Decreto del Presidente della Repubblica - 29/09/1973 - n. 602 art. 48 bis - Disposizioni sui pagamenti delle pubbliche amministrazioni (A)1 2.Articolo abrogato dall'articolo 241, comma 1, lettera c), del D.Lgs. 24 marzo 2025, n. 33, con applicazione a decorrere dal 1° gennaio 2026, a norma di quanto previsto dall'articolo 243 del D.Lgs. 33/2025 medesimo.(A)12 3. [1. A decorrere dalla data di entrata in vigore del regolamento di cui al comma 2, le amministrazioni pubbliche di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e le società a prevalente partecipazione pubblica, prima di effettuare, a qualunque titolo, il pagamento di un importo superiore a cinquemila euro, verificano, anche in via telematica, se il beneficiario è inadempiente all’obbligo di versamento derivante dalla notifica di una o più cartelle di pagamento per un ammontare complessivo pari almeno a tale importo e, in caso affermativo, non procedono al pagamento e segnalano la circostanza all’agente della riscossione competente per territorio, ai fini dell’esercizio dell’attività di riscossione delle somme iscritte a ruolo. La presente disposizione non si applica alle aziende o società per le quali sia stato disposto il sequestro o la confisca ai sensi dell' articolo 12-sexies del decreto-legge 8 giugno 1992, n. 306 , convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 1992, n. 356 , ovvero della legge 31 maggio 1965, n. 575, ovvero che abbiano ottenuto la dilazione del pagamento ai sensi dell'articolo 19 del presente decreto nonché ai risparmiatori di cui all'articolo 1, comma 494, della legge 30 dicembre 2018, n. 145, che hanno subito un pregiudizio ingiusto da parte di banche e loro controllate aventi sede legale in Italia, poste in liquidazione coatta amministrativa dopo il 16 novembre 2015 e prima del 16 gennaio 2018 4. 1-bis. Limitatamente alle somme dovute a titolo di stipendio, di salario o di altre indennità relative al rapporto di lavoro o di impiego, comprese quelle dovute a causa di licenziamento, le disposizioni di cui al comma 1 si applicano anche al pagamento di importi superiori a duemilacinquecento euro; in tal caso, i soggetti di cui al medesimo comma 1 verificano se il beneficiario è inadempiente all'obbligo di versamento derivante dalla notifica di una o più cartelle di pagamento per un ammontare complessivo pari almeno a cinquemila euro 5. 2. Con regolamento del Ministro dell’economia e delle finanze, da adottare ai sensi dell’articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, sono stabilite le modalità di attuazione delle disposizioni di cui al comma 1. 2-bis. Con decreto di natura non regolamentare del Ministro dell'economia e delle finanze, l'importo di cui al comma 1 può essere aumentato, in misura comunque non superiore al doppio, ovvero diminuito 6.]
_________ (A) In riferimento al presente articolo vedi: Circolare Ministero dell'Economia e Finanze 21/03/2018 n. 13 [1] Articolo abrogato dall'articolo 241, comma 1, lettera c), del D.Lgs. 24 marzo 2025, n. 33, con applicazione a decorrere dal 1° gennaio 2026, a norma di quanto previsto dall'articolo 243 del D.Lgs. 33/2025 medesimo. Per le nuove disposizioni legislative in materia di versamenti e di riscossione, di cui al presente articolo, a decorrere dal 1° gennaio 2026, vedi l'articolo 144 del D.Lgs. 24 marzo 2025, n. 33. [2] Articolo aggiunto dall'articolo 2, comma 9, del D.L. 3 ottobre 2006, n. 262, convertito con modificazioni in Legge 24 novembre 2006, n. 286. [3] Per le modalità di attuazione del presente articolo vedi il D.M. 18 gennaio 2008, n. 40. A norma dell'articolo 37, comma 7-ter, del D.L. 24 aprile 2014, n. 66, convertito, con modificazioni, dalla Legge 23 giugno 2014, n. 89 , le verifiche di cui al presente articolo sono effettuate dalle pubbliche amministrazioni esclusivamente all'atto della certificazione dei crediti certi, liquidi ed esigibili maturati nei confronti delle pubbliche amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 , per somministrazioni, forniture ed appalti e per obbligazioni relative a prestazioni professionali alla data del 31 dicembre 2013, tramite la piattaforma elettronica nei confronti dei soggetti creditori. Per il periodo di sospensione di cui all’articolo 68, commi 1 e 2-bis, del D.L. 17 marzo 2020, n. 18, convertito, con modificazioni, dalla Legge 24 aprile 2020, n. 27, vedi disposizioni di applicazione di cui all'articolo 153 del D.L. 19 maggio 2020, n. 34, convertito con modificazioni dalla Legge 17 luglio 2020, n. 77. [4] Comma modificato dall'articolo 19, comma 1, lettera a), del D.L. 1° ottobre 2007, n. 159, convertito con modificazioni in Legge 29 novembre 2007, n. 222, dall'articolo 2, comma 17, della Legge 15 luglio 2009, n. 94, dall'articolo 9, comma 1-bis, del D.L. 8 aprile 2013, n. 35, convertito con modificazioni in Legge 6 giugno 2013, n. 64, dall'articolo 1, comma 986, della Legge 27 dicembre 2017, n. 205 e successivamente dall'articolo 36, comma 2-undecies, del D.L. 30 aprile 2019, n. 34, convertito con modificazioni dalla Legge 28 giugno 2019, n. 58. [5] Comma inserito dall'articolo 1, comma 84, della Legge 30 dicembre 2024, n. 207. Per l'applicazione vedi il comma 85 dell'articolo 1 della Legge 207/2024 cit. [6] Comma aggiunto dall'articolo 19, comma 1, lettera a), del D.L. 1° ottobre 2007, n. 159, convertito con modificazioni in Legge 29 novembre 2007, n. 222. InquadramentoSecondo l'opinione della dottrina più accreditata (Quaranta), il «blocco dei pagamenti», pur non potendosi considerare propriamente una misura cautelare a carattere conservativo, va ricompreso tra le «misure conservative» menzionate dall'art. 29, comma 1, lett. b) del d.l. n. 78/2010, come modificato dall'art. 7, comma 2, lett. n), n. 3, d.l. n. 70/2011. Evidenti le analogie con istituti che assolvono ad una similare finalità «conservativa», come: a) il fermo amministrativo disciplinato dall'art. 69, r.d. n. 2440/1923. Analogamente al fermo l'art. 48-bis costituisce una strumento di tutela dei crediti della p.a., ma se ne differenzia sotto il profilo procedurale (perché le amministrazioni debitrici hanno l'obbligo di verificare l'esistenza di poste di credito nei confronti del beneficiario del pagamento tramite «interrogazione» del Concessionario per la riscossione), sotto il profilo oggettivo (perché presuppone l'esistenza di cartelle esattoriali non pagate, non essendo sufficiente la esistenza di mere «ragioni di credito»), sotto il profilo soggettivo (perché l'istituto disciplinato dal citato art. 69 cit. concerne solo le amministrazioni statali, mentre quello disciplinato dall'art. 48-bis cit. si applica anche ad altre amministrazioni pubbliche); b) l'istituto disciplinato dall'art. 28-ter d.P.R. n. 602/1973. Tale norma prevede che in sede di erogazione di un rimborso di imposta, l'Agenzia delle Entrate deve effettuare una verifica se il beneficiario abbia debiti tributari o di altra natura per i quali vi sia stata iscrizione a ruolo: in caso affermativo l'Amministrazione finanziaria informa di tale situazione il Concessionario che propone all'interessato una proposta di compensazione. Nel caso in cui tale proposta non sia accettata il rimborso avverrà solo una volta che la somma iscritta a ruolo sia effettivamente pagata all'Agente della riscossione. Sul punto si segnala che l'art. 16, comma 4, d.lgs. n. 110/2024 che ha specificato, o meglio circoscritto, i casi in cui possa darsi corso alla predetta forma di compensazione. c) l'istituto disciplinato dal d.P.R. n. 207/2010 che, nel vigore del codice dei contratti pubblici (oggi sostituito dal codice degli appalti pubblici, d.lgs. n. 50/2016), prevedeva il potere sostitutivo della stazione appaltante in caso di inadempienza contributiva (DURC irregolare) da parte dell'appaltatore. La natura di «misura conservativa» impedisce di considerare lo strumento di cui si tratta alla stregua di un atto esecutivo o pre-esecutivo, con la conseguenza che il Giudice adito non ha i poteri derivanti dal combinato disposto degli artt. 615, comma 2, 617, comma 2, 618 e 624 c.p.c. (Trib. Napoli Nord 4 luglio 17/o., ined.). La giurisprudenza ha di recente precisato che la disposizione in esame non trova applicazione per i pagamenti disposti in favore delle Amministrazioni Pubbliche ricomprese nell'elenco ISTAT, non sussistendo quegli obblighi di garanzia e cautela in materia di adempimento delle cartelle di pagamento sottesi all'art. 48-bis, essendo tutte riconducibili, in modo più o meno diretto, all'unico soggetto pubblico originario e sovrano sul territorio, cioè lo Stato (T.A.R. Roma n. 2659/2020). Inoltre, si è ritenuto che perché possa trovare applicazione il meccanismo in esame deve trattarsi di crediti già iscritti a ruolo; l'esecutività della disposizione è rafforzata con la previsione che il contribuente moroso non possa incassare pagamenti da pubbliche amministrazioni, subendo, così, l'esecuzione da parte degli agenti della riscossione, ciò che esclude la compensabilità dei crediti iscritti a ruolo con quelli vantati dal soggetto moroso (Trib. Nuoro n. 39/2023). 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