Codice della Navigazione - 30/03/1942 - n. 327 art. 659 - Modalità dell'incanto.

Francesco Bartolini

Modalità dell'incanto.

[I]. L'incanto ha luogo avanti il giudice dell'esecuzione nella sala delle udienze, col sistema della candela vergine [581 c.p.c.] (1).

[II]. La nave o i carati sono aggiudicati a chi abbia fatto l'offerta maggiore.

[III]. Ogni offerente cessa di essere tenuto per la sua offerta quando essa è superata da altra valida.

[IV]. L'incanto, se non può compiersi nella stessa udienza, è continuato nel giorno seguente non festivo.

(1) Il sistema della candela vergine è stato soppresso, con riferimento alle procedure regolate dal c.p.c., a norma dell'art. 2, l. 3 agosto 1998, n. 302.

Inquadramento

L'incanto costituisce la modalità di vendita scelta e imposta dal legislatore nella disciplina del codice dellanavigazione marittima e aerea. È consentito ricorrere alla diversa forma senza incanto quando il prezzo base è stato ormai ridotto al quaranta per cento e la vendita è andata deserta per mancanza di offerte (art. 661). La trattativa diretta rappresenta, dunque, l'extrema ratio, l'ultimo tentativo da effettuare per ottenere la liquidazione del bene pignorato in una somma di denaro da distribuire tra i creditori.

Si dubita in dottrina della possibilità di risolvere la situazione di risultato negativo con un provvedimento di assegnazione ad uno dei creditori che ne faccia richiesta. La questione è di difficile soluzione nell'assenza di norme che consentano di richiamarsi alle disposizioni del codice di procedura civile che invece prevedono questa possibilità (art. 588). E in presenza, invece, di un orientamento preclusivo della giurisprudenza che considera la disciplina marittima quale regolamentazione speciale che consente integrazioni con quella ordinaria esclusivamente nel caso di espresso rinvio.

Analoga difficoltà si coglie nell'affrontare la questione dell'applicabilità a proposito dell'espropriazione di navi dell'art. 164- bis disp. att. c.p.c., utilizzato dalla magistratura di merito quale escamotage per risolvere situazioni di imbarazzo a proposito del pignoramento di autoveicoli, motoveicoli e rimorchi (art. 521-bis c.p.c.). Per impedire che in caso di mancata consegna e di irreperibilità del veicolo la procedura esecutiva rimanga affidata solo ai documenti senza un prevedibile limite di tempo, si è ritenuto di poter utilizzare la norma citata al fine di disporre la chiusura del processo esecutivo quando risulta che non è più possibile conseguire un ragionevole soddisfacimento delle pretese dei creditori, anche tenuto conto dei costi necessari per la prosecuzione della procedura, delle probabilità di liquidazione del bene e del presumibile valore di realizzo.

Una parte della giurisprudenza di merito, infatti, ha ritenuto di rilevare e dichiarare l'impossibilità oggettiva del raggiungimento del risultato dell'esecuzione e ne ha pronunciato la chiusura anticipata, ai sensi dell'art. 164-bis disp. att. c.p.c. In tal senso Trib. Brescia ord., 18 novembre 2017 e prima ancora Trib. Mantova ord., 26 maggio 2015; Trib. Lagonegro ord., 4 giugno 2015; Trib. Livorno ord., 17 luglio 2015. Si osserva, in queste decisioni, e l'osservazione difficilmente può essere smentita, che nessuno comprerebbe all'incanto un bene che non si sa dove sia e se esista ancora. Solo una pronuncia rimasta isolata (Trib. Padova ord., 25 agosto 2015) ha affermato doversi procedere all'esecuzione per non assecondare e rendere fruttuoso l'atteggiamento elusivo del debitore che, con il sottrarre il bene che deve custodire, rende vana l'azione del creditore.

L'art. 164-bis è inserito nel Capo delle disposizioni attuative dedicato all'espropriazione in generale. Da questa collocazione può trarsi un elemento utile a ritenere la sua applicabilità anche nel settore delle esecuzioni forzate speciali.

Appare invece certo che nel diritto marittimo e aereo non siano in linea di principio applicabili le norme del codice di procedura civile che consentono di affidare l'incarico di provvedere alle operazioni di vendita ad un commissionario, ad un istituto di vendite giudiziarie o ad un professionista iscritto negli elenchi dei soggetti idonei. Infatti, l'art. 659 cod. nav. è chiaro nell'indicare che le modalità della vendita presuppongono la presenza del giudice dell'esecuzione, che evidentemente conduce le necessarie attività e le dirige. Altrettanto dispone l'art. 661 stesso codice a proposito degli incanti successivi al primo, andato deserto. Una apertura all'applicazione delle nuove regole dettate sia dell'espropriazione mobiliare che di quella immobiliare dal codice di procedura civile può ravvisarsi nel disposto dell'ultima parte del secondo comma dell'art. 661, per il quale se, nonostante le riduzioni di prezzo, la vendita non ha luogo, il giudice dispone la vendita senza incanto e ne prescrive le condizioni. Queste possono consistere nell'affidamento delle trattative a soggetti terzi.

L'incanto nella riscossione coattiva tributaria

Le disposizioni dettate dal d.P.R. n. 602/1973 a titolo di regole disciplinatrici in generale dell'espropriazione forzata tributaria non contengono norme descrittive delle modalità con le quali deve essere condotta la vendita all'incanto. L'art. 52 si limita a disporre che la vendita forzosa va eseguita nelle forme dell'incanto, a cura dell'agente della riscossione, senza che occorra la preventiva autorizzazione del giudice dell'esecuzione. Per colmare il vuoto normativo occorre rifarsi a testi diversi e in proposito soccorre l'art. 49, comma 2, del d.P.R., per il quale il procedimento tributario di espropriazione forzata è disciplinato dalle norme ordinarie: quali siano queste «norme ordinarie» è reso palese dalla precisazione per cui esse si individuano «in rapporto al bene oggetto di esecuzione», con il limite della non contrarietà e della compatibilità. Pertanto, i riferimenti sono costituiti dalla normativa sull'espropriazione mobiliare se le cose da espropriare sono beni mobili; da quella sull'espropriazione immobiliare quando le cose oggetto di espropriazione sono beni immobili; e analoga conclusione vale se l'esecuzione forzata riguarda crediti.

È dunque certo che le integrazioni al succinto dettato dell'art. 52 vanno ricavate dal codice della navigazione in tutti i casi in cui l'espropriazione ha ad oggetto la nave o il galleggiante.

Bibliografia

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