Codice di Procedura Civile art. 127 bis - udienza mediante collegamenti audiovisivi 1

Nicola Gargano
Luca Sileni
Giuseppe Vitrani

udienza mediante collegamenti audiovisivi1

 

[I]. Lo svolgimento dell'udienza, anche pubblica, mediante collegamenti audiovisivi a distanza può essere disposto dal giudice quando non è richiesta la presenza di soggetti diversi dai difensori, dalle parti, dal pubblico ministero e dagli ausiliari del giudice.

[II]. Il provvedimento di cui al primo comma è comunicato alle parti almeno quindici giorni prima dell'udienza. Ciascuna parte costituita, entro cinque giorni dalla comunicazione, può chiedere che l'udienza si svolga in presenza. Il giudice, tenuto conto dell'utilità e dell'importanza della presenza delle parti in relazione agli adempimenti da svolgersi in udienza, provvede nei cinque giorni successivi con decreto non impugnabile, con il quale può anche disporre che l'udienza si svolga alla presenza delle parti che ne hanno fatto richiesta e con collegamento audiovisivo per le altre parti. In tal caso resta ferma la possibilità per queste ultime di partecipare in presenza.

[III]. Se ricorrono particolari ragioni di urgenza, delle quali il giudice dà atto nel provvedimento, i termini di cui al secondo comma possono essere abbreviati.

[1]  Articolo inserito dall'art. 3, comma 10, lett. b), del D.Lgs. 10 ottobre 2022, n. 149  (ai sensi dell'art. 52 d.lgs. n. 149 /2022 , il presente decreto legislativo entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale). Per la disciplina transitoria v. art. 35 d.lgs. n. 149/2022, come da ultimo sostituito dall'art. 1, comma 380, lett. a), l. 29 dicembre 2022, n. 197, che prevede che : "2. Salvo quanto previsto dal secondo periodo, le disposizioni degli articoli 127, terzo comma, 127-bis, 127-ter e 193, secondo comma, del codice di procedura civile, quelle previste dal capo I del titolo V-ter delle disposizioni per l’attuazione del codice di procedura civile e disposizioni transitorie, di cui al regio decreto 18 dicembre 1941, n. 1368, nonché quelle previste dall’articolo 196-duodecies delle medesime disposizioni per l’attuazione del codice di procedura civile e disposizioni transitorie, introdotti dal presente decreto, si applicano a decorrere dal 1° gennaio 2023 anche ai procedimenti civili pendenti davanti al tribunale, alla corte di appello e alla Corte di cassazione. Le disposizioni degli articoli 196-quater e 196-sexies delle disposizioni per l’attuazione del codice di procedura civile e disposizioni transitorie, introdotti dal presente decreto, si applicano ai dipendenti di cui si avvalgono le pubbliche amministrazioni per stare in giudizio personalmente dal 28 febbraio 2023. 3. Davanti al giudice di pace, al tribunale per i minorenni, al commissario per la liquidazione degli usi civici e al tribunale superiore delle acque pubbliche, le disposizioni degli articoli 127, terzo comma, 127-bis, 127-ter e 193, secondo comma, del codice di procedura civile e quelle dell’articolo 196-duodecies delle disposizioni per l’attuazione del codice di procedura civile e disposizioni transitorie, di cui al regio decreto 18 dicembre 1941, n. 1368, introdotti dal presente decreto, hanno effetto a decorrere dal 1° gennaio 2023 anche per i procedimenti civili pendenti a tale data. Davanti ai medesimi uffici, le disposizioni previste dal capo I del titolo V-ter delle citate disposizioni per l’attuazione del codice di procedura civile e disposizioni transitorie, introdotto dal presente decreto, si applicano a decorrere dal 30 giugno 2023 anche ai procedimenti pendenti a tale data. Con uno o più decreti non aventi natura regolamentare il Ministro della giustizia, accertata la funzionalità dei relativi servizi di comunicazione, può individuare gli uffici nei quali viene anticipato, anche limitatamente a specifiche categorie di procedimenti, il termine di cui al secondo periodo."

Commento

Con riferimento all'art. 127-bis oggi rubricato “udienza mediate collegamenti audiovisivi”, si prevede che le stesse possano essere disposte dal giudice ogni qualvolta non sia richiesta la presenza fisica di soggetti diversi dai difensori, dalle parti, dal pubblico ministero e dagli ausiliari del giudice. 

In tal caso il provvedimento dovrà essere comunicato almeno 15 giorni prima dell'udienza e ciascuna parte costituita potrà chiedere entro i 5 giorni successivi a detta comunicazione che l'udienza si svolga in presenza.

Con decreto non impugnabile il giudice dovrà decidere in merito all'istanza di trattazione in presenza nei cinque giorni successivi.

L'udienza potrà altresì svolgersi anche in modalità ibrida, infatti il secondo comma prevede che il giudice possa disporre che l'udienza si svolga in presenza solo per le parti che ne abbiano fatto richiesta e con collegamento audiovisivo per le altre.

Le modalità pratiche di gestione dell'udienza sono invece regolamentate dall'art. 196-duodecies delle disposizioni di attuazione, prevedendosi che l'udienza con collegamenti audiovisivi debba svolgersi con modalità idonee a salvaguardare il contraddittorio e ad assicurare l'effettiva partecipazione delle parti e, se l'udienza non è pubblica, la sua riservatezza, ribadendosi l'applicazione dell'articolo 84.

Con il decreto legislativo n. 164 del 2024 è stato introdotto un nuovo quinto comma ai sensi del quale "In presenza di gravi motivi il giudice può autorizzare, su istanza dei difensori formulata anche all'udienza, il collegamento audiovisivo delle parti da un luogo diverso da quello dal quale si collegano i difensori stessi. I difensori attestano che le parti sono state rese edotte della necessità di rispettare le previsioni del presente articolo e sono in possesso di strumenti informatici idonei a garantire il collegamento necessario per lo svolgimento dell'udienza". Si tratta dunque di una facoltà in più, soggetta a rigido controllo del giudice (si fa riferimento alla presenza di gravi motivi), volta in qualche modo ad incentivare il ricorso a tale forma di celebrazione dell'udienza

A seguito del collegamento dei soggetti partecipanti all'udienza, nel verbale verrà dato atto della dichiarazione di identità dei presenti, i quali dovranno assicurare che non sono in atto collegamenti con soggetti non legittimati e che non sono presenti soggetti non legittimati nei luoghi da cui sono in collegamento.

I presenti dovranno mantenere la videocamera attiva per tutta la durata dell'udienza ed è vietata qualsiasi forma di registrazione audio o video.

Il luogo dal quale il giudice si collega è considerato a tutti gli effetti aula d'udienza, e l'udienza stessa si considera tenuta nell'ufficio giudiziario davanti al quale è pendente il procedimento.

Il quinto e ultimo comma dell'articolo 196-duodecies disp. att. c.p.c. prevede poi che, con provvedimento del direttore generale dei sistemi informativi e automatizzati del Ministero della giustizia, siano individuati e regolati i collegamenti audiovisivi a distanza per lo svolgimento dell'udienza e le modalità attraverso le quali è garantita la pubblicità dell'udienza in cui si discute la causa.

Tuttavia, l'articolo 35 del d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149, prevede al comma 11 che, fino all'adozione dei provvedimenti previsti dal sopracitato articolo 196-duodecies, comma quinto, delle disposizioni per l'attuazione del codice di procedura, introdotto dal decreto in parola, i collegamenti da remoto per lo svolgimento delle udienze civili continueranno a essere regolati dal provvedimento del direttore generale per i sistemi informativi e automatizzati del Ministero della giustizia del 2 novembre 2020; provvedimento — quest'ultimo — emesso a corollario della normativa emergenziale COVID-19.

Ebbene, tale provvedimento, prevede, all'articolo 3, che le udienze civili si svolgano attraverso uno dei collegamenti indicati alle lettere c) e d) dell'art. 2 del provvedimento stesso, ovvero:

• MVC2: servizio reso con canale di comunicazione criptato su rete telematica pubblica utilizzabile sia dall'interno sia dall'esterno della Rete Unitaria Giustizia, senza sala regia, con un sistema di gestione e controllo su cloud ibrido in aree (tenant) di data center ubicati nel territorio dell'Unione Europea (Repubblica di Irlanda e Regno dei Paesi Bassi) e amministrate dalla Direzione generale dei sistemi informativi automatizzati del Ministero della giustizia che detiene in via esclusiva le chiavi di accesso ai log di sessione; assicura il collegamento audiovisivo a distanza sino ad un massimo di 250 partecipanti e con la visibilità contemporanea, allo stato, di 9 di essi;

• MVC3: servizio reso con canale di comunicazione criptato su rete telematica pubblica utilizzabile sia dall'interno sia dall'esterno della Rete Unitaria Giustizia, senza sala regia, con un sistema di gestione e controllo in data center dell'Amministrazione; assicura il collegamento audiovisivo a distanza sino ad un massimo di 250 partecipanti e con la visibilità contemporanea di 5 di essi.

Di fatto detti strumenti possono essere individuati, alternativamente, in Skype for Business o Teams. Dette videoconferenze possono essere effettuate, o tramite dispositivi dell'ufficio, oppure personali, utilizzando però infrastrutture ministeriali o aree di data center riservate in via esclusiva al Ministero della Giustizia.

Nella pratica il Ministero ha dotato ciascun magistrato di una licenza di Microsoft Teams e di una relativa “stanza virtuale” il cui link verrà inserito nel provvedimento di fissazione udienza.

Nelle prassi seguite all'applicazione della norma durante il periodo di emergenza COVID-19, si sono altresì seguite le indicazioni del protocollo di intesa tra Consiglio Nazionale Forense e Consiglio Superiore della Magistratura, che prevede ulteriori accorgimenti come, ad esempio, l'inserimento nell'atto di fissazione l'avvertimento che potranno essere adottati i provvedimenti previsti dalla normativa vigente per la mancata comparizione delle parti e che, le parti eventualmente non ancora costituite con difensore e destinatarie di notificazione analogica del provvedimento stesso, possano accedere al fascicolo informatico mediante “richiesta di visibilità”, onde acquisire l'indirizzo telematico dell'aula virtuale.

Detto protocollo prevede inoltre, per prevenire eventuali e improvvisi malfunzionamenti del sistema, che il giudice inviti i procuratori delle parti a depositare nel fascicolo una nota contenente un recapito telefonico e un indirizzo mail attraverso i quali potranno essere contattati dal cancelliere in caso di malfunzionamento dell'applicativo utilizzato.

L'avvocato dovrà dunque effettuare un deposito telematico utilizzando come tipologia di atto “memoria generica” o “atto non codificato”, comunicando l'indirizzo mail (non PEC) e un recapito telefonico che verrà utilizzato per segnalazioni di eventuali malfunzionamenti.

Effettuato quest'ultimo adempimento, il giorno dell'udienza, e qualche minuto prima dell'orario fissato, l'avvocato cliccherà sul link indicato nel provvedimento e potrà partecipare alla videoconferenza utilizzando un browser compatibile (ad es. Google Chrome o Microsoft Edge) oppure direttamente il software teams.

La partecipazione è possibile anche da dispositivo mobile (previo scaricamento dell'app per dispositivi mobili “Teams”).

In ogni caso, al fine di poter utilizzare pienamente le potenzialità offerte da Teams, è consigliabile partecipare utilizzando il software previamente scaricato sul proprio computer al seguente link: https://products.office.com/it-it/microsoft-teams/download-app#desktopAppDownloadregion.

È opportuno precisare che, all'avvio di Teams, potrebbe comparire un messaggio, solo apparentemente bloccante, che preallerta l'utente di non essere parte di alcuna organizzazione.

In questo caso non sarà necessario allarmarsi, in quanto non è necessaria la partecipazione ad una organizzazione per poter effettuare le udienze in video conferenza.

Una volta scaricato il software e collegati alla stanza virtuale contenuta nel provvedimento sarà sufficiente cliccare su: “hai già l'app Team? Avvialo ora”

Al momento del collegamento all'udienza, non sarà neppure necessaria la registrazione o l'accesso al proprio account Microsoft, ma sarà sufficiente inserire il proprio nome e cognome nell'apposito campo e assicurarsi di avere webcam e microfono accesi.

Dopo essere entrati nell'aula virtuale sarà possibile utilizzare la chat per scambiarsi brevi messaggi di testo come, ad esempio, deduzioni da effettuare a verbale che il giudice potrà copiare e incollare direttamente su consolle e che provvederà, a fine udienza, a depositare telematicamente nel fascicolo. Il predetto verbale, prima di essere chiuso, potrà essere mostrato alle parti tramite la condivisione dello schermo.

Anche gli avvocati potranno esibire documenti utilizzando la modalità di condivisione schermo, funzionalità quest'ultima utilizzabile esclusivamente collegandosi tramite software e non tramite browser web.

A tal proposito il punto n. 6 del paragrafo 2 della proposta di protocollo per udienze civili tramite collegamento da remoto condivisa tra CSM e CNF prescrive inoltre che, la produzione di documenti in udienza, di cui non sia stato possibile il previo deposito telematico in consolle, potrà avvenire mediante l'eventuale utilizzazione di strumenti di condivisione dello schermo — sempre se autorizzato espressamente dal giudice — e varrà come mera esibizione, con necessità di regolarizzare successivamente il deposito nel rispetto della normativa sul PCT.

In ordine alle deduzioni a verbale, inoltre, sempre il punto n. 6 del paragrafo 2 della proposta di protocollo CSM-CNF prevede l'ammissibilità di deduzioni delle parti tramite l'uso della chat o di altro strumento di condivisione dei testi, come ad esempio “Note di Udienza” (cfr. https://note.dirittopratico.it/Guida).

Ebbene Note di Udienza e Ruolo Telematico rappresenterebbero proprio quello strumento di condivisione testi sopra menzionato che potrà affiancarsi a Teams, come semplice strumento di supporto al lavoro di avvocati e magistrati consentendo inoltre di ridurre sensibilmente i tempi di permanenza in videoconferenza.

Come si potrà meglio approfondire al seguente link (dirittopratico.it/22-processo-telematico/1156-ruolo-telematico-un-idea-per-velocizzare-la-trattazione-telematica-delle-udienze-civili.html), “Ruolo Telematico” e “Note di Udienza” nascono da un'idea e dal lavoro dell'Avv. Claudio De Stasio del Foro di Grosseto e consentono ai soggetti partecipanti all'udienza di scambiarsi messaggi di chat e condividere bozze di verbali di udienza. Detti verbali possono poi successivamente essere copiati e incollati dal giudice all'interno del verbale di udienza redatto nella consolle del magistrato. Il sistema non si propone come alternativa a Teams, ma se usato dagli avvocati in contraddittorio consente di avviare la videoconferenza comunicando al giudice il link a un verbale già predisposto in contraddittorio dagli avvocati stessi.

Tra le prime problematiche affrontate dalla giurisprudenza in tema di udienza da remoto vi è quella relativa a eventuali malfunzionamenti dei sistemi informatici che possono impedire a una delle parti di collegarsi all'udienza, con l'evidente rischio di violazione del diritto di difesa.

Sul punto è intervenuta l'ordinanza della Suprema Corte 13 ottobre 2022 n. 29919, enunciando il seguente principio di diritto “In tema di processo programmato da remoto, la parte che non si sia potuta collegare al link della piattaforma team appositamente trasmesso dall'ufficio giudiziario ai fini della celebrazione dell'udienza a distanza ha l'onere di segnalare tempestivamente la sussistenza dei problemi tecnici impeditivi della connessione anche al fine di ottenere la rimessione in termini; ai fini della rimessione in termini, bisogna tener conto anche dei tempi tecnici ordinariamente occorrenti al difensore per la pertinente iniziativa dopo gli eventuali contatti avuti con la cancelleria, attesa la preminente necessità di salvaguardare il principio del contraddittorio e il diritto di difesa di colui che adduca, con una certa immediatezza, di non aver potuto prendere parte all'udienza”.

Nel caso di specie parte ricorrente lamentava di aver tentato di collegarsi al link della piattaforma teams trasmessa dall'Ufficio giudiziario e, non essendovi riuscita, di aver cercato di segnalare il problema alla cancelleria senza successo, ma di avere inviato, dopo circa un'ora dall'orario fissato per la celebrazione dell'udienza, una PEC alla cancelleria del seguente tenore: “Ecc.mo Magistrato, purtroppo sono ancora in attesa di partecipare all'udienza, dopo essermi collegato al link sotto richiamato. La Cancelleria però mi ha appena comunicato che il procedimento è stato discusso. Ciò premesso chiedo di poter ricevere copia del verbale e di essere autorizzato a depositare note conclusive nel termine che vorrete assegnarmi”.

Ebbene, nel caso di specie la Suprema Corte ritenendo ragionevolmente tempestiva la segnalazione del difensore accoglieva il motivo di ricorso e cassava la sentenza impugnata con rinvio.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario