Codice di Procedura Civile art. 518 - Forma del pignoramento 1 .Forma del pignoramento 1. [I]. L'ufficiale giudiziario redige delle sue operazioni processo verbale [126] nel quale dà atto dell'ingiunzione di cui all'articolo 492 e descrive le cose pignorate, nonché il loro stato, mediante rappresentazione fotografica ovvero altro mezzo di ripresa audiovisiva, determinandone approssimativamente il presumibile valore di realizzo con l'assistenza, se ritenuta utile o richiesta dal creditore, di un esperto stimatore da lui scelto [161 2 att.]. Se il pignoramento cade su frutti non ancora raccolti o separati dal suolo, l'ufficiale giudiziario ne descrive la natura, la qualità e l'ubicazione. [II]. Quando ritiene opportuno differire le operazioni di stima l'ufficiale giudiziario redige un primo verbale di pignoramento, procedendo senza indugio e comunque entro il termine perentorio di trenta giorni alla definitiva individuazione dei beni da assoggettare al pignoramento sulla base dei valori indicati dall'esperto, al quale è consentito in ogni caso accedere al luogo in cui i beni si trovano. [III]. Il giudice dell'esecuzione liquida le spese ed il compenso spettanti all'esperto, tenuto conto dei valori di effettiva vendita o assegnazione dei beni o, in qualunque altro caso, sulla base dei valori stimati. [IV]. Nel processo verbale l'ufficiale giudiziario fa relazione delle disposizioni date per conservare le cose pignorate. [V]. Se il debitore non è presente, l'ufficiale giudiziario rivolge l'ingiunzione alle persone indicate nell'articolo 139, secondo comma, e consegna loro un avviso dell'ingiunzione stessa per il debitore. In mancanza di dette persone affigge l'avviso alla porta dell'immobile in cui ha eseguito il pignoramento. [VI]. Compiute le operazioni, l'ufficiale giudiziario consegna senza ritardo al creditore il processo verbale, il titolo esecutivo e il precetto. Il creditore iscrive a ruolo il processo presso il tribunale competente per l'esecuzione depositando copie conformi degli atti di cui al periodo precedente entro quindici giorni dalla consegna, a pena di inefficacia del pignoramento. La conformità di tali copie è attestata dall'avvocato del creditore ai soli fini del presente articolo. Il cancelliere al momento del deposito forma il fascicolo dell'esecuzione. Sino alla scadenza del termine di cui all'articolo 497 copia del processo verbale è conservata dall'ufficiale giudiziario a disposizione del debitore. [Il pignoramento perde efficacia quando la nota di iscrizione a ruolo e le copie degli atti di cui al primo periodo del presente comma sono depositate oltre il termine di quindici giorni dalla consegna al creditore ]2. [VII]. Su istanza del creditore, da depositare non oltre il termine per il deposito dell'istanza di vendita, il giudice, nominato uno stimatore quando appare opportuno, ordina l'integrazione del pignoramento se ritiene che il presumibile valore di realizzo dei beni pignorati sia inferiore a quello indicato nel primo comma. In tale caso l'ufficiale giudiziario riprende senza indugio le operazioni di ricerca dei beni.
[1] Articolo sostituito dall'art. 6 l. 24 febbraio 2006, n. 52. Il testo precedente recitava: «[I]. L'ufficiale giudiziario redige delle sue operazioni processo verbale, nel quale dà atto dell'ingiunzione di cui all'articolo 492 e descrive le cose pignorate, determinandone approssimativamente il valore, con l'assistenza, quando occorre, di uno stimatore da lui scelto. Se il pignoramento cade su frutti non ancora raccolti o separati dal suolo o su bachi da seta, l'ufficiale giudiziario ne descrive la natura, la qualità e l'ubicazione. [II]. Nel processo verbale l'ufficiale giudiziario fa relazione delle disposizioni date per conservare le cose pignorate. [III] Se il debitore non è presente, l'ufficiale giudiziario rivolge l'ingiunzione alle persone indicate nell'articolo 139, secondo comma, e consegna loro un avviso dell'ingiunzione stessa per il debitore. In mancanza di dette persone affigge l'avviso alla porta dell'immobile in cui ha eseguito il pignoramento. [IV]. Il processo verbale col titolo esecutivo e il precetto deve essere depositato in cancelleria entro le ventiquattro ore dal compimento delle operazioni. Il cancelliere al momento del deposito forma il fascicolo dell'esecuzione». [2] Comma così modificato dall'art. 3, comma 7, lett. i) , d.lgs. 31 ottobre 2024, n. 164 , che ha sostituito il secondo periodo con le parole «Il creditore iscrive a ruolo il processo presso il tribunale competente per l'esecuzione depositando copie conformi degli atti di cui al periodo precedente entro quindici giorni dalla consegna, a pena di inefficacia del pignoramento.» alle parole «Il creditore deve depositare nella cancelleria del tribunale competente per l'esecuzione la nota di iscrizione a ruolo, con copie conformi degli atti di cui al periodo precedente, entro quindici giorni dalla consegna» e ha soppresso il sesto periodo tra parentesi quadre Ai sensi dell’art. 7, comma 1, del medesimo decreto, le disposizioni di cui al d.lgs. n. 164/2024 cit. si applicano ai procedimenti introdotti successivamente al 28 febbraio 2023. Precedentemente il comma è stato sostituito dall'art. 18 d.l. 12 settembre 2014 n. 132, modificato in sede di conversione dalla l. 10 novembre 2014, n. 162. A norma del comma 3, del medesimo art. 18 , le disposizioni di cui al presente comma si applicano ai procedimenti esecutivi iniziati a decorrere dal trentesimo giorno successivo all'entrata in vigore della legge di conversione. Il testo precedente recitava: «Il processo verbale, il titolo esecutivo e il precetto devono essere depositati in cancelleria entro le ventiquattro ore dal compimento delle operazioni. Il cancelliere al momento del deposito forma il fascicolo dell'esecuzione. L'ufficiale giudiziario trasmette copia del processo verbale al creditore e al debitore che lo richiedono a mezzo posta elettronica certificata ovvero, quando ciò non è possibile, a mezzo telefax o a mezzo posta ordinaria». Il terzo periodo del comma era già stato sostituito dall'art. 25 l. 12 novembre 2011, n. 183, ed il testo recitava: «L'ufficiale giudiziario trasmette copia del processo verbale al creditore e al debitore che lo richiedono a mezzo posta ordinaria, telefax o posta elettronica, nel rispetto della normativa, anche regolamentare, concernente la sottoscrizione, la trasmissione e la ricezione dei documenti informatici e teletrasmessi». Tale modifica entrava in vigore a partire dai trenta giorni successivi al 1° gennaio 2012. A norma dell'art. 27, comma 1, lett. b), n. 2) del d.lgs. 13 luglio 2017, n. 116 la parola: «tribunale» e' sostituita dalle seguenti: «giudice di pace»; ai sensi dell'art. 32, comma 3 del d.lgs. 116 cit., come da ultimo modificato dall'art. 8-bis, comma 1, lett. b), d.l. 30 dicembre 2019, n. 162, conv., con modif., in l. 28 febbraio 2020, n. 8, le disposizioni di cui all'art. 27 citato entrano in vigore il 31 ottobre 2025. L'iscrizione a ruolo telematica in generaleLa tematica dell'iscrizione a ruolo delle procedure esecutive è piuttosto complessa ed è passata attraverso diversi interventi riformatori. In primo luogo, con l'entrata in vigore dell'art. 16-bis d.l. n. 179/2012 è stato previsto, anche per le procedure esecutive, l'obbligo di iscrizione a ruolo telematica; successivamente, con l'entrata in vigore della riforma del processo civile dettata dal decreto legislativo n. 149 del 2022 (cd "riforma Cartabia"), il suddetto obbligo di iscrizione a ruolo telematico ha trovato la sua collocazione all'interno dell'art. 196-quater delle disposizioni di attuazione del codice di procedura civile. Il passaggio all'iscrizione a ruolo telematica non è tuttavia stato indolore e ha richiesto un assestamento normativo, stante che nel previgente regime analogico tale incombente veniva effettuato dall'ufficiale giudiziario mentre con il passaggio al digitale l'onere si è spostato sul difensore. Le problematiche interpretative, sul punto, sono venute meno grazie alla novella introdotta con la l. n. 162/2014, che ha convertito con modificazioni il d.l. n. 132/2014. Tale testo normativo ha modificato le modalità di iscrizione a ruolo delle procedure espropriative di cui agli articoli 518,543 e 557 del codice di procedura civile, prevedendo che l'iscrizione a ruolo di dette procedure avvenisse ad opera del Difensore del creditore procedente e non automaticamente a seguito della trasmissione degli atti dall'UNEP alla Cancelleria delle esecuzioni. L'iscrizione de qua, quindi, sino all'emanazione del decreto legislativo 164 del 2024, avveniva tramite il deposito telematico di una busta telematica contenente: a) la nota di iscrizione a ruolo (che costituisce a tutti gli effetti l'atto principale della busta telematica); b) la procura alle liti scansionata e sottoscritta digitalmente dal difensore; c) la copia autentica del pignoramento notificato (o nel caso di procedure mobiliari la copia del verbale di pignoramento); d) la copia autentica del precetto; e) la copia autentica del titolo. L'autentica di titolo, precetto e pignoramento è effettuata direttamente dal Difensore depositante a norma dell'art. 196-undecies delle disposizioni di attuazione del codice di procedura civile. Come sopra accennato, però, l'intervento riformatore del 2024 (cd "correttivo Cartabia") ha mutato questo quadro normativo dal momento che all'interno degli art. 518, 521-bis, 543 e 557 c.p.c. è stato espunto il precetto relativo al deposito della nota di iscrizione a ruolo; analogamente, ogni riferimento a tale atto è scomparso anche nell'art. 196-quater c.p.c., sicché risulta evidente che, a decorrere dall'entrata in vigore delle nuove disposizioni, l'iscrizione delle procedure esecutive avverrà senza l'atto in commento, che è dunque destinato a sparire dal quadro processuale; residua il dubbio di quale sarà l'atto principale della busta telematica ma sul punto dovranno necessariamente intervenire chiarimenti ministeriali, verosimilmente con aggiornamento delle specifiche tecniche. L'iscrizione a ruolo delle procedure esecutive deve avvenire entro il termine decadenziale di 15 giorni per il pignoramento mobiliare e immobiliare e di 30 giorni per il pignoramento presso terzi; tale termine decorre dal giorno in cui l'UNEP restituisce i documenti da depositarsi (titolo, precetto e pignoramento) dopo aver effettuato la notificazione o l'accesso nei luoghi ove erano detenuti i beni da pignorarsi. Per i depositi effettuati nelle procedure esecutive fino al 1° gennaio 2023, concludendo sul punto, si verificano due diversi momenti processuali da cui far decorrere l'obbligo di deposito con modalità telematica degli atti processuali: per tutte le procedure esecutive di cui al libro III del codice di procedura civile il termine va individuato nel momento del deposito dell'atto con cui comincia l'esecuzione; per le sole procedure espropriative di cui agli articoli 518,543,557 c.p.c. e anche per la procedura di cui al nuovo art. 521-bis, questi termine è invece anticipato al momento dell'iscrizione a ruolo della procedura esecutiva stessa. Le attestazioni di conformitàCome detto, gli articoli 518,521-bis, 543 e 557 c.p.c. richiedono che l'iscrizione a ruolo delle procedure esecutive avvenga con deposito delle copie autentiche di titolo, precetto e pignoramento. Tale specifica prescrizione ha portato dottrina e giurisprudenza ad occuparsi di alcune problematiche applicative, fra le quali due di maggior interesse, ossia l'iscrizione a ruolo con duplicato informatico del precetto notificato via PEC e la mancanza di attestazione di conformità di titolo, precetto e pignoramento. Per quanto concerna la problematica attinente al deposito del duplicato del precetto, si ponga il caso di aver notificato via PEC tale atto e di dover procedere a richiedere un pignoramento — ad esempio — mobiliare. Il Difensore del creditore procedente avrà necessità di far visionare all'UNEP il precetto correttamente notificato e quindi, nel caso di notifica telematica, dell'atto munito delle ricevute di accettazione e di consegna della PEC. Al fine di poter correttamente dar prova dell'avvenuta notificazione del precetto, quindi, dovrà — qualora non sia possibile trasmettere a mezzo PEC il precetto digitale notificato all'UNEP — stampare la mail, l'atto, la relata di notificazione e le ricevute di accettazione e consegna ed attestarne la conformità a norma dell'art. 9, comma 1-bis, l. n. 53 del 1994. Orbene, dopo che l'Ufficiale Giudiziario avrà proceduto al pignoramento, restituirà al Difensore il titolo, il verbale di pignoramento e la copia autenticata del precetto notificato via PEC. Ci si è chiesti quindi in dottrina se l'Avvocato che si appresti ad iscrivere a ruolo la procedura esecutiva, debba o meno scansionare la copia autenticata del precetto e poi apporvi un'ulteriore attestazione di conformità (questa volta da cartaceo a digitale) o se possa procedere al deposito del precetto in originale digitale munito delle ricevute di accettazione e consegna presenti e salvate sul proprio PC. Parte della dottrina ritiene, in virtù del dato letterale della norma — « Il creditore deve depositare nella cancelleria del tribunale competente per l'esecuzione la nota di iscrizione a ruolo, con copie conformi degli atti... » — di escludere tale possibilità, ritenendo che il legislatore abbia espressamente richiesto il deposito di copie autentiche e non di originali o (nel caso di specie) di duplicati informatici. Altra parte della dottrina sostiene che, pur nel chiaro riferimento della normativa alle copie autentiche, non si possa in alcun modo ritenere di minor valore probatorio l'originale di un documento in vece della copia autenticata dal Difensore. Ciò, quindi, non solo non comporterebbe alcuna violazione del diritto di difesa avversario, ma non recherebbe alcuna specifica nullità comminata dalla legge. Tuttavia, sul punto si segnala un interessante orientamento del Tribunale di Belluno del novembre 2022 estensore dott.sa Argentieri. Nel caso di specie, la notifica di titolo esecutivo e precetto avveniva a mezzo pec e, al momento dell'iscrizione a ruolo dell'esecuzione, tra gli altri allegati, venivano depositate le buste contenenti le ricevute di accettazione e avvenuta consegna di detta pec, e non le copie restituite dall'ufficiale giudiziario attestate come conformi. Il Giudice dell'esecuzione, rilevando che non risultava depositata l'attestazione di conformità della copia dell'atto di precetto entro il termine di giorni 15, decorrente dalla data di consegna del processo verbale notificato da parte dell'Ufficiale Giudiziario, ai fini dell'iscrizione a ruolo ex art. 518 c.p.c., dichiarava l'improcedibilità della procedura esecutiva. Sottolineava il giudice altresì che, a fronte della espressa previsione di cui all'art. 518, comma 6, c.p.c. relativa al deposito delle copie conformi degli atti (processo verbale, titolo esecutivo ed atto di precetto), la cui conformità è attestata dall'avvocato del creditore, nell'iscrizione a ruolo mediante modalità telematica del pignoramento presso il debitore, il mancato deposito degli atti (o di uno di essi), costituiti da copie conformi munite dell'attestazione di conformità, nel termine prescritto, comporta l'inefficacia del pignoramento. Inoltre, secondo il giudice bellunese, le modalità del deposito telematico degli atti rappresentano delle vere e proprie nuove forme per la redazione, formazione e compimento degli atti stessi e non solo diverse modalità di utilizzo di un atto processuale formato secondo le regole ordinarie e che la violazione della nuova normativa sulla formazione del fascicolo dell'esecuzione determina l'improcedibilità dell'azione esecutiva e quindi l'estinzione del relativo processo ex art. 630, comma 2, c.p.c. con spese a carico di chi le ha anticipate ex art. 95. Ne consegue che, nel caso di specie, veniva dichiarata l'estinzione del procedimento per mancato deposito dell'attestazione di conformità del precetto nel termine di quindici giorni dalla data di consegna del verbale di pignoramento. Con la riforma del 2024 (correttivo Cartabia - d. lgs. 164 del 2024) il problema è stato risolto per il deposito del titolo esecutivo, essendo ora prevista anche la possibilità del duplicato informatico, mentre rimane aperto per l'atto di precetto visto che in nessuna norma si fa menzione della possibilità di depositarlo in duplicato informatico. L'iscrizione a ruolo del pignoramento in assenza di attestazione di conformitàCi si è chiesti, in dottrina e giurisprudenza, quali potessero essere le conseguenze qualora all'atto dell'iscrizione a ruolo non venissero depositate delle copie munite delle attestazioni di conformità agli originali cartacei ritirati dall'ufficio UNEP. Sul punto l'orientamento della giurisprudenza di merito è altalenante e, al momento in cui si scrive, non esiste un orientamento univoco. Il dibattito si è aperto con la prima pronuncia del Giudice delle Esecuzioni del Tribunale di Pesaro, nel giugno 2015, che riteneva di dover sospendere una procedura esecutiva introdotta con il deposito di copie non oggetto di specifica attestazione di conformità, ritenendo insufficiente — in quello specifico caso — la sottoscrizione digitale delle copie digitalizzate di titolo, precetto e pignoramento ai fini della corretta iscrizione a ruolo della procedura. Si qualificava, infatti, la produzione telematica di copie munite di attestazioni di conformità come requisito essenziale per l'iscrizione a ruolo del procedimento esecutivo, al pari di ogni altro elemento richiesto dalla normativa di settore. La pronuncia de qua, che francamente lasciava poco spazio ad eventuali interpretazioni salvifiche dei nuovi artt. 518,543 e 557 c.p.c., è stata però riformata nella successiva fase di merito. Successivamente lo stesso Tribunale di Pesaro, con pronuncia del 19 gennaio 2016, ha ribaltato parzialmente la decisione del Giudice dell'Esecuzione ritenendo che: « il difetto di conformità all'originale della copia teletrasmessa, idonea a tradursi nella nullità dell'atto, resta tuttavia sanato, ai sensi dell'art. 156, comma 2, c.p.c., ove il ricorrente abbia comunque potuto replicare al contenuto degli stessi, dovendosi ritenere che, nonostante le irregolarità della trasmissione, l'atto abbia raggiunto lo scopo cui era destinato ». Il Giudice della fase di merito ha rilevato l'esistenza di un difetto di conformità dell'atto depositato rispetto al suo originale ma ne ha stabilito la sanabilità in virtù del raggiungimento dello scopo dell'atto medesimo. Alla medesima conclusione era, in realtà, già giunto il Tribunale di Bologna che, con ordinanza del 22 ottobre 2015, aveva respinto analoga eccezione di rito ritenendo che, a seguito di esibizione in prima udienza degli originali dell'atto di precetto, dell'atto di pignoramento e del titolo, vi fosse comunque stata la possibilità per il Giudicante di verificare la regolarità formale dei documenti stessi, con conseguente raggiungimento dello scopo. Secondo il tribunale di Bologna, infatti, l'esecuzione forzata, non ha il compito di stabilire, attraverso l'esame del modo di essere della realtà sostanziale, i diritti e gli obblighi delle parti, in quanto tale compito spetta al processo di cognizione. Conseguentemente, « l'esecuzione forzata non interviene per stabilire autoritativamente quali comportamenti siano leciti e quali siano doverosi. Lo scopo dell'esecuzione forzata è di procurare la soddisfazione di diritti correlati a obblighi non adempiuti, dando per scontata l'esistenza di tali diritti e di tali obblighi ». Peraltro, tanto la seconda ordinanza di Pesaro quanto quella di Bologna, rilevavano che il deposito in udienza degli originali di titolo, precetto e atto di pignoramento, consentiva di fatto al Giudice di verificare la conformità di detti documenti con quelli depositati in via telematica non facendo incorrere il creditore in alcuna decadenza. Alle medesime conclusioni è giunto il Tribunale di Caltanissetta con ordinanza del 1° giugno 2016 rilevando che l'inefficacia del pignoramento può essere pronunciata solo nei casi tassativamente indicati dalla legge e che, di conseguenza, la mancanza dell'attestazione di conformità costituisce “vizio meramente formale” del relativo atto, insuscettibile di arrecare pregiudizio ai diritti del debitore quando quest'ultimo non contesti l'autenticità della copia. Di particolare interesse, in questo caso è proprio quest'ultimo assunto, ovvero il raggiungimento dello scopo in mancanza di una specifica contestazione circa difformità delle copie, seppur informi, dagli originali. Infatti, ai sensi dell'art. 22, comma 3, CAD, in mancanza di disconoscimento, l'efficacia probatoria delle copie per immagine su supporto informatico viene equiparata ai documenti originali formati su supporto cartaceo. Sulla tematica della rilevanza della mancata attestazione di conformità in sede di iscrizione a ruolo del processo, è intervenuto poi il Tribunale di Bari che, con ordinanza del 4 maggio 2016, è giunto alle stesse conclusioni delle ordinanze sin qui esaminate pur utilizzando argomentazioni diverse e rilevando che, nel caso del pignoramento presso terzi, lo stesso articolo 543 c.p.c. non contemplerebbe l'obbligo di attestazione. Secondo il Giudicante, infatti, la tardività o inefficacia può essere ricollegata solo al mancato deposito nella nota di iscrizione e delle copie autentiche di citazione, titolo esecutivo e precetto, non richiamando, invece, tra gli atti da depositare a pena di inammissibilità nel termine prescritto, anche l'attestazione di conformità, con la conseguenza che il loro eventuale deposito oltre il termine deve rimanere irrilevante. Si deve sottolineare tuttavia come, ad avviso di chi scrive, pur interpretando con flessibilità l'art. 543 c.p.c., sia lo stesso articolo 16-bis comma 2 del d.l. n. 179/2012 che, in tema di esecuzioni, prescrive il deposito telematico delle copie conformi degli atti indicati dagli articoli 518, comma 6, 543, comma 4, e 557, comma 2, c.p.c. Di parere contrario e aderente alla prima ordinanza del Tribunale di Pesaro è invece l'ordinanza del Tribunale di Milano del 29 giugno 2016, poi confermata dalla Corte di Appello di Milano con sentenza n. 146 del 13 gennaio 2017. Anche in quest'ultimo caso si era in presenza di una iscrizione a ruolo di un pignoramento, questa volta immobiliare, avvenuto con il deposito della mera scansione di titolo esecutivo, atto di pignoramento e precetto. Solo successivamente, e ben oltre il termine perentorio di quindici giorni dalla restituzione degli atti da parte dell'ufficiale giudiziario, il creditore depositava le suddette copie conformi nel fascicolo dell'esecuzione e di conseguenza il Giudice dell'esecuzione, in rigorosa applicazione dei sopracitati articoli, dichiarava inefficace il pignoramento. Avverso la predetta decisione il creditore proponeva reclamo sostenendo la mera irregolarità del deposito della copia informe degli atti, comunque a suo avviso sanata dal raggiungimento dello scopo. Il Giudice meneghino si poneva ulteriori interrogativi, ovvero se l'inefficacia del pignoramento per tardivo deposito dei titoli fosse rilevabile d'ufficio o meno e, in secondo luogo, se il deposito di semplici copie per immagine di titolo, precetto e atto di pignoramento prive di asseverazione dessero luogo ad una mera irregolarità o se potessero effettivamente causare l'inefficacia del pignoramento. Sulla prima questione il Tribunale di Milano riteneva rilevabile d'ufficio l'inefficacia del pignoramento, atteso che la riforma del 2009 aveva modificato il disposto di cui all'articolo 630, comma 2, c.p.c. stabilendo che i fatti estintivi del processo esecutivo fossero rilevabili d'ufficio dal Giudice, almeno fino alle udienze 530, 547 e 569 e, di conseguenza ciò valeva anche per l'inefficacia del pignoramento di cui all'articolo 557, comma 3, c.p.c.. In ordine alla seconda questione, il Tribunale milanese riteneva invece che il mancato deposito delle copie conformi, fosse assimilabile ad una vera e propria inattività della parte in grado di determinare l'estinzione del processo. Non venivano dunque condivisi dal Giudice milanese i precedenti orientamenti giurisprudenziali (Trib. Bologna 22 ottobre 2015, Trib. Bari 4 maggio 2016 e Trib. Caltanissetta 1° giugno 2010) che avevano qualificato il mancato deposito delle copie conformi come mera irregolarità. Tali orientamenti, secondo il Giudice milanese, non coincidevano con il dato letterale della normativa, poiché gli stessi articoli in commento menzionavano le copie conformi sanzionando il tardivo deposito delle stesse. Tale dato era ulteriormente rafforzato dall'art. 159-ter delle disposizioni di attuazione al codice di procedura civile, laddove si prevede il deposito di copie conformi da parte del creditore anche in caso di iscrizione a ruolo da parte del debitore. Inoltre, prosegue la motivazione del Giudice meneghino, in mancanza di attestazione di conformità non vi era neppure la prova del possesso del titolo esecutivo da parte del creditore, in quanto l'apposizione dell'attestazione presuppone il possesso del titolo esecutivo stesso. Non essendovi dunque in atti prova del possesso del titolo non si poteva ritenere raggiunto lo scopo che peraltro, ad avviso del giudicante, avrebbe consentito di sanare solo i casi di nullità e non di inefficacia. Inoltre, si considerava che la finalità del deposito di atti attestati come conformi, è quella di consentire un ordinato svolgimento del processo esecutivo che diversamente avrebbe subito inutili rallentamenti. Infatti, la mancanza o il tardivo deposito delle copie conformi impedirebbero al Giudice di dare prosecuzione al processo esecutivo anche semplicemente per procedere al conferimento dell'incarico per la stima dei beni pignorati, proprio in virtù dell'incertezza circa l'esistenza in capo al creditore di un valido titolo esecutivo per procedere all'esecuzione forzata. Il dettato degli articoli del codice di procedura in tema di iscrizione a ruolo delle procedure esecutive conterrebbe quindi una vera e propria sanzione per il creditore che, pur potendo tempestivamente depositare le copie conformi, ometta di farlo trasmettendo una copia semplice. Di portata opposta, invece, è l'orientamento del Tribunale di Treviso che con ordinanza del 27 ottobre 2022 rilevava come il pignoramento possa dichiararsi inefficace esclusivamente in relazione al deposito tardivo della nota di iscrizione a ruolo e delle copie conformi dell'atto di citazione, del titolo esecutivo e del precetto. Nel caso di specie non si dava conto di un qualche difetto di conformità delle copie depositate, essendo pacifico in causa — infatti — che non sussistesse alcuna difformità. Sicché, essendo incontrovertibile che le copie depositate dal creditore risultavano essere state attestate come conformi e che il deposito di tali copie era stato tempestivo, il giudice dichiarava regolare l'iscrizione a ruolo rigettando l'opposizione. Ha ritenuto poi il giudice che l'attestazione di conformità assolva solo una funzione latamente probatoria, in qualche modo di garanzia, circa l'effettività della conformità; e non esplichi, invece, alcuna funzione nei casi, come quello in esame, in cui risulti pacifico che le copie siano conformi. Ai sensi dell'art. 543 c.p.c. ciò che rileva, e che deve sussistere nel termine ivi previsto, è solo l'effettiva conformità delle copie depositate, non anche il deposito in termini dell'attestazione. Ciò è tanto più vero se si considera che la norma non sanzionerebbe con l'inefficacia il deposito tardivo dell'attestazione, che dunque, secondo i principi in tema di patologie processuali, rileva solo sul piano dell'irregolarità. La nota di iscrizione a ruolo(Commento relativo a fattispecie antecedenti all'entrata in vigore del decreto legislativo n. 164 del 2024, che ha abrogato la nota di iscrizione a ruolo) Il creditore procedente deve depositare telematicamente, come atto principale della busta telematica, la nota di iscrizione a ruolo; tale documento deve contenere, ai sensi dell'art. 159-bis delle disposizioni di attuazione del codice di procedura civile, « l'indicazione delle parti, nonché le generalità e il codice fiscale, ove attribuito, della parte che iscrive la causa a ruolo, del difensore, della cosa o del bene oggetto di pignoramento. Si prevede inoltre che, il Ministro della Giustizia, con proprio decreto avente natura non regolamentare, può indicare ulteriori dati da inserire nella nota di iscrizione a ruolo ». A tal proposito si rende noto che, con decreto ministeriale del 19 marzo 2015, pubblicato in gazzetta ufficiale in data 23 marzo 2015 (decreto che tenendo conto dei 15 gg. di vacatio legis è entrata in vigore martedì 7 aprile 2015), si è stabilito che la nota di iscrizione a ruolo deve contenere oltre ai dati indicati nell'art. 159-bis delle disposizioni di attuazione i seguenti dati obbligatori: ● Importo e data di notifica del precetto; ● Cognome e nome o ragione sociale e categoria, ● Codice fiscale o partita iva (se persona giuridica) del creditore; ● Cognome, Nome e Codice Fiscale del difensore della parte che iscrive a ruolo; ● Cognome, nome o ragione sociale e categoria, codice fiscale o partita iva (se persona giuridica) del debitore; ● Descrizione del Titolo esecutivo e Nome e Cognome e/o ragione sociale del creditore (dato che in effetti il decreto riporta due volte, la seconda delle quali riferendosi al titolo esecutivo). Inoltre, a seconda del tipo di procedura sarà necessario inserire i seguenti ulteriori dati: A) Per le procedure di esecuzione forzata su beni immobili. Data di notifica atto di pignoramento; Dati identificativi del bene immobile: Indirizzo; Descrizione del bene; Tipo di catasto (Urbano/Terreni); Classe/tipologia (A1, A2, ecc.); Identificazione: Sezione, Foglio, particella, subalterno, Graffato (specificando se dati di catasto o denuncia di accatastamento). Se trattasi di bene immobile sito in Comune ove vige il sistema tavolare: Comune catastale o censuario; numero di partita tavolare (specificando se informatizzata o cartacea). Per i beni siti nei comuni della provincia Autonoma di Bolzano è obbligatoria l'indicazione della particella fondiaria o della particella edilizia e della particella materiale; Diritti sul bene immobile: Parte (identificazione del debitore), Bene (da scegliere tra quelli già indicati perché sottoposti a pignoramento), o Unità negoziale, diritto (proprietà, abitazione, usufrutto, dell'enfiteuta ecc.), Frazione (xx su xxx). B) Per le procedure di espropriazione mobiliare presso il debitore. Dati identificativi dell'eventuale Custode: Cognome, nome, Codice Fiscale; Tipologia del bene (secondo la classificazione già presente in SIECIC, quella dunque che vi verrà proposta dal vostro software redattore). C) Per le procedure di espropriazione mobiliare presso terzi. Data udienza in citazione; Dati identificativi del terzo pignorato, ovvero, Cognome, nome, codice fiscale, (denominazione e categoria se persona giuridica); Dati identificativi del Custode: Cognome, nome, Codice Fiscale; Tipologia del bene. D) Per la conversione del sequestro in pignoramento. Il decreto prevede poi che, qualora si verta in ipotesi di conversione di sequestro in pignoramento, oltre ai dati relativi a ciascun tipo di esecuzione, andranno inseriti i seguenti dati: ● Tribunale che ha emesso la sentenza o del diverso provvedimento su cui si fonda l'istanza di conversione; ● numero del provvedimento; data provvedimento; ● importo del credito. La nota di iscrizione a ruolo, di regola, dovrebbe essere generata in automatico dal software di redazione atti in formato pdf testuale (dopo aver compilato puntualmente tutti i dati richiesti, che andranno a popolare anche il file datiatto.xml) ed essere inserita come atto principale della busta telematica. Si consiglia a tal proposito di aggiornare il proprio software redattore atti all'ultima versione disponibile prima di effettuare i depositi poiché, proprio in virtù delle novità introdotte dal d.l. n. 132/2014, le tipologie di atti previste per i pignoramenti sono state aggiornate prevedendo il tipo atto chiamato “Atto di pignoramento” o “Iscrizione a ruolo pignoramento”. Ad ogni buon conto un ulteriore consiglio è quello di verificare se, la nota di iscrizione a ruolo prodotta dal redattore, contenga o meno tutti i dati previsti dal d.m. del 19 marzo 2015. Si segnala infine che, al momento in cui si scrive, non si hanno segnalazioni di pronunce di inefficacia del pignoramento riguardo alla incompleta compilazione della nota di iscrizione a ruolo. Versamento del contributo unificatoIn ordine al versamento del contributo unificato, si segnala che, la circolare ministeriale del Dipartimento per gli Affari di Giustizia — Direzione Generale della Giustizia Civile — Ufficio 1° — n. 38550 del 3 marzo 2015 ha definitivamente chiarito che, il momento in cui deve essere corrisposto il contributo unificato nelle procedure esecutive è quello del deposito dell'istanza di assegnazione e vendita da parte del creditore procedente così come indicato dall'articolo 14, comma 1, del d.P.R. n. 115/2002. Tuttavia, spetta all'avvocato scegliere in quale momento corrispondere il contributo che può anche essere corrisposto al momento dell'iscrizione a ruolo, soprattutto in quei tribunali in cui l'istanza di vendita, a causa dei lunghi tempi di accettazione degli atti introduttivi, venga inserita in fase di iscrizione a ruolo. Ad ogni buon conto, qualora il redattore dovesse chiedere l'importo del contributo in fase di redazione della busta, lo stesso potrà essere indicato selezionando contestualmente l'apposita opzione “a debito” per segnalare che verrà corrisposto in un secondo momento. Inoltre, qualora il redattore in uso consenta l'inserimento di ulteriori dati nella nota di iscrizione a ruolo, sarà opportuno inserire la seguente precisazione: « si precisa che ai sensi della circolare ministeriale del Dipartimento per gli Affari di Giustizia — Direzione Generale della Giustizia Civile — Ufficio 1° — n. 38550 del 3 marzo 2015 si provvederà a versare il contributo unificato al momento dell'istanza di vendita così come indicato dall'articolo 14, comma 1, del d.P.R. n. 115/2002 ». |