Codice di Procedura Civile art. 645 - Opposizione 1 .Opposizione 1. [I]. L'opposizione si propone davanti all'ufficio giudiziario al quale appartiene il giudice che ha emesso il decreto. L'atto introduttivo e' notificato al ricorrente nei modi di cui all'articolo 638. Contemporaneamente l'ufficiale giudiziario deposita copia dell'atto nel fascicolo d'ufficio contenente il decreto affinche' il cancelliere ne prenda nota. [II]. In seguito all'opposizione il giudizio si svolge secondo le norme del processo di cognizione davanti al giudice adito. Quando si svolge nelle forme del rito ordinario, l'anticipazione di cui all'articolo 163-bis, secondo comma, deve essere disposta fissando l'udienza per la comparizione delle parti non oltre trenta giorni dalla scadenza del termine minimo a comparire.
[1] Articolo così sostituito dall'art. 13 d.P.R. 17 ottobre 1950, n. 857. V. art. 14 d.ls. 1° settembre 2011, n. 150 e successivamente sostituito dall'art. 3, comma 8, lett. c) d.lgs. 31 ottobre 2024, n. 164. Il testo precedente alla sostituzione operata dal d.lgs. n. 164/2024 , modificato dall'art. 1 della l. 29 dicembre 2011, n. 218 e dall'articolo 78, comma 1, lettera a), del d.l. 21 giugno 2013, n. 69, conv., con modif., in l. 9 agosto 2013, n. 98 era il seguente: « [I]. L'opposizione si propone davanti all'ufficio giudiziario al quale appartiene il giudice che ha emesso il decreto [6411], con atto di citazione notificato al ricorrente nei luoghi di cui all'articolo 638. Contemporaneamente l'ufficiale giudiziario deve notificare avviso dell'opposizione al cancelliere affinché ne prenda nota sull'originale del decreto. [II]. In seguito all'opposizione il giudizio si svolge secondo le norme del procedimento ordinario davanti al giudice adito. L'anticipazione di cui all'articolo 163-bis, terzo comma, deve essere disposta fissando udienza per la comparizione delle parti non oltre trenta giorni dalla scadenza del termine minimo a comparire»; ai sensi dell’art. 7, comma 1, del medesimo decreto, le disposizioni di cui al d.lgs. n. 164/2024 cit. si applicano ai procedimenti introdotti successivamente al 28 febbraio 2023. L'obbligatorietà del deposito telematico dell'opposizione e l'accesso al fascicolo monitorioCome emerge dalla stessa lettura del secondo comma dell'articolo in commento con l'opposizione a decreto ingiuntivo si instaura un giudizio a cognizione piena nelle forme del procedimento ordinario, che tuttavia, ai sensi dell'art. 196-quater è comunque soggetto all'obbligatorietà di deposito telematico. Prima della riforma Cartabia invece, l'art. 16-bis del d.l. n. 179/2012 al quarto comma escludeva il giudizio di opposizione dall'obbligatorietà del deposito telematico pur consentendone il deposito facoltativo ai sensi del successivo comma 1-bis. che sanciva, « nell'ambito dei procedimenti civili, contenziosi e di volontaria giurisdizione innanzi ai tribunali e, a decorrere dal 30 giugno 2015, innanzi alle corti di appello è sempre ammesso il deposito telematico di ogni atto diverso da quelli previsti dal comma 1 e dei documenti che si offrono in comunicazione, da parte del difensore o del dipendente di cui si avvale la pubblica amministrazione per stare in giudizio personalmente, con le modalità previste dalla normativa anche regolamentare concernente la sottoscrizione, la trasmissione e la ricezione dei documenti informatici. In tal caso il deposito si perfeziona esclusivamente con tali modalità ». Qualora, poi, il debitore prima di opporsi al decreto ingiuntivo telematico voglia prendere visione del fascicolo monitorio, essendo quest'ultimo interamente digitale, sarà costretto a richiedere l'accesso al fascicolo de quo con specifico deposito telematico denominato “richiesta di visibilità”, al quale dovrà essere allegata specifica procura. La Cancelleria, a sua volta, assocerà il codice fiscale del legale dell'opponente al fascicolo monitorio telematico, in modo da consentire allo stesso di acquisire, mediante autenticazione al Polisweb, tutta la documentazione allegata al ricorso. L'istanza di visibilità è ormai atto comune a tutti quei procedimenti introdotti in via telematica ed al fine di un corretto deposito, la stessa dovrà costituire l'atto principale da inserire nella busta crittografica. Oltre all'atto principale, che dovrà dunque essere un pdf nativo contenente l'istanza firmata digitalmente dal difensore, come ulteriore allegato dovrà essere inserite la procura alle liti nonché, da prassi di alcuni Tribunali, anche la copia dell'atto notificato nelle forme, o della scansione del ricorso notificato in cartaceo (di cui andrà attestata la conformità), oppure del file .eml notificato via PEC al proprio cliente. La richiesta di visibilità, dopo essere stata accettata dalla cancelleria, consentirà all'opponente di reperire il fascicolo monitorio tra i propri fascicoli personali sul PST o Punto di accesso e di scaricare i relativi documenti. Si rammenta che la visibilità del fascicolo monitorio viene concessa dalla cancelleria per un tempo limitato (in genere dai 3 ai 5 giorni) e sarà pertanto opportuno scaricare sul proprio pc tutta la documentazione prima che scada l'accesso. Qualora, in ogni caso, il termine fosse inutilmente spirato senza che il Difensore abbia preso visione di tutta la documentazione, si rammenta che la richiesta de qua, potrà essere inoltrata nuovamente mediante il deposito telematico di una nuova istanza. L'avviso di opposizioneIl primo comma dell'articolo in commento prevede che, quando viene notificato un atto di citazione in opposizione a decreto ingiuntivo tramite Ufficiale Giudiziario, ai sensi dell'art. 645 comma 1 c.p.c., quest'ultimo dovrà predisporre la comunicazione alla Cancelleria di intervenuta opposizione, ciò al fine di permettere alla Cancelleria stessa di annotarlo sull'originale del decreto ingiuntivo. Tale ultima operazione impedirà che — medio tempore — il decreto venga dichiarato esecutivo. Con l'entrata in vigore della riforma Cartabia che, come noto, impone l'obbligo di notifica a mezzo PEC da parte dell'avvocato. sarà quasi sempre onere del debitore opponente, rectius, del difensore, inoltrare alla Cancelleria di riferimento un avviso di impugnazione unitamente alla prova della notifica, ciò al fine di notiziarla dell'intervenuta opposizione. A tal proposito l'art. 9, comma 1, l. n. 53/1994 prevede che « nei casi in cui il cancelliere debba prendere nota sull'originale del provvedimento dell'avvenuta notificazione di un atto di opposizione o di impugnazione, ai sensi dell'art. 645 c.p.c. e dell'art. 123 disp. att. c.p.c., il notificante provvede, contestualmente alla notifica, a depositare copia dell'atto notificato ». Unitamente all'avviso si dovrà quindi depositare prova dell'effettiva notifica, costituita dalle ricevute di accettazione e consegna in formato .eml o .msg oppure la scansione dell'atto notificato a mezzo posta munita di attestazione di conformità ai sensi degli articoli 16-decies e 16-undecies del d.l. n. 179/2012. L'avviso di impugnazione costituirà l'atto principale della busta telematica ove saranno indicati: nome e cognome e codice fiscale dell'opponente. È opportuno precisare che non troveremo all'interno del redattore un atto specifico denominato “avviso di impugnazione” e pertanto, al fine di una corretta trasmissione, si dovrà utilizzare come tipologia di atto “memoria o istanza generica”, specificando che trattasi di avviso di impugnazione nel campo “note per il cancelliere”. È bene sottolineare che, qualora tale avviso venisse depositato in un momento in cui l'istanza di visibilità avesse concluso i suoi effetti (e quindi in un momento in cui l'opponente non avesse più accesso al fascicolo del monitorio), la terza PEC di ricevuta restituirà un errore nei controlli automatici, errore che potrà essere in ogni caso “forzato” dalla cancelleria. Ad ogni buon conto la Suprema Corte con sentenza del 25 febbraio 2011, n. 4704 ha chiarito che, l'omesso deposito dell'avviso di opposizione, non produce la nullità della notifica, ai sensi dell'art. 11 della legge n. 53/1994. Infatti, sempre secondo la Suprema Corte « questa norma ricollega tale sanzione, oltre che alla mancanza dei requisiti soggettivi e oggettivi previsti dalla legge ed all'incertezza sulla persona cui è stata consegnata la copia dell'atto o sulla data della notifica, alla inosservanza delle “disposizioni di cui agli articoli precedenti”, ma tale ultima espressione ellittica va riferita a quegli scarti dal modello legale, verificatisi nel procedimento di notifica, che abbiano inciso sul suo regolare perfezionamento e non anche all'omissione di un adempimento che si colloca, teleologicamente e temporalmente, su di un piano distinto ed ulteriore ». Infine, in caso di iscrizione telematica, l'opponente selezionando, come tipologia di atto “opposizione a decreto ingiuntivo”, avrà la possibilità di inserire i riferimenti del procedimento monitorio che consentiranno al sistema di annotare in automatico l'avvenuta opposizione a decreto ingiuntivo sul fascicolo de quo. La costituzione del convenuto oppostoQuanto alla costituzione del convenuto opposto, si rammenta che anch'essa dovrà essere obbligatoriamente telematica per le stesse ragioni esplicitate nelle prime righe del paragrafo 1 del presente commento. Tuttavia, vi è da segnalare che in epoca antecedente al 9 marzo 2020 data in cui è divenuto obbligatorio il deposito telematico anche degli atti introduttivi e di costituzione in giudizio, un'unica ordinanza riteneva già obbligatorio il deposito telematico della costituzione del convenuto nell'opposizione a decreto ingiuntivo. Detta interpretazione è fornita dal Tribunale di Milano che, con ordinanza del 23 gennaio 2020 (estensore dott. Nicola Fascilla), sancisce l'inammissibilità del deposito cartaceo della comparsa di costituzione dell'opposto nel giudizio di opposizione. Secondo il Tribunale “Il passaggio rilevante ai fini di determinare l'ammissibilità della costituzione in giudizio cartacea da parte del convenuto opposto è quello in cui si afferma, quale presupposto per l'obbligatorietà del deposito telematico, la precedente costituzione della parte. Invero, la particolarità del procedimento monitorio è nel senso che il convenuto opposto, attore in senso sostanziale, è già costituito in giudizio, dal momento e per effetto del deposito del ricorso per decreto ingiuntivo. Tale circostanza è stata anche di recente confermata dalla Corte di Cassazione, (Cass. civ. sez. un. n. 14475/2015), nella parte in cui ha ritenuto già acquisiti al processo, e quindi non nuovi, i documenti contenuti nel fascicolo monitorio, con l'esclusione della soggezione a decadenza processuale del deposito tardivo dello stesso da parte del creditore, perfino in appello. Sostanzialmente, nel giudizio di opposizione, il ricorrente nella fase monitoria deve necessariamente coincidere con il destinatario della citazione in opposizione (si veda, ad esempio, Cass. sez. III, sentenza 1° marzo 2007, n. 4800; conf. Cass. sez. I, sentenza 19 ottobre 2015, n. 21101). A sua volta, l'art. 645 c.p.c. prevede che la notificazione dell'opposizione deve farsi nei luoghi di cui all'art. 638 c.p.c., e quindi, di regola, presso il difensore che ha rappresentato il creditore nella fase monitoria. Ciò, di conseguenza, in deroga agli ordinari principi in tema di luogo di notificazione della citazione, proprio perché il convenuto è considerato dal legislatore come parte processuale già costituita. Ne deriva, quindi, che il convenuto opposto deve necessariamente depositare la propria comparsa di riposta con i rispettivi documenti in via telematica, a pena di inammissibilità della costituzione. Tuttavia, proprio perché già costituito, la declaratoria di inammissibilità della costituzione non comporterà né la dichiarazione di contumacia né la inutilizzabilità dei documenti prodotti nella fase monitoria, in quanto già nella disponibilità del processo”. Ulteriore problematica di natura pratica, potrà poi riguardare la costituzione del convenuto opposto che, dopo aver ricevuto la notifica dell'atto di citazione in opposizione a decreto ingiuntivo, dovrà redigere la comparsa di costituzione e risposta il cui deposito, si ribadisce, dovrà essere effettuato in via telematica. Inoltre, ai sensi dell'art. 638 c.p.c., sarà onere dell'opposto allegare nel giudizio di opposizione la documentazione contenuta nel fascicolo monitorio. Infatti, prima dell'entrata in vigore del processo civile telematico, in alcuni tribunali il fascicolo allegato al ricorso per ingiunzione veniva per prassi inserito dalla cancelleria automaticamente in quello dell'opposizione. Con l'entrata in vigore del PCT, invece, la detta produzione documentale dovrà avvenire ad unico onere del Difensore di parte convenuta opposta e potrà avvenire scaricando dal fascicolo telematico del procedimento monitorio i duplicati informatici, di cui non sarà necessario attestare la conformità, o — in alternativa — le copie informatiche del proprio ricorso e dei documenti allegati, ricordando che, ai sensi dell'art. 196-octies disp. att. c.p.c., potrà essere attestata la conformità dei soli atti processuali di parte (nel caso di specie, il ricorso) e degli eventuali provvedimenti del Giudice e non anche dei documenti probatori che, di conseguenza, verranno depositati sic et simpliciter senza alcuna attestazione di conformità. Sempre in ordine al deposito del fascicolo della fase monitoria, si segnala che la giurisprudenza è divisa circa l'applicabilità del termine delle preclusioni istruttorie di cui all'art. 183, comma 6, c.p.c. Sul punto si segnala un interessante orientamento del Tribunale di Torino che, con sentenza del 4 novembre 2013, ha revocato il decreto ingiuntivo opposto « condividendo un consolidato orientamento della Cassazione, secondo cui la documentazione posta a fondamento del ricorso per decreto ingiuntivo è destinata, per effetto dell'opposizione al decreto e della trasformazione in giudizio di cognizione ordinaria, ad entrare nel fascicolo del ricorrente, restando a carico della parte l'onere di costituirsi in giudizio depositando il fascicolo contenente i documenti offerti in comunicazione; ne consegue che, in difetto di tale produzione, essa non entra a fare parte del fascicolo d'ufficio e il Giudice non può tenerne conto » (cfr. in tal senso: Cass. civ., sez. III, 18 aprile 2006, n. 8955, in Giust. civ. Mass. 2006, 4; in senso conforme cfr. altresì Cass. civ., sez. III, 7 ottobre 2004, n. 19992, in Giust. civ. Mass. 2004, 10). Conforme a tale orientamento è la pronuncia del Tribunale di Catania, sezione IV del 24 marzo 2014 che ha ribadito come « la documentazione posta a fondamento del ricorso per decreto ingiuntivo è destinata, per effetto dell'opposizione e della trasformazione in giudizio di cognizione ordinaria, ad entrare nel fascicolo del ricorrente, restando a carico della parte l'onere di costituirsi in giudizio depositando il fascicolo contenente i documenti offerti in comunicazione. Ne consegue che in difetto di tale produzione, essa non entra a fare parte del fascicolo d'ufficio e il Giudice non può tenerne conto ». Di diverso orientamento è invece il Tribunale di Mantova che con sentenza del 25 giugno 2015, pur ribadendo « che nella causa di opposizione a decreto ingiuntivo, l'ingiungente deve depositare i documenti già prodotti unitamente al ricorso ex art. 638 c.p.c., non può ritenersi che la produzione debba sottostare agli stessi termini perentori di cui all'art. 183, comma 6, c.p.c. previsti nel giudizio ordinario. Deve, infatti, aversi riguardo al fatto che i documenti in questione sono già stati depositati e messi a disposizione dell'opponente al momento in cui gli è stato notificato il decreto ingiuntivo opposto e che egli li ha senz'altro esaminati al fine di proporre l'opposizione; appare, quindi, più corretto ritenere che lo sbarramento processuale potrà tutt'al più riguardare le nuove produzioni ma non potrà incidere su un thema probandum che si è già fissato ancor prima della proposizione dell'opposizione ». Da ultimo si segnala che, più di recente, il Tribunale di Bologna ha avuto modo di pronunciarsi sul caso di produzione del fascicolo monitorio in forma cartacea, nonostante la costituzione del convenuto fosse avvenuta in forma digitale. Tale pronuncia, del dicembre 2017, ha stabilito che, qualora la produzione documentale — avvenuta in forma cartacea anziché digitale — riguardi documenti suscettibili di acquisizione diretta al fascicolo elettronico e quindi già nella disponibilità del Giudice, sia superflua la regolarizzazione della produzione di tali documenti, e in virtù di ciò non si potrà ravvisare alcuna nullità né tantomeno inesistenza della produzione stessa. Tale principio risulta di particolare interesse non solo per la sua portata fattuale, ma anche per le considerazioni — allegate dal Giudice bolognese — che a tale decisione hanno portato. Il Tribunale de quo, difatti, ha rilevato che: “il magistrato investito della decisione, e che già in passato poteva acquisire quei documenti richiedendo la condivisione del fascicolo monitorio al magistrato dello suo stesso ufficio autore del decreto telematico, oggi può altresì ottenere quel risultato in via diretta, attivando la funzione di acquisizione del « fascicolo collegato » tramite la consolle del magistrato, ossia, semplicemente, cliccando — come ormai si dice in italiano corrente (cfr. tra gli altri il vocabolario della Treccani) — sul pulsante rosso in altro a destra nel menu dei comandi e dopo aver eseguito la ricerca del fascicolo monitorio al fine della sua estrazione”. Concludendo, sul punto, il Giudice emiliano ha tenuto giustamente a sottolineare come oggi, di fatto, risulti quasi anacronistica la necessità di deposito — da parte dell'opponente — della documentazione inserita nell'originario fascicolo monitorio, potendosi facilmente e più efficacemente ottenere il medesimo risultato già con gli strumenti in ordinaria dotazione ai Magistrati in servizio presso il medesimo Tribunale. Formule correlata 17. Avviso di impugnazione o opposizione TRIBUNALE DI ......... AVVISO DI NOTIFICA ai sensi dell'art. 645 c.p.c. (o art. 123 disp. Att. c.p.c in caso di impugnazione) e dell'art. 9 l. 53-1994 SI AVVISA il Sig. Cancelliere del Tribunale di......... — Ufficio Decreti ingiuntivi (o sentenze), di aver notificato in data ......... a richiesta di ......... (Cod. Fisc. .........), rappresentata difesa e domiciliata dall'Avv.......... (C.F. .........) del Foro di ........., con studio in ......... alla via ........., opposizione (o atto di appello) avverso il decreto ingiuntivo (o sentenza) emesso in data ......... dal Tribunale di......... sezione nella persona del Giudice dott. RG: ........., alla ......... (C.F. .........), in persona del suo legale rappresentante pro-tempore, rappresentata e difesa dall'avv. ......... (CF: .........) ed ivi elettivamente domiciliata, in ........., alla via ......... trasmettendone copia a mezzo posta elettronica certificata all'indirizzo ......... estratto dal registro generale degli indirizzi elettronici tenuto presso il ministero della giustizia (oppure) (dal registro ini-pec http://www.inipec.gov.it/) Si produce la seguente documentazione: 1) Ricevuta di accettazione in formato.eml o.msg 2) Ricevuta di avvenuta consegna completa.eml o.msg Luogo e data Avv................... 13. Istanza di visibilità fascicolo monitorio TRIBUNALE DI ......... Giudice — Numero di ruolo ISTANZA DI ACCESSO AL FASCICOLO Il sottoscritto Avv.......... (CF:.........) in qualità di difensore della .........(CF:.........) in virtù di procura allegata al presente atto CHIEDE L'accesso al fascicolo monitorio telematico della procedura indicata in epigrafe, mediante associazione del proprio codice fiscale, quale difensore, alla parte debitrice ingiunta. Tanto al solo scopo di visionare i documenti allegati al ricorso per ingiunzione per una eventuale opposizione ed impregiudicata ogni facoltà. Si produce la seguente documentazione: — mandato — Ricorso per decreto ingiuntivo notificato o PEC contente ricorso per decreto ingiuntivo notificato Data e luogo Avv.......... 14. Istanza di visibilità generica TRIBUNALE DI ......... Giudice — Numero di ruolo ISTANZA DI ACCESSO AL FASCICOLO Il sottoscritto Avv.......... (CF:.........) in qualità di difensore della .........(CF:.........) in virtù di procura allegata al presente atto CHIEDE L'accesso al fascicolo telematico della procedura indicata in epigrafe, mediante associazione del proprio codice fiscale, quale difensore, alla parte convenuta. Tanto al solo scopo di visionare i documenti allegati dall'attore ai fini dell'eventuale costituzione in giudizio ed impregiudicata ogni facoltà. Si produce la seguente documentazione: 1) mandato 2) Ricorso per decreto ingiuntivo notificato (di cui si dovrà attestare la conformità) o PEC contente ricorso per decreto ingiuntivo notificato Data e luogo Avv.......... |