Clausole statutarie antistallo, tra Russian roulette e Texas shootout
14 Ottobre 2024
Massima La causa concreta delle clausole antistallo è quella di risolvere uno stallo insorto all'interno degli organi sociali (cd. deadlock) e risponde a un interesse di carattere generale, indubbiamente meritevole di tutela da parte dell'ordinamento, ponendosi a presidio della continuità della società – e dei valori alla stessa connessi, che trascendono l'interesse delle parti del contratto sociale – rispetto ai rischi di inattività (e, in ultima istanza, di scioglimento: art. 2484, n. 2 c.c.) derivanti dallo stallo medesimo. In ordine ai criteri di interpretazione delle clausole statutarie […] la verifica condotta alla stregua della formulazione letterale deve comunque essere accompagnata – tra l'altro – dall'applicazione del criterio dell'interpretazione funzionale, che si caratterizza quale primario criterio d'interpretazione soggettiva, e non già oggettiva, del contratto, avendo riguardo allo scopo pratico perseguito dalle parti con la stipulazione del contratto e quindi alla relativa causa concreta. Il caso Di seguito si riportano innanzitutto le coordinate essenziali della controversia, già delineate in sede di commento alla precedente ordinanza cautelare (si veda, sul punto: Fidanza, Clausola di Russian roulette statutaria e sequestro giudiziario delle quote, in questo portale). Le parti del processo sono due s.r.l. socie paritetiche di una terza società a responsabilità limitata (di seguito, rispettivamente, LS, ZDF e la Società). Nello specifico, la Società era stata costituita a gennaio 2023, con uno statuto nel quale si prevedeva che l'amministrazione competesse a due amministratori, nominati l'uno da LS e l'altro da ZDF. Pur essendo riconosciuto ai due amministratori il potere di assumere disgiuntamente alcune decisioni, tale potere era soggetto a un limite di valore per operazione esiguo, pari a Euro 5.000 (art. 14 dello statuto), il che valeva a disegnare in maniera piuttosto ampia il perimetro delle decisioni da assumere collegialmente. Per evitare di addivenire a una situazione di stallo irreversibile, ben possibile a causa della composizione dell'organo amministrativo (riflesso della composizione dell'assemblea), anche in considerazione del non elevato limite di valore appena citato, in statuto era stata inserita sin dal principio una clausola antistallo. Quasi immediatamente, dissidi tra LS e ZDF (rectius: tra i due soci di riferimento di queste ultime) hanno impedito all'organo amministrativo della Società di assumere decisioni collegiali; ed è tale situazione di dead-lock (la cui sussistenza è pacifica tra le parti) che ha indotto ZDF ad attivare la clausola antistallo, offrendo Euro 250.000 per l'acquisto della quota di LS. Quest'ultima ha rifiutato la proposta, al contempo obbligandosi all'acquisto per il medesimo prezzo e invitando ZDF a comparire dinanzi a notaio la settimana successiva per formalizzare la cessione e ricevere il corrispettivo. ZDF ha, però, ritenuto di non essere obbligata a cedere la propria quota, asserendo che il rifiuto della sua offerta implicasse per LS solo l'obbligo, e non il diritto, di acquisto; e rilanciando, il giorno successivo, con un'ulteriore offerta al prezzo di Euro 350.000 per acquistare la quota di LS. LS, dopo essersi invano presentata dinanzi al notaio con assegno bancario circolare del valore di Euro 250.000, ha presentato ricorso al Tribunale di Milano in sede cautelare per ottenere da quest'ultimo il sequestro giudiziario ex art. 670, n. 1, c.p.c.; ritenendo, in particolare, che dal rifiuto dell'offerta presentata da ZDF fossero scaturiti effetti traslativi – o, quantomeno, un'obbligazione al trasferimento –, e prospettando dunque un giudizio di merito teso ad accertare il diritto di proprietà sulla quota – o, in subordine, a trasferire la quota con una sentenza ex art. 2932 c.c. Il Tribunale di Milano ha, con ordinanza monocratica del 23 febbraio 2024, accolto l'istanza cautelare di LS, presupponendo la validità della clausola in questione e rinvenendo – solo ai fini dell'analisi del fumus boni iuris – nel rifiuto di LS un atto apparentemente idoneo a produrre effetti traslativi. Contro tale decisione, che aveva autorizzato LS a procedere al sequestro giudiziario della quota di ZDF, è stato da quest'ultima proposto un reclamo ex art. 669-terdecies c.p.c. Il Tribunale di Milano, in composizione collegiale, ha rigettato il reclamo e confermato la precedente ordinanza, soffermandosi in maniera più ampia sulle caratteristiche della clausola statutaria in questione ed evidenziandone le peculiarità rispetto alle classiche clausole di Russian roulette e di Texas shoot-out. La questione La decisione in commento conferma quanto già statuito dal Tribunale in sede monocratica, effettuando alcune precisazioni rispetto alle argomentazioni riportate nell'ordinanza reclamata (senza stravolgerne le linee portanti). Viene nuovamente confermato, pur sempre da un giudice di merito (e in sede cautelare), l'orientamento della giurisprudenza sul tema della validità delle clausole antistallo. Osservazioni Dato che la risoluzione della controversia dipende integralmente dalla risoluzione di una questione di diritto, è utile, innanzitutto, riportare il testo della clausola statutaria interpretanda: «Nel solo caso in cui si verifichi una situazione di perdurante stallo e/o incapacità dell'organo amministrativo di assumere decisioni in relazione all'operato della società e dunque del conseguimento del suo oggetto sociale per dissidio insanabile tra i soci e/o gli amministratori nominati da questi ultimi, si applicano le disposizioni che seguono. i. Si precisa che per perdurante stallo (‘trigger event') si intende la incapacità di adottare alcuna delibera del consiglio di amministrazione, ove composto da un numero pari di componenti che non consenta di esprimere una maggioranza valida ai sensi di statuto, per un periodo di tempo pari o superiore ad almeno 6 (sei) mesi, non dipendente da motivazioni oggettive (es. malattia), bensì da un dissidio insanabile tra soci o amministratori. Non rientra in tale ipotesi la inattività di comune accordo del Consiglio medesimo. […] ii. Al verificarsi del trigger event, ciascuno dei soci (‘parte proponente') ha il diritto di proporre all'altro socio (‘parte ricevente') l'acquisto della quota di quest'ultimo ad un prezzo determinato, da versarsi in denaro, mediante invio di una comunicazione a mezzo raccomandata a/r o posta elettronica certificata. iii. La parte ricevente ha trenta giorni di tempo dalla ricezione della proposta per dichiarare […] se, alternativamente, intende: 1) accettare la suddetta proposta o 2) proporre un prezzo superiore per l'acquisto della partecipazione alla parte proponente […] o 3) rifiutare la proposta, con connesso obbligo automatico, da parte della parte ricevente, di acquistare la partecipazione della parte proponente al prezzo determinato da quest'ultima per la proposta testé rifiutata. iv. In caso la proposta sia accettata o rifiutata (ipotesi enumerate [ai] num. 1 e 3 al precedente comma) il corrispettivo dovrà essere versato in denaro entro i termini tassativamente indicati nella proposta che avrà così valore di obbligazione cogente. v. In caso sia proposto un prezzo superiore (ipotesi enumerata [al] num. 2) il meccanismo di cui sopra sarà così ripetuto, al suddetto prezzo, sino a quando una delle due parti avrà prodotto gli effetti traslativi mediante accettazione o rifiuto. vi. La mancata risposta entro il termine di trenta giorni dalla ricezione della proposta si intende quale rifiuto alla stessa. vii. I soci hanno facoltà con decisione unanime di ritenere superata la fase di stallo e dunque non più operante il meccanismo di cui al presente articolo, quantunque principiato». Tale è la clausola la cui validità è stata presupposta dalle parti (e confermata dal Tribunale) e la cui interpretazione è, invece, dibattuta. Così, se è vero e condiviso che le clausole antistallo soddisfano, per il Tribunale, un «interesse di carattere generale» che è «indubbiamente» (p. 7) meritevole di tutela da parte dell'ordinamento, l'oggetto della controversia risiede nelle modalità attraverso le quali si otterrebbe la soddisfazione di tale interesse. Da un lato, LS ha sin dal principio interpretato la clausola nel senso di ricollegare al proprio rifiuto un diritto di acquisto della quota di ZDF, invitando immediatamente quest'ultimo a comparire dinanzi al notaio per formalizzare la cessione. Dall'altro, ZDF ha sostenuto che il rifiuto di LS valesse esclusivamente a obbligare quest'ultimo ad acquistare la quota, senza, però, creare un correlato diritto all'acquisto. Ricordando ancora che l'ordinanza in questione è stata pronunciata in sede cautelare, e che dunque non è stata formulata alcuna conclusione in merito all'esistenza del diritto, vale, ora, la pena di soffermarsi sul percorso argomentativo della decisione di reclamo. Nonostante il risultato raggiunto sia il medesimo della prima pronuncia, vi sono alcuni passaggi che meritano di essere commentati. L'ordinanza reclamata aveva disposto il sequestro giudiziario della quota ritenendo che la clausola in questione appartenesse alla tipologia della Russian roulette e rinvenisse, dunque, la propria causa concreta nella risoluzione di una situazione di stallo. In virtù di tale considerazione (nonché di forti argomenti di carattere letterale) il Tribunale aveva rigettato la tesi, proposta da ZDF, dell'inesistenza di un obbligo di vendita in capo a quest'ultima, poiché solo un tale obbligo avrebbe potuto assicurare con certezza la risoluzione del deadlock. Nessuno spazio era stato dedicato, invece, a considerazioni più ampie sulle clausole di Russian roulette o sulle clausole antistalloin generale, se non per richiamare fugacemente la celebre sentenza della Cassazione pronunciatasi per la prima volta sulla legittimità della loro adozione in sede parasociale (Cass. Civ. sez. I, 25 luglio 2023, n. 22375); ciò, nonostante il fatto che uno degli argomenti della difesa di ZDF facesse perno proprio sulla qualificazione della clausola come di Texas shootout e non di Russian roulette. L'ordinanza in commento ha preferito indugiare più a lungo sul tema, dedicando un intero paragrafo (il § 3) alla descrizione delle due tipologie di clausole e giungendo alla conclusione che la clausola statutaria in questione non può, a stretto rigore, essere sussunta sotto nessuna delle due. Premesso che in dottrina i contorni delle due tipologie non sono sempre tracciati in maniera uniforme, si riassumeranno di seguito le descrizioni fornite dal Tribunale. Da un lato, il meccanismo della Russian roulette si contraddistingue per uno svolgimento che si articola e conclude necessariamente in due tempi: offerta, prima, e accettazione o rifiuto, poi. Quale che sia la manifestazione di volontà dell'oblato, insomma, la sua stessa venuta ad esistenza dopo l'offerta – sottacendo degli onnipresenti meccanismi di silenzio-assenso – causa, sul piano giuridico, il sorgere di un obbligo di acquisto e di un corrispondente obbligo di vendita – o persino, eventualmente, il prodursi di un effetto traslativo – cui si lega, sul piano delle dinamiche gestorie, la sicura risoluzione dello stallo: alla manifestazione di volontà dell'oblato segue sempre un trasferimento di proprietà e un mutamento della compagine sociale. Dall'altro lato, invece, le clausole antistallo di c.d. Texas shootout consentono rilanci e dunque il loro svolgimento può articolarsi in più tempi, anche senza un limite prefissato: in tal caso «[c]entrale è […] lo strumento del rilancio del prezzo, attraverso cui l'alternativa a disposizione dei soci diviene ‘accettare o rilanciare'» (p. 7). Così, in particolare, l'oblato non può semplicemente rifiutare l'offerta e acquistare un diritto sulla quota dell'offerente, ma deve – se desidera acquistare la quota altrui – offrire un prezzo maggiore. Adottando questa prospettiva, si comprende come per il Tribunale la clausola statutaria in questione non sia a rigore inquadrabile né in uno schema né nell'altro. Non nello schema della Russian roulette, perché l'oblato può rilanciare; non nello schema della Texas shootout, perché l'oblato può rifiutare de plano, senza rilanciare, e ottenere la quota dell'offerente. Si tratterebbe, insomma, di «una combinazione (non già un ibrido) tra le due tipologie sopra indicate, in quanto si sottrae sia al meccanismo secco accettazione/rifiuto tipico della russian roulette, sia al meccanismo secco accettazione/rilancio tipico della Texas shoot-out, prevedendoli entrambi in via alternativa» (p. 8). Tali considerazioni, pur interessanti, assumono nel percorso argomentativo dell'ordinanza una valenza puramente descrittiva. Dopo essersi auto-definito «agnostico rispetto a qualsivoglia velleità meramente – e inutilmente – definitoria», infatti, e aver rilevato che le interpretazioni delle due parti sono entrambe «astrattamente ammissibili», il Collegio ha individuato nell'impiego del «criterio cd. letterale-funzionale» (p. 9) la soluzione alla questione. In questa chiave, ad essere valorizzato è anzitutto il tenore letterale del comma V della clausola, che, discorrendo di «effetti traslativi» con riferimento all'accettazione o al rifiuto dell'offerta da parte dell'oblato, corrobora indubbiamente la tesi di LS. Tale conclusione è poi rafforzata – sul piano funzionale – dal fatto che solo il sorgere di un obbligo di vendita a seguito del rifiuto può garantire la risoluzione dello stallo e, dunque, la soddisfazione dell'esigenza sottesa al meccanismo disegnato dalla clausola. È, infatti, evidente che l'accoglimento della tesi di ZDF – per la quale, si ricorda, non esisterebbe alcun obbligo di vendita da parte dell'offerente a seguito del rifiuto dell'oblato – rischierebbe di privare di senso la clausola, rendendola inidonea a soddisfare l'esigenza delle parti al superamento delle situazioni di stallo. Conclusioni In conclusione, l'ordinanza in commento conferma ancora una volta l'atteggiamento di apertura della giurisprudenza nei confronti delle clausole antistallo, tanto comuni nella prassi quanto raramente applicate nelle aule di tribunale; un atteggiamento che non appare il risultato di in un'automatica e acritica recezione di clausole e meccanismi alieni, ma del consueto e necessario vaglio di meritevolezza ex art. 1322 c.c., affiancato dall'applicazione rigorosa dei criteri di interpretazione contrattuale (e statutaria) che trovano la loro fonte negli artt. 1362 ss. c.c. |