Codice della Navigazione - 30/03/1942 - n. 327 art. 652 - Amministrazione della nave pignorata (1).Amministrazione della nave pignorata (1). [I]. Il capo dell'ufficio giudiziario competente ai sensi dell'articolo 643, su istanza di chi vi ha interesse e sentiti i creditori ipotecari, può disporre che la nave pignorata per intero o per carati, intraprenda uno o più viaggi, prescrivendo con ordinanza le garanzie e le altre cautele che creda opportune, e disponendo in ogni caso che sia stipulata una adeguata assicurazione [680 comma 3, 685]. [II]. Il viaggio non può essere incominciato sino a che l'ordinanza non sia stata resa pubblica con le forme previste dall'articolo 250, e il richiedente non abbia anticipato, nei modi indicati per i depositi giudiziari, le somme presumibilmente necessarie per intraprendere e condurre a termine il viaggio o i viaggi [654 comma 2]. [III]. Il nolo, dedotte le spese da rimborsare, nei limiti dell'effettuato deposito, al richiedente, va in aumento del prezzo di aggiudicazione [659 comma 2] (2). Se le spese occorrenti eccedono il nolo, il richiedente è tenuto per la differenza, e per il pagamento di questa il giudice può emettere decreto di ingiunzione [633 ss. c.p.c.]. [IV]. Il giudice può anche emettere, su istanza dei creditori ipotecari o privilegiati, decreto d'ingiunzione [633 ss. c.p.c.] a carico dei debitori del nolo, degli accessori e dei valori contemplati negli articoli 553, 572, sempre che non vi sia stata surroga dell'assicuratore [1916 c.c.]. [V]. Con il decreto d'ingiunzione è nominato il curatore della nave, nei confronti del quale il richiedente o i debitori possono proporre opposizione (2). [VI]. I crediti per il nolo, gli accessori e i valori suindicati, e altresì quelli per la differenza dovuta dal creditore richiedente, possono essere ceduti per contanti dal giudice a chi ne faccia richiesta (3); il prezzo della cessione va in aumento del prezzo di aggiudicazione [659 comma 2]. (1) Vedi art. 489 -492 reg. nav. mar. (2) Vedi art. 489 s. reg. nav. mar. (3) Vedi art. 490 reg. nav. mar. InquadramentoGli artt. 591 e 592 e ss. c.p.c. dettano norme atte a consentire l'utilizzazione dell'immobile pignorato allo scopo di ricavarne le utilità economiche che esso è idoneo a produrre, per porle a disposizione della procedura esecutiva ed arricchirne le risorse da ripartire tra i creditori. Le disposizioni trovano la loro ragione nella concreta possibilità che i beni immobili arrechino introiti economici al proprietario o a chi su di essi ha diritti di sfruttamento. La varia natura di tali beni consente di ipotizzare lucri da canoni locativi o di altro uso, da incassi e rendite quali remunerazione, per fare un esempio, dell'utilizzazione per servizi forniti al pubblico. Una siffatta attitudine a produrre redditi a vantaggio dei creditori, pur nel corso della procedura esecutiva, presenta anche la nave: quale bene funzionalmente destinato a muoversi per trasportare persone o cose, quasi sempre in cambio di un corrispettivo. Per la giurisprudenza la funzione dell'amministrazione giudiziaria della nave è destinata ad evitare, in relazione alle specificità del bene aggredito dall'esecuzione, la sua espropriazione: da un lato consentendo che, attraverso i proventi del viaggio o dei viaggi autorizzati, il debitore possa far fronte ai suoi impegni e dall'altro evitando che l'inutilizzo del bene comporti il deterioramento e, quindi, lo stesso deprezzamento che si risolverebbe in un danno per i creditori (Cass. sez. lav., n. 6573/1998, in relazione ad autoveicolo). La funzione dell'amministrazione, per quanto riguarda la nave, è la stessa di quella applicabile agli immobili oggetto di esecuzione: «In tema di espropriazione immobiliare, l'art. 591 c.p.c. rimette al prudente apprezzamento del giudice dell'esecuzione l'alternativa tra l'incanto successivo (in ribasso), finalizzato alla ricerca di una liquidazione il più rapida possibile, e l'amministrazione giudiziaria dell'immobile, che normalmente ha lo scopo di “congelare” la procedura in attesa di tempi in cui il mercato sia più favorevole» (Cass. III, n. 16453/2009). La funzione di garanzia cui risponde l'istituto comporta per l'armatore (o per chi vi ha interesse) l'assunzione dell'impegno di far rientrare la nave in porto alla fine dei viaggi autorizzati dal giudice competente. Il garante di tale impegno può essere chiamato a rispondere dei debiti verso l'armatore soltanto dopo la scadenza del termine stabilito per l'adempimento della detta obbligazione. La disciplina dell'amministrazione della nave pignorataIl codice della navigazione detta norme che rispondono alla stessa finalità di quelle del codice di rito civile riferite all'amministrazione dell'immobile pignorato. L'art. 652 consente anche per le navi l'amministrazione del bene pignorato, su istanza di chi vi ha interesse e per provvedimento del capo dell'ufficio giudiziario nella cui circoscrizione esso si trova. La normativa conseguente si caratterizza, però, per alcune particolarità dovute alla speciale qualità della cosa da sottoporre alla procedura. La prima, importante, differenza che si coglie nella disciplina marittima e aerea rispetto a quella ordinaria consiste nell'assenza di presupposti che condizionino l'amministrazione giudiziaria. Il codice di procedura civile considera la situazione che si verifica dopo che i tentativi di vendita senza incanto si sono rivelati infruttuosi e nessuno abbia chiesto a proprio favore l'assegnazione. E pone al giudice le seguenti alternative: procedere alla vendita all'incanto, se questa forma si rivela più favorevole di quella senza incanto; e dunque stabilire nuove condizioni di vendita e ridurre il prezzo base di questa; oppure disporre l'amministrazione giudiziaria se il bene pignorato è produttivo. Per verità, il testo dell'art. 591 c.p.c. è stato emendato mediante la soppressione della parola «nuovo» per opera del d.l. n. 83/2015, conv. in l. n. 132/2015, in modo da far intendere che non occorra passare attraverso l'insuccesso delle vendite prima di poter disporre l'amministrazione (dell'immobile). E tuttavia la lettera di tale norma continua a supporre che l'amministrazione costituisca uno strumento di soccorso e subalterno rispetto alla via maestra della vendita (commi 2 e 3). Comunque sia, il codice della navigazione presuppone che l'amministrazione della nave pignorata sia espressamente chiesta da chi ne ha interesse, anche se poi lascia libero il giudice di accogliere la richiesta degli interessati in qualunque momento della procedura e dunque ne consente una applicazione sicuramente più ampia. Per il resto, la ratio dell'istituto è la medesima: permettere che per mezzo dei proventi del viaggio o dei viaggi autorizzati il debitore possa far fronte ai suoi impegni e contestualmente evitare che il non uso del bene ne determini il deterioramento e il conseguente deprezzamento (La China, 5; Vullo, 847; La China, in Dir. maritt., 1985, 512). Una seconda differenza è costituita dall'individuazione del giudice competente a pronunciare sull'istanza di amministrazione. Per le navi la competenza non spetta, come sarebbe naturale, sempre e soltanto al giudice dell'esecuzione bensì al capo dell'ufficio giudiziario, vale a dire, al presidente del tribunale competente ex art. 643. La differenza si spiega considerando che nel diritto marittimo e aereo l'amministrazione può essere chiesta anche prima che sia nominato il giudice dell'esecuzione, nel corso dello spazio-temporale di efficacia del pignoramento, anteriormente alla presentazione del fascicolo formato a seguito dell'istanza di vendita (art. 653). Di questa fattispecie è stata fatta una regola generale, che affida al responsabile dell'ufficio giudiziario il compito di vagliare l'opportunità dell'amministrazione. Nei limiti della compatibilità possono ricordarsi alcuni principi enunciati dalla giurisprudenza a proposito dell'amministrazione giudiziaria nell'espropriazione immobiliare. In tema di espropriazione immobiliare, l'art. 591 c.p.c. rimette al prudente apprezzamento del giudice dell'esecuzione l'alternativa tra l'incanto successivo (in ribasso), finalizzato alla ricerca di una liquidazione il più rapida possibile, e l'amministrazione giudiziaria dell'immobile, che normalmente ha lo scopo di “congelare” la procedura in attesa di tempi in cui il mercato sia più favorevole (Cass. III, n. 16453/2009). L'amministrazione giudiziaria dell'immobile è prevista dall'art. 591 c.p.c. come alternativa rispetto ad un incanto successivo al ribasso è rimessa alla decisione del giudice dell'esecuzione, a prescindere da una espressa domanda dei creditori procedenti, e non rappresenta una forma autonoma di esecuzione, ma costituisce una fase incidentale del procedimento di espropriazione, meramente eventuale e sussidiaria, che ha la funzione di sospenderlo in presenza di una contingenza negativa in attesa di tempi in cui il mercato sia più favorevole. Il suo scopo è di mantenere il valore stimato dei beni e di evitare la diminuzione che ne comporterebbe il ricorso ad un nuovo incanto (Cass. III, n. 27148/2006). L'amministrazione della nave consiste nel consentire uno o più dei viaggi ai quali essa è normalmente destinata. Il conseguente movimento del bene pignorato richiede che siano adottate alcune garanzie. Per il pericolo che la nave possa andare perduta devono essere preventivamente sentiti i creditori ipotecari; e il viaggio non può essere iniziato sino a che l'ordinanza del presidente sia stata resa pubblica nelle forme indicate in generale dall'art. 250 cod. nav. Per viaggio deve intendersi un intero ciclo operativo della nave e non il semplice spostamento dal luogo di partenza ad un luogo intermedio di sosta. Per la App. Venezia 13 giugno 2005, in Dir. maritt., 2007, 1208, la circostanza che durante un ciclo operativo la nave o il galleggiante sostino ancorati ovvero ormeggiati temporaneamente nel luogo delle operazioni non esclude, né sospende o conclude il viaggio. La legittimazione a proporre l'istanza per l'amministrazione giudiziaria è demandata dall'art. 652 cod. nav. a chiunque vi abbia interesse. L'ampiezza di tale indicazione consente di ritenere legittimati, oltre al creditore procedente, i creditori intervenuti anche non privilegiati, i comproprietari non esecutati, l'armatore della nave, l'esercente l'aeromobile, il debitore e il proprietario non debitore. L'amministrazione è disposta con ordinanza, atto che per sua natura deve essere motivato (art. 134 c.p.c.). Il contenuto del provvedimento non è dettagliatamente disciplinato dal codice e va conformato alle singole esigenze del caso concreto. Le poche norme in proposito dispongono che in ogni caso deve essere stipulata una assicurazione adeguata a coprire i rischi del viaggio o dei viaggi; e, verosimilmente, che nel provvedimento debba essere indicato l'importo delle somme da depositarsi dal richiedente necessarie per intraprendere e condurre a termine l'amministrazione. Con il provvedimento possono essere ordinate garanzie personali o reali (Cass. n. 6573/1998) per coprire il rischio del mancato rientro della nave o dell'aeromobile. In questo caso l'obbligazione principale oggetto di garanzia è costituita dall'impegno dell'armatore (o di chi vi è tenuto) a far rientrare la nave (o l'aeromobile) in porto alla fine dei viaggi autorizzati; il garante può essere chiamato ad adempiere soltanto dopo la scadenza del termine stabilito per l'adempimento della suddetta obbligazione (Cass. n. 6573/1998). La normativa concernente la concreta gestione dell'amministrazione è dettata dagli artt. 489 e ss. del Regolamento della navigazione marittima, d.P.R. n. 328/1952. Questa normativa può servire all'interprete come utile parametro di riferimento. Il ricavato è dato dal nolo, che va ad aggiungersi al prezzo di aggiudicazione e la cui percezione giustifica l'istituto dell'amministrazione. Il ricavato può essere inferiore alle spese sostenute: per questa ipotesi provvedono i commi terzo e quarto dell'art. 652. L'art. 680 stabilisce che la distribuzione del prezzo ricavato dalla vendita della nave non è sospesa per il ritardo del deposito del nolo o dei proventi della sua amministrazione giudiziale, alla distribuzione dei quali si procede separatamente. Riscossione coattiva fiscaleIl d.P.R. n. 602/1973non fa alcun cenno ad una possibile amministrazione della nave pignorata a proposito della sua espropriazione per crediti esigibili dall'agente della riscossione. Va tuttavia considerato che il generico e ampio disposto dell'art. 49, comma 2, del decreto richiama per il procedimento espropriativo le norme ordinarie individuate in base al bene oggetto di esecuzione, per quanto non derogato e per quanto compatibile. In linea teorica pertanto nulla si oppone all'applicabilità dell'istituto dell'amministrazione della nave anche con riguardo all'esazione forzata nelle forme della riscossione tributaria avente ad oggetto la nave, i suoi carati, le pertinenze e i galleggianti. Se il criterio da osservare ha per riferimento non la natura del credito ma quella del bene assoggettato ad esecuzione, infatti, non sussistono remore di principio a una siffatta applicazione. 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