Codice della Navigazione - 30/03/1942 - n. 327 art. 1064 - Domanda di vendita.

Francesco Bartolini

Domanda di vendita.

[I]. Non prima di trenta e non oltre novanta giorni dal pignoramento [1062], il creditore pignorante o uno dei creditori muniti di titolo esecutivo può chiedere la vendita dell'aeromobile o della quota di esso con ricorso al giudice competente ai sensi dell'articolo 1055.

[II]. Il ricorso è notificato al proprietario debitore, ai creditori ipotecari [1027 ss.], e ai creditori intervenuti a norma dell'articolo 499 del codice di procedura civile, con invito a far pervenire le loro osservazioni sulle condizioni di vendita, e se trattasi di aeromobile straniero al console dello Stato del quale l'aeromobile ha la nazionalità [1066 comma 1].

[III]. Nel termine di trenta giorni dalla notificazione e non oltre novanta giorni dal pignoramento [1062] il creditore è tenuto a depositare presso la cancelleria del giudice competente ai sensi dell'articolo 1055, il ricorso notificato e l'estratto del registro di iscrizione dell'aeromobile [753], dal quale, risultino le ipoteche trascritte; di essi si forma, a norma dell'articolo 488 del codice di procedura civile, fascicolo insieme con l'atto di pignoramento, con il certificato di cui all'ultimo comma dell'articolo 1061 di questo codice, e con le eventuali osservazioni scritte degli interessati sulle condizioni di vendita [1060 comma 2, 1065].

Inquadramento

La procedura esecutiva, per quanto riguarda il rapporto tra le parti e il giudice, con conseguente onere di iscrizione a ruolo, ha inizio con la presentazione al tribunale competente di un ricorso che chiede la vendita del bene pignorato. Il ricorso deve essere previamente notificato al proprietario debitore e ai creditori intervenuti, con invito a far pervenire le loro osservazioni sulle condizioni della vendita, nonché, se trattasi di nave straniera, al console dello Stato di cui la nave batte la bandiera. Di queste notifiche deve essere fornita la prova, all'atto del deposito del ricorso.

L'art. 1064 cod. nav. impone al creditore istante di depositare il ricorso notificato e il materiale documentale che si riferisce al titolo del suo diritto, agli atti compiuti e alle iscrizioni e trascrizioni aventi a oggetto l'aeromobile. In sostanza, si tratta di tutta la documentazione occorrente a sottoporre al giudice dell'esecuzione, che dopo il deposito viene nominato, quanto si riferisce all'azione esercitata, all'individuazione del bene esecutato e ai diritti privilegiati dei terzi.

Gli adempimenti indicati nel testo dell'art. 1064 segnano la fase di radicamento della procedura esecutiva presso l'ufficio giudiziario che dal loro compimento avrà la direzione del processo. Secondo la fondamentale regola per cui il giudice agisce previo impulso di parte, occorre un'istanza di chi ha interesse al suo intervento per trasferire la domanda di giustizia dal piano delle relazioni privatistiche a quello della giurisdizione. In proposito, il modello delle richieste apprestato dal codice di procedura civile per le espropriazioni forzate è solo un lontano riferimento per l'espropriazione forzata di aeromobile, da valersi limitatamente al suo nucleo essenziale: una domanda al giudice competente munita degli elementi, descrittivi e probatori, del diritto fatto valere e di quanto occorra ad assicurare un minimo di garanzia del contraddittorio.

Con l'introduzione della normativa sul così detto processo telematico e dopo le modifiche apportate dal d.lgs. n. 149/2022, al codice di procedura civile, nei procedimenti davanti al tribunale (al giudice di pace, alla Corte di appello e alla Corte di cassazione) il deposito degli atti processuali e dei documenti da parte dei difensori ha luogo esclusivamente con modalità telematiche (artt. 387 e 196-quater disp. att. c.p.c.. Si applicano in proposito le numerose e dettagliate disposizioni riguardanti la sottoscrizione, la trasmissione e la ricezione dei documenti informatici.

La notifica al console se l'aeromobile è straniero ha il solo valore di una comunicazione per quello che la dottrina ha definito «rispetto delle regole di buon vicinato»; e la sua omissione non incide sulla validità degli atti di esecuzione (Trib. La Spezia 26 giugno 1998, in Dir. maritt., 2000, 923; Trib. La Spezia 11 maggio 1998, in Dir. maritt., 2000, 918).

Legittimati a chiedere la vendita dell'aeromobile pignorato sono il creditore pignorante e ciascuno dei creditori intervenuti muniti di titolo esecutivo. In questa specificazione il disposto del codice della navigazione segue lo schema del diritto processuale civile: nell'esecuzione forzata ha legittimazione a proporre istanze al giudice unicamente chi è munito di un titolo dotato dell'efficacia occorrente a pretenderne l'attuazione forzata.

Prima della domanda di vendita devono trascorrere trenta giorni: è questo il periodo di tempo concesso al debitore per adempiere alle sue obbligazioni o per ricorrere agli strumenti giuridici e processuali che contemperano i suoi interessi e quelli dei creditori indipendentemente dal processo esecutivo. In assenza di disposizioni specifiche, va ritenuto applicabile il principio risultante dal disposto dell'art. 501 c.p.c., per il quale la nullità dell'istanza di fissazione della vendita del bene pignorato per inosservanza del termine dilatorio non rientra nell'ambito delle nullità-inesistenze insuscettibili di sanatoria e rilevabili d'ufficio dal giudice dell'esecuzione, in quanto il termine è preordinato unicamente a tutelare l'interesse del debitore esecutato con il consentirgli di evitare, con il pagamento, la prosecuzione del procedimento esecutivo e di chiedere la conversione o la riduzione del pignoramento (Cass. n. 564/2003; Cass. n. 15630/2002; Cass. n. 4953/1999).

Il pignoramento perde, però, efficacia decorsi novanta giorni dalla sua effettuazione. Il creditore deve attivarsi per far notificare il ricorso di richiesta della vendita al proprietario debitore, ai creditori ipotecari e ai creditori intervenuti a norma dell'art. 499 c.p.c., con contestuale invito a far pervenire le loro osservazioni sulle condizioni di vendita e, se trattasi di nave straniera, al console dello Stato di cui la nave batte bandiera. Anteriormente alla scadenza del termine di novanta giorni il creditore è tenuto a depositare, nei dovuti modi telematici, il ricorso notificato, l'estratto del registro di iscrizione dal quale risultino le eventuali ipoteche trascritte, l'atto di pignoramento, il certificato rilasciato dall'ufficio di iscrizione dell'aeromobile dal quale risultino le eventuali ipoteche e le osservazioni comunicate dai creditori relative alle condizioni di vendita. Con questa documentazione viene formato il fascicolo processuale, attualmente non più cartaceo ma informatico, che il cancelliere presenta poi al presidente del tribunale per la nomina del giudice dell'esecuzione.

Con riferimento al pignoramento in generale e con pronuncia che può essere considerata estensibile alla disciplina dell'esecuzione forzata su aeromobile, la giurisprudenza aveva affermato che l'omesso o tardivo deposito dell'istanza di vendita [ex art. 497 c.p.c.] determina la perdita di efficacia del pignoramento e, quindi, l'estinzione della procedura esecutiva; la parte interessata può farla valere a norma dell'art. 630 c.p.c. (Cass. n. 35365/2023).

La norma non menziona la prova dell'avvenuta trascrizione del pignoramento. In proposito però l'ultimo comma dell'art. 1061 manda all'ufficio di iscrizione dell'aeromobile di consegnare al creditore il certificato dal quale risulta l'avvenuto compimento delle formalità di competenza di esso ufficio: appunto la trascrizione del pignoramento nel registro di iscrizione e l'annotazione nel certificato di immatricolazione.

Il codice del diritto marittimo e aereo rinvia necessariamente alla disciplina processuale civile per quanto concerne il momento che costituisce, nelle procedure di cognizione ed esecutive, il collegamento tra l'iniziativa del creditore procedente e l'ufficio del giudice chiamato a conoscerne. Nella nostra tradizione processuale era rimesso all'attivazione della parte dar luogo ad un siffatto collegamento mediante il deposito in cancelleria, all'atto della costituzione in giudizio, della così detta nota di iscrizione a ruolo. Essa consisteva in un documento che doveva contenere i dati necessari ad identificare i soggetti, l'oggetto della causa e gli estremi della domanda. Sulla base di questa presentazione il cancelliere iscriveva la causa nel ruolo generale dell'ufficio giudiziario e formava il fascicolo d'ufficio. Con disposizione specifica al processo di espropriazione forzata l'art. 159-bis disp. att. c.p.c. mandava all'interessato di indicare nella nota, con le forme e nei casi di cui al successivo art. 159-ter, le generalità delle parti nonché le generalità e il codice fiscale, ove attribuito, della parte che iscrive la causa, del difensore, della cosa o del bene oggetto di pignoramento. La progressiva digitalizzazione del processo civile condusse a disporre che tutti gli atti del processo dovevano essere depositati con modalità telematiche (art. 16-bis d.l. n. 179/2012, conv. dalla l. n. 221/2012). Il testo delle disposizioni di attuazione è stato modificato dal Correttivo alla riforma processuale CORR. introdotta con il d.lgs. n. 149/2022 (riforma Cartabia): è stata soppressa la nota cartacea e di conseguenza è venuta meno la modalità materiale del deposito in cancelleria di un documento su supporto materiale; l'iscrizione a ruolo avviene attualmente in conseguenza della costituzione della parte che deposita, in modalità telematiche, la documentazione di volta in volta occorrente. In modo specifico al procedimento di esecuzione, provvede poi l'art. 488 c.p.c., per il quale il cancelliere forma per ogni procedimento d'espropriazione un fascicolo informatico nel quale sono inseriti tutti gli atti compiuti dal giudice, dal cancelliere e dall'ufficiale giudiziario con gli atti e i documenti depositati dalle parti e dagli eventuali interessati. Il citato Correttivo ha modificato la disposizione con l'introdurvi la regola per cui il creditore è obbligato a presentare l'originale del titolo esecutivo nella sua disponibilità, il duplicato informatico o la copia attestata conforme all'originale a ogni richiesta del giudice. L'art. 159-bis disp. att. c.p.c. che disciplinava la nota in formato cartaceo è stato sostituito dal citato Correttivo e dispone attualmente che la parte, per iscrivere a ruolo il processo esecutivo per espropriazione, indica le generalità e il codice fiscale delle parti e del proprio difensore, la cosa o il bene oggetto di pignoramento nonché gli ulteriori dati richiesti dalla normativa, anche regolamentare, concernente la sottoscrizione, la trasmissione e la ricezione dei documenti informatici.

La notifica della richiesta di vendita

Il ricorso è notificato al proprietario debitore, ai creditori ipotecari e ai creditori intervenuti a norma dell'art. 499 c.p.c. nonché, se l'aeromobile è straniero, al console dello stato di bandiera. In proposito la disciplina del codice della navigazione segue quella dettata dal codice di rito civile, con alcune differenze rilevabili e rilevanti. L'atto notificato per la vendita dell'aeromobile deve contenere l'invito ai destinatari a far pervenire le loro osservazioni sulle condizioni di vendita. Le osservazioni devono essere inviate al creditore istante, posto che in questa fase il giudice dell'esecuzione non è stato ancora nominato. Notifica e invito tengono il luogo dell'avvertimento dell'espropriazione in corso che l'art. 498 c.p.c. impone di dare ai creditori aventi sui beni un diritto di prelazione risultante dai pubblici registri e la cui omissione impedisce al giudice di provvedere sull'istanza di assegnazione o di vendita. Se si ritiene assimilabile la ratio della normativa, nei due ambiti processuali, ne segue la medesima conclusione assunta dalla giurisprudenza a proposito dell'espropriazione forzata ordinaria: l'omesso avviso non comporta una nullità insanabile ma configura un illecito per violazione di legge che espone il creditore procedente al risarcimento del danno ai sensi dell'art. 2043 c.c. (Cass. n. 4000/2006).

La disciplina delle notificazioni ha subito, di recente, molteplici modificazioni normative, soprattutto in conseguenza della progressiva digitalizzazione del processo. Per ricondurre ad una regola unica e di conseguenza per semplificare gli adempimenti processuali, l'art. 3-bis d.lgs. n. 82/2005, ha fatto obbligo ai professionisti tenuti all'iscrizione in albi o elenchi di dotarsi di un domicilio digitale iscritto nell'elenco dell'indica nazionale dei domicili digitali dei professionisti e delle imprese: tale domicilio costituisce l'indirizzo di riferimento per le notifiche da eseguire prima e nel corso del procedimento. Le notifiche restano affidate all'ufficiale giudiziario ma sono eseguite obbligatoriamente dall'avvocato ogni volta in cui il destinatario ha eletto il domicilio digitale o è tenuto ad eleggerne uno; le modalità di esecuzione sono quelle della posta elettronica certificata; del servizio elettronico di recapito certificato; o della consegna di copia nel domicilio del destinatario se il destinatario è un avvocato domiciliatario di una parte in causa (si vedano, per le notifiche a cura di ufficiale giudiziario, gli artt. 137 e 149-bis c.p.c.; per le notifiche nel corso dell'esecuzione forzata, l'art. 489 c.p.c.; per le notificazioni che deve eseguire l'avvocato, la l. n. 53/1994, come modificata dal d.l. n. 19/2024, conv. dalla l. n. 56/2024.

L'intervento dei creditori

Ciò che la norma in esame non regola direttamente ma affida ad un rinvio è la facoltà per i creditori di effettuare l'intervento nella procedura. L'art. 1064 si limita al riguardo a far intendere che anche nel diritto marittimo dell'espropriazione forzata sull'aeromobile l'intervento di creditori è consentito; per poi rimandare esplicitamente e totalmente alla disciplina dettata dall'art. 499 c.p.c.

Dottrina e giurisprudenza (v. ad es.: Cass. n. 9511/1993) hanno concordemente affermato la compatibilità dell'istituto dell'intervento dei creditori, come disciplinato dal codice di procedura civile, nel processo di esecuzione su nave e su aeromobile. L'opinione si è formata sul testo degli artt. 653, comma 2, e 1064, comma 2, codice navigazione, che citano l'art. 499 c.p.c. quale normativa di riferimento per l'ingresso di terzi nel processo, senza peraltro fornire altre indicazioni di dettaglio. Si è considerata, inoltre, la mancanza di ragioni contrarie all'applicazione di una disciplina che, se ritenuta compatibile, avrebbe colmato un vuoto sensibile e impedito la tutela di creditori rimasti terzi rispetto all'iniziativa del creditore procedente.

Il d.l. n. 35/2005, conv. in l. n. 80/2005, poi modificato dalla l. n. 263/2005, ha successivamente sostituito il testo dell'art. 499 c.p.c. attualmente destinato a regolare l'intervento sia nelle esecuzioni mobiliari che in quelle immobiliari (si vedano i ritocchi apportati contestualmente agli artt. 525 e 563 c.p.c.), salvo per quanto concerne i tempi che differenziano l'intervento tempestivo da quello tardivo. A questa nuova e generale disciplina devono essere riferite le questioni che avevano diviso la dottrina, incerta tra il ritenere richiamabile nell'espropriazione di aeromobili e di navi la normativa sui beni mobili piuttosto che quella riguardante gli immobili.

L'art. 499 c.p.c. dispone che possono intervenire nell'esecuzione i creditori che nei confronti del debitore hanno un credito fondato su titolo esecutivo nonché i creditori che, al momento del pignoramento, avevano eseguito un sequestro sui beni pignorati ovvero avevano un diritto di pegno o un diritto di prelazione risultante dai pubblici registri ovvero erano titolari di un credito di somma di denaro risultante dalle scritture contabili di cui all'art. 2214 del codice civile. La norma è stata radicalmente trasformata dall'intervento apportato dal d.l. n. 35/2005, conv. in l. n. 80/2005, di molto posteriore al rinvio effettuato alla procedura civile dall'art. 1064 cod. nav. L'intervenuta importante modifica pone dunque all'interprete numerosi problemi di coordinamento.

La questione di maggior rilievo concerne la natura recettizia del rinvio all'art. 499 c.p.c. Il richiamo, aperto, a questa norma va inteso come comprensivo della sua evoluzione in forza di interventi legislativi posteriori al codice della navigazione. Non esistono infatti ragioni per circoscriverlo a un disposto che nel tempo è stato disatteso ed espulso dal corpo dell'ordinamento. Ciò comporta, come conseguenza necessaria, l'intera applicazione della norma citata anche nella parte che predispone un subprocedimento di verifica dei crediti dei creditori intervenuti privi di titolo esecutivo.

Il testo dell'art. 499, commi 3 e ss., dovuto al d.l. n. 35/2005 fonda la pronuncia di Cass. III, n. 15996/2022, per la quale il creditore che, al momento del pignoramento, ha un diritto di prelazione risultante da pubblici registri, può intervenire nel processo di espropriazione forzata anche se non munito di titolo esecutivo, senza che siano necessari il deposito e la notifica dell'estratto autentico notarile delle scritture contabili, adempimenti che sono invece prescritti per i creditori sine titulo titolari di un credito di somma di denaro risultante dalle scritture contabili di cui all'art. 2214 c.cNel processo di esecuzione forzata le vicende (sospensione, sopravvenuta inefficacia, caducazione, estinzione) relative al titolo esecutivo azionato dal creditore procedente, posto a base di un pignoramento in origine valido ed efficace, non travolgono la posizione dei creditori intervenuti titolati e, cioè, non ostacolano la prosecuzione della procedura ad iniziativa dell'interventore munito di idoneo ed efficace titolo, a prescindere dal compimento di un pignoramento successivo, a meno che l'intervento non sia stato effettuato dopo la pronuncia della caducazione del titolo del procedente o dell'arresto dell'azione esecutiva (Cass. III, ord., n. 23654/2023).

Il sub-procedimento di verifica dei crediti dei creditori intervenuti senza titolo esecutivo, previsto dall'art. 499, commi 5 e 6, c.p.c., costituisce requisito per l'accesso degli stessi alla distribuzione del ricavato e presidia un interesse pubblico processuale alla regolarità e celerità della ripartizione, sicché compete ex officio al giudice, con l'ordinanza con cui è disposta la vendita o l'assegnazione, fissare un'apposita udienza per la comparizione del debitore e dei suddetti creditori, disponendone la notifica a cura di una delle parti; in difetto, è onere dello stesso creditore interessato avanzare tempestiva istanza affinché l'udienza si svolga durante la fase liquidativa del processo esecutivo, con la conseguenza che, una volta iniziata la fase distributiva, non possono essere accolte né la richiesta volta alla fissazione dell'udienza di verifica del credito, né quella volta alla rimessione in termini del creditore rimasto inerte (Cass. n. 15996/2022). La doglianza con la quale un creditore eccepisce, anche tramite deduzione nel verbale dell'udienza innanzi al giudice dell'esecuzione, la tardività dell'intervento di un altro creditore deve essere qualificata come controversia attinente alla distribuzione della somma ricavata – da risolversi ai sensi dell'art. 512 c.p.c. – e non come opposizione agli atti esecutivi, sicché la stessa può essere dispiegata anche nella fase finale della distribuzione e non è soggetta al termine di decadenza di cui all'art. 617 c.p.c. (Cass., ord., n. 26423/2020).

Ha perduto gran parte del suo interesse la risalente questione relativa all'individuazione della normativa applicabile nella procedura di espropriazione forzata delle navi e degli aeromobili, dibattuta tra coloro che propendevano per le disposizioni sull'intervento nell'esecuzione mobiliare e coloro che, invece, sostenevano le analogie con quelle in tema di esecuzione immobiliare. L'art. 499 c.p.c. ha una portata generale e questa sua posizione risulta palese dalle modifiche «unificatrici» effettuate dal citato d.l. n. 35/2005 sul testo degli artt. 500 (effetti dell'intervento), 525 (intervento nell'espropriazione mobiliare, applicabile anche all'esecuzione presso terzi: art. 551) e 563 c.p.c. (intervento nell'espropriazione immobiliare). Ad esso dunque occorre far capo quale disposizione centrale della disciplina dell'intervento. Ed una scelta precisa a favore delle regole civilistiche relative all'espropriazione immobiliare è dettata dall'art. 681, comma 2, cod. nav., per il quale la distribuzione del prezzo della vendita, tra creditori muniti di titolo esecutivo e creditori che ne sono sforniti, deve avvenire secondo le modalità di cui agli artt. da 596 a 598 c.p.c.

Per un commento all'art. 499 c.p.c. si rimanda alla parte di questo volume che ad esso è dedicata. In questa sede interessa evidenziare le caratteristiche specifiche alla materia dell'esecuzione sull'aeromobile.

La regola che si trae dalla disciplina codicistica e da confrontare con l'assenza di disposizioni in quella del diritto marittimo è nel senso che l'intervento differenzia i propri effetti utili in dipendenza di due possibili sue caratteristiche: la titolarità di un titolo esecutivo; e il tempo dell'ingresso nel procedimento iniziato dal creditore procedente.

Sotto il primo profilo, l'intervento è consentito anche al creditore sprovvisto di un titolo esecutivo. Egli deve notificare al debitore, entro i dieci giorni successivi al deposito del suo ricorso per intervento, copia dell'atto e copia dei documenti attestanti il suo diritto. Ne segue la speciale procedura di verifica del suo credito. Si tratta di un subprocedimento inserito nell'ordinamento dell'esecuzione forzata contestualmente alle modifiche degli artt. 499, 500 e disposizioni ulteriori in tema, allo scopo di consentire una ampia partecipazione dei creditori al processo di espropriazione indipendentemente dalla loro disponibilità di un titolo esecutivo nel preciso momento dell'intervento. La loro posizione viene tutelata in vista dell'epoca in cui, maturato il credito, scaduta la condizione o conseguito un provvedimento giudiziale, il loro diritto otterrà l'efficacia di un diritto azionabile esecutivamente.

Per quanto concerne il momento utile a partecipare all'esecuzione, il richiamato art. 499 c.p.c. dispone che esso deve avvenire prima che sia tenuta l'udienza in cui è disposta la vendita o l'assegnazione ai sensi degli artt. 530,552 e 569 c.p.c. Nell'espropriazione di aeromobili l'intervento può avvenire ancor prima che sia nominato il giudice dell'esecuzione; questi, una volta nominato, provvede direttamente a disporre la vendita dopo avere sentito il debitore proprietario, il creditore precettante e istante, i creditori ipotecari e i creditori intervenuti. Dunque, l'intervento deve essere stato effettuato prima di questa audizione, che non è detto debba avvenire necessariamente nell'occasione di una udienza apposita. Se è fissata un'udienza di comparizione, essa segna il momento preclusivo dell'intervento, che deve essere stato già eseguito. Se gli interessati sono sentiti informalmente, oralmente o per iscritto, il giudice deve avere di fronte parti già costituite nelle vesti di cui sopra. Non è previsto un intervento successivo. La disposizione del codice della navigazione lascia aperta la questione riguardante l'intervento tardivo. Ad evitare una palese lacuna deve ritenersi che l'esplicito rinvio operato all'art. 499 c.p.c. consenta di reputare compreso nel richiamo anche l'art. 500 stesso codice, in quanto strettamente complementare al disposto della norma oggetto del rinvio.

L'inizio della procedura di riscossione coattiva tributaria

Nel sistema disciplinato dal codice della navigazione la procedura di espropriazione della nave ha formale inizio con il deposito nella cancelleria del tribunale competente di un ricorso che chiede la vendita del bene pignorato, dopo che sono trascorsi trenta giorni dalla notifica del pignoramento. Ne segue una procedura che comporta la nomina del giudice dell'esecuzione e la pronuncia di una ordinanza che, verificata l'osservanza di una serie di adempimenti obbligatori, autorizza la vendita con incanto. Dal momento della sua nomina tutti i poteri di direzione e organizzazione si raccolgono in capo al giudice dell'esecuzione. È il giudice dell'esecuzione a disporre la vendita del bene pignorato, dopo avere sentito in proposito il debitore proprietario, il creditore precettante e istante, i creditori ipotecari, quelli intervenuti e il console dello stato nei cui registri l'aeromobile è iscritto. In ragione della natura specifica dell'aeromobile, le disposizioni che tanto prevedono dovrebbero costituire le «norme ordinarie in rapporto al bene oggetto di esecuzione» che l'art. 49, comma 2, d.P.R. n. 602/1973, richiama e indica come applicabili alla procedura espropriativa tributaria quando essa concerne la nave e il galleggiante.

Il richiamo incontra, tuttavia, un duplice ordine di limiti. Le «norme ordinarie» non debbono essere contrarie a quelle dettate dal d.P.R. e con esse debbono essere compatibili. Si pone pertanto la questione della non contrarietà e della compatibilità delle norme del codice della navigazione rispetto alla disciplina posta dal ricordato d.P.R., la quale costruisce il procedimento di espropriazione secondo un modello notevolmente diverso.

Dispone, infatti, l'art. 52 che la vendita dei beni è effettuata a cura dell'agente della riscossione senza necessità di autorizzazione dell'autorità giudiziaria; e aggiunge il successivo art. 56 che soltanto dopo aver condotto a termine la vendita l'agente della riscossione coinvolge l'ufficio giudiziario nel processo, attraverso il deposito dei documenti e della somma ricavata.

La diversità di normative, quella peculiare per la nave e il galleggiante e quella propria all'azione esercitata dall'agente della riscossione, va risolta a favore della prevalenza della disciplina riguardante la riscossione tributaria. È chiara infatti la volontà del legislatore di assicurare la semplicità dei mezzi e la rapidità dei risultati nell'esazione delle somme occorrenti a soddisfare le esigenze dell'amministrazione pubblica e dei servizi collettivi. Molteplici disposizioni sono finalizzate a favorire e facilitare il pagamento ad opera dei contribuenti, mediante forme di dilazione, di sospensione temporanea e di rateizzazione. E una volta giunti al procedimento forzoso, la posizione dell'agente della riscossione è assolutamente centrale e preminente, come dimostrano i suoi poteri di surroga al creditore procedente.

Deve dunque farsi capo alle norme dettate dal d.P.R. e, particolarmente, a quelle con ambito di applicazione generale, di cui agli artt. 49-61, da integrarsi con le disposizioni poste dai successivi artt. 62-71, riguardanti l'espropriazione mobiliare. La natura di beni mobili registrati della nave e del galleggiante non è contemplata come ragione di una disciplina differenziata. A tale genere di beni il d.P.R. dedica una sezione separata, contente peraltro un'unica norma, in tema di fermo di veicoli, di autoscafi e di aeromobili. La circostanza descrive la precisa scelta compiuta dal legislatore: la natura di beni mobili registrati resta indifferente per l'azione dell'agente della riscossione. E soltanto il fatto che tali beni sono individuati da una iscrizione a registro può segnare una diversità di disciplina rispetto a quella relativa ai beni mobili in genere, consentita appunto in quanto la registrazione rende possibile la misura cautelare dell'annotazione del fermo.

Cenni sulla procedura espropriativa tributaria

Prima di procedere alla vendita l'agente della riscossione deve eseguire le forme di pubblicità indicate dall'art. 66 d.P.R. n. 602/1973: affissione di un avviso per cinque giorni consecutivi nella casa comunale. La medesima disposizione disciplina i tempi dell'avviso e gli intervalli tra gli incanti dei quali dare notizia già con lo stesso avviso. Per l'asporto, la custodia e la vendita, compatibilmente a quanto ciò possa riguardare la nave e l'aereo, possono desumersi criteri applicativi: a) dall'art. 64, per il quale, salvo quanto disposto dall'art. 520 c.p.c., la custodia dei beni pignorati è affidata al debitore o a un terzo con attribuzione all'agente della riscossione del potere di disporre in ogni tempo la sostituzione; b) dall'art. 71, per il quale il concessionario può avvalersi degli istituti di vendita giudiziaria secondo le modalità prestabilite con apposito decreto interministeriale.

Per la determinazione del prezzo base occorre far nominare dal giudice dell'esecuzione uno stimatore, che procede sentito il concessionario. In tal senso deve essere interpretato il dettato dell'art. 68 d.P.R. n. 602/1973 anche per il caso dell'esecuzione sull'aeromobile, in quanto beni che non hanno un valore di listino o di borsa ed ai quali non può essere attribuito un valore all'atto del pignoramento, dato che esso avviene per documenti, con la notifica di un atto e non con la ricognizione e la materiale apprensione.

La vendita con incanto costituisce la scelta imposta dal legislatore. Il codice della navigazione ammette la forma senza incanto per il caso di incanti senza esito favorevole e risultati ancora inutili pur dopo la riduzione del prezzo al quaranta per cento (art. 661, comma 2, richiamato, per l'aeromobile, dall'art. 1068). È dubbio che la disposizione possa valere nel caso della riscossione coattiva, dato che il d.P.R. n. 602/1973 si limita a disporre la sola modalità dell'incanto e disciplina diversamente il caso dei suoi esiti sfavorevoli. L'art. 70 prevede infatti per questo caso la ripetizione della vendita nella stessa forma e, in caso di nuova mancata vendita manda all'agente della riscossione di procedere alla trattativa privata per un prezzo inferiore alla metà del prezzo base del secondo incanto o, in alternativa, ad un terzo incanto a offerta libera. Quale ultima ratio, i beni rimasti invenduti sono messi a disposizione del debitore, perché provveda a ritirarli, o sono distrutti o donati secondo le determinazioni del concessionario.

Nel corso della procedura le occorrenti notifiche sono eseguite nelle forme disposte dall'art. 26 d.P.R. 602/1973 per la notifica della cartella di pagamento.

L'intervento nella riscossione coattiva tributaria

A differenza del codice della navigazione il d.P.R. n. 602/1973 disciplina l'intervento nella procedura di riscossione coattiva tributaria. La normativa ha natura del tutto autonoma rispetto a quella dettata dal codice di procedura civile e risulta applicabile all'espropriazione dell'aeromobile. La specificità di questo bene non osta, infatti, a ritenere del tutto compatibile un intervento di creditori in un procedimento espropriativo che riguardi la nave, le sue parti oppure galleggianti.

Le fattispecie regolate sono due. L'una è riferita all'intervento dell'agente della riscossione nell'espropriazione iniziata da terzi e pendente. L'altra concerne l'intervento di altri creditori nell'espropriazione intrapresa dall'agente della riscossione.

Nel primo caso l'ingresso dell'agente assume le forme della surroga nel procedimento esecutivo disciplinate dall'art. 51 del d.P.R. citato. Esso avviene per dichiarazione del «concessionario» al giudice dell'esecuzione che manifesta l'intento di surrogarsi al creditore procedente, con contestuale indicazione del credito in relazione al quale la surroga è esercitata. La dichiarazione è notificata al creditore procedente e al debitore. Se entro dieci giorni dalla notificazione il creditore o il debitore non provvedono a corrispondere all'agente l'importo del suo credito, questi resta surrogato negli atti esecutivi già iniziati e spetta a lui di proseguirli. In pratica la surroga esautora il creditore procedente, al quale è preferito l'agente della riscossione in considerazione della natura del credito oggetto del suo mandato esattivo.

Nel secondo caso l'ingresso di creditori terzi nel procedimento pendente produce gli effetti di un vero e proprio intervento. Ne sono, tuttavia, diverse le forme, rispetto a quelle ordinarie. Ai sensi dell'art. 54 i creditori che intendono intervenire debbono notificare al concessionario un apposito atto contenente le indicazioni prescritte dal comma 2 dell'art. 499 c.p.c. Sul punto la normativa tributaria si salda a quella civilistica e necessariamente ne segue l'evoluzione: il rinvio alla disposizione civilistica risale al 1973 ma essa venne sostituita dal d.l. n. 35/2005, e fu poi modificata dalla l. n. 263/2005. Il senso e il contenuto del rinvio comunque non sono stati mutati nel tempo. La dichiarazione deve contenere l'indicazione del credito e quella del titolo, la domanda per partecipare alla distribuzione della somma ricavata nonché la dichiarazione di residenza o l'elezione di domicilio nel comune in cui ha sede il giudice dell'esecuzione. Quando l'intervento ha luogo per un credito di somma di denaro risultante dalle scritture contabili, al ricorso deve essere allegato, a pena di inammissibilità, l'estratto autentico notarile che ne fa documentazione.

L'intervento dei creditori conferisce loro soltanto il diritto di partecipare alla distribuzione della somma ricavata dalla vendita dei beni pignorati. I creditori chirografari intervenuti tardivamente concorrono alla distribuzione della parte della somma ricavata che sopravanza dopo che sono stati soddisfatti i diritti del concessionario, dei creditori aventi diritto di prelazione e dei creditori chirografari intervenuti tempestivamente

Domanda di vendita e procedimento di riscossione coattiva tributaria

Nell'espropriazione tributaria l'agente della riscossione che esercita l'azione provvede direttamente e autonomamente alla vendita forzosa delle cose pignorate. L'art. 52 del d.P.R. n. 602/1973 detta in proposito una normativa specifica ed esclusiva di altre, siano esse costituite dal dettato del codice di procedura civile oppure dal disposto del codice della navigazione. Si applicano, infatti, le norme diverse, ordinarie o del diritto marittimo, solo in quanto non derogate da quelle del d.P.R. o con esse non incompatibili (art. 49, comma 2).

La normativa si risolve nell'attribuzione all'agente della riscossione del potere di procedere alla vendita dei pignorati senza che occorra la preventiva autorizzazione del giudice dell'esecuzione. Non occorre pertanto inoltrare una domanda di vendita e neppure è necessaria, o comunque prevista, una ordinanza del giudice che autorizzi la vendita e ne indichi data e modalità. L'unico condizionamento imposto all'agente riguarda le forme della vendita, da eseguirsi come vendita al pubblico incanto.

La sua effettuazione è disposta dal «concessionario»; l'asta è tenuta e verbalizzata dall'ufficiale della riscossione.

Il modus procedendi così previsto accentra nelle mani dell'agente della riscossione le iniziative e le responsabilità degli atti di vendita. I tempi stabiliti dalle disposizioni regolatrici della procedura sono tali da privare in gran parte le possibilità di tutela del debitore che intendesse sottrarre i propri beni all'azione esecutiva mediante ricorso agli istituti di favore predisposti dall'ordinamento. Per questa ragione il legislatore ha conferito al debitore la facoltà di vendere il bene pignorato (o ipotecato) al valore ufficialmente risultato in atti, con il consenso dell'agente che ha proceduto. Il sistema apprestato è il seguente. Il debitore si adopera per reperire un acquirente; si assicura il consenso del creditore procedente; lascia il suo posto a tale creditore, il quale interviene all'atto di cessione in sua vece e riceve il prezzo della vendita. In tal modo si consente all'interessato di favorire la cessione dei suoi beni ad un prezzo che si reputa poter essere satisfattivo ed a condizioni più favorevoli di quanto potrebbe ottenere il «concessionario», soggetto estraneo al mondo nel quale il debitore ha operato e presumibilmente privo delle relazioni più adatte alla collocazione del bene pignorato.

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