 18, conv., con modif., in l. 24 aprile 2020, n. 27, che ha disposto che, dal 9 marzo 2020 al 30 giugno 2020, negli uffici che hanno la disponibilità del servizio di deposito telematico anche gli atti e documenti di cui all'art. 16-bis, comma 1-bis, d.l. n. 179, cit., sono depositati esclusivamente con le modalità previste dal comma 1 del medesimo articolo. Il presente comma 11 era stato modificato  dall'articolo 3, comma 1, lettera i) del d.l. 30 aprile 2020, n. 28,  che aveva sostituito le parole «30 giugno 2020»  alle parole «31 luglio 2020», tale modifica è stata soppressa in sede di conversione  dalla l. 25 giugno 2020, n. 70.  A tal  proposito, sempre in tema di deposito telematico,  v., anche,  art. 221, commi 2, 3, d.l. 19 maggio 2020, n. 34, conv. con modif. in l. 17 luglio 2020, n. 77 ; da ultimo v. art. 16, comma 1, d.l. 30 dicembre 2021, n. 228, conv., con modif., in l. 25 febbraio 2022, n. 15 che stabilisce che «Le disposizioni di cui all'articolo 221, commi 3, 4, 5, 6, 7, 8 e 10 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, nonche' le disposizioni di cui all'articolo 23, commi 2, 6, 7, 8, primo, secondo, terzo, quarto e quinto periodo, 8-bis, primo, secondo, terzo e quarto periodo, 9, 9-bis e 10, e agli articoli 23-bis, commi 1, 2, 3, 4 e 7, e 24 del decreto-legge 28 ottobre 2020, n. 137, convertito, con modificazioni, dalla legge 18 dicembre 2020, n. 176, in materia di processo civile e penale, continuano ad applicarsi fino alla data del 31 dicembre 2022»; v. anche art. 16, comma 2, d.l. n. 228, cit. Per la proroga del termine di applicazione,  v. da ultimo, art. 8, commi 8, 9 d.l.29 dicembre 2022, n. 198, in corso di conversione.

[2] Comma modificato dall'art. 3, comma 2, lett. f, numero 1) del d.lgs. 31 ottobre 2024, n. 164 che  ha inserito le parole: «all'indirizzo di posta elettronica certificata risultante da pubblici elenchi o al domicilio digitale speciale indicato o, in mancanza,» dopo le parole: «si fanno». Ai sensi dell'art. 7, comma 1, del medesimo decreto, le disposizioni di cui al d.lgs. n. 164/2024 cit. si applicano ai procedimenti introdotti successivamente al 28 febbraio 2023.

[3] Comma modificato dall'art. art. 25 della l. 12 novembre 2011, n. 183, che ha soppresso, gli ultimi tre periodi del comma che recitavano: «Il giudice può autorizzare per singoli atti, in qualunque stato e grado del giudizio, che lo scambio o la comunicazione di cui al presente comma possano avvenire anche a mezzo telefax o posta elettronica nel rispetto della normativa, anche regolamentare, concernente la sottoscrizione, la trasmissione e la ricezione dei documenti informatici e teletrasmessi. La parte che vi procede in relazione ad un atto di impugnazione deve darne comunicazione alla cancelleria del giudice che ha emesso la sentenza impugnata. A tal fine il difensore indica nel primo scritto difensivo utile il numero di telefax o l'indirizzo di posta elettronica presso cui dichiara di voler ricevere le comunicazioni » Ai sensi dell'art. 36 della l. n. 183 cit. la modifica ha vigore a partire dai trenta giorni successivi al 1° gennaio 2012. L'art. 21 lett. h)l. 28 dicembre 2005, n. 263, aveva sostituito gli ultimi tre periodi del comma all'originario ultimo periodo, con effetto dal 1° marzo 2006. Ai sensi dell'art. 2, comma 4, l. n. 263, cit., tali modifiche si applicavano per i procedimenti instaurati successivamente al 1° marzo 2006. Il testo del periodo in questione era: «Il giudice può prescrivere per singoli atti che si segua una o altra di queste forme». Successivamente sostituito dall'art. 3, comma 2, lett. f, numero 2) del d.lgs. 31 ottobre 2024, n. 164.  Il testo del comma era il seguente:  «Le comparse [190] e le memorie [183, 190] consentite dal giudice si comunicano mediante deposito in cancelleria oppure mediante notificazione o mediante scambio documentato con l'apposizione sull'originale, in calce o in margine, del visto della parte o del procuratore». Ai sensi dell'art. 7, comma 1, del medesimo decreto, le disposizioni di cui al d.lgs. n. 164/2024 cit. si applicano ai procedimenti introdotti successivamente al 28 febbraio 2023.

[4] Comma aggiunto dall'art. 3, comma 2, lett. f, numero  3) del d.lgs. 31 ottobre 2024, n. 164. Ai sensi dell'art. 7, comma 1, del medesimo decreto, le disposizioni di cui al d.lgs. n. 164/2024 cit. si applicano ai procedimenti introdotti successivamente al 28 febbraio 2023.

Inquadramento generale

L'articolo in commento, ai fini dell'analisi relativa al mondo delle procedure telematiche, è legato a doppio filo alla norma di cui all'art. 149-bis c.p.c. nonché a quelle contenute all'interno del decreto-legge n. 179/2012.

La notificazione al procuratore costituito (comma 1), nonché quelle effettuate nel domicilio eletto (comma 3) potranno difatti essere effettuate via PEC: nel primo caso all'indirizzo di Posta Elettronica Certificata del Difensore e nel secondo a quello dell'Avvocato domiciliatario. 

L'indirizzo PEC censito in un pubblico registro (sia per il Difensore costituito che per il mero Domiciliatario) rappresenta oggi — come verrà meglio approfondito nel commento all'art. 16-sexies d.l. n. 179/2012 cui si rimanda — il domicilio digitale del professionista ed è a tutti gli effetti quello che deve essere utilizzato per le notificazioni indirizzate all'avvocato difensore. Sul punto la giurisprudenza di legittimità ha avuto modo di precisare che "ai fini del decorso del termine breve di impugnazione è valida la notificazione della sentenza eseguita ad uno dei difensori nominati all'indirizzo PEC che risulta dal REGINDE, ai sensi dell'art. 16-sexies del d.l. n. 179 del 2012 (c.d. domicilio digitale), non rilevando in senso contrario la richiesta di ricevere le notificazioni all'indirizzo PEC del difensore indicato come domiciliatario ai sensi dell'art. 82 del r.d. n. 37 del 1934, né potendosi configurare un siffatto diritto della parte o limitare alle sole comunicazioni l'efficacia dell'indicazione dell'indirizzo PEC degli altri difensori" (Cass. sez. lav., 8 luglio '24, n. 18534).

Il terzo comma adegua all'evoluzione digitale anche il caso in cui la parte stia in giudizio personalmente; con il correttivo Cartabia si prevede infatti che in questa fattispecie notificazioni e comunicazioni debbano essere effettuate in prima istanza all'indirizzo di posta elettronica certificata risultante da pubblici elenchi o al domicilio digitale speciale indicato e solo in mancanza di questi nella residenza dichiarata o nel domicilio eletto.

Lo scambio di memorie

Anche la norma in questione è stata messa in linea con l'evoluzione tecnologica del processo; si prevede infatti ora che le comparse e le memorie consentite dal giudice si comunicano mediante deposito oppure mediante notificazione all'indirizzo di posta elettronica certificata risultante da pubblici elenchi o eletto come domicilio digitale speciale.

La notificazione a un solo difensore

Come è noto, l'articolo in commento, prescrive che — dopo la costituzione in giudizio — le notificazioni debbano essere effettuate al procuratore costituito salvo che la legge disponga altrimenti.

Orbene, più volte nel corso degli ultimi anni, sono emerse contestazioni in relazione alla notificazione effettuata a un solo difensore anche in caso di costituzione con più procuratori, tanto che la Corte di Cassazione ha preso posizione sul punto con due importanti pronunce, la n. 23458/2018 e la n. 26076/2019.

Tramite l'assunto più risalente, gli Ermellini hanno ribadito — richiamando le pronunce n 5759/2004 e n. 2774/2011 della medesima Corte — che “quando la parte sia costituita nel giudizio di primo grado a mezzo di due procuratori con uguali poteri di rappresentanza e la notifica della sentenza sia fatta ad entrambi, il termine per l'impugnazione decorre dalla prima notifica, anche se effettuata presso il procuratore non domiciliatario — sempreché questi non sia esercente fuori dal circondario e non eligente domicilio R.D. n. 37 del 1934, ex art. 82 — atteso che i poteri, le facoltà e gli oneri che fanno capo al difensore domiciliatario sono identici a quelli che ineriscono al mandato del difensore non domiciliatario, con la conseguenza che quest'ultimo non può restare inerte”.

Orbene, ad avviso della Corte, detto principio può ritenersi applicabile non solo al caso di notificazione ad unico difensore ma, altresì, alle notificazioni effettuate con il mezzo della Posta Elettronica Certificata poiché, in base alla normativa di riferimento, “tutti i difensori sono tenuti ad avere un indirizzo PEC presente sul REGINDE al quale è conferita piena affidabilità”, e quindi una notificazione effettuata al domicilio eletto presso il difensore non potrà che dirsi di egual valore rispetto a quella effettuata con invio dell'atto a indirizzo PEC.

La più recente delle due pronunce, ossia la n. 26076/2019, si conforma perfettamente al principio appena richiamato, aggiungendo però importanti rilievi in relazione alla tipologia di procura rilasciata ai difensori.

La Suprema Corte, infatti, ribadisce la piena efficacia della notificazione effettuata nei confronti di un unico difensore dei — in questo caso — tre soggetti costituiti, ma precisa che detto principio debba applicarsi ai casi di procura rilasciata disgiuntamente ai procuratori: “in forza del consolidato insegnamento della giurisprudenza di questa Corte, in caso di mandato ad litem conferito a più difensori (che si presume disgiunto in difetto di prova contraria) non è nulla la comunicazione o la notificazione ad uno soltanto di essi del provvedimento del giudice, essendo essa sufficiente per il raggiungimento dello scopo”. 

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