Codice di Procedura Civile art. 316 - Forma della domanda 1

Giuseppe Vitrani
Nicola Gargano
Luca Sileni

Forma della domanda1

[I]. Davanti al giudice di pace la domanda si propone nelle forme del procedimento semplificato di cognizione, in quanto compatibili2.

[II]. La domanda si può anche proporre verbalmente. Di essa il giudice di pace fa redigere processo verbale che, a cura dell'attore, è notificato unitamente al decreto di cui all'articolo 3183.

 

[1] Articolo così sostituito dall'art. 25 l. 21 novembre 1991, n. 374 Il testo precedente recitava: «Rettificazione o integrazione di atti. [I]. Il pretore o il conciliatore può indicare alle parti in ogni momento le lacune che ravvisa nell'istruzione e le irregolarità degli atti e dei documenti che possono essere riparate, assegnando un termine per provvedervi, salvi a ciascuna parte gli eventuali diritti quesiti».

[2] Comma così modificato dall'art. 3, comma 24, lett. a), numero 1), del d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149 che ha sostituito le parole: «nelle forme del procedimento semplificato di cognizione, in quanto compatibili» alle parole «mediante citazione a comparire a udienza fissa» (ai sensi dell'art. 52 d.lgs. n. 149 /2022 , il presente decreto legislativo entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale). Per la disciplina transitoria v. art. 35 d.lgs. n. 149/2022 , come da ultimo modificato dall'art. 1, comma 380, lett. a), l. 29 dicembre 2022, n.197,  che prevede che : "1. Le disposizioni del presente decreto, salvo che non sia diversamente disposto, hanno effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023 e si applicano ai procedimenti instaurati successivamente a tale data. Ai procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti.".

[3] Comma così modificato dall'art. 3, comma 24, lett. a), numero 2), del d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149 che ha sostituito le parole: «unitamente al decreto di cui all'articolo 318» alle parole «con citazione a comparire a udienza fissa» (ai sensi dell'art. 52 d.lgs. n. 149 /2022 , il presente decreto legislativo entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale). Per la disciplina transitoria v. art. 35 d.lgs. n. 149/2022, come sostituito dall'art. 1, comma 380, lett. a), l. 29 dicembre 2022, n.197,  che prevede che : "1. Le disposizioni del presente decreto, salvo che non sia diversamente disposto, hanno effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023 e si applicano ai procedimenti instaurati successivamente a tale data. Ai procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti.".

Inquadramento

Presso gli uffici del Giudice di Pace, come statuito dall’art. 4, comma 12, d.lgs. n. 149/ 2022, come modificato dall’art. 1, comma 380, lett. a), della l. n. 197/2022 (cd. riforma Cartabia), il deposito telematico degli atti, documenti, provvedimenti e verbali di udienza deve aver luogo esclusivamente con modalità telematiche. L’art. 35, comma 3, del d.lgs. n. 149/2022 ha inoltre stabilito che per il Giudice di Pace

l’obbligatorietà del deposito telematico si applica per tutti i depositi, anche nei giudizi in corso, effettuati a partire dal 30 giugno 2023.

Le modalità di proposizione della domanda

L'art. 316, per effetto del d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149, e con la decorrenza indicata dall'art. 35 dello stesso decreto, prevede che davanti al giudice di pace la domanda si propone nelle forme del procedimento semplificato di cognizione, in quanto compatibili e non derogate dalle disposizioni del presente titolo; naturalmente il deposito deve avvenire in forma telematica, visto il disposto dell'art. 196-quater disp. att. c.p.c.

Nel coordinamento del novellato art. 316 con l'art. 311, si ha ora un duplice rinvio nei limiti della “compatibilità” ed alla “applicabilità”: quello, appunto, con riguardo alla domanda, alle “forme del procedimento semplificato di cognizione” (“sempre” utilizzabile nella cause in cui il tribunale giudica in composizione monocratica, ex art. 281-decies, comma 2) e quello generale  alle “norme relative al procedimento davanti al tribunale”.

Il rinvio di cui all'art. 311 alle norme relative al procedimento davanti al tribunale in composizione monocratica opera, tuttavia, nel procedimento davanti al giudice di pace, “per tutto ciò che non è regolato nel presente titolo o in altre espresse disposizioni”, sicché per la forma della domanda deve prevalere la regola speciale dettata dall'art. 316.

Un dubbio che si è posto all'indomani dell'adozione delle nuove disposizioni riguardava la modalità da adottare in caso di opposizione a decreto ingiuntivo, posto che l'art. 645 continuava a prevedere l'utilizzo dell'atto di citazione senza contemplare in alcun modo il ricorso. L'impasse è stata però superata grazie alla nova formulazione della norma, introdotta dall'art. 3 del decreto legislativo n. 164 del 2024, che ora prevede: "L'opposizione si propone davanti all'ufficio giudiziario al quale appartiene il giudice che ha emesso il decreto. L'atto introduttivo è notificato al ricorrente nei modi di cui all'articolo 638. Contemporaneamente l'ufficiale giudiziario deposita copia dell'atto nel fascicolo d'ufficio contenente il decreto affinché il cancelliere ne prenda nota. In seguito all'opposizione il giudizio si svolge secondo le norme del processo di cognizione davanti al giudice adito. Quando si svolge nelle forme del rito ordinario, l'anticipazione di cui all'articolo 163-bis, secondo comma, deve essere disposta fissando l'udienza per la comparizione delle parti non oltre trenta giorni dalla scadenza del termine minimo a comparire".

La norma è dunque sufficiente astratta e contempla certamente l'avvio del contenzioso sia con atto ci citazione che con ricorso.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario