Codice di Procedura Civile art. 137 - Notificazioni 1

Nicola Gargano
Luca Sileni
Giuseppe Vitrani

Notificazioni1

[I]. Le notificazioni, quando non è disposto altrimenti [151], sono eseguite dall'ufficiale giudiziario, su istanza di parte o su richiesta del pubblico ministero o del cancelliere.

[II]. L'ufficiale giudiziario o l'avvocato esegue la notificazione mediante consegna al destinatario di copia conforme all'originale dell'atto da notificarsi [160]2.

[III]. Se l’atto da notificare o comunicare è costituito da un documento informatico e il destinatario non possiede indirizzo di posta elettronica certificata, l’ufficiale giudiziario esegue la notificazione mediante consegna di una copia dell’atto su supporto cartaceo, da lui dichiarata conforme all’originale, e conserva il documento informatico per i due anni successivi. Se richiesto, l’ufficiale giudiziario invia l’atto notificato anche attraverso strumenti telematici all’indirizzo di posta elettronica dichiarato dal destinatario della notifica o dal suo procuratore, ovvero consegna ai medesimi, previa esazione dei relativi diritti, copia dell’atto notificato, su supporto informatico non riscrivibile3.

[IV]. Se la notificazione non può essere eseguita in mani proprie del destinatario, tranne che nel caso previsto dal secondo comma dell'articolo 143, l'ufficiale giudiziario consegna o deposita la copia dell'atto da notificare in busta che provvede a sigillare e su cui trascrive il numero cronologico della notificazione, dandone atto nella relazione in calce all'originale e alla copia dell'atto stesso. Sulla busta non sono apposti segni o indicazioni dai quali possa desumersi il contenuto dell'atto4.

[V]. Le disposizioni di cui al quarto comma si applicano anche alle comunicazioni effettuate con biglietto di cancelleria ai sensi degli articoli 133 e 1365.

[VI]. L'avvocato esegue le notificazioni nei casi e con le modalità previste dalla legge6.

[VII]. L'ufficiale giudiziario esegue la notificazione su richiesta dell'avvocato se quest'ultimo non deve eseguirla a mezzo di posta elettronica certificata o servizio elettronico di recapito certificato qualificato, o con altra modalità prevista dalla legge, salvo che l'avvocato dichiari che la notificazione con le predette modalità non è possibile o non ha avuto esito positivo per cause non imputabili al destinatario. Della dichiarazione è dato atto nella relazione di notificazione7

 

[1] V., in tema di notificazioni a mezzo posta, la l. 20 novembre 1982, n. 890, nonché la l. 21 gennaio 1994, n. 53. Per la ripetibilità delle spese di notifica vedi d.m. finanze 8 gennaio 2001 (G.U. 26 gennaio 2001, n. 21).

[2] Comma così modificato dall'art. 3, comma 11, lett. b), numero 1),  del D.Lgs. 10 ottobre 2022, n. 149 che ha inserito le parole: «o l'avvocato»  (ai sensi dell'art. 52 d.lgs. n. 149 /2022 , il presente decreto legislativo entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale). Per la disciplina transitoria v. art. 35 d.lgs. n. 149/2022, come da ultimo modificato dall'art. 1, comma 380, lett. a), l. 29 dicembre 2022, n. 197,  che prevede che : "1. Le disposizioni del presente decreto, salvo che non sia diversamente disposto, hanno effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023 e si applicano ai procedimenti instaurati successivamente a tale data. Ai procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti.".

[3] Comma inserito dall'art. 45, comma 18, lett. a), della l. 18 giugno 2009, n. 69 (legge di riforma 2009), con effetto a decorrere dal 4 luglio 2009, per i giudizi instaurati dopo la data della sua entrata in vigore.

[4] Comma inserito dall'art. 174 comma 1, d.lgs. 30 giugno 2003, n. 196, con effetto dal 1° gennaio 2004. Ma v. il d.lgs. 10 agosto 2018, n. 101, il cui art. 27, comma 1, lett. c), n. 3)ha abrogato il suddetto art. 174 d.lgs. n. 196, cit.

[5] Comma inserito dall'art. 1741 d.lgs. 30 giugno 2003, n. 196, con effetto dal 1° gennaio 2004 e successivamente modificato dall'art. 45, comma 18, lett. b), della l. 18 giugno 2009, n. 69, che ha sostituito la parola: "terzo", con la parola: "quarto". La legge di riforma del 2009 ha effetto a decorrere dal 4 luglio 2009, per i giudizi instaurati dopo la data della sua entrata in vigore. Ma v. il d.lgs. 10 agosto 2018, n. 101, il cui art. 27, comma 1, lett. c), n. 3)ha abrogato il suddetto art. 174 d.lgs. n. 196, cit.

[6] Comma aggiunto dall'art. 3, comma 11, lett. b), numero 2),  del D.Lgs. 10 ottobre 2022, n. 149  (ai sensi dell'art. 52 d.lgs. n. 149 /2022 , il presente decreto legislativo entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale). Per la disciplina transitoria v. art. 35 d.lgs. n. 149/2022, come da ultimo modificato dall'art. 1, comma 380, lett. a), l. 29 dicembre 2022, n. 197,  che prevede che : "1. Le disposizioni del presente decreto, salvo che non sia diversamente disposto, hanno effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023 e si applicano ai procedimenti instaurati successivamente a tale data. Ai procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti.".

[7] Comma aggiunto dall'art. 3, comma 11, lett. b), numero 2),  del D.Lgs. 10 ottobre 2022, n. 149  (ai sensi dell'art. 52 d.lgs. n. 149 /2022 , il presente decreto legislativo entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale). Per la disciplina transitoria v. art. 35 d.lgs. n. 149/2022, come da ultimo modificato dall'art. 1, comma 380, lett. a), l. 29 dicembre 2022, n. 197,  che prevede che : "1. Le disposizioni del presente decreto, salvo che non sia diversamente disposto, hanno effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023 e si applicano ai procedimenti instaurati successivamente a tale data. Ai procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti.".

Commento

Indubbiamente una delle novità principali della riforma Cartabia relativamente al processo telematico è l'introduzione dell'obbligo di notifica a mezzo PEC, per i giudizi introitati successivamente al 28 febbraio 2023. Infatti, oltre a quanto già detto in ordine alla notifica dei duplicati informatici, all'art. 137 c.p.c. viene aggiunto un settimo comma che prevede che l'ufficiale giudiziario esegue la notificazione su richiesta dell'avvocato se quest'ultimo non deve eseguirla a mezzo di posta elettronica certificata o servizio elettronico di recapito certificato qualificato, o con altre modalità prevista dalla legge, salvo che l'avvocato dichiari che la notificazione con le predette modalità non è possibile o non ha avuto esito positivo per cause non imputabili al destinatario. Della dichiarazione è dato atto nella relazione di notificazione.

Viene dunque introdotto il principio per cui la notifica a mezzo di ufficiale giudiziario, o in proprio a mezzo posta, assume carattere residuale ed impone all'avvocato di verificare se, nel caso di specie, la notifica non debba essere effettuata a mezzo PEC.

Sul punto, il nuovo art. 3-ter legge n. 53/1994 disciplina i casi in cui l'avvocato deve eseguire la notificazione degli atti giudiziali in materia civile e degli atti stragiudiziali a mezzo di posta elettronica certificata o servizio elettronico di recapito certificato qualificato ovvero se:

a) è un soggetto per il quale la legge prevede l'obbligo di munirsi di un domicilio digitale risultante dai pubblici elenchi;

b) ha eletto domicilio digitale ai sensi dell'art. 3-bis, comma 1-bis, del codice dell'amministrazione digitale, di cui al d.lgs. 7 marzo 2005, n. 82, iscritto nel pubblico elenco dei domicili digitali delle persone fisiche e degli altri enti di diritto privato non tenuti all'iscrizione in albi professionali o nel registro delle imprese ai sensi dell'art. 6-quater del medesimo decreto.

Ne consegue che laddove il destinatario sia un soggetto obbligato a munirsi di indirizzo PEC l'avvocato dovrà effettuare un tentativo di notifica all'indirizzo telematico risultate da pubblici elenchi e, anche per il privato, sarà tenuto a verificare se lo stesso ha provveduto ad eleggere domicilio digitale.

Tuttavia, in quest'ultimo caso, poiché al momento in cui si scrive non è ancora consultabile un elenco pubblico di indirizzi pec di privati cittadini o enti di diritto privato, la notifica potrà essere effettuata nelle modalità ordinarie.

Il secondo comma poi, opera una distinzione nel caso in cui per cause imputabili al destinatario (ad es. PEC piena o inesistente) la notificazione non vada a buon fine distinguendo tra professionisti e imprese e persone fisiche o un ente di diritto privato non tenuti all'iscrizione in albi professionali o nel registro delle imprese.

Infatti mentre nel secondo caso l'avvocato potrà eseguire la notificazione con modalità ordinarie, nel primo caso, ovvero di professionisti o imprese che per legge sono obbligate ad indicare un domicilio digitale, la norma ha previsto un vero e proprio “140 telematico” prevedendo l'inserimento della notifica, a spese del richiedente nell'area web riservata prevista dall'art. 359 del codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza, di cui al d.lgs. 12 gennaio 2019, n. 14, dichiarando la sussistenza di uno dei presupposti per l'inserimento.

In quest'ultimo caso la notificazione si avrà per eseguita nel decimo giorno successivo a quello in cui è compiuto l'inserimento.

Anche in questo caso, tuttavia, poiché tale area riservata non risulta ancora istituita, nelle more sarà possibile eseguire la notifica nei modi tradizionali attestando nella relata di notifica l'impossibilità di effettuare detto inserimento.

Ai sensi del terzo comma dell'art. 3-ter e del settimo comma dell'art. 137 c.p.c. sarà possibile effettuare la notificazione con modalità ordinarie e dandone atto mediante specifica dichiarazione nella relata di notifica, quando la notificazione a mezzo PEC non è possibile per causa non imputabile al destinatario la notificazione.

Rientrerebbero in quest'ultima casistica, ad avviso di chi scrive, tutti i malfunzionamenti della PEC del mittente su cui il titolare della casella PEC non ha potere di controllo, come ad esempio un momentaneo “black out” del gestore PEC escludendosi malfunzionamenti imputabili a negligenza del professionista come, ad esempio, la casella piena o malfunzionamento dei sistemi informatici in dotazione al professionista.

Ad ogni buon conto anche nella residuale ipotesi di notifica a mezzo ufficiale giudiziario lo stesso, ai sensi dell'art. 149-bis c.p.c. dovrà ove possibile procedere con la notificazione a mezzo PEC

Il nuovo testo prevede infatti che l'ufficiale giudiziario dovrà eseguire le notificazioni a mezzo PEC qualora il destinatario sia un soggetto per il quale “la legge prevede l'obbligo di munirsi di un indirizzo di posta elettronica certificata o servizio elettronico di recapito certificato qualificato risultante dai pubblici elenchi oppure quando il destinatario ha eletto domicilio digitale ai sensi dell'art. 3-bis, comma 1-bis, del codice dell'amministrazione digitale di cui al d.lgs. 7 marzo 2005, n. 82.”

Sempre sulle notificazioni, è intervenuta la modifica dell'art. 147 c.p.c., resasi necessaria al fine di armonizzare il regime delle notificazioni con la nota sentenza della Corte Costituzionale n. 75/2019 sul tempo delle notificazioni che ha reso parzialmente incostituzionale il disposto di cui all'art. 16-septies del decreto-legge n. 179/2012.

Il nuovo art. 147 c.p.c., quindi, prevede che: “Le notificazioni a mezzo posta elettronica certificata o servizio elettronico di recapito certificato qualificato possono essere eseguite senza limiti orari. Le notificazioni eseguite ai sensi del secondo comma si intendono perfezionate, per il notificante, nel momento in cui è generata la ricevuta di accettazione e, per il destinatario, nel momento in cui è generata la ricevuta di avvenuta consegna. Se quest'ultima è generata tra le ore 21 e le ore 7 del mattino del giorno successivo, la notificazione si intende perfezionata per il destinatario alle ore 7”.

Si segnala infine la modifica dell'art. 149-bis c.p.c. che introduce l'obbligo — ove possibile — delle notificazioni via PEC anche per l'Ufficiale Giudiziario che — ad esempio — si accinga a notificare un pignoramento presso terzi o altra comunicazione a soggetto dotato obbligatoriamente di indirizzo PEC.

In base al nuovo testo di detto articolo, quindi, l'ufficiale giudiziario dovrà eseguire le notificazioni a mezzo PEC qualora il destinatario sia un soggetto per il quale “la legge prevede l'obbligo di munirsi di un indirizzo di posta elettronica certificata o servizio elettronico di recapito certificato qualificato risultante dai pubblici elenchi oppure quando il destinatario ha eletto domicilio digitale ai sensi dell'articolo 3-bis, comma 1-bis, del codice dell'amministrazione digitale di cui al decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82”.

Le novità normative inoltre incideranno notevolmente sul futuro del duplicato informatico che, seppur sempre estrapolabile dal fascicolo informatico, potrà essere utilizzato limitatamente ai depositi e non più nelle notifiche.

Infatti, il secondo comma dell'articolo 137 del codice di procedura civile, come riformato dalla norma in commento, prevede che, l'ufficiale giudiziario o l'avvocato esegue la notificazione mediante consegna al destinatario di copia conforme all'originale dell'atto da notificarsi.

La norma parrebbe quindi escludere che ai fini della notifica possa essere utilizzato il duplicato informatico, stante il solo riferimento alla copia. L'assunto è forse un po' troppo tranchant e occorre invece tener conto che probabilmente la norma è figlia di un legislatore poco avvezzo ai documenti informatici, che potrebbe aver completamente dimenticato la categoria di documenti informatici in questione.

Val la pena ricordare che il duplicato informatico è a tutti gli effetti un originale sicché consentire la notifica della copia e non dell'originale parrebbe in effetti scelta assai singolare.

Piuttosto, per quanto concerne i provvedimenti giudiziali, è opportuno fare una diversa riflessione e cioè occorre considerare che il duplicato informatico è documento privo di ogni riferimento al procedimento giudiziario, eccettuata la firma digitale del giudice; in esso manca infatti ogni riferimento al numero di ruolo del procedimento o al numero del provvedimento e ciò crea notevoli difficoltà gestorie laddove ad esempio l'atto debba essere inviato ad un ufficio pubblico (Conservatoria RR.II. o Registro Imprese, ad esempio).

A ben vedere si tratta infatti di documento privo dei dati di protocollazione che nessun ufficio comunicherebbe all'esterno! Si ritiene pertanto che più che una questione di legittimità dell'utilizzo del duplicato si ponga una questione di opportunità, che porta a ritenere corretto che l'utilizzo di tale documento informatico venga limitato il più possibile.

Le considerazioni che precedono non valgono naturalmente per gli atti processuali redatti dall'avvocato per i quali ai sensi del combinato disposto dagli articoli 18 del d.m. 44/2014 e 19-bis delle specifiche tecniche del processo telematico, è necessaria la notifica sotto forma di pdf nativo firmato digitalmente (rectius duplicato informatico).

Infatti, il primo comma dell'articolo 18 prevede che “l'avvocato che procede alla notificazione con modalità telematica ai sensi dell'articolo 3-bis della legge 21 gennaio 1994, n. 53, allega al messaggio di posta elettronica certificata documenti informatici o copie informatiche, anche per immagine, di documenti analogici privi di elementi attivi e redatti nei formati consentiti dalle specifiche tecniche stabilite ai sensi dell'articolo 34”.

Parimenti il comma 1 dell'art. 19-bis del provvedimento DGSIA specifica poi che, qualora l'atto da notificarsi sia un documento originale informatico, lo stesso dovrà essere un PDF nativo ottenuto dalla trasformazione di un documento testuale senza restrizioni per le operazioni di copia e incolla, mentre il comma 2 statuisce che se trattasi di documento informatico o copia informatica di atto scansionato lo stesso dovrà essere in formato pdf privo di elementi attivi.

Il successivo comma 3 chiarisce poi che « nei casi in cui l'atto da notificarsi sia l'atto del processo da trasmettere telematicamente all'ufficio giudiziario (esempio: atto di citazione), si procede ai sensi del precedente comma 1 ».

Ne consegue che, sulla base del combinato disposto del comma 1 e 3, qualora si debba notificare un atto formato dall'avvocato notificante lo stesso dovrà essere redatto sotto forma di pdf testuale e firmato digitalmente, in particolare se, tale atto, sarà poi soggetto ad un successivo deposito telematico, come ad esempio nel caso dell'atto di citazione.

Si può ricavare dunque la regola generale per cui, laddove l'avvocato debba notificare un atto da egli stesso redatto, lo stesso potrà essere notificato sotto forma di originale informatico redatto in pdf testuale e firmato digitalmente (rectius duplicato informatico), mentre in caso di notifica di un provvedimento cartaceo o estratto dal fascicolo telematico, lo stesso potrà essere notificato esclusivamente in copia conforme.

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