Decreto legislativo - 12/01/2019 - n. 14 art. 41 - Procedimento per l'apertura della liquidazione giudizialeProcedimento per l'apertura della liquidazione giudiziale 1. Il tribunale con decreto convoca le parti non oltre quarantacinque giorni dal deposito del ricorso. 2. Tra la data della notifica e quella dell'udienza deve intercorrere un termine non inferiore a quindici giorni. 3. I termini di cui ai commi 1 e 2 possono essere abbreviati dal presidente del tribunale o dal giudice relatore da lui delegato con decreto motivato, se ricorrono particolari ragioni di urgenza. In tali casi, il presidente del tribunale o il giudice da lui delegato può disporre che il ricorso e il decreto di fissazione dell'udienza siano portati a conoscenza delle parti con ogni mezzo idoneo, omessa ogni formalità non indispensabile alla conoscibilità degli stessi. 4. Il decreto fissa un termine fino a sette giorni prima dell'udienza per la presentazione di memorie o un termine ridotto nel caso di cui al primo periodo del comma 3. Il debitore nel costituirsi, deve depositare i bilanci relativi agli ultimi tre esercizi o, se non è soggetto all'obbligo di redazione del bilancio, le dichiarazioni dei redditi concernenti i tre esercizi precedenti ovvero l'intera esistenza dell'impresa, se questa ha avuto una minore durata 1. 5. L'intervento dei terzi che hanno legittimazione a proporre la domanda e del pubblico ministero può avere luogo sino a che la causa non venga rimessa al collegio per la decisione. 6. Il tribunale può delegare al giudice relatore l'audizione delle parti. In tal caso, il giudice delegato provvede all'ammissione ed all'espletamento dei mezzi istruttori richiesti dalle parti o disposti d'ufficio. Il giudice può disporre la raccolta di informazioni da banche dati pubbliche e da pubblici registri. [1] Comma modificato dall'articolo 7, comma 3, del D.Lgs. 26 ottobre 2020, n. 147. Per la decorrenza vedi l'articolo 42, comma 1, del D.Lgs. 147/2020 medesimo. CommentoSecondo l'articolo in commento il tribunale convoca le parti con decreto (per un'udienza da tenersi) non oltre 45 giorni dal deposito del ricorso, e in forza del comma 2 tra la data della notifica e quella dell'udienza deve intercorrere un termine non inferiore a 15 giorni. Il comma 3 dell'art. 41 precisa che i termini di cui ai commi 1 e 2 possono essere abbreviati dal presidente del tribunale o dal giudice relatore da lui delegato con decreto motivato, se ricorrono particolari ragioni di urgenza. In tali casi, il presidente del tribunale, o il giudice da lui delegato, può disporre che il ricorso e il decreto di fissazione dell'udienza siano portati a conoscenza delle parti con ogni mezzo idoneo, omessa ogni formalità non indispensabile alla conoscibilità degli stessi. Da notare che il Codice non indica chiaramente chi deve emettere il decreto di convocazione, attribuendo genericamente tale potere, con l'art. 41, comma 1, al tribunale. Tuttavia, non soltanto sarebbe un fuor d'opera impegnare un intero organo collegiale per un'assai modesta attività come quella che consiste nel convocare le parti, ma l'art. 41, comma 3, laddove prevede che i suddetti termini, se ricorrono particolari ragioni di urgenza, possono essere abbreviati con decreto motivato dal presidente del tribunale o dal giudice relatore da lui delegato, lascia intendere, in modo alquanto inequivoco, che, in realtà, è il presidente del tribunale (o un giudice da lui delegato) ad avere il compito di disporre la convocazione, come prima era più opportunamente precisato dall'art. 15, comma 3, l. fall. L'art. 41, comma 4, sempre sulla falsariga del previgente art. 15 l. fall., dispone che con il decreto di convocazione deve essere fissato un termine fino a sette giorni prima dell'udienza per la presentazione di memorie o un termine ridotto nel caso in cui ricorrano particolari ragioni di urgenza. Quando il debitore viene convenuto ai fini dell'apertura della liquidazione giudiziale (dunque non quando è egli stesso a presentare la domanda), nel costituirsi deve depositare presso il tribunale, a norma dell'art. 41, comma 4, alcuni dei documenti che l'art. 39 gli impone di depositare in via generale quando egli chieda l'accesso a una delle procedure di regolazione della crisi o dell'insolvenza. In questo caso, infatti, l'esigenza di depositare l'intero corredo documentale non avrebbe senso, poiché la produzione documentale ha solo finalità difensive. Gli si chiede dunque di depositare solo i bilanci relativi agli ultimi tre esercizi o, se il debitore non è soggetto all'obbligo di redazione del bilancio, le dichiarazioni dei redditi concernenti i tre esercizi precedenti ovvero l'intera esistenza dell'impresa, se questa ha avuto una minore durata. Naturalmente anche nella fattispecie in analisi opera il regime di deposito telematico obbligatorio. La particolarità è però legata alla circostanza che nel giudizio de quo, in particolare ai fini della proposizione delle domande di cui all'art. 39, il debitore può agire in giudizio senza il patrocinio dell'avvocato, sicché ci si pone il dubbio di come egli possa provvedere alle formalità previste dalla normativa di settore. La risposta è in realtà semplice e la si ricava direttamente dalla lettura dell'art. 196-quater disp. att. c.p.c. che regolamenta il deposito telematico da parte dei difensori e dei soggetti nominati o delegati dall'autorità giudiziaria; questi ultimi sono dunque i soli soggetti tenuti a rispettare tale modalità di deposito, che non vincola invece coloro che possono agire in giudizio senza il patrocinio dell'avvocato. Una facoltà aggiuntiva è peraltro fornita dall'art. 36 del decreto-legge 24 febbraio 2023, n. 47, che ha previsto la costituzione di un portale dedicato ai depositi telematici delle persone fisiche che stanno in giudizio personalmente. La norma è, per vero, rivolta ai procedimenti civili di volontaria giurisdizione ma potrebbe essere usufruibile anche in sede di accesso agli strumenti di regolazione della crisi d'impresa; in ogni caso la struttura prevista dalla novella normativa non è ancora operativa, essendo in attesa che vengano emanati i decreti attuativi che dovranno dettare le modalità tecniche di funzionamento e i procedimenti e gli uffici giudiziari. |