Decreto ministeriale - 21/02/2011 - n. 44 art. 20 - Requisiti della casella di PEC del soggetto abilitato esterno

Nicola Gargano
Luca Sileni
Giuseppe Vitrani

Requisiti della casella di PEC del soggetto abilitato esterno

 

1. Il [gestore di posta elettronica certificata del] soggetto abilitato esterno deve dotarsi di una casella di posta elettronica conforme agli[, fermi restando gli] obblighi previsti dal decreto del Presidente della Repubblica 11 febbraio 2005, n.68 e dal decreto ministeriale 2 novembre 2005, recante «Regole tecniche per la formazione, la trasmissione e la validazione, anche temporale, della posta elettronica certificata» o di un recapito certificato ai sensi del Regolamento (UE) n. 910/2014 (eIDAS) che disponga di soluzioni idonee, [e' tenuto ad adottare software antispam idoneo] a prevenire la trasmissione di messaggi [di posta elettronica] indesiderati 1.

2. Il soggetto abilitato esterno e' tenuto a dotare il terminale informatico utilizzato di software idoneo a verificare l'assenza di virus informatici per ogni messaggio in arrivo e in partenza e di software antispam idoneo a prevenire la trasmissione di messaggi di posta elettronica indesiderati.

3. Il soggetto abilitato esterno e' tenuto a conservare, con ogni mezzo idoneo, le ricevute di avvenuta consegna dei messaggi trasmessi al dominio giustizia.

4. La casella di posta elettronica certificata deve disporre di uno spazio disco minimo definito nelle specifiche tecniche di cui all'articolo 34.

5. Il soggetto abilitato esterno e' tenuto a dotarsi di servizio automatico di avviso dell'imminente saturazione della propria casella di posta elettronica certificata e a verificare la effettiva disponibilita' dello spazio disco a disposizione.

6. La modifica dell'indirizzo elettronico puo' avvenire dall'1 al 31 gennaio e dall'1 al 31 luglio.

7. La disposizione di cui al comma 6 non si applica qualora la modifica dell'indirizzo si renda necessaria per cessazione dell'attivita' da parte del gestore di posta elettronica certificata.

Commento

L'articolo in commento detta i requisiti della Casella PEC in uso all'avvocato. Oltre ad un richiamo generico alle norme anche tecniche sulla PEC previste D.P.R. 11 febbraio 2005, n. 68 e dal decreto ministeriale 2 novembre 2005, recante « Regole tecniche per la formazione, la trasmissione e la validazione, anche temporale, della posta elettronica certificata », la norma — unitamente all'articolo 23 delle specifiche tecniche — prescrive ulteriori specifiche caratteristiche. In particolare tali requisiti riguardano il possesso di misure di sicurezze idonee a garantire la sicurezza delle trasmissioni telematiche, quali software antivirus e antispam. Inoltre il terzo comma prevede che le ricevute di avvenuta consegna debbano essere conservate con ogni mezzo idoneo. Ebbene il predetto comma, pur non contenendo un riferimento esplicito alla conservazione a norma ai sensi del Codice dell'Amministrazione Digitale e delle linee guida sulla formazione, gestione e conservazione del documento informatico, impone all'avvocato di mantenere un proprio archivio digitale di tutte le ricevute di consegna relative a trasmissioni telematiche nell'ambito del PCT e notificazioni in proprio a mezzo PEC. All'occorrenza, infatti, sarà l'avvocato a dover fornire la prova di una eventuale trasmissione telematica, esibendo in giudizio la prova digitale dell'avvenuta accettazione e consegna, con l'immediata conseguenza che le PEC, e soprattutto le ricevute di consegna dei depositi telematici, mai potranno essere cancellate, ma dovranno essere oggetto di archiviazione e periodici backup.

Le specifiche, inoltre, impongono che la casella PEC dell'avvocato debba essere di tipo standard (1Gbyte di spazio e servizio di avviso di riempimento) come previsto dall'art. 20 del d.m. 44/2011 e ulteriormente precisato dall'art. 23 delle Specifiche Tecniche “Requisiti della casella di PEC del soggetto abilitato”. Non possono essere utilizzati, a tale scopo, gli indirizzi di posta elettronica certificata per le comunicazioni tra cittadino e pubblica amministrazione.

L'indirizzo PEC è personale e deve essere comunicato al proprio Ordine di appartenenza, che nel caso specifico degli avvocati, ha l'obbligo di comunicarlo al Ministero della Giustizia attraverso una specifica procedura prevista dal d.m. n. 44/2011.

Resta a tutt'oggi in vigore quanto stabilito dall'articolo in commento in ordine al mutamento del proprio indirizzo PEC professionale, ovvero, la possibilità di variazione di tale indirizzo unicamente all'interno di finestre temporali ben precise, ossia, dall'1 al 31 gennaio e dall'1 al 31 luglio, eccezione fatta per i casi di cessazione dell'attività da parte del gestore di posta elettronica certificata. Tale comma tuttavia non ha trovato piena attuazione in quanto, ad oggi, la modifica degli indirizzi PEC è possibile in qualsiasi momento dell'anno e gli ordini professionali comunicano periodicamente le variazioni degli indirizzi PEC dei propri iscritti. Negli ordini più grandi tale aggiornamento viene effettuato settimanalmente, tuttavia si consiglia, anche in caso di creazione e comunicazione di un nuovo account di posta elettronica certificata, di non dismettere immediatamente il vecchio indirizzo, poiché il mancato allineamento del proprio indirizzo PEC con il dato comunicato al ministero, potrebbe comportare l'impossibilità di effettuare depositi e ricevere notifiche.

Questo passaggio, come precedentemente descritto, è di fondamentale importanza per l'assegnazione al professionista del ruolo di professionista telematico, cioè, di soggetto abilitato alla consultazione dei registri, all'invio di atti e alla ricezione di notifiche di cancelleria in via telematica come previsto dall'art. 136 c.p.c.

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